Ce n'è anche per Cecco a cena
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
Anpi e avannotti del Nuovo Millennio contro il 'fascista' Roberto Vannacci, ma nemmeno una parola a favore di Israele per la strage del 7 ottobre
Toh, ci mancavano solo loro, gli irriducibili antifascisti dell'Anpi e dei collettivi non si sa bene di cosa di Nuova Resistenza e dell'Isi Barga. E' proprio vero che anco alle puci ni vien la tosse. Gli studenti, poi, quando c'è da fare casino invece di studiare, studiare e studiare come diceva Benedetto Croce, sono sempre in prima linea. Loro che si dichiarano antifascisti, antinazisti, difensori deglki ebrei sì, ma solamente il 27 gennaio Giornata della memoria, nemmeno hanno speso una sola parola dopo i 1400 ebrei massacrati da Hamas, i tagliagole foraggiati dall'Iran, il Paese dove i nostri cari studentelli con i nuovi... partigiani dell'età contemporanea finirebbero tutti appesi al muro e fucilati senza tanti complimenti. Bene, apprendiamo che sabato pomeriggio a Valdottavo ci sarà un presidio contro la presenza di una persona seria, di un uomo che ci ha messo sempre la faccia, che non si è mai tirato indietro, che ha giurato fedeltà alla Costituzione, che non si è mai detto fascista, tutt'altro. Se gli imbecilli volassero, effettivamente sabato potrebbero esserci problemi di visibilità nei pressi del teatro Cristofoco Colombo affittato a proprie spese da Yamila Bertieri consigliere comunale di minoranza la quale ha dovuto tirare fuori i soldi di tasca propria visto che l'attuale amministrazione comunale guidata dallo storico Patrizio Andreuccetti, tessera del Pd e segretario provinciale del partito di Elly Schlein - come fa uno storico ad essere iscritto ad un partito? - mai e poi mai le avrebbe concesso una sala per allestire l'evento...
Ecco perché la Gazzetta sta con gli ebrei e con Israele
Non ci sorprende questa campagna planetaria o quasi a favore dei palestinesi nei confronti di Israele, senza alcuna distinzione, da un lato, tra i tagliagole liberticidi di Hamas, Iran e Hezbollah da un lato e la democratica, occidentale, libertaria Israele. Conosciamo, ormai, da tempo le ipocrisie e le deformazioni dell'Ideologia verniciata di rosso e sappiamo bene che, già cinquant'anni fa, Lotta Continua, Potere Operaio, le Brigate Rosse, tutti i gruppuscoli della sinistra extraparlamentare, stavano con i palestinesi nonostante la strage di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Gli ebrei fanno comodo da sempre, sia quando si tratta di organizzare dei pogrom con cui decimarli, sia quando serve lustrarli un po' e strumentalizzarli in funzione antifascista e antinazista. Chissà, ora, come faranno politicanti ed amministratori da strapazzo a celebrare il 27 gennaio la giornata della memoria dedicata alla Shoah, quando non hanno nemmeno aperto bocca o scritto un rigo su quanto avvenuto il 7 ottobre 2023, un mese fa, in occasione del pogrom organizzato da Hamas e che ha prodotto la strage di oltre 1400 ebrei comprese donne e bambini, fatti a pezzi, bruciati, violentati, decapitati e rapiti. Perché, vedete, il problema sta proprio qui: troppo facile ricordarsi degli ebrei solamente quando si tratta di parlare di Auschwitz e Mauthausen, di Hitler e Mussolini, quando c'è da attaccare il neofascismo pressoché inesistente e inoperante, ma che fa tanto comodo alle Elly Schlein e alle Laura Boldrini. Nessuno, tra questi soloni verniciati di rosso fucsia ha il coraggio di ammettere che, oggi, l'unico pericolo esistente per il popolo ebraico sono gli arabi ossia i musulmani dei quali stiamo riempiendo l'Europa nemmeno fosse un paniere per la spesa. Nessuno che dice che i migliaia di atti antisemiti di queste ultime settimane sono opera non delle SS, della Gestapo o delle Brigate Nere resuscitate a nuova forza, bensì di tutti coloro che, arabi e fiancheggiatori, vorrebbero lo sterminio degli ebrei per il semplice fatto che esistono ed esiste lo stato di Israele. Chi divide gli ebrei da Israele, altro non fa che il gioco sporco di chi vorrebbe cancellare entrambi...
Due morti a Bruxelles uccisi da un terrorista islamico: li hanno fatti entrare e ora sono (ancora una volta) cazzi nostri
"Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno". Con queste parole l'attentatore tunisino di 45 anni ha commentato l'omicidio di due - il terzo è solo ferito - tifosi svedesi che, sfortunatamente, si sono trovati nel posto giusto - andavano a vedere la partita di calcio - nel momento sbagliato. Adesso chi andrà a spiegare ai figli, ai genitori, ai parenti delle due vittime che bisogna accogliere, sostenere, proteggere i milioni di musulmani immigrati che premono o hanno già premuto alle frontiere dell'Europa? Andateci voi ipocriti e farisei. Sappiamo bene per esperienza che i morti negli attentati dell'Islam non sono politici o ministri o parlamentari. Né a Roma, né a Parigi tantomeno a Bruxelles. Loro viaggiano con la scorta, vivono in case iperprotette e non stanno certamente in mezzo alla folla. Qualcuno, ora, dirà che è colpa di Israele e della sua reazione al massacro del 7 ottobre ad opera di Hamas. Già, perché gli ebrei, comprendetelo bene, piacciono solo se sono morti o, soprattutto, se non reagiscono e si fanno massacrare senza rispondere. Se, al contrario e contrariamente alla loro storia millenaria, si ribellano, allora diventano i carnefici. Questo è quello che sta accadendo all'Onu, nell'Unione Europea e in tutti gli organismi sovranazionali da sempre favorevoli all'Islam e ai paesi arabi al punto che hanno causato, con le loro politiche dell'accoglienza indiscriminata, una vera e propria invasione che sta piano piano, ma progressivamente, colonizzando il continente imprimendo una sorta di paralisi delle istituzioni e delle coscienze...
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Non gli basta averci terrorizzato, ridotti alla fame, allontanati gli uni dagli altri, insinuato negli animi e nei cuori oltreché, purtroppo, nei cervelli la paura di un virus che agisce a mezzo servizio e uccide soltanto in determinate circostanze. No, adesso che l'epidemia sta progressivamente abbandonando le nostre latitudini, non sapendo o non volendo abbandonare, loro, il potere e la leva del comando, hanno già trovato il modo di farci stare in allarme con una ipotetica seconda, terza e anche, perché no?, quarta ondata in autunno e in inverno. Inoltre, casomai dovessimo dimenticarcelo, ci hanno imposto questa storia delle mascherine obbligatorie, da loro stessi, per settimane, considerata una inutile precauzione se non adottata da chi sta quotidianamente a contatto con i contagiati. Ma tant'è, gli esseri umani sembrano desiderare, soltanto, di essere guidati e gestiti da qualcuno che faccia credere di saperne più di loro. Peccato che, nel frattempo, vengono meno molte certezze, a cominciare da quelle psicologiche per non parlare di quelle economiche altrettanto devastanti. Per incutere timore e sospetti, gridano alla movida persino nei paesi di poche centinaia di anime. Idioti parassiti di uno stato che, grazie ai Pentapallati e ai loro complici ex comunisti, alleva con redditi garantiti generazioni di nullatenenti e incapaci. Mascherine, quindi e in attesa di qualcosa di peggio - il vaccino - a go-go e obbligatorie ovunque, anche sulla tazza del cesso casomai si dovesse pensare che, almeno sulla tazza, ci sia un minimo di libertà e indipendenza.
Noi, lo diciamo senza ombra di paura e con massima convinzione, pensiamo che le mascherine se le debbano mettere in quel posto e non le usiamo perché siamo convinti che non servono assolutamente a nulla, anzi. Provate a tenerle con temperature superiori ai 27-28 gradi e poi ve ne accorgerete. Suda il viso, si respira anidride carbonica, quindi, significa che nei polmoni non entra ossigeno allo stato puro, bensì ciò che noi espelliamo dopo aver respirato, appunto CO2 o giù di lì. E pensate che il sangue, per fare bene la sua funzione di circolazione, ha bisogno di essere ossigenato bene e con costanza. Se mascherine indossiamo, solo per pochi minuti e all'interno di luoghi chiusi, non per noi, ma per gli sconosciuti che rispettiamo pur non condividendone il comportamento.
Abbiamo visto gente che è andata fuori di testa, che viaggia in macchina con finestrini chiusi e mascherine indosso, che gira in mezzo alla campagna con il viso coperto, anticamera del burka di prossimo impiego quando ci avranno fatti tutti musulmani. E ci fa tanta tristezza perché abbiamo e hanno compreso come si può tenere in scacco un popolo senza muovere un dito.
Le mascherine, quindi, se le possono cacciare nel sedere, lo stesso identico posto in cui, però, a nostro avviso è necessario, per proteggerlo, indossare un altro indumento molto, ma molto più utile in questo frangente e indispensabile: le mutande di latta.
Questo articolo intimo se così possiamo definirlo ha, indubbiamente, dei disagi facilmente intuibili, ma in cambio fornisce una protezione pressoché totalizzante nel senso che impedisce quello che, saltati tutti gli altri per i debosciati del Covid-19 a oltranza, è rimasto l'ultimo e unico sport praticabile: l'inchiappettamento sociale ed economico.
In sostanza, gente, lasciate perdere la protezione del viso e pensate, invece, a quella del culo poiché, a dispetto degli appelli alla solidarietà, alla riscoperta vicinanza - ma come?, con il distanziamento sociale che vicinanza è? - la realtà dimostra che, al contrario, la giungla è ancora più fitta e ognuno pensa, giustamente, a sopravvivere come da sempre è avvenuto e come accade ora, soprattutto, quando siamo stati abbandonati da uno stato i cui politicanti da strapazzo non hanno avuto nemmeno la dignità di ridursi - salvo, forse, poche eccezioni - lo stipendio, loro che campano a sbafo da veri parassiti a una media che viaggia tra gli 8 e i 12 mila euro l'anno a seconda degli incarichi ricoperti.
Quindi, gente, avanti con le mutande di latta e, in particolare, occhio al sano detto di una volta: Né per scherzo né per burla 'ntorno ar culo 'un ci voglio nulla
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Se un risultato, oltre ai tanti che hanno tentato, riuscendoci, di inculcarci, questo virus ha ottenuto, è stato quello di produrre milioni di polli da allevamento. Tradotto in parole povere, ha permesso alle élites dominanti che non sono, certamente, i poveri debosciati pentapallati o i piddini senza arte né parte, di comprendere che di fronte alla paura gli esseri umani perdono ogni lucidità e diventano un gregge di pecore senza più autonomia di pensiero e indipendenza di giudizio. Sono, ormai, tre settimane che il Coronavirus sta, nemmeno tanto lentamente, abbandonando le nostre latitudini, ma i politicanti da strapazzo che ci guidano come gattini ciechi continuano a tenere alta la guardia e gran parte degli italiani va loro dietro senza nemmeno domandarsi perché. Calano i contagi, diminuiscono i decessi, aumentano i guariti, ma non c'è verso: a Roma, nei palazzi del potere senza dignità né spina dorsale, un po' se la fanno sotto per la paura e un altro po' godono per quella sorta di onnipotenza che un popolo di coglioni ha attribuito ad una minoranza di imbecilli. Nelle nostre città, questa mattina, in giro, non c'era, poi, tutto questo grande entusiasmo. Certo, in molti si sono fatti coraggio, altri lo hanno sempre avuto, altri ancora non hanno alternativa, ma nell'aria serpeggia un alone di malinconia e la sensazione che manchi qualcosa o, peggio ancora, qualcuno è chiaramente percepibile anche ad occhio - e orecchio - nudo.
Mettiamoci in mente un a cosa: per quanto affamati, per quanto imbizzarriti, per quanto ingrifati si possa essere dopo due mesi di arresti domiciliari, non potremo mai consumare, quotidianamente, quattro colazioni, quattro pranzi e altrettante cene. Non potremo, inoltre, acquistare tutti i vestiti e tutte le scarpe che, in una stagione, comprano, in genere, decine di migliaia di persone in più che visitano i nostri negozi.
Eppure sembra che la stragrande maggioranza degli italiani si sia svegliata nella convinzione che, davvero, tutto andrà bene come i teorici della ricerca motivazionale hanno cercato di far credere. Siamo stati trattati come criceti e come tali abbiamo percorso chilometri e chilometri all'interno delle nostre gabbie e immaginato dentro le nostre teste. Alla fine, quella che doveva essere una vacanza preventiva è divenuta una carcerazione definitiva che non sembra ancora prossima alla fine.
Ogni volta che qualcuno prova a stimolare il dubbio, ecco che ti vengono messe davanti le immagini delle bare di Bergamo, come se si trattasse di un evento paragonabile allo sgancio della bomba atomica su Hiroshima o allo sbarco in Normandia o all'attacco alle Torri Gemelle e via di questo passo. Con il terrore hanno fatto terra bruciata al punto che, oggi, ci sono ancora milioni di polli di allevamento i quali pensanco che, in fondo, è molto meglio starsene a casa protetti tra quattro mura che uscire chissà, poi, per quale ragione.
Sì, perché quello che sono stati capaci di instillare in milioni di esseri umani e non sappiamo se lo hanno fatto apposta o per ignoranza, è stata l'abitudine alla clausura. Le persone sono rimaste a casa e, a pensarci bene, per molti ciò ha significato la scoperta che non uscire è molto, ma molto più rassicurante che varcare, ogni giorno, la porta d'ingresso prima in uscita e, la sera, in entrata.
Guardate, ad esempio, il boom delle vendite on line. Amazon ha triplicato i profitti. Altri hanno fatto incassi da record. La gente ha l'illusione, comprando on line, di impossessarsi subito di ciò che vuole senza fare fatica, esattamente come l'enciclopedia, tanto in voga negli anni del boom economico in un'Italia semi analfabeta, dava l'illusione di potersi comprare la conoscenza e la cultura.
Con questo lockdown l'esperimento di tenere l'umanità barricata in casa ha fornito risultati sorprendenti. La gente è manipolabile, semplicemente, con la gestione di alcuni mezzi di informazione che diffondano notizie che suscitano ansia e angoscia. Non importa che siano vere, ma che siano verosimili, non che siano accadute o stiano accadendo, ma che possano, comunque, avvenire nel futuro più o meno prossimo.
Stare chiusi in casa, quindi, senza incontrare nessuno, senza riunirsi, senza confrontarsi, senza misurarsi con gli altri garantisce sicurezza ed alimenta la paura, unico collante capace di inchiodare e bloccare qualunque volontà.
Stiamo andando a velocità vertiginosa verso un mondo dove l'illusione di poter avere tutto a portata di mano genera l'impressione che restare fermi sia meglio che muoversi, che le quattro mura di casa possano garantire e fornire tutto ciò di cui si ha bisogno, che la tecnologia possa sopperire all'esperienza, che il contatto umano sia deleterio e pericoloso, soprattutto, sotto il profilo della salute. Chi ha detto che questo virus ha aumentato la vicinanza delle persone o è un idiota o è in malafede. Mai come in questi mesi gli individui sono stati distanti gli uni dagli altri, ognuno per sé e dio per tutti o quasi.
Smart Working, didattica on line, spesa on line, acquisti on line, giochi e film on line o sulle Tv. Ma l'uomo e la donna sono stati creati per muoversi, per crescere, per misurarsi con la realtà, per gioire e soffrire, per amare ed essere amati, per lottare e conquistare, per parlarsi e conoscersi. I professori sono consapevoli che la loro didattica on line non è servita a nulla se non a creare una massa di ignoranti che scopiazzano le verifiche a più non posso? Hanno compreso che questa generazione di imbelli verrà promossa senza alcuna responsabilità e senza nessuno sforzo?
Hanno sbagliato tutto. Psicoterapeuti e psichiatri stanno facendo gli straordinari per cercare di restituire un minimo di lucidità a decine di migliaia di persone che sono andate fuori di testa convinte che la fine del mondo sia ormai imminente, che il mondo là fuori fa paura e che l'unica cosa da fare è restarsene ben chiusi in casa fino a quando passerà. Ma passerà cosa che è già passato tutto da un pezzo?
Molte persone non ce la faranno a riprendersi e resteranno menomate psicologicamente per tutta la vita. Non è uno scherzo e nemmeno un azzardo, ma i danni che si fanno quando si pongono in essere restrizioni della libertà personale così incisive, sono incalcolabili e imprevedibili se invece di affidarsi a chi conosce e studia la mente umana, ci si affida ai frequentatori del Grande Fratello o a coloro per i quali la cultura conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni.
C'è gente che beve tutto ciò che dice la Tv o scrivono i giornali come se fosse vangelo e proprio coloro che il vangelo dovrebbero conoscere e diffondere, in realtà niente anno e mantengono un silenzio degno della peggiore delle complicità.
C'è bisogno di un Paolo Crepet a ministro dell'istruzione, non di una Azzolina la quale, forse, potrebbe essere buona a pulire i cessi negli autogrill delle autostrade, ma non certo a ricoprire un ruolo così delicato come quello di gestire il futuro delle nuove generazioni.
Lo ripetiamo da tempo immemore: se vogliamo andare avanti, dobbiamo tornare indietro.
P.S. La Dory, che ha appena compiuto, il 20 aprile, i suoi primi 95 anni, dovrebbe tornare dal parrucchiere dopo tutto questo tempo. Lei, anche se su con l'età, ci tiene come una ragazzina a essere presentabile. Così abbiamo prenotato per giovedì prossimo dal suo parrucchiere di fiducia. C'è, tuttavia, un problema: lei non vuole indossare la mascherina. Non c'è verso. Non ne vuole sapere. Inutile dirle che c'è il rischio di contrarre il virus, a lei frega niente e risponde, come già documentato su queste pagine, che di qualcosa si deve pur morire e che, poi, di coronavirus si può anche guarire. Abbiamo provato a trovare un compromesso col parrucchiere, ma non c'è possibilità alcuna. O mascherina o niente taglio, colore e messa in piega. Abbiamo visto persone, in questi mesi, terrorizzate alla guida della propria auto con tanto di mascherina e finestrini ermeticamente chiusi. Abbiamo incrociato individui in mezzo alle strade di campagna a distanze siderali dai loro simili camminare con la mascherina ben impressa sul volto. E questo nonostante abbiano più volte spiegato che il virus non viene trasportato dall'aria. Ma non importa, la paura ha più effetto ed è più efficace dell'evidenza per non parlare della razionalità.
La paura paralizza e poiché non ha una ragione sufficiente ad alimentarla, diviene incontenibile e inaffrontabile. Oltreché contagiosa. Siamo diventati polli da batteria, questo è il nostro futuro remoto. Arriveranno ad alimentarci senza nemmeno bisogno di muoverci. L'isolamento permetterà di governare il mondo premendo un solo bottone.