Ce n'è anche per Cecco a cena
Intuizione della Gazzetta o solo fortuna? Dal bagno Biondetti all'Europarlamento dei grandi eletti
Il volo puntuale parte alle 10:40 per il viaggio che ci porterà dal nostro generale. Tu chiamale se vuoi emozioni come cantava il grande Lucio in tempi non sospetti. Ma le emozioni, in tutti questi anni non sono mancate a cominciare da quel non troppo lontano 2023 quando l'irresponsabile scribacchino di provincia, come si definisce lui, ma non è cosi, direttore di tante Gazzette tra cui quella di Viareggio, Lucca e Garfagnana decide di presentare il libro del generale Vannacci. Un atteggiamento a dir poco contro corrente, quella corrente del mainstream votato al pensiero unico dominante nella quale tutti nuotavano, non sapendo che di li a poco avrebbero annaspato. Insomma una scommessa quella della presentazione al bagno Biondetti che di lì a poco avrebbe portato il generale Vannacci al parlamento dei grandi eletti, tanto per fare un po' di rima baciata. Quel parlamento europeo nel quale avrebbe dovuto misurarsi con avanzi di galera come al Salis che non solo avrebbero occupato posti appunto nel parlamento stesso, ma da quegli scranni avrebbe suggerito di occupare appartamenti sfitti o quanto si presentasse libero da inquilini. Dal Biondetti al parlamento dei grandi eletti con oltre 560 mila voti e non 500 mila come si tende a descrivere. Una scommessa vinta quella di Aldo Grandi e del nostro giornale che ci ha portato dalla provincia a Bruxelles proprio per seguire di persona con qualche inviato poco speciale la vita del nostro europarlamentare. Eh si, di europarlamentari non ne abbiamo avuti molti alle nostre latitudini e al di là del fatto che si possa pensare come lui dovrebbe essere un atteggiamento più riverente e riconoscente verso questo personaggio ma si sa profeta nemo in patria...
Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione…
La Gazzetta del Serchio: cambia il dominio in .net e così anche la posta elettronica, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prima o poi sarebbe potuto e, magari, anche dovuto accadere. La Gazzetta del Serchio così come la Gazzetta di Viareggio e anche la Gazzetta di Massa Carrara hanno cambiato il proprio dominio passando da .it a .net Di conseguenza anche la posta elettronica ha visto modificarsi in
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
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Che popolo di imbelli, sciocchi, stupidi, idioti che siamo. Tutti credevamo che con l'avvento di Mario Draghi, come per incanto, tutto sarebbe cambiato e, magari, tornato come prima. E questo solo perché Draghi, oltre ad essere un economista, sarebbe anche nelle grazie dei mandarini a capo degli organismi sovranazionali i quali, dopo aver massacrato le identità dei singoli paesi, adesso vogliono radere al suolo anche i popoli che li compongono. Peccato che monsieur Draghi altri non è se non un prodotto di quella finanza internazionale e di quei mercati che, loro sì, ormai, sovrani, gestiscono le nostre vite e l'intero pianeta in base a parametri studiati a tavolino o nei containers della Scienza senza nemmeno scendere in strada per vedere come sta la gente comune. E quest'ultima sta, è bene dirlo forte, di merda. I dati Istat sulla povertà nel nostro (dis)graziato stivale sono impietosi e, sicuramente, in difetto. E' passato un anno dal primo lockdown totale e che cosa è cambiato? Nulla, assolutamente zero e questo, a menti lucide e logiche dovrebbe già significare qualcosa. Invece no. Tutte pecore di un gregge di invertebrati che sta andando consciamente e allegramente verso il precipizio. Un anno nel corso del quale sono state distrutte decine di migliaia di aziende, sconvolti decine di migliaia di studenti, annientate decine di migliaia di persone che hanno perso tutto: dagli affetti alla libertà, dalla fiducia alla speranza, dal lavoro alla voglia di vivere. Sì, perché l'unico risultato di questa classe digerente che non sa essere dirigente, è quello di aver prodotto miseria, miseria e soltanto miseria.
L'altro giorno eravamo ai funerali di Vincenzo Placido dove, a dirla tutta e, probabilmente, con la scusa del virus, mancavano decine tra coloro che avrebbero dovuto, a nostro avviso, essere presenti. La famosa ipocrisia lucchese. Parlavamo col professor Marcello Pera e lui stesso ci faceva notare l'assurdità e la illogicità delle misure 'idiottate' con i vari Dpcm. Ci siamo stretti la mano, come sempre, perché una stretta di mano, di questi tempi, così come un abbraccio, valgono diecimila volte di più sia come effetto sia come scelta.
Vi avranno detto, gli imbecilli a un tanto al chilo che dall'alto della loro presupponenza e dal basso della loro ignoranza, che la colpa di questo anno senza risultati sul fronte Covid, è di noi tutti negazionisti e di chi - ma chi?, ma dove?, ma quando? - non ha indossato la mascherina, di chi ha scelto di andare a ballare questa estate, di chi ha deciso di non mantenere la distanza. Ovvio che sia così e sarà sempre peggio. L'anno prossimo diranno che la colpa è di chi non si è vaccinato. C'è sempre qualcuno - gli ebrei ne sono testimonianza - contro cui scagliarsi e da additare per le colpe di ciò che non va. La storia, purtroppo, non insegna niente e la paura di morire supera anche la necessità di dover capire.
Lo diciamo dall'inizio della pandemia: arriverà un momento in cui si dovrà decidere se il prezzo che paghiamo vale la pena continuare a pagarlo. Ebbene, ormai questo momento è arrivato e scaduto da un pezzo, ma chi ci governa ha deciso che non esiste un prezzo oltre il quale non si può andare. Anzi. Ha scelto consciamente che non esiste un prezzo che valga quello che sta succedendo con le restrizioni e le devastazioni prodotte dalle ridicole misure anticovid.
Del resto, se 11 milioni di persone quasi 12 ascoltano e guardano Sanremo, c'è da chiedersi come si possa pretendere che non guardino anche le trasmissioni h24 sul terrore sparso a piene mani per questo virus che contagia, ora, soprattutto, i più giovani, ma ammazza o fa star male solamente gli over.
365 giorni per essere di nuovo da capo senza nemmeno essersi resi conto di aver girato intorno. Parlano di ristori questi grandissimi e non aggiungiamo altro per non ricevere esposti dei soliti delatori all'ordine dei giornalisti. Noi abbiamo preso, in 12 mesi, 600+600+1000 e siamo partite Iva oltreché liberi professionisti. Quindi, per questi geni della stirpe noi avremmo dovuto campare un anno con 2 mila 200 euro, 20 euro e anche meno al mese. E il discorso vale per i ristoratori, per i gestori di locali pubblici, per i lavoratori dipendenti del settore privato a meno che non siano fortunati.
Non vale invece per gli statali o i parastatali, questa categoria protetta, soprattutto, a Roma dove decine di migliaia di parassiti sono in molti, ma molti di più degli organismi ai quali si attaccano per poter vivere. Nessuno che dica la verità: se tutti dobbiamo sacrificarci, bene, che si sacrifichino anche gli statali, che rinuncino per solidarietà ad un 20 per cento del proprio stipendio per aiutare gli altri, quelli che il 27 del mese sono, di questi tempi, soliti prenderlo sotto la coda.
Macché. Non lo fanno i politici perché dovrebbero farlo i dipendenti del settore pubblico. Così, è il paradosso che l'Italia che produce viene straziata mentre l'Italia che galleggia e consuma continua come se niente fosse.
Non abbiamo ancora sentito di suicidi da parte di gente che ha lo stipendio garantito a fine mese, mentre abbiamo letto di suicidi di persone che lo stipendio non lo hanno mai avuto per il semplice motivo che se lo sono sempre dovute andare a cercare senza sapere se lo avrebbero percepito o meno. Questo è il nostro paese, un paese che viaggia a due velocità con i privilegiati da una parte e i disperati dall'altra.
Quello che sta accadendo è di una devastazione epocale. Per un virus che uccide o che costringe in ospedale una minima parte della popolazione si impedisce a tutti di vivere e di poter lavorare per farlo. E' una vergogna. Non si può, con la scusa di salvaguardare la salute di pochi, mettere a repentaglio quella di tutti, bambini, adolescenti, adulti e anziani compresi.
Draghi? Non commentiamo perché di querele ne abbiamo già prese troppe, ma quando un uomo si assume la responsabilità di guidare un paese, o è disposto a metterci la faccia e a rovesciare tutto quello che ha visti fino a quel momento, oppure è meglio che resti dov'è, ossia alla corte dei mercati.
L'Italia è alla fame. E continuano a dire che il problema principale prima di pensare alla fame è il Covid. C'è gente che non sa come mangiare, che si indebita, che vende tutto anche quello che non ha, che non sa come pagare l'affitto, che non riceve la cassa (dis)integrazione da ottobre, che è disoccupata, che si vede portare via la casa e anche la vita e questi stronzi ci vengono a dire che debellare il virus è la condizione primaria per ripartire? Ipocriti. Adesso aspetteranno il rialzo delle temperature come l'anno scorso e diranno che il merito di essere tornati a respirare è stato delle loro misure restrittive. Dementi. Anche i neonati sanno che con il caldo i virus se ne vanno a dormire.
Noi non ci vacciniamo. L'altro giorno abbiamo ricevuto la telefonata di un medico il quale ci ha chiesto se la cara vecchia Dory Chimenti, 96 anni all'anagrafe, voleva essere vaccinata vista l'età e ne avrebbe avuto il diritto prima di tutti gli altri. Glielo abbiamo chiesto: la sua risposta è stata no grazie, tanto prima o poi devo morire. E lo ha detto lucida, consapevole che la vita non è eterna, che arriva il momento in cui bisogna avere il coraggio, se necessario, di vivere e anche di morire con dignità.
Perché devono essere i bambini, i giovani, a pagare un prezzo altissimo e rinunciare alla propria vita quando sono assolutamente immuni da ogni rischio nonostante il contagio? Non è giusto e lo diciamo per primi. Noi non abbiamo paura di morire anche perché, quando muore un figlio, la morte se non diventa una liberazione, poco ci manca. E noi questa esperienza l'abbiamo maturata sulla nostra pelle. Ma non è solo questo.
Non si possono chiudere le scuole, tenere i ragazzi chiusi in casa, impedire loro di fare sport e attività fisica, di socializzare, di frequentarsi, di innamorarsi. Ma voi, quando vi guardate allo specchio, la mattina, cosa pensate?
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Se qualcuno sperava che mister Mario Draghi avrebbe cambiato qualcosa beh, c'è soltanto da restare delusi. Il nuovo primo ministro avrebbe potuto e dovuto fare, se veramente voleva rappresentare una rottura rispetto al precedente sodalizio, l'opposto di ciò che era stato fatto fino al suo avvento: aprire tutto senza se e senza ma mantenendo le precauzioni minime, ma dando una spinta epocale al Paese che avrebbe, così, ripreso a vivere e, soprattutto, a respirare. Invece niente da fare. Tutto rinviato a marzo o, se proprio vogliamo dirla tutta, a quando il sole e il clima consentiranno di osare senza troppi rischi. Del resto siamo un popolo levantino come scriveva bene Giaime Pintor, e soltanto in determinati periodi storici minoranze rivoluzionarie riscattano la mediocrità del resto del tempo. Oggi, in questi tempi così mediocri e omogeneizzati, non solo non ci sono rivoluzionari nel reale senso della parola, ma nemmeno uomini che sappiano prendersi le proprie responsabilità. Tutto è demandato a re algoritmo, ogni decisione subordinata a parametri matematici dove l'essere umano e il libero arbitrio non trovano alloggio figuriamoci residenza. Che strano: questo popolo di pecore vede in Draghi il messia senza nemmeno rendersi conto che di messia, ammesso che sia esistito, ce n'è stato uno solo e, tanto per ringraziarlo, lo hanno messo in croce. Noi non ci facciamo illusioni: questa assurda emergenza sanitaria ha distrutto le fondamenta della società e ciò che resterà saranno soltanto rovine.
Diranno che siamo pessimisti, disfattisti, ma nessuno può venirci ad insegnare la Storia. Noi agli algoritmi e ai logaritmi abbiamo sempre preferito l'esperienza diretta, la pratica alla teoria, la concretezza all'astrattismo. Vediamo in giro fondi sfitti, disoccupazione, gente che non sa più ridere, odio negli sguardi, diffidenza, paura, terrore, disperazione. Non c'è più lavoro e quando tornerà la possibilità di licenziare sarà una esplosione di devastazione interiore. La depressione incalza, le liti in famiglia aumentano a dismisura e hanno anche il coraggio di meravigliarsi? Crescono gli omicidi e le vittime sono, soprattutto, donne. Forse tra le pareti di casa l'esasperazione porta alla follia e allo scoppio della violenza incontrollata? Avete idea, voi che avete le chiappe sulla poltrona garantite da 12 mila euro al mese o anche da 8 mila cosa significa non avere più quello che si aveva, a malapena, fino ad un anno fa?
E avete mai pensato ai più giovani, ai ragazzi, che non possono fare più sport, singoli né di squadra, che non possono più andare a scuola, che restano ore davanti al computer come ebeti ad ascoltare non si sa bene che cosa. La scuola a distanza è una bestemmia. Non c'è più vita sociale, non c'è più complicità, non c'è più amicizia. Perfino scambiarsi un bacio è vietato, anche bere un aperitivo o scendere in strada e ballare è un atto punibile dalle forze del (dis)ordine alle dipendenze della classe dominante che, poi, è sempre la stessa ossia quella che detiene il potere economico-finanziario.
Aprire tutto aprite tutti poteva essere il grido di Draghi che avrebbe dato la carica per una rinascita. Invece nulla e in fondo perché investirlo di sembianze che non possiede? E' uomo della finanza internazionale, dei mercati, degli organismi sovranazionali, non può essere italiano per gli italiani. Oggi, in fondo, essere italiani non è più un privilegio e motivo di orgoglio: è un peso, una disgrazia, un inutile orpello.