Ce n'è anche per Cecco a cena
Intuizione della Gazzetta o solo fortuna? Dal bagno Biondetti all'Europarlamento dei grandi eletti
Il volo puntuale parte alle 10:40 per il viaggio che ci porterà dal nostro generale. Tu chiamale se vuoi emozioni come cantava il grande Lucio in tempi non sospetti. Ma le emozioni, in tutti questi anni non sono mancate a cominciare da quel non troppo lontano 2023 quando l'irresponsabile scribacchino di provincia, come si definisce lui, ma non è cosi, direttore di tante Gazzette tra cui quella di Viareggio, Lucca e Garfagnana decide di presentare il libro del generale Vannacci. Un atteggiamento a dir poco contro corrente, quella corrente del mainstream votato al pensiero unico dominante nella quale tutti nuotavano, non sapendo che di li a poco avrebbero annaspato. Insomma una scommessa quella della presentazione al bagno Biondetti che di lì a poco avrebbe portato il generale Vannacci al parlamento dei grandi eletti, tanto per fare un po' di rima baciata. Quel parlamento europeo nel quale avrebbe dovuto misurarsi con avanzi di galera come al Salis che non solo avrebbero occupato posti appunto nel parlamento stesso, ma da quegli scranni avrebbe suggerito di occupare appartamenti sfitti o quanto si presentasse libero da inquilini. Dal Biondetti al parlamento dei grandi eletti con oltre 560 mila voti e non 500 mila come si tende a descrivere. Una scommessa vinta quella di Aldo Grandi e del nostro giornale che ci ha portato dalla provincia a Bruxelles proprio per seguire di persona con qualche inviato poco speciale la vita del nostro europarlamentare. Eh si, di europarlamentari non ne abbiamo avuti molti alle nostre latitudini e al di là del fatto che si possa pensare come lui dovrebbe essere un atteggiamento più riverente e riconoscente verso questo personaggio ma si sa profeta nemo in patria...
Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione…
La Gazzetta del Serchio: cambia il dominio in .net e così anche la posta elettronica, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prima o poi sarebbe potuto e, magari, anche dovuto accadere. La Gazzetta del Serchio così come la Gazzetta di Viareggio e anche la Gazzetta di Massa Carrara hanno cambiato il proprio dominio passando da .it a .net Di conseguenza anche la posta elettronica ha visto modificarsi in
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
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Sono trent'anni che chi scrive fa questo mestiere e altrettanti nel corso dei quali ha avuto più volte l'occasione di fermarsi a domandarsi in che cosa consista, realmente, la professione di giornalista. Tempo sufficiente, tre decenni, per capire che le regole base che fanno da sfondo e da minimo comune denominatore sono eguali a tutte le latitudini e, in molti casi, marce e rancide. Eppure continuano a restare immutabili senza che nessuno abbia il coraggio di modificarle per restituire a questo lavoro una dignità che, ormai, più nessuno, tantomeno l'uomo della strada, gli riconosce.
Questa mattina le locandine acchiappacitrulli recavano, a caratteri cubitali, la notizia della morte di una donna di 80 anni per Coronavirus. Ebbene, in trent'anni di professione mai un morto di quell'età ha fatto scalpore meritandosi, addirittura, l'onore della locandina. Non solo, ma, anche quando la morte era violenta, ossia causata da un incidente stradale, il suggerimento del caposervizio più esperto di noi pivelli, era sempre di sparare la notizia, ma evitando di usare la parola anziano/a altrimenti non gliene fregava un cazzo a nessuno.
E' vero, a 80 anni si può anche morire dopo aver contratto il virus cosiddetto Covid-19, ma non è, a nostro avviso, meritevole di così tanto risalto e non soltanto per una questione di rispetto umano. A 80 anni basta molto di meno per terminare la propria avventura su questa terra. Quante persone di quell'età e anche un po' più giovani, infatti, muoiono ogni giorno per complicazioni legate a patologie che, inevitabilmente, rendono precaria la sopravvivenza? E se ad una persona anziana si aggiungono malattie come diabete, tumori, insufficienze cardiocircolatorie o respiratorie, utilizzo di farmaci particolari, è comprensibile che una improvvisa infezione possa essere fatale.
Purtroppo siamo arrivati ad un punto e lo sottolineava benissimo la psicologa e psicoterapeuta Emanuela Giannotti in un articolo sul nostro giornale, in cui anche morire è vietato e, se ciò avviene, desta sorpresa e irritazione nonostante il de cuius abbia raggiunto una età in cui, oggettivamente, il nostro organismo è giunto alla fine dei suoi giorni. Invece, ci hanno voluto far credere che l'immortalità è ad un passo, che si può essere eternamente vivi e vegeti anche dopo aver oltrepassato il secolo, che la morte non è una inevitabile certezza, ma soltanto una eventualità da spingere oltre il più a lungo possibile e a tutti i costi.
E' arrivato a turbare non solo i nostri sonni, ma anche a compromettere il nostro equilibrio psicologico, già di per se stesso fragile e sottoposto, quotidianamente, a sollecitazioni impensabili fino a mezzo secolo fa, il Coronavirus, uno dei milioni di virus che bazzicano intorno o, perfino, dentro il nostro organismo la maggior parte dei quali, però, si guarda bene dal causare danni irreparabili.
E' una polmonite, una brutta forma di polmonite che, se colpisce chi è già alle prese con malattie tutt'altro che facili da affrontare e curare, provoca la morte. Ha, per di più, il bruttissimo difetto di essere particolarmente contagiosa anche se, al di sotto di una certa soglia, non fa grandi danni. Non lo diciamo noi, ma l'istituto superiore di sanità, secondo il quale, addirittura, i morti per causa di Coronavirus in Italia sarebbero, addirittura, tre.
A noi che proveniamo da un altro secolo, molto meno tecnologico, ma molto più intriso di buonsenso e disposizione al sacrificio e alle difficoltà, cresciuti con una Tv che trasmetteva solo su due canali e, soprattutto, dalle 16 fino alla mezzanotte, in una scuola che pensava ad insegnare e in mezzo a uomini e donne che avendo conosciuto la guerra e le amare conseguenze, sapeva accettare gli ineluttabili drammi e le tragedie dell'esistenza, tutto quello che sta accadendo appare come un gigantesco show dove, invece di rassicurare e di abbassare i toni, si alimenta la paura e si alza volutamente il volume. E, per di più, si uccidono tutti coloro che osano pensare diversamente e lo dicono.
Hanno trovato, diciamolo pure, il modo per metterci a tacere, per sedare ogni istinto di ribellione, per mostrarci la nostra caducità, per iniettarci le loro paure e annientare le poche certezze, per esaltare le nostre inquietudini e distruggere l'unica cosa che ancora ci resta, sempre quella, sempre in pericolo, sempre, questa sì, a rischio estinzione: la nostra identità.
Che senso ha e quale utilità riveste diffondere le immagini dei camion militari che trasportano le bare fuori Bergamo? Ché forse qualcuno, in altri evi, si è preoccupato di quanti cadaveri uscissero e, credete, ne uscivano ogni giorno, diretti al camposanto? Guardate le statistiche e vi renderete conto che solo in Lombardia il tasso di mortalità con il Coronavirus è del 14 per cento quando in Germania, altra zona industriale e, quindi, inquinatissima, dove la composizione sociale è identica o quasi alla nostra, con una popolazione anziana ragguardevole, è dello 0,2 per cento.
A Lucca, ieri, ci sono stati quattro contagi. A Prato, dove esiste la comunità cinese più grande d'Europa, i contagiati sono 70 e nessun decesso. In gran parte d'Italia il rapporto tra il numero dei contagiati e quello dei morti è inferiore al 2 per cento. Eppure, hanno distribuito, da subito, parole ed immagini più adatte a suscitare terrore che a infondere fiducia. Gli esperti si sono succeduti nel descrivere questa epidemia come il Male del secolo, eppure, incredibile a dirsi, ma i bambini, che nelle situazioni di emergenze sanitarie sono i primi a pagare, in questo caso non si ammalano se non raramente e in forma così leggera da non costituire, parole dette in conferenza stampa nazionale da uno dei responsabili della sanità, un problema pediatrico.
Che epidemia è una epidemia che non colpisce i bambini, che non colpisce gli adolescenti, che a malapena sfiora i giovani uomini e che tocca, magari creando qualche problema, tutti coloro che arrivano a 59 anni? Cos'è, una epidemia part-time? Che epidemia mortale è un virus che è sì contagioso, ma non è la peste bubbonica che uccideva quasi all'istante, né l'ebola, né qualsiasi altra forma di infezione galoppante come se ne sono avute nel passato e che, certo, non facevano distinzione tra giovani e vecchi, uomini e donne o bambini?
Eppure, i professionisti del terrore che ogni giorno, dalla mattina alla sera ci ammorbavano con trasmissioni riservate a chi amava la cronaca nera e gli omicidi di povere donne, adesso fanno altrettanto con maratone televisive sul Coronavirus, il cui unico effetto è diffondere la sensazione che siamo alle soglie di una catastrofe umanitaria, che il mondo è di fronte a una sfida enorme, che ci attendono milioni di morti.
E nessuno cui sia concesso di contraddire il Pensiero Unico Dominante. Così, finiscono anche il povero pescatore che vive in un'isola sperduta del Mediterraneo o il pastore delle montagne dell'Appennino per credere alla favola che la terra è piatta e che la fine del mondo, se non si chiuderà ermeticamente in casa, è prossima.
Ecco, questa classe dirigente di incompetenti, invece di comprendere che il vero problema non è il Coronavirus, ma le condizioni in cui si trova la sanità, molto simile, a volte e se ci è concesso, all'Armir spedita sul fronte russo con le scarpe di cartone e il moschetto 91. Il Coronavirus fa il suo corso e il suo maledetto lavoro, infiltrandosi ovunque, con le sue microparticelle capaci di bucare anche le mascherine che la gente si mette perfino quando va al cesso. E chi si ammala, ha bisogno di strumenti che, purtroppo, non ci sono o non ce ne sono abbastanza. E se già soffre di alcune patologie, è la fine.
Ci hanno lavato a tal punto il cervello che sono riusciti ad impedirci di ragionare con la nostra testa. Uno dei principi basilari su cui si fondano l'umanità e la logica, è quello di trattare situazioni diverse in maniera diversa e non, come sta accadendo, situazioni differenti in maniera eguale. Eppure lo hanno fatto. Hanno chiuso a chiave l'Italia anche laddove non c'erano i numeri della Lombardia e, idiozia macroscopica, lasciando fuggire i buoi senza aver prima chiuse le stalle fino all'ultimo giorno. Con il risultato che le misure che sarebbero dovute essere applicate, sin da subito, nelle regioni più colpite, sono state estese a cani e porci per rimediare alle cazzate fatte.
I risultati sono due e sono così tremendi che ci sorprendiamo dalla ignoranza con cui si fa finta di non tenerne conto: innanzitutto, diffondendo e facendo di tutto per radicarlo, il terrore del contagio, si è introdotta la volontà nelle persone di non voler più recarsi al lavoro anche quando il pericolo è inesistente o quasi. Nessuno vuole morire dicono, ma qui non si muore, al massimo, ma è già tanto, ci si ammala, ma siamo appena a 40 mila ammalati su 60 milioni di abitanti.
Così facendo e aumentando il termometro della paura, si è distrutta la filiera economica di tutto il Paese, di fatto provocando danni così ampi che saranno visibili solo quando tutto sarà, paradossalmente, finito. Al di là dei dipendenti pubblici, con cosa mangeranno e con cosa pagheranno tasse, bollette, affitti tutti quegli esseri umani che non possono lavorare, ma sarebbero perfettamente in grado di farlo?
Il Governo Conte Pd-5Palle, una vergogna demenziale, ha varato un decreto di 25 miliardi che se lo andate a leggere vi rendereste conto che questa classe politica di debosciati non ha nemmeno il rispetto per il popolo che produce e lavora e quest'ultimo neanche la dignità per respingere quella che, a tutti gli effetti, è soltanto una elemosina. Per gente che guadagna 12-15 mila euro al mese come i nostri parlamentari e ministri, hanno avuto il coraggio di proporre, e non per tutti, 600 euro al mese.
Poi, seconda conseguenza, hanno blindato la gente in casa, costringendola a non uscire. Questo vale anche per il pastore e il pescatore di cui sopra a meno che non si vogliano ammettere delle eccezioni. Non vogliono che la gente esca, che prenda aria, che prenda il sole, ma, come al solito, se sei ricco e hai una bella casa con terrazzo e, magari, anche il giardino, vaffanculo il Coronavirus e io mi abbronzo uguale.
Non hanno tenuto conto, questi dilettanti allo sbaraglio, che chiudere la gente in casa solo per farle guardare la Tv che trasmette h24 immagini devastanti per chi ha un po' più di ansia e sensibilità del normale, che così facendo hanno messo le basi per una spaventosa epidemia, questa sì, di depressione causata dall'assenza di luce, di aria, di libertà e, soprattutto, di positive aspettative per il proprio futuro.
Così, oltre ad ammalarsi fisicamente si finirà per crollare anche psicologicamente con tutte le conseguenze e i costi che ne deriveranno. Ma tanto, a pagare, saranno sempre gli stessi, le classi medie e le classi popolari. I ricchi, si sa, del Coronavirus fotte un cazzo. Anzi, come abbiamo già visto, ne approfittano per speculare in Borsa e portarsi a casa lauti guadagni.
Bene, perdonerete questa lunga disgressione, ma siamo giunti, finalmente, alla fine. Hanno detto che queste misure andranno avanti per un altro po', forse, addirittura, fino al 2 maggio. Ebbene, vogliono davvero annientarci, costringerci alla fame, creare milioni di disoccupati che, poi, non sapranno più dove andare a sbattere la testa. E tutto questo per fronteggiare una polmonite bastarda, questo sì, ma che, incredibilmente, provoca la morte solo per alcuni, solo in determinate circostanze risparmiando, paradossalmente, i soggetti più deboli, ossia i bambini.
Qualcuno potrebbe dire che anche gli anziani appartengono alla categoria dei più deboli ed è vero, così come è altrettanto vero che morire a 80-85-90 anni non può essere la stessa cosa che morire a 5, a 10, a 20 o a 30. Nessuno vorrebbe vedere morire i propri cari tantomeno nel modo orribile in cui ciò sta avvenendo in una parte di questo paese, ma nemmeno si riesce, spesso e pur volendo, a vivere in eterno. Come diceva il poeta francese Paul Eluard, non si fa quel che si vuole, ma si fa quel che si può.
Ecco, facciamo il possibile per aiutare chi lotta tra la vita e la morte e anche coloro i quali stanno lavorando giorno e notte per impedire che anche una sola persona possa morire. Ma stiamo attenti a non finire per uccidere anche tutti gli altri che, se anche fisicamente non hanno il Coronavirus, potrebbero finire molto, ma molto male e senza alcun vaccino che tenga.
P.S. Dimenticavamo l'ultima perla: hanno deciso di mandare l'esercito per le strade, nemmeno fossimo al coprifuoco. Peccato che, invece di spedirlo al nord nelle zone dove, veramente, il contagio è altissimo e le persone continuano a girovagare indisturbate, lo inviano al sud, dove i contagiati sono poche centinaia e dove la gente, paradossalmente, appare più disciplinata. Ma è sempre stato così: i più poveri, i peones di questa terra, sono più disciplinati di chi li governa e dei ricchi che, ancora una volta, pensateci bene, riversano le proprie disgrazie su chi, di disgrazie, ne ha sempre avute a iosa.
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Una lunga rabbia ce l'aveva anche il protagonista di uno dei più bei romanzi del dopoguerra, appunto Una lunga rabbia di Carlo Castellaneta, giornalista e scrittore meneghino di straordinaria bravura. Già, ma chi più se lo ricorda in questa Italia con sempre meno identità e sempre maggior numero di idioti, ignoranti, incapaci, buffoni? Era, quella, la rabbia di un giovane che viveva e cercava di emergere in una Milano dell'immediato dopoguerra che, nonostante miseria, parecchia e nobiltà, poca, era un meraviglioso esempio di voglia di rinascere dalle macerie della guerra. A distanza di 70 anni, la rabbia che proviamo è ancora la stessa, forse, ancora di più. Un sentimento misto di impotenza e odio verso una classe politica, quella attuale, che ci fa persino rimpiangere la Prima Repubblica non perché fosse più onesta, bensì perché, almeno, era, in parte, più capace. Oggi siamo alle prese con dei dilettanti allo sbaraglio, con un ministro degli Esteri che in conferenza stampa ci fa ridere dietro tutta l'Europa per il suo coronavairus: qui gente siamo di fronte al grottesco, ad un esponente del Governo, con un dicastero tra i più delicati, che fa una immensa figura di merda e che, in qualunque altro Paese dove la dignità fosse ancora un valore, si sarebbe dimesso per la vergogna. Con un capo del Governo che chiude le scuole di ogni ordine e grado nonostante il parere contrario o, comunque, diverso, espresso da un comitato scientifico di esperti. Ma, allora, dove sta la promessa di seguire quello che dicono medici e scienziati fatta appena pochi giorni fa?
Questo esecutivo ci ha fatto diventare la barzelletta d'Europa. Siamo quelli che devono stare a distanza di due metri l'uno dall'altro e, magari, anche girare con un metro per misurarla. O che non devono stringersi la mano esattamente come ai tempi di un certo Mussolini il quale abolì la stessa preferendogli il saluto fascista, assolutamente più igienico come ebbe a dire, ironicamente negli anni Settanta, Giorgio Almirante. Ma anche il braccio col pugno teso, a questo punto, andrebbe bene. O, ancora, siamo quelli che non possono abbracciarsi e, allora, occhio anche alle scopate perché, pare, che anche fare sesso sia diventato un rischio concreto.
Perché, domandiamo noi, un popolo dovrebbe rinunciare alla propria sovranità, alle proprie prerogative, ai propri diritti incaricando una classe politica lautamente pagata dai 12 ai 15 mila euro al mese se non per essere guidata, protetta, sostenuta, incoraggiata, difesa? Non si chiede a questi impostori che bivaccano nella Capitale e non solo, di essere dei pastori di anime che già ne abbiamo uno - incapace di fare il pastore e di prendersi cura delle anime - Oltretevere e vestito di bianco. Si chiede a coloro cui deleghiamo le nostre esistenze, di proteggere il Popolo che li ha eletti.
Invece, guardate un po' cosa succede: se ne fregano di noi italiani, pensano agli immigrati, ai clandestini, ad accogliere cani e porci provenienti da tutto il globo senza, poi, sapere, nemmeno dove piazzarli. Non chiudono le frontiere, non trasmettono sicurezza, non combattono, con leggi adeguate e severe, la microcriminalità. Tutt'altro: garantiscono i colpevoli, abbandonano le vittime. Ma queste vittime siamo noi, tutta quella Italia fatta di gente che lavora senza sapere se, un domani, potrà ancora continuare a farlo, un Paese fatto di piccole e medie imprese, di commercianti, di liberi professionisti, di artigiani, di quel popolo che produce ricchezza e non solo denaro. Invece, questi governanti da stra(c)azzo pardon, da strapazzo, sono degli impostori, dei traditori, che favoriscono l'Italia del parassitismo, che invocano la benedizione dell'Unione Europea e chiedono l'elemosina allo straniero e, poi, hanno anche il coraggio di venirci a raccontare che siamo un Paese eroico. Stronzate. I veri eroi di questa tragedia divenuta una comica saranno e saremo noi, chiamati, fra qualche mese, a spaccarci il fondoschiena ancora di più per tirare avanti la carretta quando, purtroppo, sarà troppo tardi.
Questo Governo di mentecatti non ha pensato, con le truppe cammellate dell'Informazione Addomesticata e Ideologizzata, che l'economia viene prima della salute e della sicurezza pubbliche e non perché abbia un diritto di precedenza, ma per il semplice motivo che, se crolla lei, le altre sono le prime ad andare a puttane con o senza coronavirus. Invece niente. Si sono chiusi e si chiudono stadi, scuole, cinema, ristoranti, palestre, metropolitane, si blocca la circolazione degli uomini e delle merci. Questa è pura follia, ma per chi ha uno stipendio garantito alla fine del mese no problem.
Le banche, intanto, aguzzini spietati nei momenti di crisi, continuano a pretendere i loro crediti, le agenzie delle entrate pure e lo stato vampiro che non riusciamo a considerare amico tantomeno parente, anche. La colpa di tutto ciò che sta accadendo qui in Italia non è del coronavirus soltanto, ma dell'incapacità di una classe politica e dirigente di assumersi le proprie responsabilità e di fare delle scelte, dolorose, ma che siano in grado di garantire la sopravvivenza di un sistema che, sia pure con i suoi limiti, è, pur sempre, quello in cui viviamo e che ci ha garantito decenni di benessere.
Al contrario pensiamo all'Europa invece che all'Italia, nonostante si sia ormai compreso che ognuno pensa per sé e dio dovrebbe, ma non lo fa, pensare per tutti. Siamo diventati gli untori e gli appestati del pianeta; milioni di disdette perché nessuno si azzarda più a venire nel nostro devastato Stivale. Una volta esauriti i risparmi, la gente si getterà dai ponti per la disperazione e qualcuno, a quanto pare, lo ha già fatto.
Se volevano distruggere il popolo, hanno trovato la soluzione, una endlosung, soluzione finale, che non interessa gli ebrei questa volta, ma la società intera che si troverà, fra qualche mese, ad essere una massa omogenea di disgraziati alle prese con la lotta per la sopravvivenza, come se fossimo in un nuovo medioevo dove, tra l'altro, la Chiesa bergogliana e le élites mondialiste non vedevano l'ora di ricacciarci così da eliminare ogni forma di dissenso. La miseria, in fondo, rende tutti più buoni e mansueti, eguali gli uni agli altri, depressi e sfiduciati, più proni e pronti a farsi governare.
Di fronte a questa apocalisse che cosa fa l'Europa invocata da Conte? Pensa ai clandestini alla frontiera greco-turca e chiede solidarietà, con quel Sassoli colpevole di attentato all'integrità nazionale, che vorrebbe sobbarcarsi milioni di disperati aprendo le porte del continente Italia compresa. Ma vi rendete conto? Ma quanto dovremo ancora sopportare prima di reagire a questa devastazione morale?
Oriana Fallaci lo aveva previsto, aveva annunciato che gli italiani e gli europei sarebbero precipitati, per colpa delle élites che li governano, in un nuovo medioevo. Ebbene, ci siamo e la colpa è soltanto nostra che abbiamo barattato la nostra libertà e la nostra indipendenza per un misero piatto di lenticchie che, adesso, si sta consumando lentamente.