Ce n'è anche per Cecco a cena
Intuizione della Gazzetta o solo fortuna? Dal bagno Biondetti all'Europarlamento dei grandi eletti
Il volo puntuale parte alle 10:40 per il viaggio che ci porterà dal nostro generale. Tu chiamale se vuoi emozioni come cantava il grande Lucio in tempi non sospetti. Ma le emozioni, in tutti questi anni non sono mancate a cominciare da quel non troppo lontano 2023 quando l'irresponsabile scribacchino di provincia, come si definisce lui, ma non è cosi, direttore di tante Gazzette tra cui quella di Viareggio, Lucca e Garfagnana decide di presentare il libro del generale Vannacci. Un atteggiamento a dir poco contro corrente, quella corrente del mainstream votato al pensiero unico dominante nella quale tutti nuotavano, non sapendo che di li a poco avrebbero annaspato. Insomma una scommessa quella della presentazione al bagno Biondetti che di lì a poco avrebbe portato il generale Vannacci al parlamento dei grandi eletti, tanto per fare un po' di rima baciata. Quel parlamento europeo nel quale avrebbe dovuto misurarsi con avanzi di galera come al Salis che non solo avrebbero occupato posti appunto nel parlamento stesso, ma da quegli scranni avrebbe suggerito di occupare appartamenti sfitti o quanto si presentasse libero da inquilini. Dal Biondetti al parlamento dei grandi eletti con oltre 560 mila voti e non 500 mila come si tende a descrivere. Una scommessa vinta quella di Aldo Grandi e del nostro giornale che ci ha portato dalla provincia a Bruxelles proprio per seguire di persona con qualche inviato poco speciale la vita del nostro europarlamentare. Eh si, di europarlamentari non ne abbiamo avuti molti alle nostre latitudini e al di là del fatto che si possa pensare come lui dovrebbe essere un atteggiamento più riverente e riconoscente verso questo personaggio ma si sa profeta nemo in patria...
Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione…
La Gazzetta del Serchio: cambia il dominio in .net e così anche la posta elettronica, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prima o poi sarebbe potuto e, magari, anche dovuto accadere. La Gazzetta del Serchio così come la Gazzetta di Viareggio e anche la Gazzetta di Massa Carrara hanno cambiato il proprio dominio passando da .it a .net Di conseguenza anche la posta elettronica ha visto modificarsi in
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
- Scritto da Redazione
- Ce n'è anche per Cecco a cena
- Visite: 37
La costituzione italiana, carta straccia ormai con cui, sistematicamente, la Sinistra e anche la destra al seguito si sciacquano la bocca e si puliscono il fondoschiena un giorno sì e l'altro pure, dice, all'articolo 13, che la libertà personale è inviolabile. Lasciamo perdere le eccezioni anche se i soliti soloni del buonsenso a un tanto al chilo vorrebbero farci credere che esiste una emergenza sanitaria alla quale non crede più nessuno se non i beoti e coloro ai quali il terrorismo mediatico ha bruciato circuiti e resistenze. La libertà, invece, non soltanto è violabile, ma è stata violata, violentata e, se la vogliamo dire tutta, è andata sistematicamente a puttane. Basterebbe accendere il cervello, ma gli italiani, si sa, la materia cerebrale, quando si ricordano di averla, la utilizzano per celebrare le vittorie calcistiche o per fottere lo stato che li amministra come fossero pecore o bestie da soma. L'avvento del Green pass, è bene dirlo casomai qualcuno se lo dimenticasse, sarà una abitudine dalla quale non ci toglieremo più. Così come la mascherina e le altre misure demenziali adottate da una politica fatta da eunuchi per conto di un comitato tecnico scientifico che osserva il mondo da dentro una clessidra senza sapere nemmeno che cosa è la vita reale. Il Green pass è solo il primo passo verso una nuova gestione dell'umanità. Non a caso gli imbecilli miliardari hanno parlato di pandemie che avverranno, perché è chiaro che il passaporto sanitario diventerà il grimaldello, si fa per dire, per illuderci e illudersi di essere liberi e protetti allo stesso tempo.
Come fa la gente normodotata a non rendersi conto che si tratta di un incredibile gioco di prestigio con cui si fa sembrare reale ciò che non è inducendo paura e terrore nelle persone che non sono abituate ad avere senso critico e autonomia di pensiero? Guardate i contagi, i numeri sono ridicoli e se anche aumenteranno il rapporto con il totale della popolazione sarà semplicemente insignificante. Invece, vedrete, a ottobre ci inchiappetteranno nuovamente e daranno la colpa a noi non vaccinati che verremo, quantomeno, deportati in qualche luogo designato per ospitare gli irriducibili.
Battute a parte, qui non si discute se il vaccino può far male o anche far morire. Qui si discute la sua necessità e la sua obbligatorietà pena la emarginazione assoluta e progressiva per chi non ci sta a fare da pecora per un gregge di pecore addomesticate.
Questa non è solamente violazione della costituzione, questa è violenza sulle persone alle quali viene impedito tutto o quasi: dal fare sport all'andare in biblioteca, dal lavoro allo studio, dalla socializzazione alla possibilità di vedere una pellicola. E aperto o chiuso non fa alcuna differenza. Anzi. Vedrete, appena finisce l'estate poliziotti e carabinieri saranno designati a controllare chi viola queste regole da strapazzo.
E proprio a voi, cari agenti e cari carabinieri con i quali lavoriamo da oltre trent'anni di onorata carriera. Siete scesi in campo indossando una divisa perché credevate in alcuni ideali, la giustizia, ma anche la sicurezza per la gente normale, di fronte alla violenza e alla malvagità. Siete o dovreste essere, da sempre, gli alfieri del bene e mai avreste pensato di ridurre la vostra attività allo scoprire se a tavola, in un ristorante, ci sono degli 'abusivi' gente, cioè, che mangia senza... permesso. Sì, perché di questo passo anche mangiare sarà un lusso riservato solo a chi accetterà le regole del Nuovo Ordine Sociale.
Ma come fate, voi agenti e carabinieri, a dire sempre di sì? Ma la sera, quando rientrate a casa, non vi viene il dubbio di aver obbedito ed eseguito ordini che non hanno una logica e un senso? Possibile che basti uno stipendio fisso per annacquare tutte le vostre capacità di critica?
Onestamente, con tutto quel che accade ogni giorno in questo Paese di m...a dove ognuno fa quel che vuole, come vuole, quando vuole e dove spaccio e delinquere sono diventate doti da cui non poter prescindere, voi come fate a recarvi nei locali a controllare se chi sta seduto al tavolo è stato vaccinato o si è fatto il tampone ? Ma non vi sentite tremendamente ridicoli?
Noi, al posto vostro, non avremmo dubbi: sciopero istantaneo. Perché il potere non può arrivare a manipolare le coscienze come sta cercando di fare da quasi due anni. Ognuno di noi risponde a se stesso e alla propria coscienza, non al ministro Speranza o al Dragopardo o ai virologi e infettivologi del comitato.
- Scritto da Redazione
- Ce n'è anche per Cecco a cena
- Visite: 46
Mai e poi mai avremmo pensato, nemmeno nei giorni più bui di questa pandemia spacciata per una peste bubbonica di dimensioni colossali, che ci saremmo trovati a sentirci emarginati e appestati, sia pure orgogliosamente, fino a questo punto. Attenzione, il 6 agosto entrerà in vigore il nuovo decreto del Governo Draghi, quello che avrebbe dovuto restituirci vita e libertà e che, al contrario, ha continuato a mettercelo sotto la coda. Dal 6 agosto chi, come noi, non sarà ancora vaccinato, non potrà usufruire di numerosi servizi e attività che, in genere, vengono riservate a tutti i cittadini. Ci saranno, così, cittadini di serie A e cittadini di serie B, né più né meno dei bei tempi di quando Lui caro lei che per lavorare o accedere a determinati incarichi si doveva per forza di cose avere la tessera del partito. Dal 6 agosto, quindi, non prima. Così, quando, alcuni giorni fa la gentilissima signorina o signora Maria Solntseva a nome della Suvorov Foundation, ci ha invitato all'evento “Dialogo Russo-Europeo”, organizzato in collaborazione con il “Leaders Club” Russia - un'organizzazione non governativa per sviluppo d'iniziative in business, a Villa Arnolfini in quel di Gragnano abbiamo accettato con curiosità dichiarandoci disponibili a intervenire, chi scrive e il fotografo della Gazzetta Cip Gheorghita. Tutto ok, entusiasta anche l'organizzazione che, addirittura, ci ha domandato se, alla cena, avremmo preferito menu a base di carne o di pesce. Lasciamo ai lettori la possibilità di indovinare. L'appuntamento era per oggi pomeriggio alle 18 per l'aperitivo.
Avevamo chiesto se era previsto un dress-code, ma ci era stato risposto che con questo caldo era difficile e che sarebbe andato benissimo essere vestiti nello stile business-smart / estivo elegante / o cocktail nella sua versione estiva senza cravatta, ma anche senza pantaloncino. Ottimo, niente cravatta per noi che la soffriamo da sempre.
Per chi non lo sapesse la fondazione Suvorov prende il nome da Aleksandr Vasil'evič Suvorov un generale e principe russo eroe nazionale e passato alla storia per essere stato l'unico generale a non essere mai stato sconfitto in battaglia.
Tutto sembrava filare liscio senonché, proprio ieri mattina è giunta la mail della gentile signorina o signora di cui sopra la quale ci annunciava l'invio di una modulo di autocertificazione nel quale avremmo dovuto dichiarare alcune cose e sottoscriverlo. Lo abbiamo aperto e letto. Così c'era, ad un certo punto, scritto:
DICHIARA
● Di non avere sintomi influenzali negli ultimi 14 giorni quali rialzo temperatura, tosse o difficoltà respiratorie, indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso che cola, mal di gola o diarrea.
● Di aver effettuato la misurazione della temperatura corporea che risultata inferiore a 37.5°
● Di non essere oggetto di provvedimento di quarantena obbligatoria
● Di non provenire dalle zone a rischio epidemiologico e l'assenza di contatti, negli ultimi 14 giorni, con soggetti risultati positivi al COVID-19 per quanto di sua conoscenza
● Di impegnarsi ad informare tempestivamente il personale in caso di presenza di qualsiasi sintomo influenzale durante la permanenza e nei 14 giorni successivi
● Di aver preso visione delle regole comportamentali della struttura, di essere a conoscenza delle misure adottate e di aver preso visione della segnaletica.
● Di essere in possesso del GREEN PASS detta anche autocertificazione 'verde' - o autocertificazione attestante:
● di essere vaccinati (anche una sola dose)
● di avere avuto il Covid ed essere guariti
● di aver effettuato un tampone (molecolare o rapido) recante esito negativo entro le 48 ore che precedono l'evento.
Tutto questo per una semplice partecipazione ad una cena privata all'interno di una splendida residenza lucchese. Ora, con tutto il rispetto per Suvorov e i suoi adepti, noi l'unica volta che ci siamo fatti il tampone anti-Covid e non senza averci riso su, è stato quando, dopo due mesi che non vedevamo la nostra dolce trequarti preoccupata più o meno giustamente dal lockdown devastante del 2020, le abbiamo voluto dare una prova d'amore.
Pensate che non siamo nemmeno salpati per la Corsica il 29 luglio perché, al ritorno - e anche all'andata - avremmo dovuto, noi e la nostra mamma di 96,4 anni, sottoporci al vituperato test.
Inoltre, se non erriamo, le misure richieste dalla zelante Suvorov Foundation, entreranno in vigore il 6 agosto, quindi perché voler essere più realisti del re?
La signorina o signora Maria Solntseva si è anche offerta di farci rimborsare il costo del tampone, forse pensando che il problema stesse lì. No, cara compagna Solntseva, non è una questione di soldi, ma di principio. Noi non ci stiamo a questa dittatura sanitaria che adesso ci chiede il Green Pass per accedere al ristorante o anche a un evento come il vostro e chissà poi domani dove arriverà.
Se la nostra presenza non vi è gradita al punto da infrangere le regole del malsenso comune, noi, per quanto ci riguarda, facciamo a meno dell'invito e della vostra conoscenza. La libertà è il bene più prezioso che un essere umano può avere a disposizione, anche più della sua stessa sopravvivenza. Forse, alle vostre latitudini, così come, purtroppo e adesso, anche alle nostre, ciò non vi è stato insegnato o non vi è del tutto manifesto, ma per noi è tutto molto, molto chiaro.
Vi auguriamo ugualmente una buona cena tra vaccinati e tamponati dell'ultim'ora. Che tristezza deve essere sentirsi tutti uguali come polli di allevamento.