Ce n'è anche per Cecco a cena
Intuizione della Gazzetta o solo fortuna? Dal bagno Biondetti all'Europarlamento dei grandi eletti
Il volo puntuale parte alle 10:40 per il viaggio che ci porterà dal nostro generale. Tu chiamale se vuoi emozioni come cantava il grande Lucio in tempi non sospetti. Ma le emozioni, in tutti questi anni non sono mancate a cominciare da quel non troppo lontano 2023 quando l'irresponsabile scribacchino di provincia, come si definisce lui, ma non è cosi, direttore di tante Gazzette tra cui quella di Viareggio, Lucca e Garfagnana decide di presentare il libro del generale Vannacci. Un atteggiamento a dir poco contro corrente, quella corrente del mainstream votato al pensiero unico dominante nella quale tutti nuotavano, non sapendo che di li a poco avrebbero annaspato. Insomma una scommessa quella della presentazione al bagno Biondetti che di lì a poco avrebbe portato il generale Vannacci al parlamento dei grandi eletti, tanto per fare un po' di rima baciata. Quel parlamento europeo nel quale avrebbe dovuto misurarsi con avanzi di galera come al Salis che non solo avrebbero occupato posti appunto nel parlamento stesso, ma da quegli scranni avrebbe suggerito di occupare appartamenti sfitti o quanto si presentasse libero da inquilini. Dal Biondetti al parlamento dei grandi eletti con oltre 560 mila voti e non 500 mila come si tende a descrivere. Una scommessa vinta quella di Aldo Grandi e del nostro giornale che ci ha portato dalla provincia a Bruxelles proprio per seguire di persona con qualche inviato poco speciale la vita del nostro europarlamentare. Eh si, di europarlamentari non ne abbiamo avuti molti alle nostre latitudini e al di là del fatto che si possa pensare come lui dovrebbe essere un atteggiamento più riverente e riconoscente verso questo personaggio ma si sa profeta nemo in patria...
Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione…
La Gazzetta del Serchio: cambia il dominio in .net e così anche la posta elettronica, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prima o poi sarebbe potuto e, magari, anche dovuto accadere. La Gazzetta del Serchio così come la Gazzetta di Viareggio e anche la Gazzetta di Massa Carrara hanno cambiato il proprio dominio passando da .it a .net Di conseguenza anche la posta elettronica ha visto modificarsi in
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
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E' uno schifo. Una vergogna. Un insulto alla ragione e al buonsenso. L'ennesima dimostrazione che la burocrazia dei mediocri e la deresponsabilizzazione delle coscienze stanno uccidendo il sistema socio-economico di questa povera Italia divenuta, ormai, un Paese di castrati senza attributi né orgoglio o dignità. Ci riferiamo a quanto avvenuto alla discoteca Seven Apples, uno dei locali storici della Versilia, incappato, oggi pomeriggio, in una sorta di esecuzione sommaria senza processo portata avanti dal branco di professionisti del terrore che, da mesi, stanno inculcandoci la convinzione che il Coronavirus stia per impadronirsi delle nostre vite minacciandole. Abbiamo assistito personalmente a telefonate di disdetta di tavoli nemmeno si trattasse di una epidemia di peste bubbonica. Quando gli stessi dati forniti dalla Asl oggi parlano di appena un solo caso in Versilia negli ultimi sette giorni e nemmeno un decesso in tutta la regione. E allora chi scrive si assume tutta la responsabilità di dire che qui si vogliono uccidere lavoratori e imprese, che in nome di una salute pubblica nemmeno a rischio influenza, si pretende di distruggere un tessuto economico e sociale che, da sempre, dà da mangiare a decine di migliaia di persone in questa provincia. Se noi fossimo i proprietari del Seven Apples di Marina di Pietrasanta, non avremmo dubbi: chiuderemmo l'attività e manderemmo tutti a casa. Che ci pensino il Governo e la Asl a pagare contributi e stipendi visto che sono loro ad aver seminato la paura a dosi massicce.
I colleghi corvi di questo sistema di informazione depravato e deturpato dall'imbecillità dilagante e dalla uniformità confortante, hanno annunciato il rischio focolaio per questo locale dichiarandone, in modo arbitrario, la responsabilità senza nemmeno sapere di cosa. Una ragazza di Pisa è stata trovata positiva al tampone e, tra i suoi viaggi, oltre che provenire dall'estero, ha anche trascorso una serata al Seven, ma avrebbe potuto essere ovunque, in un ristorante, in una pizzeria, in un pub, in un'altra discoteca. Una potenza virale pressoché inesistente, ma in tempi in cui si strumentalizza anche la mamma del porco, un contagiato in una discoteca. per di più in Versilia, fa tanta notizia per gli scemi beoti che tutte le mattine comprano i giornali. Nessuno che si provi a spiegare che si tratta di una inezia, di un caso che con il locale non ha alcun tipo di relazione.
No, bisogna mettere alla gogna e fare il titolo che attira: così le donne preda di ansia e attacchi di panico, le mamme che se la fanno sotto per la paura, gli eunuchi che seguono pedissequamente le orme di chi marcia alla cieca, hanno, finalmente, qualcosa di cui parlare e riempirsi la bocca. Di parole senza senso e di discorsi da scompartimento ferroviario.
La verità è che questo locale, questa estate, è stato passato sistematicamente al setaccio non si sa bene perché e non si sa bene per cosa. Invece di apprezzare e di appoggiare i tentativi che questi imprenditori, come altri centinaia di questa riviera che rischiano personalmente senza avere lo stipendio garantito che hanno i parassiti di questo stato borbonico, si è fatto e si fa di tutto per controllare, multare, imporre, devastare, scoraggiare, distruggere. Si uccide lo spirito imprenditoriale e l'entusiasmo di chi, fino ad oggi, ha tenuto su questo Paese di merda, non certo coloro i quali percepiscono redditi di cittadinanza o di emergenza, emolumenti fissi indipendentemente dalla redditività e dalla produttività del proprio lavoro.
Ecco, se gli imprenditori e le partite Iva avessero un minimo di unità e dei vertici di categoria dotati di spina dorsale e non, invece, invertebrati, farebbero una serrata a oltranza, spedendo in mezzo alla strada decine di migliaia di dipendenti. E che andassero a Roma a chiedere i soldi e lo stipendio.
Virologi e infettivologi da strapazzo stanno cercando di fare tutto il possibile per convincerci che una seconda ondata è in atto, che una terza arriverà fra poco, che gli ospedali si riempiranno di nuovo e che le bare continueranno a trasportare cadaveri. Questo è terrorismo di stato protetto e garantito da una casta politica di privilegiati che vuole ridurre la classe media - quella che vota a destra e che viene definita sovranista, populista, razzista - ad una massa senza alcuna identità né senso di appartenenza né fiducia nelle proprie capacità e possibilità. Si fa di tutto per mortificare invece di spingere a far crescere l'entusiasmo.
Questa classe digerente, buona solo a mangiare e ingozzarsi senza ritegno, ci fa vomitare, ci fa odiare il fatto di possedere la stessa nazionalità di questi unglorious bastards che decidono delle nostre esistenze senza averne alcun diritto. Con la scusa di tutelare la salute degli anziani, ci fanno passare per egoisti e installano in noi i peggiori sensi di colpa. Purtroppo l'ignoranza dilaga e la tendenza a fare gregge è molto più forte di quella che spinge a erigersi al di sopra della mischia.
La nostra incondizionata solidarietà alla proprietà del Seven Apples e al suo staff che conosciamo benissimo e del quale apprezziamo serietà, professionalità e spirito imprenditoriale. Noi che siamo reduci dalla Costa Azzurra, abbiamo compreso perché questa povera Italia sta morendo lentamente. Perché è governata da incapaci e da eunuchi. Sono dei castrati, ma non tanto o non solo degli attributi genitali, quanto di quella autonomia di pensiero e indipendenza di giudizio che rendono, soli, lo spessore di un politico, ma noi, di politici, a queste latitudini, non ne abbiamo da un pezzo.
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Innanzitutto chiediamo scusa per questa prolungata assenza, ma anche Cecco a cena, a volte, sente il bisogno di mettersi a... dieta (si fa per dire) e riflettere. Torniamo, quindi, dopo aver guazzabugliato un po' in riva al mare ed aver fatto scorta di pazienza per non incazzarci ad ogni piè sospinto e macerarci il fegato. Avrete, sicuramente, letto delle manifestazioni negli Stati Uniti seguite alla morte di George Floyd. Ovviamente l'omicidio è stato preso a pretesto per saccheggiare, distruggere, sfasciare, invocare chissà quale pandemia rigeneratrice e, abbiamo visto, distruggere ed abbattere le statue di personaggi storici ritenuti responsabili di chissà quali nefandezze. Questa epidemia di imbecillità si è diffusa, come il Coronavirus, a tutte le latitudini e anche da noi, i soliti giovani dementi tanto esaltati dalla Sinistra, hanno imbrattato la statua di Indro Montanelli perché fascista e stupratore di bambine. Ma non è solo questo. Con la scusa della morte di Floyd, ecco nuovamente una generazione di imbecilli che si batte il petto e genuflette accusandosi di qualsiasi empietà commessa negli ultimi 300 anni e anche di più, ai danni della popolazione nera dell'Africa. In sostanza, avendo noi massacrato, devastato, sfruttato il continente negro, da ora in poi dovremmo metterci a pi greco mezzi ossia a 90° per riparare alle colpe dei nostri avi.
Quindi, non è più sufficiente una presa di coscienza storica e politica di ciò che, realmente, è avvenuto nel corso dei secoli, con un effettivo sfruttamento delle risorse e della popolazione africana, ma occorre aprire le frontiere a cani e porci, fa r entrare chiunque, farsi depredare, magari stuprare a nostra volta, derubare e colonizzare. Questo concetto, portato avanti dai bastardi della Sinistra istituzionale che vivono, ovviamente, nei loro ghetti di lusso e di ricchezza a 12 mila euro al mese, viene amplificato da una gioventù bruciata che, purtroppo, si trova di fronte, ancor più di quanto avvenne nel Sessantotto, una maturità, una anzianità una senilità che sono, sistematicamente, senza palle e che pensano solo e soltanto a raggiungere la pensione e a svernare in Portogallo e in altri paradisi dove lo stato non preleva tasse come accade da noi.
Nessuno che osi prendersi la responsabilità di guidare la nave della nostra povera penisola sfasciata e invasa da milioni di persone il cui unico minimo comune denominatore sono l'ignoranza, l'assenza di coscienza e consapevolezza, la barbarie, stili di vita completamente diversi e lontani anni luce dal nostro, religioni e convinzioni fuori dal tempo. Purtroppo il nostro è un Paese senza. Senza tutto perché convinto di non aver bisogno di nulla. Senza memoria, senza storia, senza passato, senza presente e senza futuro. Si crede di aiutare i giovani facendo credere loro di aver scoperto l'acquacalda, di volere un mondo uguale ovunque e dove non esistono ingiustizie o disuguaglianze o anche solo differenze. Li si esorta a dire e a fare tutto quello che passa loro per la testa, si erigono dei pesci senza sapore e senza qualità come le sardine, che si muovono, tra l'altro, in branco e non hanno individualità spiccate, a nuovi Profeti.
Accade come cinquant'anni fa, con la Sinistra del Pc e non solo, con i giornalisti cosiddetti progressisti, in realtà leccaculo e strumentali, che alimentano la convinzione di questa truppa di ignoranti con ancora il latte sulle labbra, di trovarsi di fronte a una palingenesi generale. Stronzate. Si fa credere loro che il mondo sia quello che non è, un mondo che, al contrario, è sempre stato quello che è ancora oggi e dove ogni stato porta avanti i propri interessi salvo, ipocritamente, far finta di fare anche quelli degli altri.
Noi non ci pieghiamo a questa porcata. Se i giovani vogliono conquistare la rossa primavera - come scriveva in un suo straordinario libro Davide Lajolo, ex fascista poi partigiano comunista e direttore dell'Unità nel dopoguerra, grande carattere e altrettanto spessore umano - devono dimostrare di averne le capacità ossia devono mostrare di avere una chiara e robusta conoscenza del passato. Cosa che non hanno, perché sono disposti a cancellare ogni passato che non sia conforme alla rappresentazione che essi ne vogliono avere. Questi sono i nuovi talebani dell'Occidente, pericolosi come i loro coetanei asiatici, ma ancora di più in quanto hanno di fronte genitori e parenti più o meno stretti che non hanno alcuna intenzione di difendere quello che il passato ha trasmesso loro.
Presuntuosi, spocchiosi, prevaricatori, antidemocratici, totalitari, ignoranti, senza palle: questo è il ritratto di una gioventù che non esiteremmo, se fossimo noi al Governo, a prendere a calci nel culo, ovviamente metaforicamente, fino a far capire che l'età non è una condizione che dà diritto, automaticamente, a essere nel giusto e al potere. Si sciacquano la bocca con l'antifascismo e la Resistenza, dopo ottant'anni da quando sono avvenuti. Cantano Bella Ciao che non ha alcun senso se non quello di far sopravvivere chi non riesce a guardare avanti perché incapace o, addirittura, alienato. Sono, loro sì, dei poveri derelitti che vivono di feticci e di fantasmi. Ignoranti come pecore ché, Sgarbi dovrebbe impararlo, le capre sono animali molto, ma molto più intelligenti.
Invece i nostri coetanei preferiscono guardare al proprio orticello, raggiungere la più o meno meritata pensione e sciacquarsi le palle nei mari esotici del nostro emisfero. I giovani? Cazzi loro, si facciano da soli. E così si rifiuta ogni assunzione di responsabilità. Ecco, questo è il vero cancro di questo nostro momento storico: non c'è nessuno disposto a far entrare nei cervelli della gioventù che l'assumersi le proprie responsabilità, sempre e comunque, è la condizione essenziale per poter rivendicare il diritto a esserci e a dire e fare ciò in cui si crede. I giovani devono studiare, studiare e studiare, questo diceva Benedetto Croce e aveva ragione. In troppi, nel Sessantotto e nel Settantasette, facevano casino e, negli anni seguenti hanno piazzato il proprio fondoschiena in luoghi che aborrivano durante la loro età contestatrice.
A noi fotte nulla essere graditi alle nuove generazioni. Se vogliono imparare e mangiare un po' di merda - perché il mondo e lo si comprende appena finita l'età scolastica università compresa ne è pieno - siamo qua per farglielo comprendere e far capire che, una volta assaggiata, si apprezza molto, ma molto di più la cioccolata. Non c'è una vita dove esiste, a prescindere, il diritto ad essere felici. Chi lo sostiene o è un bugiardo o un criminale e in entrambi i casi andrebbe fucilato, metaforicamente s'intende. La felicità, ammesso che si trovi da qualche parte, è fatta di momenti che vanno conquistati, spesso anzi, sempre, con fatica e caparbietà. La vita non è fatta per chi vuole abbattere il passato a colpi di mazza, ma per chi vuole affrontare il presente e il futuro portandosi dietro e sulle spalle ciò che il passato ha saputo e sa insegnare.