Ce n'è anche per Cecco a cena
Intuizione della Gazzetta o solo fortuna? Dal bagno Biondetti all'Europarlamento dei grandi eletti
Il volo puntuale parte alle 10:40 per il viaggio che ci porterà dal nostro generale. Tu chiamale se vuoi emozioni come cantava il grande Lucio in tempi non sospetti. Ma le emozioni, in tutti questi anni non sono mancate a cominciare da quel non troppo lontano 2023 quando l'irresponsabile scribacchino di provincia, come si definisce lui, ma non è cosi, direttore di tante Gazzette tra cui quella di Viareggio, Lucca e Garfagnana decide di presentare il libro del generale Vannacci. Un atteggiamento a dir poco contro corrente, quella corrente del mainstream votato al pensiero unico dominante nella quale tutti nuotavano, non sapendo che di li a poco avrebbero annaspato. Insomma una scommessa quella della presentazione al bagno Biondetti che di lì a poco avrebbe portato il generale Vannacci al parlamento dei grandi eletti, tanto per fare un po' di rima baciata. Quel parlamento europeo nel quale avrebbe dovuto misurarsi con avanzi di galera come al Salis che non solo avrebbero occupato posti appunto nel parlamento stesso, ma da quegli scranni avrebbe suggerito di occupare appartamenti sfitti o quanto si presentasse libero da inquilini. Dal Biondetti al parlamento dei grandi eletti con oltre 560 mila voti e non 500 mila come si tende a descrivere. Una scommessa vinta quella di Aldo Grandi e del nostro giornale che ci ha portato dalla provincia a Bruxelles proprio per seguire di persona con qualche inviato poco speciale la vita del nostro europarlamentare. Eh si, di europarlamentari non ne abbiamo avuti molti alle nostre latitudini e al di là del fatto che si possa pensare come lui dovrebbe essere un atteggiamento più riverente e riconoscente verso questo personaggio ma si sa profeta nemo in patria...
Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione…
La Gazzetta del Serchio: cambia il dominio in .net e così anche la posta elettronica, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prima o poi sarebbe potuto e, magari, anche dovuto accadere. La Gazzetta del Serchio così come la Gazzetta di Viareggio e anche la Gazzetta di Massa Carrara hanno cambiato il proprio dominio passando da .it a .net Di conseguenza anche la posta elettronica ha visto modificarsi in
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
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Il vero, unico vaccino contro questa epidemia lo ha scovato chi cerca di andare oltre l'apparenza e, soprattutto, si occupa di curare i danni che questi dementi elevati a sapienti hanno provocato e stanno provocando. Gli psicologi e gli psichiatri, almeno quelli che hanno la schiena dritta, autonomia di pensiero e indipendenza di giudizio, hanno scoperto che c'è un solo modo per difendersi dal virus: smettere di guardare la televisione e di leggere i giornali, soprattutto quelli istituzionali o istituzionalizzati. E' una ricetta che, alla luce dell'esperienza maturata in questi mesi, ha dato i suoi frutti con pazienti che, sia pure a fatica, si sono liberati di fobie, paure, ansie, frustrazioni e limiti alla propria capacità di giudizio. Si tratta di una cura che richiede, certamente, applicazione, ma che, come ha spesso sottolineato la nostra psicologa del Das, Manuela Giuliani, produce effetti positivi e liberatori. E' stato, cioè, appurato che, specialmente durante il lockdown, ma anche adesso, rimanere davanti alla Tv che bersaglia costantemente le menti e la vista con servizi sulla emergenza Covid-19 provenienti da tutto il mondo, altro non fa che aumentare i livelli di ansia e di negatività. Non più di dieci minuti al giorno bisognerebbe stare ad ascoltare notizie sul Coronavirus, oltre si rischia il black-out e il soffocamento da ansia cronica.
Noi, nei primi anni Ottanta, facemmo una scelta sull'onda dei libri che, in quegli anni, denunciavano il potere devastante della televisione, la sua capacità di manipolazione delle coscienze e delle menti, la straordinaria adattabilità dell'individuo al piccolo schermo senza alcuna possibilità di partecipazione attiva e critica, ma soltanto passiva. E da allora, orgogliosamente, non guardiamo la Tv, tantomeno i telegiornali che ci fanno, semplicemente, schifo. In poche decine di secondi giornalisti (?) devono spiegare cose che richiederebbero riflessione e confronto. Invece si consuma tutto, si passa dallo sport alla morte, dalle bombe al virus con una facilità esagerata e sproporzionata all'importanza dei temi. E' il fallimento della comunicazione, divenuta una forma di tossicodipendenza ancora più letale, per lo spirito ma anche per il corpo, di una qualsiasi droga.
Smettere, quindi, di guardare la Tv e cessare di leggere i giornali c he sono, nella stragrande maggioranza, servi del potere e del pensiero unico dominante che non è una imposizione dall'alto, ma una sorta di autocensura che spinge molti colleghi a non porsi domande e a seguire una sorta di Bignami dell'informazione dove tutti fanno da sempre le stesse cose senza sforzarsi di provare a seminare il dubbio, la curiosità, la fiducia, l'ottimismo. Al contrario, si cerca di aumentare i livelli di paura per seminare panico e allarme e vendere qualche copia in più. Quindi, prima cosa, evitare di acquistare i giornali cartacei. In particolare quelli del mainstream che sono tutti tranne poche eccezioni e non c'è davvero bisogno di fare nomi.
Vedrete, allora e la prova ce l'ha fornita la dottoressa Giuliani, che le persone piano piano recuperano una propria forma di autodeterminazione e di autonomia di pensiero e di giudizio, si pongono domande, cercano risposte, non accettano supinamente le verità rivelate. Anzi. E allora iniziano a chiedersi quale sia il senso di certe misure decise da un Governo di impediti che ci sta conducendo verso una devastazione sociale, economica e morale dalla quale rischiamo di non alzarci più. Che senso ha, ad esempio, chiudere i locali e i ristoranti alle 22? Che, forse, dopo quell'ora il Coronavirus si diffonde più facilmente? E i ristoratori cosa dovrebbero fare di fronte a commensali che alle 21.45, magari, non hanno ancora terminato il dolce e saranno colpiti da attacchi di ansia con agenti della polizia municipale - i primi e sempre presenti - carabinieri e polizia con aggiunta dell'esercito, impegnati a far rispettare l'orologio.
E qual è il senso di mettere in quarantena una intera classe compresi gli insegnanti e chi più ne ha più ne metta, per la positività, con bassa carica virale, di un solo alunno? Non si domanda quel genio del ministro Azzolina - un'altra che, a nostro avviso, starebbe bene a fare la cassiera negli autogrill delle autostrade con tutto il rispetto per la categoria che si fa un mazzo tanto dalla mattina alla sera e non sappiamo come fa - come possono restare aperte le scuole se gli insegnanti vengono messi a casa e a rimetterci non è solo una classe, ma un insieme di classi? Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la scuola è allo sfascio. Non esiste più. E' finita. Ed è quello che volevano, distruggere la formazione delle nuove generazioni per renderle simili ai replicanti di Blade Runner: senza memoria e senza passato, senza alcuna identità di nessun genere.
Provate, gente, ad evitare la Tv, a non leggere i quotidiani a riscoprire l'importanza del dialogo, del confronto, della lettura, della scrittura, della ricerca di ciò che va al di là della superficie delle cose. Guardate dentro voi stessi e abbandonate l'idea che la tecnologia possa sopperire e sostituirsi alla ricerca della felicità. Essere felici, avere un futuro, scoprire passione ed entusiasmo non è scontato. E' una lunga ricerca, costante, che va alimentata giorno per giorno. La felicità non è un diritto, casomai una conquista, almeno quelle poche volte che si riesce a provarla. Ogni affermazione, ogni successo, ogni sensazione di soddisfazione è frutto di impegno, fatica, lavoro, autodisciplina. Non fatevi abbindolare dalla Tv e dai programmi rubbish, immondizia, che, ormai, diffonde a piene mani.
Cercate dentro voi stessi la vostra strada e date voi un senso alla vostra vita.
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Forse non tutti si stanno rendendo conto di ciò cui stiamo andando incontro e di che cosa sta per accadere. Questa finta emergenza sanitaria, questa malattia pressoché inesistente attualmente e con una carica virale che non ha ucciso nessuno in queste ultime settimane se non qualche persona che era, ormai, sull'orlo del precipizio, sta producendo una conseguenza inimmaginabile e devastante: sta per produrre danni irreparabili nelle nuove generazioni e, in particolare, in tutti coloro che, da lunedì, frequenteranno le scuole. Bambini che, a scuola, potranno essere accompagnati da un solo genitore per evitare assembramenti; che dovranno indossare la mascherina fino a quando non si metteranno a sedere al proprio banco nemmeno si trattasse di una pestilenza; ogni giorno dovrà essere indossata una mascherina diversa quindi 340 mascherine a testa per tutto l'anno o giù di lì; gli alunni non potranno togliersi la mascherina se non quando lo dirà l'insegnante; se piove e diluvia, vedi, ad esempio, la scuola media Carducci nel centro storico, ciccia: si resta fuori all'acqua sempre e comunque; niente pausa di ricreazione, la merenda si consuma al banco e dopo essersi lavate le mani; niente posti fissi a sedere, ma cambio ogni 15 giorni, un po' come il gioco dei quattro cantoni; obbligo di igienizzare le mani ad ogni rientro in classe; niente abbracci, distanza minima, aria a turno, mani pulite, obbligo della mascherina.
Questa non è la scuola, questa è la società dell'igienizzazione. Spaventosa. Orwell non avrebbe saputo fare di meglio. E attenzione, così facendo si inizia, sin da piccoli, a reprimere bisogni e istinti ancestrali per cui, alla fine, la psiche ne risentirà al punto che cresceranno generazioni che necessitano di assistenza psicologica sin da subito. Siamo alla follia pura e la colpa è del tecnicismo burocratico e della deresponsabilizzazione che, ormai, avvolgono e devastano questa società dove nessuno ha più voglia di assumere responsabilità attinenti il proprio ruolo, né i genitori, né gli insegnanti, né i sacerdoti.
Non a caso questi ultimi non celebrano funzioni religiose se non su prenotazione, se non a distanza dai fedeli, se non lontano da chi soffre. Alla fine questi ministri di dio sono diventati, in realtà, dei semplici funzionari di una burocrazia senza spirito e senza anima. E guardate gli insegnanti, i quali, in fondo, lo stipendio a fine mese lo prendono lo stesso. Non potranno portarsi i compiti a casa, dovranno fare tutto in classe, non avranno alcun potere decisionale, saranno solo dei meri esecutori di misure volute da infettivologi, virologi e gente che vive nei laboratori. I genitori, poi, peggio ancora: avendo loro stessi paura da farsela addosso, sono ben contenti che i figli vengano tenuti come degli ergastolani sotto regime di 41 bis o quasi. Importante non è il loro sviluppo emotivo, ma che non rischino il contagio. Di chissà cosa, poi, visto che sono proprio loro quelli che non hanno nulla da temere.
Già, ma devono sacrificarsi per i più anziani, per gli adulti. Ma che cazzo di società è una società in cui le giovani generazioni vengono messe sotto chiave perché accusate di essere all'origine delle malattie che possono affliggere i più anziani? Ennesima dimostrazione non solo dell'invecchiamento della nostra società, ma del fatto che i giovani non hanno né avranno futuro o capacità di agire fuori dalle righe prescritte da altri sin dalla più tenera età. La società dell'obbedienza.
Noi non abbiamo figli, ma se anche li avessimo, in questa scuola non ce li manderemo mai. Questa non è una scuola, questa è una fabbrica di infelici gestita da personaggi frustrati la cui autonomia di pensiero e indipendenza di giudizio sono andati a puttane da un pezzo complice questo regime di terrore che hanno imposto.
Attenzione, ecco l'ultima: se un bambino-alunno-studente si prende la febbre - e di inverno è abbastanza normale - dovrà attendere tre giorni prima di rientrare a scuola. Con sintomi quali tosse e raffreddore o mal di gola il ragazzo deve stare a casa. Vai con la pacchia! Aule vuote e tamponi a raffica senza senso.
Questa è la società della pazzia, dell'ignoranza, del gregge di pecore che ha bisogno di avere un cane da seguire altrimenti finisce nel burrone.
Invece di ribellarsi - le mamme, gli insegnanti, i sacerdoti - a questa dittatura sanitaria che ammazza la solidarietà e espande la solitudine di ciascuno, questi soggetti una volta determinanti hanno rinunciato a essere quel che erano sempre stati. E sono diventati marionette, buffoni, eunuchi. Aveva ragione Ida Magli, tutta colpa del prevalere nella nostra società e nella nostra scuola dell'elemento femminile. L'uomo ha rinunciato ad esistere e la donna non è in grado di sostituirlo.
Doti come il coraggio, l'ardire, la determinazione, la volontà, la ribellione, l'indipendenza, l'osare sono spariti dal vocabolario degli esseri umani in nome di un politicamente corretto che non ammette differenze, ma soltanto eguaglianze fittizie che con la natura umana non hanno alcunché a che fare.
Andrà tutto bene? Ridicoli. E' già andato tutto male.