Ce n'è anche per Cecco a cena
Intuizione della Gazzetta o solo fortuna? Dal bagno Biondetti all'Europarlamento dei grandi eletti
Il volo puntuale parte alle 10:40 per il viaggio che ci porterà dal nostro generale. Tu chiamale se vuoi emozioni come cantava il grande Lucio in tempi non sospetti. Ma le emozioni, in tutti questi anni non sono mancate a cominciare da quel non troppo lontano 2023 quando l'irresponsabile scribacchino di provincia, come si definisce lui, ma non è cosi, direttore di tante Gazzette tra cui quella di Viareggio, Lucca e Garfagnana decide di presentare il libro del generale Vannacci. Un atteggiamento a dir poco contro corrente, quella corrente del mainstream votato al pensiero unico dominante nella quale tutti nuotavano, non sapendo che di li a poco avrebbero annaspato. Insomma una scommessa quella della presentazione al bagno Biondetti che di lì a poco avrebbe portato il generale Vannacci al parlamento dei grandi eletti, tanto per fare un po' di rima baciata. Quel parlamento europeo nel quale avrebbe dovuto misurarsi con avanzi di galera come al Salis che non solo avrebbero occupato posti appunto nel parlamento stesso, ma da quegli scranni avrebbe suggerito di occupare appartamenti sfitti o quanto si presentasse libero da inquilini. Dal Biondetti al parlamento dei grandi eletti con oltre 560 mila voti e non 500 mila come si tende a descrivere. Una scommessa vinta quella di Aldo Grandi e del nostro giornale che ci ha portato dalla provincia a Bruxelles proprio per seguire di persona con qualche inviato poco speciale la vita del nostro europarlamentare. Eh si, di europarlamentari non ne abbiamo avuti molti alle nostre latitudini e al di là del fatto che si possa pensare come lui dovrebbe essere un atteggiamento più riverente e riconoscente verso questo personaggio ma si sa profeta nemo in patria...
Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione…
La Gazzetta del Serchio: cambia il dominio in .net e così anche la posta elettronica, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prima o poi sarebbe potuto e, magari, anche dovuto accadere. La Gazzetta del Serchio così come la Gazzetta di Viareggio e anche la Gazzetta di Massa Carrara hanno cambiato il proprio dominio passando da .it a .net Di conseguenza anche la posta elettronica ha visto modificarsi in
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
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Noi non abbiamo, per fortuna, l'abitudine di frequentare facebook se non, ogni tanto, per postare un nostro articolo o una nostra immagine. I social sono, a tutti gli effetti, un boomerang devastante e nel momento in cui diventano una schiavitù, assumono la forma di una dipendenza ossessiva. Lo sperimentammo, tanti anni fa, quando seguivamo la Lucchese di mister Fouzi Hadj. I tifosi rossoneri, non tutti, non ragionavano se non con le loro convinzioni da tifosi, inutile provare a intavolare un discorso di senso compiuto. Così ci siamo più volte presi il coro allo stadio 'Aldo Grandi pezzo di merda' e abbiamo chiuso lì. Mai più scenderemo a conversare con chi antepone, al buonsenso e alla ragione, la prevaricazione. Sta accadendo, a Lucca, a proposito del Summer Festival e del suo fondatore Mimmo D'Alessandro la stessa cosa. Assistiamo ad una sorta di linciaggio morale che va al di là della questione razionale, ossia il rimborso o meno dei biglietti per il concerto di un artista come Paul McCartney. Noi, è bene dirlo subito, non ci stiamo a questo gioco al massacro. Noi non siamo soliti rinnegare né, tantomeno, misconoscere la riconoscenza e dal 1998 il Summer Festival ha portato nelle casse di molti lucchesi e nelle teste e nel cuore di molti altri, soldi, benessere, gioia, godimento. Quindi, a nostro avviso, è bene fare chiarezza una volta per tutte.
Pochi minuti fa è stata diffusa la notizia che potrebbe essere approvato un emendamento da parte del Governo che consentirebbe a coloro che hanno acquistato i biglietti di un concerto, di riavere i soldi dopo 18 mesi se non li hanno convertiti in voucher. Vedremo cosa accadrà...
Il Lucca Summer Festival 2020 è saltato per colpa di un virus part-time che un Governo di incapaci, inetti, inutili, insulsi sta cercando di diffondere a piene mani con annunci terroristici di seconde e terze ondate. E' saltato, quindi, per circostanze che niente hanno avuto a che vedere con chi ha organizzato la manifestazione. Anzi, questi ultimi hanno patito un danno enorme come nessun altro comparto: concerti e spettacoli sono stati rinviati sine die e chissà se e quando potranno tornare fra noi.
Il Governo, nel tentativo di tutelare la filiera di un settore che dà da mangiare a centinaia di migliaia di persone, ha optato per i cosiddetti voucher, ossia titoli di credito che danno diritto ad assistere ad altri concerti nel 2021. E' successo anche a noi e, a dirla tutta, avremmo, almeno inizialmente, preferito riavere indietro i nostri soldi.
E' ovvio che se tutti gli organizzatori di spettacoli avessero dovuto restituire il denaro dei biglietti venduti, presumibilmente la filiera della musica, del teatro e non solo, sarebbero andati a puttane. Vogliamo noi e volete voi questo? No, ma, appunto, c'è un ma non trascurabile.
Nel caso del Lucca Summer Festival e di tutti gli altri concerti sparsi per l'Italia della D'Alessandro&Galli, è certo che se fossero stati restituiti i soldi, anche tutto il resto del comparto spettacolo italiano avrebbe seguito la stessa strada con quel che ne consegue. Ossia, assenza pressoché totale di soldi per mandare avanti la baracca e non soltanto i conti correnti di chi organizza le manifestazioni.
Il ma cui facevamo riferimento, tuttavia, riguarda in questi giorni il concerto di un artista, Paul McCartney, che ha quasi 80 anni e che non sa se l'anno venturo potrà tornare al Summer Festival e in Italia. L'annullamento del suo concerto a Lucca e a Napoli ha messo 44 mila persone nella condizione di aver versato i soldi e non poter ricevere, in cambio, la prestazione acquisita.
Il Governo italiano ha scelto il sistema dei voucher, ma è indubbio che se io ho acquistato un biglietto per vedere McCartney non si capisce per quale motivo dovrei andare a vedere un altro artista. Dovrei, almeno, avere il diritto di scegliere tra il rimborso integrale del biglietto o, appunto, la possibilità di assistere ad altri concerti fermo restando che l'ex Beatles non ha alcuna intenzione di programmare il futuro e, quindi, a differenza di Celine Dion e altri artisti, non ha posticipato di un anno la sua esibizione.
Ebbene, secondo la D'Alessandro&Galli, al momento, solo 700 persone su 44 mila acquirenti di biglietti per i due concerti di Napoli e Lucca, hanno chiesto il rimborso mentre circa 18 mila hanno accettato i voucher.
Noi, lo diciamo con sincerità, avremmo preferito riavere i soldi indietro o avere la chance di vedere Paul McCartney un'altra volta, ma non è possibile. Certo, non saranno 300 euro, si fa per dire, a cambiarci la vita, ma la logica vuole che se io pago per quella prestazione, quella e non altre dovrei avere o, quantomeno, dovrei essere libero di scegliere.
Detto questo, c'è una cosa che non sopportiamo e che troviamo veramente indecente: la gogna mediatica cui Mimmo D'Alessandro è sottoposto sui social nemmeno fosse il peggior criminale della storia. Noi che in passato abbiamo avuto momenti di rottura con il promoter musicale, riteniamo che a Lucca, soprattutto, la gente farebbe bene a mettere mano alla memoria e a ricordarsi che cosa sono state per la città le 22 edizioni precedenti. Ci sono commercianti, imprenditori, che si sono, letteralmente, gonfiati le tasche con il Summer e il suo indotto. Ci sono, poi, migliaia di lucchesi che hanno goduto di una musica che, altrimenti, avrebbero solo potuto sentire attraverso un cd. Vogliamo dimenticarlo?
E adesso ecco che sembra partita la caccia al Mimmo o al Summer Festival, quasi si trattasse di una manifestazione rompicoglioni che disturberebbe l'udito, debole e pericolante, di alcuni, pochissimi, residenti. Sia chiaro, Mimmo D'Alessandro non è un santo né un benefattore, ma in questa Italia di parassiti, dipendenti pubblici, redditieri di cittadinanza e di emergenza, ad averne di Mimmo D'Alessandro.
Che a Lucca lo sport più praticato sia quello di godere delle disgrazie degli altri lo abbiamo capito appena messo piede, nel lontano 1989, in questa landa più o meno desolata. Ma a tutto c'è un limite. E questo limite lo si sta abbondantemente superando.
Il Covid-19 non lo hanno voluto gli organizzatori di spettacoli né questi hanno voluto i governanti che si ritrovano. Così è, però, se vi pare. Mimmo D'Alessandro è un professionista pressoché unico in Italia nel suo settore, che fa, ovviamente, i propri interessi in un Paese dove gli interessi, purtroppo, sono solo e solamente quelli della classe di parassiti e di mediocri che ci governa e ci amministra.
In fondo non ci risulta che Mimmo D'Alessandro sia sommerso da debiti o da decreti ingiuntivi. Tutt'altro. Quindi, per favore, limitatevi a chiedere, se volete, il giusto rimborso per McCartney, ma non andate oltre. Non avrebbe senso e non sarebbe nemmeno giusto.
- Scritto da Redazione
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Non gli basta averci terrorizzato, ridotti alla fame, allontanati gli uni dagli altri, insinuato negli animi e nei cuori oltreché, purtroppo, nei cervelli la paura di un virus che agisce a mezzo servizio e uccide soltanto in determinate circostanze. No, adesso che l'epidemia sta progressivamente abbandonando le nostre latitudini, non sapendo o non volendo abbandonare, loro, il potere e la leva del comando, hanno già trovato il modo di farci stare in allarme con una ipotetica seconda, terza e anche, perché no?, quarta ondata in autunno e in inverno. Inoltre, casomai dovessimo dimenticarcelo, ci hanno imposto questa storia delle mascherine obbligatorie, da loro stessi, per settimane, considerata una inutile precauzione se non adottata da chi sta quotidianamente a contatto con i contagiati. Ma tant'è, gli esseri umani sembrano desiderare, soltanto, di essere guidati e gestiti da qualcuno che faccia credere di saperne più di loro. Peccato che, nel frattempo, vengono meno molte certezze, a cominciare da quelle psicologiche per non parlare di quelle economiche altrettanto devastanti. Per incutere timore e sospetti, gridano alla movida persino nei paesi di poche centinaia di anime. Idioti parassiti di uno stato che, grazie ai Pentapallati e ai loro complici ex comunisti, alleva con redditi garantiti generazioni di nullatenenti e incapaci. Mascherine, quindi e in attesa di qualcosa di peggio - il vaccino - a go-go e obbligatorie ovunque, anche sulla tazza del cesso casomai si dovesse pensare che, almeno sulla tazza, ci sia un minimo di libertà e indipendenza.
Noi, lo diciamo senza ombra di paura e con massima convinzione, pensiamo che le mascherine se le debbano mettere in quel posto e non le usiamo perché siamo convinti che non servono assolutamente a nulla, anzi. Provate a tenerle con temperature superiori ai 27-28 gradi e poi ve ne accorgerete. Suda il viso, si respira anidride carbonica, quindi, significa che nei polmoni non entra ossigeno allo stato puro, bensì ciò che noi espelliamo dopo aver respirato, appunto CO2 o giù di lì. E pensate che il sangue, per fare bene la sua funzione di circolazione, ha bisogno di essere ossigenato bene e con costanza. Se mascherine indossiamo, solo per pochi minuti e all'interno di luoghi chiusi, non per noi, ma per gli sconosciuti che rispettiamo pur non condividendone il comportamento.
Abbiamo visto gente che è andata fuori di testa, che viaggia in macchina con finestrini chiusi e mascherine indosso, che gira in mezzo alla campagna con il viso coperto, anticamera del burka di prossimo impiego quando ci avranno fatti tutti musulmani. E ci fa tanta tristezza perché abbiamo e hanno compreso come si può tenere in scacco un popolo senza muovere un dito.
Le mascherine, quindi, se le possono cacciare nel sedere, lo stesso identico posto in cui, però, a nostro avviso è necessario, per proteggerlo, indossare un altro indumento molto, ma molto più utile in questo frangente e indispensabile: le mutande di latta.
Questo articolo intimo se così possiamo definirlo ha, indubbiamente, dei disagi facilmente intuibili, ma in cambio fornisce una protezione pressoché totalizzante nel senso che impedisce quello che, saltati tutti gli altri per i debosciati del Covid-19 a oltranza, è rimasto l'ultimo e unico sport praticabile: l'inchiappettamento sociale ed economico.
In sostanza, gente, lasciate perdere la protezione del viso e pensate, invece, a quella del culo poiché, a dispetto degli appelli alla solidarietà, alla riscoperta vicinanza - ma come?, con il distanziamento sociale che vicinanza è? - la realtà dimostra che, al contrario, la giungla è ancora più fitta e ognuno pensa, giustamente, a sopravvivere come da sempre è avvenuto e come accade ora, soprattutto, quando siamo stati abbandonati da uno stato i cui politicanti da strapazzo non hanno avuto nemmeno la dignità di ridursi - salvo, forse, poche eccezioni - lo stipendio, loro che campano a sbafo da veri parassiti a una media che viaggia tra gli 8 e i 12 mila euro l'anno a seconda degli incarichi ricoperti.
Quindi, gente, avanti con le mutande di latta e, in particolare, occhio al sano detto di una volta: Né per scherzo né per burla 'ntorno ar culo 'un ci voglio nulla