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Scritto da Redazione
Ce n'è anche per Cecco a cena
12 Giugno 2020

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Noi non abbiamo, per fortuna, l'abitudine di frequentare facebook se non, ogni tanto, per postare un nostro articolo o una nostra immagine. I social sono, a tutti gli effetti, un boomerang devastante e nel momento in cui diventano una schiavitù, assumono la forma di una dipendenza ossessiva. Lo sperimentammo, tanti anni fa, quando seguivamo la Lucchese di mister Fouzi Hadj. I tifosi rossoneri, non tutti, non ragionavano se non con le loro convinzioni da tifosi, inutile provare a intavolare un discorso di senso compiuto. Così ci siamo più volte presi il coro allo stadio 'Aldo Grandi pezzo di merda' e abbiamo chiuso lì. Mai più scenderemo a conversare con chi antepone, al buonsenso e alla ragione, la prevaricazione. Sta accadendo, a Lucca, a proposito del Summer Festival e del suo fondatore Mimmo D'Alessandro la stessa cosa. Assistiamo ad una sorta di linciaggio morale che va al di là della questione razionale, ossia il rimborso o meno dei biglietti per il concerto di un artista come Paul McCartney. Noi, è bene dirlo subito, non ci stiamo a questo gioco al massacro. Noi non siamo soliti rinnegare né, tantomeno, misconoscere la riconoscenza e dal 1998 il Summer Festival ha portato nelle casse di molti lucchesi e nelle teste e nel cuore di molti altri, soldi, benessere, gioia, godimento. Quindi, a nostro avviso, è bene fare chiarezza una volta per tutte.

Pochi minuti fa è stata diffusa la notizia che potrebbe essere approvato un emendamento da parte del Governo che consentirebbe a coloro che hanno acquistato i biglietti di un concerto, di riavere i soldi dopo 18 mesi se non li hanno convertiti in voucher. Vedremo cosa accadrà...

Il Lucca Summer Festival 2020 è saltato per colpa di un virus part-time che un Governo di incapaci, inetti, inutili, insulsi sta cercando di diffondere a piene mani con annunci terroristici di seconde e terze ondate. E' saltato, quindi, per circostanze che niente hanno avuto a che vedere con chi ha organizzato la manifestazione. Anzi, questi ultimi hanno patito un danno enorme come nessun altro comparto: concerti e spettacoli sono stati rinviati sine die e chissà se e quando potranno tornare fra noi.

Il Governo, nel tentativo di tutelare la filiera di un settore che dà da mangiare a centinaia di migliaia di persone, ha optato per i cosiddetti voucher, ossia titoli di credito che danno diritto ad assistere ad altri concerti nel 2021. E' successo anche a noi e, a dirla tutta, avremmo, almeno inizialmente, preferito riavere indietro i nostri soldi.

E' ovvio che se tutti gli organizzatori di spettacoli avessero dovuto restituire il denaro dei biglietti venduti, presumibilmente la filiera della musica, del teatro e non solo, sarebbero andati a puttane. Vogliamo noi e volete voi questo? No, ma, appunto, c'è un ma non trascurabile.

Nel caso del Lucca Summer Festival e di tutti gli altri concerti sparsi per l'Italia della D'Alessandro&Galli, è certo che se fossero stati restituiti i soldi, anche tutto il resto del comparto spettacolo italiano avrebbe seguito la stessa strada con quel che ne consegue. Ossia, assenza pressoché totale di soldi per mandare avanti la baracca e non soltanto i conti correnti di chi organizza le manifestazioni.

Il ma cui facevamo riferimento, tuttavia, riguarda in questi giorni il concerto di un artista, Paul McCartney, che ha quasi 80 anni e che non sa se l'anno venturo potrà tornare al Summer Festival e in Italia. L'annullamento del suo concerto a Lucca e a Napoli ha messo 44 mila persone nella condizione di aver versato i soldi e non poter ricevere, in cambio, la prestazione acquisita.

Il Governo italiano ha scelto il sistema dei voucher, ma è indubbio che se io ho acquistato un biglietto per vedere McCartney non si capisce per quale motivo dovrei andare a vedere un altro artista. Dovrei, almeno, avere il diritto di scegliere tra il rimborso integrale del biglietto o, appunto, la possibilità di assistere ad altri concerti fermo restando che l'ex Beatles non ha alcuna intenzione di programmare il futuro e, quindi, a differenza di Celine Dion e altri artisti, non ha posticipato di un anno la sua esibizione.

Ebbene, secondo la D'Alessandro&Galli, al momento, solo 700 persone su 44 mila acquirenti di biglietti per i due concerti di Napoli e Lucca, hanno chiesto il rimborso mentre circa 18 mila hanno accettato i voucher. 

Noi, lo diciamo con sincerità, avremmo preferito riavere i soldi indietro o avere la chance di vedere Paul McCartney un'altra volta, ma non è possibile. Certo, non saranno 300 euro, si fa per dire, a cambiarci la vita, ma la logica vuole che se io pago per quella prestazione, quella e non altre dovrei avere o, quantomeno, dovrei essere libero di scegliere.

Detto questo, c'è una cosa che non sopportiamo e che troviamo veramente indecente: la gogna mediatica cui Mimmo D'Alessandro è sottoposto sui social nemmeno fosse il peggior criminale della storia. Noi che in passato abbiamo avuto momenti di rottura con il promoter musicale, riteniamo che a Lucca, soprattutto, la gente farebbe bene a mettere mano alla memoria e a ricordarsi che cosa sono state per la città le 22 edizioni precedenti. Ci sono commercianti, imprenditori, che si sono, letteralmente, gonfiati le tasche con il Summer e il suo indotto. Ci sono, poi, migliaia di lucchesi che hanno goduto di una musica che, altrimenti, avrebbero solo potuto sentire attraverso un cd. Vogliamo dimenticarlo?

E adesso ecco che sembra partita la caccia al Mimmo o al Summer Festival, quasi si trattasse di una manifestazione rompicoglioni che disturberebbe l'udito, debole e pericolante, di alcuni, pochissimi, residenti. Sia chiaro, Mimmo D'Alessandro non è un santo né un benefattore, ma in questa Italia di parassiti, dipendenti pubblici, redditieri di cittadinanza e di emergenza, ad averne di Mimmo D'Alessandro.

Che a Lucca lo sport più praticato sia quello di godere delle disgrazie degli altri lo abbiamo capito appena messo piede, nel lontano 1989, in questa landa più o meno desolata. Ma a tutto c'è un limite. E questo limite lo si sta abbondantemente superando. 

Il Covid-19 non lo hanno voluto gli organizzatori di spettacoli né questi hanno voluto i governanti che si ritrovano. Così è, però, se vi pare. Mimmo D'Alessandro è un professionista pressoché unico in Italia nel suo settore, che fa, ovviamente, i propri interessi in un Paese dove gli interessi, purtroppo, sono solo e solamente quelli della classe di parassiti e di mediocri che ci governa e ci amministra.

In fondo non ci risulta che Mimmo D'Alessandro sia sommerso da debiti o da decreti ingiuntivi. Tutt'altro. Quindi, per favore, limitatevi a chiedere, se volete, il giusto rimborso per McCartney, ma non andate oltre. Non avrebbe senso e non sarebbe nemmeno giusto. 

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