Ce n'è anche per Cecco a cena
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
Anpi e avannotti del Nuovo Millennio contro il 'fascista' Roberto Vannacci, ma nemmeno una parola a favore di Israele per la strage del 7 ottobre
Toh, ci mancavano solo loro, gli irriducibili antifascisti dell'Anpi e dei collettivi non si sa bene di cosa di Nuova Resistenza e dell'Isi Barga. E' proprio vero che anco alle puci ni vien la tosse. Gli studenti, poi, quando c'è da fare casino invece di studiare, studiare e studiare come diceva Benedetto Croce, sono sempre in prima linea. Loro che si dichiarano antifascisti, antinazisti, difensori deglki ebrei sì, ma solamente il 27 gennaio Giornata della memoria, nemmeno hanno speso una sola parola dopo i 1400 ebrei massacrati da Hamas, i tagliagole foraggiati dall'Iran, il Paese dove i nostri cari studentelli con i nuovi... partigiani dell'età contemporanea finirebbero tutti appesi al muro e fucilati senza tanti complimenti. Bene, apprendiamo che sabato pomeriggio a Valdottavo ci sarà un presidio contro la presenza di una persona seria, di un uomo che ci ha messo sempre la faccia, che non si è mai tirato indietro, che ha giurato fedeltà alla Costituzione, che non si è mai detto fascista, tutt'altro. Se gli imbecilli volassero, effettivamente sabato potrebbero esserci problemi di visibilità nei pressi del teatro Cristofoco Colombo affittato a proprie spese da Yamila Bertieri consigliere comunale di minoranza la quale ha dovuto tirare fuori i soldi di tasca propria visto che l'attuale amministrazione comunale guidata dallo storico Patrizio Andreuccetti, tessera del Pd e segretario provinciale del partito di Elly Schlein - come fa uno storico ad essere iscritto ad un partito? - mai e poi mai le avrebbe concesso una sala per allestire l'evento...
Ecco perché la Gazzetta sta con gli ebrei e con Israele
Non ci sorprende questa campagna planetaria o quasi a favore dei palestinesi nei confronti di Israele, senza alcuna distinzione, da un lato, tra i tagliagole liberticidi di Hamas, Iran e Hezbollah da un lato e la democratica, occidentale, libertaria Israele. Conosciamo, ormai, da tempo le ipocrisie e le deformazioni dell'Ideologia verniciata di rosso e sappiamo bene che, già cinquant'anni fa, Lotta Continua, Potere Operaio, le Brigate Rosse, tutti i gruppuscoli della sinistra extraparlamentare, stavano con i palestinesi nonostante la strage di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Gli ebrei fanno comodo da sempre, sia quando si tratta di organizzare dei pogrom con cui decimarli, sia quando serve lustrarli un po' e strumentalizzarli in funzione antifascista e antinazista. Chissà, ora, come faranno politicanti ed amministratori da strapazzo a celebrare il 27 gennaio la giornata della memoria dedicata alla Shoah, quando non hanno nemmeno aperto bocca o scritto un rigo su quanto avvenuto il 7 ottobre 2023, un mese fa, in occasione del pogrom organizzato da Hamas e che ha prodotto la strage di oltre 1400 ebrei comprese donne e bambini, fatti a pezzi, bruciati, violentati, decapitati e rapiti. Perché, vedete, il problema sta proprio qui: troppo facile ricordarsi degli ebrei solamente quando si tratta di parlare di Auschwitz e Mauthausen, di Hitler e Mussolini, quando c'è da attaccare il neofascismo pressoché inesistente e inoperante, ma che fa tanto comodo alle Elly Schlein e alle Laura Boldrini. Nessuno, tra questi soloni verniciati di rosso fucsia ha il coraggio di ammettere che, oggi, l'unico pericolo esistente per il popolo ebraico sono gli arabi ossia i musulmani dei quali stiamo riempiendo l'Europa nemmeno fosse un paniere per la spesa. Nessuno che dice che i migliaia di atti antisemiti di queste ultime settimane sono opera non delle SS, della Gestapo o delle Brigate Nere resuscitate a nuova forza, bensì di tutti coloro che, arabi e fiancheggiatori, vorrebbero lo sterminio degli ebrei per il semplice fatto che esistono ed esiste lo stato di Israele. Chi divide gli ebrei da Israele, altro non fa che il gioco sporco di chi vorrebbe cancellare entrambi...
Due morti a Bruxelles uccisi da un terrorista islamico: li hanno fatti entrare e ora sono (ancora una volta) cazzi nostri
"Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno". Con queste parole l'attentatore tunisino di 45 anni ha commentato l'omicidio di due - il terzo è solo ferito - tifosi svedesi che, sfortunatamente, si sono trovati nel posto giusto - andavano a vedere la partita di calcio - nel momento sbagliato. Adesso chi andrà a spiegare ai figli, ai genitori, ai parenti delle due vittime che bisogna accogliere, sostenere, proteggere i milioni di musulmani immigrati che premono o hanno già premuto alle frontiere dell'Europa? Andateci voi ipocriti e farisei. Sappiamo bene per esperienza che i morti negli attentati dell'Islam non sono politici o ministri o parlamentari. Né a Roma, né a Parigi tantomeno a Bruxelles. Loro viaggiano con la scorta, vivono in case iperprotette e non stanno certamente in mezzo alla folla. Qualcuno, ora, dirà che è colpa di Israele e della sua reazione al massacro del 7 ottobre ad opera di Hamas. Già, perché gli ebrei, comprendetelo bene, piacciono solo se sono morti o, soprattutto, se non reagiscono e si fanno massacrare senza rispondere. Se, al contrario e contrariamente alla loro storia millenaria, si ribellano, allora diventano i carnefici. Questo è quello che sta accadendo all'Onu, nell'Unione Europea e in tutti gli organismi sovranazionali da sempre favorevoli all'Islam e ai paesi arabi al punto che hanno causato, con le loro politiche dell'accoglienza indiscriminata, una vera e propria invasione che sta piano piano, ma progressivamente, colonizzando il continente imprimendo una sorta di paralisi delle istituzioni e delle coscienze...
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Forse voi gente di poca anzi, nessuna fede, non ve ne rendete conto persi come siete a godere dell'unica valvola di sfogo che vi resta, quella del pallone o, per i più colti, della manifattura tabacchi a Lucca, delle vacanze estive in Versilia o sul litorale di Massa e Carrara o, ancora, in terra di Garfagnana. Se, però, accendeste un po' il cervello ammesso che ancora non lo abbiate ceduto o venduto all'ammasso, dovreste prestare molta attenzione a quello che sta accadendo in questi giorni e ai titoli e non soltanto che i giornalisti del mainstream stanno propinando sulle prime pagine dei quotidiani e delle Tv svenduti alla assoluta assenza di analisi critica. Ci stanno annunciando che i contagi sono in aumento, attenzione: in aumento senza specificare che i ricoveri sono in diminuzione per non parlare delle terapie intensive o dei decessi pressoché inesistenti e che se anche avvengono, colpiscono, come è sempre stato, persone con problematiche e patologie devastanti e che compromettono già la vita quotidiana dell'individuo. Ma a cosa serve cercare di far ragionare chi ha paura solo di morire e preferisce rinunciare a vivere? Alcuni virologi d'accatto ci mettono già in guardia sulla prossima ondata autunnale e come se non bastassero i danni psicologici già provocati, seminano, simili a profeti di sventura, previsioni catastrofiche a cui fanno seguito annunci di prossimi provvedimenti necessari da adottare nei confron ti di coloro che, bestiacce schifose, non osano vaccinarsi.
Qualcuno, ma siamo soltanto all'inizio, ha detto che gli studenti non vaccinati dovranno restare in dad mentre gli altri potranno e avranno, loro soli, il diritto di andare a scuola in presenza. Se non è persecuzione ai livelli delle leggi razziali del 1938 durante il fascismo, poco ci manca. E quel poco che ci manca verrà presto colmato se ci tocca leggere da più parti che chi non si vaccinerà dovrà essere sottoposto a tutta una serie di limitazioni che ne renderanno, praticamente, impossibile l'esistenza, una specie di lockdown mirato e personale che finirà per portarsi dietro anche, come era già stato ipotizzato mesi fa, la possibilità di avviare i renitenti alla politica vaccinale in appositi campi di concentramento.
Ciò che stupisce, tuttavia, in tutto questo, è il silenzio dei medici, degli ordini professionali i quali, supinamente, hanno accettato una politica di imposizione urbi et orbis di vaccinazione con la quale nemmeno loro sono unanimamente d'accordo. Anzi. Ne conosciamo personalmente diversi che consigliano di non vaccinarsi in privato, ma che, pubblicamente, sono costretti a dire di sì per non perdere il posto di lavoro.
A noi ricorda molto il periodo delle deportazioni ebraiche o sovietiche, dei Gulag o dei Mauthausen, l'anticamera della morte per chi non si adegua o non appartiene alla nuova razza eletta quella, appunto, che pur di poter andare in vacanza o non rischiare il posto di lavoro, rinuncia alla propria individualità e alle proprie certezze per non compromettere il cosiddetto très bien vivre ensemble come dicono i francesi o il quieto vivere come diciamo qui da noi.
Non so se vi siete accorti di come la gente inquisisce e domanda se siamo o meno vaccinati, quasi dipendesse da coloro che non si sono iniettati nelle vene l'Astra o lo Zeneca, la loro sicurezza e la loro possibilità di vita. Pensate un po' se i mass media cominciassero - e cominceranno statene certi - a mettere in giro anche solo l'ipotesi o la voce che l'aumento inevitabile in autunno del Covid sarà colpa dei non vaccinati. Altro che delazioni, altro che Anna Frank denunciata dai vicini di casa. Ci sarà la corsa a denunciare chi non vorrà farsi iniettare un siero che, buono o cattivo che sia, non può essere imposto senza che esista una oggettiva necessità di salute.
Perché ricordatevi che adesso vi dicono che dovete vaccinarvi altrimenti si riempiranno gli ospedali e il sistema andrà in til, ma non aggiungono che il ricorso ad una politica sanitaria dell'emergenza non può dipendere da una soggettiva analisi delle capacità ricettive del sistema sanitario, bensì dalla oggettiva letalità del virus, altrimenti se domani, in un sistema in cui la sanità pubblica dovesse essere ridotta al lumicino e i nosocomi cancellati o quasi, i governanti lo ritenessero opportuno, potrebbero costringere chiunque a sottoporsi a qualunque trattamento.
La verità è che la soglia della nostra libertà in quanto individui pensanti sta subendo un colpo devastante che non conoscerà un ritorno al come eravamo prima. Ci abbiamo riflettuto molto prima di arrivare a queste conclusioni e non passare, invece, per dei poveri visionari o dei negazionisti che non siamo né siamo mai stati. Siamo, al contrario, consapevoli che in una società in cui regna la deresponsabilizzazione spinta, chi osa pensare è visto sempre come un potenziale nemico e come una sicura fonte di problemi.
Per governare le masse la paura è l'ingrediente migliore, quella della morte, poi, anche se aleatoria, di sicuro effetto.
Siamo al 10 luglio e vorrei che faceste tesoro di quanto stiamo scrivendo mettendoci pure all'indice e sputandoci in faccia se avremo sbagliato. Se con 30 gradi all'ombra assistiamo ancora a sindaci come quelli di Viareggio, di Pietrasanta, di Porcari, di Borgo a Mozzano solo per citarne alcuni, che hanno rimosso il maxi-schermo in piazza per vedere la finale per paura dei contagi, potete immaginare che cosa saranno capaci di fare quando, con l'arrivo del freddo e dell'autunno, i contagi inevitabilmente cresceranno. Viviamo in un Paese di pavidi.
Siamo sicuri che i contagi aumenteranno e la colpa verrà assegnata a chi non si sarà vaccinato. E' sempre stato così. Bisogna trovare un colpevole che mascheri il fallimento di una politica sanitaria spaventosa che ha condotto soltanto all'arricchimento esasperato delle multinazionali della salute. Perché non rendersi conto che vaccinare non significa eliminare il contagio? Che il freddo favorisce i virus da sempre e che non si tratta di correre loro dietro ad ogni variante, ma di conviverci senza drammi e senza paure.
Durante la seconda guerra mondiale, quando Hitler e Mussolini sembrarono poter conquistare l'Europa, quando non sembravano esserci speranze di sorta, in un Paese, la Gran Bretagna, solo un uomo, Winston Churchill ebbe il coraggio di fare scelte impopolari rifiutando ogni accordo anche a costo di migliaia di vittime causate dai bombardamenti nazisti. Ebbene, oggi non c'è più un Churchill in giro per il mondo, ma soltanto eunuchi che non vogliono rischiare, che hanno paura di agire, che preferiscono adeguarsi all'omogeneizzazione globalista. Cosa sarebbe accaduto se Churchill avesse ceduto a chi voleva pace e sicurezza ed era contrario a una guerra senza tregua contro i tedeschi?
E oggi, pensateci, cosa accadrà a chi, come noi, non si vaccinerà non perché è negazionista o no-vax, ma perché ritiene che un vaccino sia indispensabile quando esiste, concretamente, una minaccia di morte impellente. Ebbene, nessuno può mettere in dubbio che questa minaccia è, al momento, completamente assente, ma se un Governo impone certe misure per obbligare il popolo a fare ciò che vuole, come potete credere che ci sarà chi sarà disposto a rinunciare a qualcosa per far prevalere la verità?
Resteremo soli e dovremo difenderci da soli. Attenzione, però, perché così facendo si rischia davvero di far precipitare il paese in una guerra civile senza fine dove la caccia a chi non sarà stato 'marchiato' sembrerà in tutto e per tutto simile a quella che, tanti anni fa, veniva condotta contro il popolo ebraico. E tutti sanno come andò a finire.
25 luglio - 8 settembre 1943: ecco perché noi non possiamo credere né fidarci della classe digerente
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L'ignoranza e la demenza giovanile che alberga nelle ultime generazioni cresciute all'insegna della tecnologia esasperata e dei social elevati a religione dell'anima e del corpo, non solo non sa che cosa accadde tra il 25 luglio e l'8 settembre 1943, ma, presumibilmente, nemmeno crede che il 1943 sia stato un anno, e che anno!, del nostro disgraziato passato e della nostra, ormai, dimenticata Storia nazionale. Per un popolo e in un paese dove la memoria e l'identità sono stati cancellati progressivamente in nome di un Grand Reset europeo e mondiale, economico e sociale, cosa volete che conti ricordarsi di cosa accadde in quella drammatica estate di 78 anni fa? Noi, invece, che ancora non ci siamo venduti il cervello all'ammasso e rivendichiamo il diritto e il dovere della conoscenza di ciò che siamo stati senza se e senza ma, leggevamo, in questi giorni anzi, rileggevamo per l'ennesima volta, un libro che, per la nostra crescita culturale e interiore, è stato fondamentale: 1943: l'8 settembre, scritto da Ruggero Zangrandi e pubblicato da Feltrinelli apparso negli anni Sessanta in più edizioni. Ehi, gioventù bruciata, sapete che cosa avvenne il 25 luglio 1943? Cadde il fascismo, ma mentre gli italiani festeggiavano per le strade incendiando e distruggendo tutto ciò che era testimonianza di una dittatura che aveva gettato il paese nella tragedia e nella rovina, qualcuno, proprio tra coloro che avevano fornicato con Mussolini sin dall'inizio, cercava di sopravvivere a spese, proprio, del popolo italiano ignaro di cosa sarebbe accaduto di lì a poco.
Il maresciallo Pietro Badoglio, colui che aveva beneficiato del Ventennio, che era complice di tutto ciò che era avvenuto né più né meno del duce, del re e di tutti i ministri fascisti, venne nominato dal re capo del governo e si affrettò a reprimere gli entusiasmi popolari annunciando, via radio, alla nazione che “la guerra continua”. Questo è stato il primo inganno perpetrato nei confronti degli italiani che, a detta del buonsenso e della sua classe dirigente, sarebbero stati protetti da quest'ultima in un momento così difficile. In realtà non si capiva né nessuno disse o spiegò contro chi la guerra doveva continuare se, contro gli Alleati o, magari, contro i tedeschi.
Gli italiani, che avevano patito lutti, distruzioni, fame, dittatura, pensarono fosse giunto il momento di alzare la testa e, finalmente, respirare aria di libertà con un nuovo governo che avrebbe dovuto, nella logica del buonsenso, concedere e permettere tutto quello che, il precedente, aveva negato per due decenni.
Non fu così. Al contrario, Badoglio incaricò polizia e carabinieri, i soliti bracci armati del potere nei momenti cruciali, di reprimere duramente ogni aspirazione collettiva, ogni assembramento, varando misure rigidissime che avrebbero evitare ogni tipo di aspirazione libertaria di un popolo che aveva sofferto e non voleva soffrire più. Furono migliaia le vittime di questa repressione poliziesca decisa da un governo corrotto e vigliacco i cui componenti altri non erano se non gli stessi che, durante il fascismo, avevano convissuto e adulato Mussolini.
Ma non fu tutto e non fu abbastanza. Furono intavolate in gran segreto, si fa per dire, e in maniera alquanto ipocrita e all'italiana, trattative con gli Alleati al fine di sganciarsi dal conflitto, ma sempre cercando di non far sapere nulla al tedesco alleato che immaginava, ma non riusciva a capire. Fino all'8 settembre 1943, quando la radio annunciò l'armistizio, quando, la mattina del 9, una lunghissima coda di auto portò il re, la famiglia reale, il governo fantoccio e i generali felloni, tutti fuggiaschi e traditori, sulla via Tiburtina in direzione Pescara per imbarcarsi, ad Ortona, e raggiungere il sud dell'Italia ormai liberato dagli Alleati. Lasciando, ovviamente, gli italiani, a se stessi, senza guida, senza direttive, senza qualcuno che fosse in grado di assumersi le responsabilità di governo.
Anche all'epoca i nostri governanti parlavano di prendersi cura del popolo, avevano imposto coprifuoco e divieto di assembramenti o riunioni per tutelare l'ordine pubblico e non irritare il tedesco sospettoso che, per 45 giorni, fece affluire ancora più divisioni di quante già non ne avesse e senza che il nostro Stato Maggiore aprisse bocca per protestare. Alla fine il re, il generale D'Ambrosio e il capo del Governo fantoccio Pietro Badoglio abbandonarono milioni di soldati sparsi in tutta Europa lasciandoli senza direttive alla mercé di un tedesco avvelenato per il tradimento subito. E con loro abbandonarono anche il paese.
Ebbene, da allora fu impossibile, per gli italiani, avere fiducia nella propria classe dirigente divenuta, anno dopo anno, sempre più digerente. E oggi, davanti a chi ci costringe, il 18 giugno con 30 gradi all'ombra o quasi, ad indossare le mascherine, è difficile credere che lo faccia per il nostro bene quanto, piuttosto, per un disegno particolare o per una ignavia e una paura che furono le medesime di tanti anni fa.
Perché, caro lettore, accade sempre questo, a queste latitudini, e cioè che nei momenti cruciali della Storia, i politicanti da strapazzo e la classe digerente senza orgoglio né dignità, mai pensa al popolo, bensì a salvarsi e a nascondere, finché può, i reali termini della situazione, proprio per non correre il rischio di far conoscere alla gente quello che la gente, purtroppo, non deve sapere.
Così, oggi, il Covid è diventato il grimaldello con cui aprire definitivamente, per mezzo della paura, gli animi e le resistenze di chi non può cedere la propria indipendenza di giudizio e l'autonomia di pensiero a un tanto al chilo. Come ha magistralmente scritto nell'articolo di apertura Marina Mascetti, allieva della grandissima Ida Magli, vogliono ridurci allo stato vegetativo, costringerci a rinunciare ad ogni libertà in cambio della promessa, fasulla, della salvezza dal virus e della vita eterna. Stronzate.
A ottobre 2021 ricominceranno le vessazioni e la tortura delle mascherine ammesso che ce le tolgano il 15 agosto. Ci dicono che solo il vaccino e le regole rispettate hanno permesso al virus di lasciarci in questi mesi, mentre anche il porco sa che con 30 gradi ogni virus influenzale se ne va a p.....e.
Con l'autunno torneranno le paure e le precauzioni e la colpa sarà, vedrete, di chi, come noi, non si è vaccinato e non perché non creda nell'esistenza del virus, ma perché non crede nella sua letalità e, soprattutto, crede sia diritto di ognuno scegliere come deve e vuole morire.
Il potere ha sempre in serbo un 25 luglio e un 8 settembre, è nella sua natura e sempre utilizzerà i suoi 'servi' per reprimere ogni istanza di libertà anche la più giusta. Non dimenticate che le forze di polizia del fascismo, salvo sporadiche e inevitabili eccezioni, non vennero mai epurate e gli stessi che avevano servito fedelmente il duce servirono, altrettanto fedelmente, la Repubblica antifascista. Questa non è politica, è storia.
Non ci fidiamo perché non ci possiamo fidare, perché la stupidità di questa classe digerente fa il paio con l'idiozia delle misure anticovid. Ma attenzione, il Potere accetta la contestazione fino a quando non sceglie di stroncarla e quando ciò accade - e accade sempre prima o poi - non c'è spazio per nessuno. Maschereranno la loro vigliaccheria scambiandola per protezione verso gli altri, ma sarà soltanto l'ennesimo 8 settembre.