Ce n'è anche per Cecco a cena
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
Anpi e avannotti del Nuovo Millennio contro il 'fascista' Roberto Vannacci, ma nemmeno una parola a favore di Israele per la strage del 7 ottobre
Toh, ci mancavano solo loro, gli irriducibili antifascisti dell'Anpi e dei collettivi non si sa bene di cosa di Nuova Resistenza e dell'Isi Barga. E' proprio vero che anco alle puci ni vien la tosse. Gli studenti, poi, quando c'è da fare casino invece di studiare, studiare e studiare come diceva Benedetto Croce, sono sempre in prima linea. Loro che si dichiarano antifascisti, antinazisti, difensori deglki ebrei sì, ma solamente il 27 gennaio Giornata della memoria, nemmeno hanno speso una sola parola dopo i 1400 ebrei massacrati da Hamas, i tagliagole foraggiati dall'Iran, il Paese dove i nostri cari studentelli con i nuovi... partigiani dell'età contemporanea finirebbero tutti appesi al muro e fucilati senza tanti complimenti. Bene, apprendiamo che sabato pomeriggio a Valdottavo ci sarà un presidio contro la presenza di una persona seria, di un uomo che ci ha messo sempre la faccia, che non si è mai tirato indietro, che ha giurato fedeltà alla Costituzione, che non si è mai detto fascista, tutt'altro. Se gli imbecilli volassero, effettivamente sabato potrebbero esserci problemi di visibilità nei pressi del teatro Cristofoco Colombo affittato a proprie spese da Yamila Bertieri consigliere comunale di minoranza la quale ha dovuto tirare fuori i soldi di tasca propria visto che l'attuale amministrazione comunale guidata dallo storico Patrizio Andreuccetti, tessera del Pd e segretario provinciale del partito di Elly Schlein - come fa uno storico ad essere iscritto ad un partito? - mai e poi mai le avrebbe concesso una sala per allestire l'evento...
Ecco perché la Gazzetta sta con gli ebrei e con Israele
Non ci sorprende questa campagna planetaria o quasi a favore dei palestinesi nei confronti di Israele, senza alcuna distinzione, da un lato, tra i tagliagole liberticidi di Hamas, Iran e Hezbollah da un lato e la democratica, occidentale, libertaria Israele. Conosciamo, ormai, da tempo le ipocrisie e le deformazioni dell'Ideologia verniciata di rosso e sappiamo bene che, già cinquant'anni fa, Lotta Continua, Potere Operaio, le Brigate Rosse, tutti i gruppuscoli della sinistra extraparlamentare, stavano con i palestinesi nonostante la strage di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Gli ebrei fanno comodo da sempre, sia quando si tratta di organizzare dei pogrom con cui decimarli, sia quando serve lustrarli un po' e strumentalizzarli in funzione antifascista e antinazista. Chissà, ora, come faranno politicanti ed amministratori da strapazzo a celebrare il 27 gennaio la giornata della memoria dedicata alla Shoah, quando non hanno nemmeno aperto bocca o scritto un rigo su quanto avvenuto il 7 ottobre 2023, un mese fa, in occasione del pogrom organizzato da Hamas e che ha prodotto la strage di oltre 1400 ebrei comprese donne e bambini, fatti a pezzi, bruciati, violentati, decapitati e rapiti. Perché, vedete, il problema sta proprio qui: troppo facile ricordarsi degli ebrei solamente quando si tratta di parlare di Auschwitz e Mauthausen, di Hitler e Mussolini, quando c'è da attaccare il neofascismo pressoché inesistente e inoperante, ma che fa tanto comodo alle Elly Schlein e alle Laura Boldrini. Nessuno, tra questi soloni verniciati di rosso fucsia ha il coraggio di ammettere che, oggi, l'unico pericolo esistente per il popolo ebraico sono gli arabi ossia i musulmani dei quali stiamo riempiendo l'Europa nemmeno fosse un paniere per la spesa. Nessuno che dice che i migliaia di atti antisemiti di queste ultime settimane sono opera non delle SS, della Gestapo o delle Brigate Nere resuscitate a nuova forza, bensì di tutti coloro che, arabi e fiancheggiatori, vorrebbero lo sterminio degli ebrei per il semplice fatto che esistono ed esiste lo stato di Israele. Chi divide gli ebrei da Israele, altro non fa che il gioco sporco di chi vorrebbe cancellare entrambi...
Due morti a Bruxelles uccisi da un terrorista islamico: li hanno fatti entrare e ora sono (ancora una volta) cazzi nostri
"Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno". Con queste parole l'attentatore tunisino di 45 anni ha commentato l'omicidio di due - il terzo è solo ferito - tifosi svedesi che, sfortunatamente, si sono trovati nel posto giusto - andavano a vedere la partita di calcio - nel momento sbagliato. Adesso chi andrà a spiegare ai figli, ai genitori, ai parenti delle due vittime che bisogna accogliere, sostenere, proteggere i milioni di musulmani immigrati che premono o hanno già premuto alle frontiere dell'Europa? Andateci voi ipocriti e farisei. Sappiamo bene per esperienza che i morti negli attentati dell'Islam non sono politici o ministri o parlamentari. Né a Roma, né a Parigi tantomeno a Bruxelles. Loro viaggiano con la scorta, vivono in case iperprotette e non stanno certamente in mezzo alla folla. Qualcuno, ora, dirà che è colpa di Israele e della sua reazione al massacro del 7 ottobre ad opera di Hamas. Già, perché gli ebrei, comprendetelo bene, piacciono solo se sono morti o, soprattutto, se non reagiscono e si fanno massacrare senza rispondere. Se, al contrario e contrariamente alla loro storia millenaria, si ribellano, allora diventano i carnefici. Questo è quello che sta accadendo all'Onu, nell'Unione Europea e in tutti gli organismi sovranazionali da sempre favorevoli all'Islam e ai paesi arabi al punto che hanno causato, con le loro politiche dell'accoglienza indiscriminata, una vera e propria invasione che sta piano piano, ma progressivamente, colonizzando il continente imprimendo una sorta di paralisi delle istituzioni e delle coscienze...
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La prima cosa che ci è balzata agli occhi e alla testa tutt'altro che devastata dal clima di terrore inculcato in questi mesi dai teorici del lockdown spinto all'estremo - questa razza di bastardi senza gloria - è stata che, a nostro modesto avviso e, se non altro, per una forma di rispetto verso la cultura, la religione e il paese da cui proveniva, dove era nata e, in fondo, che aveva, probabilmente, sborsato alcuni milioni di euro per liberarla, Silvia Romano, la cooperante milanese partita un paio di anni fa in cerca di avventura e realizzazione spirituale personale, avrebbe dovuto indossare vestiti occidentali. Punto e basta. Invece, schiaffo senza vergogna, è comparsa alle telecamere italiane e davanti ad un ministro degli Esteri che, se fosse stato tale, se ne sarebbe dovuto andare, con una tipica veste somala che testimoniava inequivocabilmente, la sua fede islamica e, quindi, la conversione avvenuta durante la prigionia in mezzo ai terroristi dell'organizzazione affiliata ad Al-Qaeda. Forse a qualche leccaculo di giornalista o di politicante senza palle dell'Opposizione Inesistente, è sfuggito il fatto che si tratta di terroristi gente, cioè, che uccide e rapisce regolarmente gli imbecilli come noi che si prodigano, da un lato, per aiutare le popolazioni locali oppure che visitano turisticamente l'Africa per via di quel famoso 'mal' o nostalgia che prende, soprattutto, chi possiede una personalità facilmente influenzabile e, sostanzialmente, insoddisfatta della propria quotidiana esistenza...
Attenzione al clamore mediatico che questo Governo di 'assassini', reduce dall'aver messo in croce milioni di partite Iva con la scusa del Coronavirus impedendo loro di lavorare per vivere - se non sono assassini questi, diteci, allora, cosa significa uccidere qualcuno - attribuisce, con la stampa complice e incapace di andare al di là dell'idiozia imperante ed apparente, a questa liberazione. Guarda caso accade la stessa cosa che avvenne con altre due cooperanti tanti anni fa, anche loro di schietta simpatia musulmana e a una nostra collega per liberare la quale morì uno dei nostri più capaci e meritevoli funzionari, Nicola Calipari.
Fino a quando non abbiamo visto uscire dall'aereo atterrato a Ciampino la ex volontaria, pensavamo che questa avesse vissuto, davvero, le pene dell'inferno, magari sottoposta a chissà quale restrizione della libertà personale. Adesso, secondo quanto emerge dalle prime indiscrezioni, addirittura si apprende che la giovane italiana (?) si sarebbe convertita spontaneamente all'Islam e che avrebbe contratto matrimonio con uno dei suoi carcerieri (e terroristi) senza esservi assolutamente costretta. Se e ripetiamo se - ma ci sembra possibile visto il sorriso a 66 denti con cui la giovane è apparsa, florida e in forma, forse, anche un po' sovrappeso a meno che non sia l'effetto del nuovo abbigliamento - le due notizie venissero confermate definitivamente, bene, non si capisce bene cosa cazzo siamo andati a prenderla a fare.
Forse era necessario soddisfare il legittimo desiderio dei genitori di volerla rivedere? O, magari, dovevamo dimostrare l'efficienza e l'efficacia dei nostri, ma, soprattutto, altri servizi di intelligence? O si dovevano, in qualche modo, regalare alcuni milioni di euro visto che, a quanto sembra e dato il momento storico tutt'altro che facile, di soldi ne abbiamo così tanti da non sapere cosa farci?
Qualcuno ha ipotizzato il pagamento di un riscatto di quattro milioni di euro, qualcun altro la metà. Comunque sia, si tratta sempre di soldi (pubblici?) che avrebbero fatto particolarmente comodo nelle tasche di milioni di italiani che si sono trovati nella miseria per colpa di un Governo di pezzi di merda che si è divertito a multare alcune centinaia di migliaia di persone tanto per fare cassa e, appunto, versare il denaro o parte di esso ai terroristi che, così, finanzieranno attentati proprio ai nostri danni o a quelli dei nostri alleati.
Cerchiamo di ragionare. fino ad oggi abbiamo parlato di sequestro e di drammatica situazione nella quale questa povera ragazza avrebbe vissuto per tutto questo tempo. Improvvisamente si apprende che non solo la situazione non era tragica, ma che, la giovane, aveva avuto tutto il tempo per abbracciare la nuova fede che, come sappiamo, è particolarmente liberale e libertaria con l'essere femminile e che aveva anche contratto matrimonio con uno dei suoi carcerieri. A tal proposito anche Ida Magli, mente lucida e straordinariamente intelligente oltreché antropologa, si era più volte domandata, a proposito della tendenza di moltissime giovani donne occidentali a seguire l'Islam e recarsi in altri paesi al seguito di uomini che avevano in mente tutt'altro che la parità di genere, quale fosse il motivo. Sarebbe interessante chiederlo anche a Silvia Romano.
La domanda, a questo punto, appare legittima: quale il senso di andare a riprendere una donna ampiamente maggiorenne la quale, a quanto pare, avrebbe liberamente scelto di convertirsi e di abbracciare un'altra esistenza? L'unica motivazione sarebbe, a nostro avviso, quella che Silvia Romana sia stata vittima di violenze ed abusi tali da farle smarrire la consapevolezza delle proprie scelte. Altrimenti, appare evidente che la donna stava bene dove stava.
C'è poi la questione del riscatto. Per quale ragione lo stato deve pagare un riscatto con milioni di euro di denaro pubblico per sequestri avvenuti in zone a rischio di giovani in cerca di una senso da dare alla propria vita poiché è evidente, in particolare alla sinistra radical chic in cerca di avventure e di emozioni, tutta tesa verso i popoli del settimo mondo, ma abitante ai Parioli e con stipendi lauti ovviamente pubblici, che fare il commerciante o la partita Iva non solo non ha un senso, ma neppure merita la stessa considerazione?
Questo è proprio un paese di merda, dove il buonsenso non esiste e il mondo viaggia alla rovescia, dove una ragazza che nella vita non sembra aver fatto un cazzo o quasi, diventa, improvvisamente, una eroina e non si capisce nemmeno per quale ragione, mentre in questi due mesi di dittatura sanitaria ai limiti dell'omicidio preterintenzionale, milioni di italiani hanno perso tutto anche la voglia di vivere, ma nessuno, tantomeno i mass media del Ministero della Verità - ossia tutti - se li sono inculati.
Che dire? Noi continuiamo a pensare - come abbiamo sempre pensato e detto - che il vero virus che miete vittime senza sosta non è certamente il Covid-19, ma quello derivante dalla idiozia dell'individuo. Purtroppo è vero: se in Italia gli imbecilli volassero, il cielo sarebbe pieno di uccelli.
PS: un invito alle donne e anche agli uomini. Osservate le due immagini che pubblichiamo, si tratta di Silvia Romano prima e Silvia Romana adesso. Dire che le differenze sono evidenti è un eufemismo. Per il nostro modo di vedere le cose, se c'è una cosa che appare mortificata è proprio la femminilità della donna.
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Tra i tanti interventi apparsi un po' ovunque in questi quasi due mesi di lockdown e attinenti l'emergenza sanitaria, nessuno o quasi ha affrontato quello che, dopo l'emergenza economica e psicologica delle masse, è stato ed è, a nostro avviso, il risultato più evidente e devastante della cosiddetta deresponsabilizzazione della nostra classe digerente a tutti livelli: politico, amministrativo, culturale. Diciamo e scriviamo classe digerente poiché, inutile nasconderselo, essa è impegnata h24 e 365 giorni l'anno a pensare solo ed esclusivamente o quasi, ai propri istinti fagici o similari ossia primari. Il Covid-19, questo virus part-time che colpisce e, soprattutto, uccide soltanto a determinate condizioni, ma che risparmia i più giovani dai neonati agli studenti universitari compresi uomini e donne fino, almeno, alle soglie dei 50 anni, ha, letteralmente, cancellato due istituzioni fondamentali della nostra società: la scuola e la Chiesa. Soltanto in Italia il Ministero della Verità ha ritenuto di dover abbassare le saracinesche e rimandare tutto a settembre annullando esami, votazioni, meriti e demeriti. Uno straccio ancor più che una spugna, passato sopra la lavagna più importante per una civiltà che voglia restare tale. Noi non sappiamo che cosa sarebbe accaduto qualora fossimo stati, anche noi, personale docente, ma, sicuramente, ci saremmo battuti con tutte le nostre forze affinché le scuole riaprissero, Covid o non Covid, nel mese di maggio. Questo, se non altro, per lanciare un segnale.
Di resilienza ancor più che di resistenza. Dimostrare, cioè, soprattutto ai ragazzi, che una malattia, una epidemia per quanto minacciose, devono trovare nella capacità dell'essere umano di adattarsi alle difficoltà, una ragione e una spinta a non indietreggiare. Invece abbiamo, purtroppo, un ministro, tale Azzolina - per chi, come noi, ha una memoria storica accentuata e, in particolare, ricorda un periodo in cui i meriti derivavano dalle capacità e dai risultati, Azzolina Gaetano era un cardiologo e chirurgo molto conosciuto e apprezzato - il quale se non ci fa ridere è perché evitiamo accuratamente di seguirne, in Tv, le rappresentazioni.
Un ministro della Verità che non si capisce bene cosa abbia fatto nella propria breve, data l'età, esistenza per ricoprire questo delicato ruolo che presiede alla formazione della nostra gioventù. Ebbene, è stato deciso in fretta e furia di chiudere il baule dell'istruzione e spostare tutto a settembre, una delle più grandi cazzate che ci hanno fatto vergognare davanti all'Europa e al mondo intero. I soliti italiani piagnoni, mammoni, cacasotto. Tutto vero. Da marzo a ottobre, un anno intero gettato nel cesso con tanto di diplomi di maturità che già non valevano un cazzo e che, quest'anno, varranno ancora meno e con una intera generazione che, incolpevole e attonita, apprenderà che in questo Paese basta una seria emergenza per garantire a tutti ciò che dovrebbe, al contrario, essere ottenuto con sacrificio e impegno.
Siamo, del resto, un paese di mammoni, dove si resta a casa fino ai 40 anni e si campa con i soldi dei genitori o, magari, dello stato che, dicono i pentapallati e i sinistroidi dementi, dovrebbe garantire - e daje! - tutto a tutti.
Ma in tutto questo fermento, una domanda ci sorge spontanea: ma dove erano e dove sono gli insegnanti? Già, a fare didattica on line a distanza, la più grande delle puttanate esistenti. Non esiste scuola senza confronto visivo, senza scambio diretto, senza contatto e senza contrasto. Vogliono trasmetterci, i drogati della tecnologia, l'impressione che si può far tutto stando a casa. Come quei giornalisti che, come accade oggi, stanno con il culo sulla sedia e il telefono all'orecchio e, poi, si lamentano se non trovano notizie o non si realizzano nel mestiere. Bestie. Senza cervello.
Allora, dicevamo i docenti. Ma ne avete, per caso, sentito o letto uno in questi mesi? Tutti a casa e stop. Tutti con stipendio fisso e garantito il 27 di ogni mese per cui, in fondo, chissenefrega se non si può andare in classe, tanto i soldi arrivano lo stesso e, poi, vuoi mettere il rischio del contagio?
Già, insegnanti che rischiano il contagio e cassiere del supermercato od operai che, al contrario, lavorano senza alcun pericolo. Ma ci state prendendo in giro? La nostra convinzione è che ancora una volta la scuola ha mostrato non soltanto le sue paure, ma anche i suoi limiti e le sue colpe. L'amico Guccione ha scritto che la scuola pubblica italiana è stata tartassata e massacrata negli anni. Probabile, anzi, sicuro, ma la scuola è anche fatta da chi ci lavora e mai come in queste settimane i professori avrebbero dovuto cogliere l'attimo fuggente e rivendicare il proprio diritto a ricoprire un incarico che non è soltanto quello di insegnare una materia, ma di accompagnare verso la vita che è tutta e, purtroppo, completamente fuori dalla realtà virtuale della scuola stessa.
E' inutile negarlo: i migliori non vanno a insegnare a scuola. Domandiamoci per quale ragione. Scarsi stipendi?, nessun incentivo?, uniformità verso il basso?, assenza di riconoscimento e riconoscenza?
La paura del Coronavirus ha fatto una strage e gli alunni sono stati rispediti al mittente: che ci pensassero i genitori. Vogliamo scommettere che se l'alternativa fosse stata tra il restare a scuola e il taglio dello stipendio di almeno la metà, sarebbero state piantate le tende all'interno degli istituti scolastici piuttosto che rischiare di rimanere a casa?
Qualcuno dirà che non abbiamo rispetto per la categoria. No, non abbiamo fiducia e la cosa è ben diversa. Così come non ce l'abbiamo in chi la amministra. Ci sono, a nostro avviso, professioni che non si fanno così, tanto per fare, ma perché crescono dentro di noi attraverso la passione e la voglia di trasmettere qualcosa che resti. Insegnare non è un lavoro come un altro, ma è molto, molto di più. In tutti i sensi. E a noi sembra che per troppi, anche se non per tutti, sia diventato, invece, un mestiere come tanti. E se ne vedono i risultati.
Veniamo, adesso, alla Chiesa, altra grande assente, di un'assenza sottile, quasi impercettibile e non percepita, ma tremendamente vera. E non è un caso che essa sia avvenuta durante il pontificato di colui che, a tutti gli effetti, è da considerare il pontefice più laico e meno attento alla sacralità dell'istituzione e dei suoi aspetti sostanziali. In tutte le emergenze sanitarie, da che esiste la Chiesa, quest'ultima, attraverso i suoi ministri, ha rappresentato una imprescindibile figura di appoggio, aiuto e sostentamento per le popolazioni. Malati e non hanno trovato, nei secoli, conforto, accoglienza, comprensione tra le mura religiose grazie alle funzioni che rappresentavano e hanno rappresentato quella liturgia indispensabile per affrontare le difficoltà dei momenti tragici dell'umanità.
In particolare si era ascoltata la voce non solo e non tanto del papa, ma quella, quotidiana e presente, vicina e insostituibile, dei sacerdoti vettori di umanità e sincera devozione. L'uomo, di fronte all'ignoto e alla morte, riscopriva la sua caducità e si affidava, proprio, a coloro che avevano il ruolo di intermediari tra la vita e la morte, tra il sacro e il profano.
Questa volta il Governo laico ha trovato nella Chiesa bergogliana un alleato fin troppo accondiscendente. Le funzioni religiose sono state annientate, dai funerali alla messa, tutto da svolgere on line o, meglio ancora, sulle Tv locali. In un essere umano che, davanti all'inspiegabile e all'ignoto, cerca e chiede qualcosa di più della Ragione e dell'Evidenza, la Chiesa sarebbe dovuta tornare alle origini e a stare in mezzo alla gente comune e ai fedeli. Così non è stato e a niente servono, crediamo, le giustificazioni sul rischio del contagio. Che, forse, ai tempi della lebbra o della peste o della Spagnola o anche dell'Asiatica le chiese e i suoi ministri erano entrati in sciopero?
Forse siamo noi a sbagliare, ma il dubbio che in questa grande emergenza sociale siano venuti a mancare l'aspetto religioso e la presenza della fede, c'è ed è grande. E' vero, il papa ha pregato da solo in piazza S. Pietro, ma il mondo non è piazza S. Pietro e la Chiesa non è solo papa Bergoglio. La secolarizzazione della Chiesa, della religione, della vita sociale ed affettiva degli individui mai è apparsa così avanzata come oggi. Merito o responsabilità della scienza oppure colpa e negligenza dei messaggeri di Cristo?