Ce n'è anche per Cecco a cena
Intuizione della Gazzetta o solo fortuna? Dal bagno Biondetti all'Europarlamento dei grandi eletti
Il volo puntuale parte alle 10:40 per il viaggio che ci porterà dal nostro generale. Tu chiamale se vuoi emozioni come cantava il grande Lucio in tempi non sospetti. Ma le emozioni, in tutti questi anni non sono mancate a cominciare da quel non troppo lontano 2023 quando l'irresponsabile scribacchino di provincia, come si definisce lui, ma non è cosi, direttore di tante Gazzette tra cui quella di Viareggio, Lucca e Garfagnana decide di presentare il libro del generale Vannacci. Un atteggiamento a dir poco contro corrente, quella corrente del mainstream votato al pensiero unico dominante nella quale tutti nuotavano, non sapendo che di li a poco avrebbero annaspato. Insomma una scommessa quella della presentazione al bagno Biondetti che di lì a poco avrebbe portato il generale Vannacci al parlamento dei grandi eletti, tanto per fare un po' di rima baciata. Quel parlamento europeo nel quale avrebbe dovuto misurarsi con avanzi di galera come al Salis che non solo avrebbero occupato posti appunto nel parlamento stesso, ma da quegli scranni avrebbe suggerito di occupare appartamenti sfitti o quanto si presentasse libero da inquilini. Dal Biondetti al parlamento dei grandi eletti con oltre 560 mila voti e non 500 mila come si tende a descrivere. Una scommessa vinta quella di Aldo Grandi e del nostro giornale che ci ha portato dalla provincia a Bruxelles proprio per seguire di persona con qualche inviato poco speciale la vita del nostro europarlamentare. Eh si, di europarlamentari non ne abbiamo avuti molti alle nostre latitudini e al di là del fatto che si possa pensare come lui dovrebbe essere un atteggiamento più riverente e riconoscente verso questo personaggio ma si sa profeta nemo in patria...
Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione…
La Gazzetta del Serchio: cambia il dominio in .net e così anche la posta elettronica, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prima o poi sarebbe potuto e, magari, anche dovuto accadere. La Gazzetta del Serchio così come la Gazzetta di Viareggio e anche la Gazzetta di Massa Carrara hanno cambiato il proprio dominio passando da .it a .net Di conseguenza anche la posta elettronica ha visto modificarsi in
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
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Dicono che le Gazzette siano di destra, dimenticandosi che pubblichiamo tutto quello che ci inviano, provenga esso da destra o da sinistra. Così come abbiamo fatto, oggi, con il comunicato inviatoci da Potere al Popolo sezione di Lucca. In questa nota Potere al Popolo si scaglia contro coloro che, a suo giudizio, stanno zitti e non dicono alcunché in merito alle vicende giudiziarie che hanno interessato il comune di Vagli e, nella fattispecie, un presunto appoggio che lo stesso Puglia avrebbe dato alla Lega organizzando iniziative tra cui una cena a cui avrebbero partecipato i vertici del partito di Salvini. Il tutto a favore del candidato consigliere regionale Elisa Montemagni. Noi conosciamo quest'ultima e ci è sempre sembrata una persona perbene quindi, ci pare davvero strano che possa avere avuto a che fare con Mario Puglia e con il suo modo di intendere la politica e gestire la pubblica amministrazione. Ma non è questo il punto. Il punto è che secondo quanto la stessa Montemagni ha voluto specificare, non soltanto lei non ha mai avuto a che fare con Mario Puglia e questi potrebbero essere problemi suoi, ma non c'è mai stata alcuna cena cui hanno preso parte i vertici della Lega per sponsorizzare la sua elezione. E qui, allora, qualcuno mente e poiché le... accuse e le dichiarazioni le hanno fatte quelli di Potere al Popolo, bene, se hanno onestà intellettuale che dimostrino quello che dicono.
Tanto per essere chiari, dimostrino che Elisa Montemagni ha avuto rapporti politici con Mario Puglia, che la Lega è stata sponsorizzata da una cena in occasione delle ultime elezioni con cento persone cui avrebbe preso parte la stessa Montemagni. Se non dimostreranno quello che hanno scritto, saranno soltanto dei bugiardi per quello che ci riguarda diamo loro tre giorni di tempo per mandarci una prova concreta altrimenti sulle pagine delle nostre Gazzette non vedranno più una sola riga pubblicata. E possono stare tranquilli, anche se non si firmano mai se non col una generica sigla 'Palp' che questo avverrà. Non ama, chi scrive, essere preso per il deretano e, soprattutto, non ama che i suoi giornali vengano utilizzati strumentalmente per sputtanare personaggi politici di qualsiasi parte.
A questo punto, ci pare ovvio che dipende tutto da Palp: o ci mandano una prova della cena e del sostegno politico dato alla Lega da Mario Puglia e da sue iniziative, oppure ci penseremo noi a bannarli definitivamente.
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In attesa di comparire nell'aula del tribunale di Lucca in via Galli Tassi lunedì alle 12 per rispondere dell'accusa di diffamazione nei confronti di Laura Boldrini, attuale parlamentare e, all'epoca dei fatti, terza carica dello stato nonché presidente della camera dei deputati, assistiamo, increduli e disgustati a quanto sta avvenendo nel nostro sfasciato Stivale ad opera di un Governo privo di logica, intelligenza e animato solamente dalla paura di perdere quel consenso che non ha più e, soprattutto, le poltrone che garantiscono lauti (sic!) stipendi a fine mese. Come avrete visto, le Gazzette volutamente ignorano di sparare i dati sul Covid-19 - che nessuno più chiama Coronavirus, chissà mai perché - compresi nomi e cognomi dei morti. Lo lasciamo fare ai giornali, solo alcuni per fortuna, cartacei che hanno bisogno di vendere qualche copia in più giocando sulla paura e sulle debolezze della gente e inserendo a caratteri cubitali queste pseudonotizie sulla locandina acchiappa citrulli. Noi, ormai, non siamo più né citrulli né, in particolare, desideriamo acchiapparne. Anzi. Se una colpa abbiamo, è quella di provare in tutti i modi a far ragionare le persone annientando ogni stimolo ad ansia e angoscia. Queste ultime, secondo psicologi, psichiatri e psicoanalisti - ma anche semplici farmacisti - stanno producendo danni spaventosi, duraturi e irrimediabili. Come avrete appreso, la Toscana sarà gialla da domenica 20 dicembre fino alla mezzanotte del 23 dicembre. Sappiamo, infatti, che il virus ha deciso di contagiare a partire dalla vigilia di Natale e di concedere tre giorni di tregua fino ad allora. Roba da pazzi che se ce lo avessero detto quarant'anni fa avremmo rovesciato il paese mentre oggi ce la facciamo sotto e accettiamo tutti i soprusi e le violazioni o restrizioni della libertà personale. Arriverà, però, dicono gli esperti virologi che guadagnano assai più delle povere partite Iva e dei ristoratori considerati, ormai, una inutile ruota di scorta, il vaccino che risolverà tutti i problemi e consentirà di poter tornare a fare una vita tranquilla.
Ora, a prescinere dal fatto che non ci crediamo assolutamente nel senso che, sicuramente, oltre al vaccino continueranno a obbligarci a indossare la mascherina, mantenere il distanziamento sociale, ridurci al contenimento e via di questo passo. C'è, poi, da aggiungere che dopo aver sentito alcune delle parole pronunciate da Domenico Arcuri, supercommissario destinato a governare le nostre esistenze, il nostrio rifiuto si è fatto ancora più acceso: Convincere gli italiani che vogliono vaccinarsi. Questa frase, ebbene sì, ci ha scosso. L'abbiamo ascoltata alla radio e ci domandiamo come sia possibile che un uomo con tali poteri abbia pronunciato un simile periodo grammaticale. Come si fa a convincere chi ha già deciso di vaccinarsi? Per noi, un motivo in più per non farlo. E non lo faremo.
Saremo quello che siamo sempre stati: dei disobbedienti o, come diceva nostra madre ai tempi in cui la lingua italiana cresceva e si sviluppava anche tra il popolo, disubbidienti. Ricordiamo l'inverno del 1988. Eravamo a Taranto, durante il Car presso l'Aeronautica Militare. Ne abbiamo viste di tutti i colori, ma ricordiamo il giorno della puntura, quella classica che facevano sul petto e che avrebbe dovuto proteggere, particamente, da tutto. Noi non avevamo grane intenzione di farla, ma ci mettemmo al seguito degli altri in attesa di entrare e farci 'marchiare'. Non ricordiamo bene per quale ragione, fatto sta che nel caos tipico degli italiani in grigioverde, ci venne domandato, sull'uscio, se avevamo già fatto la puntura oppure no. Fu questione di un attimo, un riflesso immediato: dalla bocca ci uscì un sì che non ammise risposte e ce ne tornammo in camerata.
Negli anni a venire avremmo potuto, nonostante la giovane età, sottoporci al classico vaccino influenzale che si fa - chi lo vuol fare - a ogni inizio di stagione autunnale. Non lo abbiamo mai fatto né, mai, lo faremo. Ad esso, siamo pazzi, probabilmente, ma non ci interessa, preferiamo, tre volte la settimana, un bagno con annessa nuotata nelle acque del mare senza muta e soltanto con un cappuccio da sub. Lo consigliamo vivamente: è un fortissimo antidepressivo, stimola la produzione di adrenalina, migliora la circolazione e fa perdere grassi. Previa visita medica, può essere, anche per soli pochi minuti, un antidoto alle malattie invernali.
A parte tutto questo, anche la Dory, 96 anni il 25 aprile, Covid o non Covid, non si vaccina più e affronta la vita con quel senso di seraficità che permette di comprendere come essere prudenti ed evitare le sfide assurde e i gesti sconsiderati in tempi di pandemia, possa essere una valida difesa. "Ho conosciuto i tedeschi" dice e peggio di loro non ce n'è conclude. Come darle torto?
Tornando al vaccino, ecco qua che annunciano l'arrivo imminente di milioni di dosi. Chissà che profitti per le case farmaceutiche a parte il fatto che, nelle ridicole, precedenti epidemie come la suina, l'aviaria, la Sars-1, milioni e milioni di vaccini sono andato inutilizzati e giacciono chissà dove abbandonati, ma pagati profumatamente.
Ebbene, noi non ci vaccineremo. Non ne sentiamo il bsogno non ne sentiremo la mancanza. Non ci interessa sapere se il farlo può causarci degli effetti colaterali. Non lo vogliamo fare punto e basta. Perché se cominciamo col farne uno, andando avanti nel tempo chi ci dice che non dovremo farne chissà quanti altri? E poiché ci sembra che questo virus sia tutt'altro che mortale così come vogliono farci credere, ebbene, che il vaccino lo faccia chi ha paura di morire o chi pensa che con esso si possa vincere ogni paura. Così, purtroppo, non è e i nostri politicanti da strapazzo lo sanno benissimo come lo sanno anche psichiatri, psicologi e psicoterapeuti che non sanno più come fare con le loro agende piene zeppe di appuntamenti.
Guardatevi in giro. Cosa vedete? Vediamo il terrore, la diffidenza, il disprezzo, la rabbia nei volti di centinaia di persone che incontriamo o che vediamo passarci davanti, a piedi o in auto, con tanto di mascherine tese a coprire tutto, in realtà una sorta di burqa terapeutico del nuovo ordine mondiale.
Noi non siamo negazionisti, sarebbe folle e studipo esserlo. Ma nemmeno prendiamo per oro colato quello che, a tutti gli effetti, è diventato uno strumento di riorganizzazione planetaria che mira a privare i popoli degli ultimi residui di sovranità a pro di élites finanziarie che gestiscono il mondo e l'umanità a piacimento.
Arcuri e il suo entourage prezzolato vorranno costringerci a vaccinarsi, lo sappiamo bene. Anzi, aumenteranno il livello di pericolosità e di allarme, diffonderanno attraverso i media addomesticati e istituzionalizzati la paura a quattro ganasce. Fino a quando la gente non ne potrà più e non riuscirà a reggere i livelli di stress. Ci verrà posto sui piatti della bilancia l'alternativa tra il poter uscire a prendere un po' d'aria o anche un caffè o andare al ristorante e, senza vaccinarsi, il dver continuare a restare in casa chiusi e blindati. O come in Canada, dove hanno proposto, addirittura, di realizzare dei campi di contenimento per accogliere i disobbedienti.
Noi, state sereni, continueremo ad essere quello che siamo sempre stati: le sentinelle di un fortino sempre più assediato: quello di chi non si rassegna allamediocrità e alla omogeneizzazione di una classe digerente lontana anni luce da coloro che dovrebbe rappresentare.