Ce n'è anche per Cecco a cena
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
Anpi e avannotti del Nuovo Millennio contro il 'fascista' Roberto Vannacci, ma nemmeno una parola a favore di Israele per la strage del 7 ottobre
Toh, ci mancavano solo loro, gli irriducibili antifascisti dell'Anpi e dei collettivi non si sa bene di cosa di Nuova Resistenza e dell'Isi Barga. E' proprio vero che anco alle puci ni vien la tosse. Gli studenti, poi, quando c'è da fare casino invece di studiare, studiare e studiare come diceva Benedetto Croce, sono sempre in prima linea. Loro che si dichiarano antifascisti, antinazisti, difensori deglki ebrei sì, ma solamente il 27 gennaio Giornata della memoria, nemmeno hanno speso una sola parola dopo i 1400 ebrei massacrati da Hamas, i tagliagole foraggiati dall'Iran, il Paese dove i nostri cari studentelli con i nuovi... partigiani dell'età contemporanea finirebbero tutti appesi al muro e fucilati senza tanti complimenti. Bene, apprendiamo che sabato pomeriggio a Valdottavo ci sarà un presidio contro la presenza di una persona seria, di un uomo che ci ha messo sempre la faccia, che non si è mai tirato indietro, che ha giurato fedeltà alla Costituzione, che non si è mai detto fascista, tutt'altro. Se gli imbecilli volassero, effettivamente sabato potrebbero esserci problemi di visibilità nei pressi del teatro Cristofoco Colombo affittato a proprie spese da Yamila Bertieri consigliere comunale di minoranza la quale ha dovuto tirare fuori i soldi di tasca propria visto che l'attuale amministrazione comunale guidata dallo storico Patrizio Andreuccetti, tessera del Pd e segretario provinciale del partito di Elly Schlein - come fa uno storico ad essere iscritto ad un partito? - mai e poi mai le avrebbe concesso una sala per allestire l'evento...
Ecco perché la Gazzetta sta con gli ebrei e con Israele
Non ci sorprende questa campagna planetaria o quasi a favore dei palestinesi nei confronti di Israele, senza alcuna distinzione, da un lato, tra i tagliagole liberticidi di Hamas, Iran e Hezbollah da un lato e la democratica, occidentale, libertaria Israele. Conosciamo, ormai, da tempo le ipocrisie e le deformazioni dell'Ideologia verniciata di rosso e sappiamo bene che, già cinquant'anni fa, Lotta Continua, Potere Operaio, le Brigate Rosse, tutti i gruppuscoli della sinistra extraparlamentare, stavano con i palestinesi nonostante la strage di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Gli ebrei fanno comodo da sempre, sia quando si tratta di organizzare dei pogrom con cui decimarli, sia quando serve lustrarli un po' e strumentalizzarli in funzione antifascista e antinazista. Chissà, ora, come faranno politicanti ed amministratori da strapazzo a celebrare il 27 gennaio la giornata della memoria dedicata alla Shoah, quando non hanno nemmeno aperto bocca o scritto un rigo su quanto avvenuto il 7 ottobre 2023, un mese fa, in occasione del pogrom organizzato da Hamas e che ha prodotto la strage di oltre 1400 ebrei comprese donne e bambini, fatti a pezzi, bruciati, violentati, decapitati e rapiti. Perché, vedete, il problema sta proprio qui: troppo facile ricordarsi degli ebrei solamente quando si tratta di parlare di Auschwitz e Mauthausen, di Hitler e Mussolini, quando c'è da attaccare il neofascismo pressoché inesistente e inoperante, ma che fa tanto comodo alle Elly Schlein e alle Laura Boldrini. Nessuno, tra questi soloni verniciati di rosso fucsia ha il coraggio di ammettere che, oggi, l'unico pericolo esistente per il popolo ebraico sono gli arabi ossia i musulmani dei quali stiamo riempiendo l'Europa nemmeno fosse un paniere per la spesa. Nessuno che dice che i migliaia di atti antisemiti di queste ultime settimane sono opera non delle SS, della Gestapo o delle Brigate Nere resuscitate a nuova forza, bensì di tutti coloro che, arabi e fiancheggiatori, vorrebbero lo sterminio degli ebrei per il semplice fatto che esistono ed esiste lo stato di Israele. Chi divide gli ebrei da Israele, altro non fa che il gioco sporco di chi vorrebbe cancellare entrambi...
Due morti a Bruxelles uccisi da un terrorista islamico: li hanno fatti entrare e ora sono (ancora una volta) cazzi nostri
"Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno". Con queste parole l'attentatore tunisino di 45 anni ha commentato l'omicidio di due - il terzo è solo ferito - tifosi svedesi che, sfortunatamente, si sono trovati nel posto giusto - andavano a vedere la partita di calcio - nel momento sbagliato. Adesso chi andrà a spiegare ai figli, ai genitori, ai parenti delle due vittime che bisogna accogliere, sostenere, proteggere i milioni di musulmani immigrati che premono o hanno già premuto alle frontiere dell'Europa? Andateci voi ipocriti e farisei. Sappiamo bene per esperienza che i morti negli attentati dell'Islam non sono politici o ministri o parlamentari. Né a Roma, né a Parigi tantomeno a Bruxelles. Loro viaggiano con la scorta, vivono in case iperprotette e non stanno certamente in mezzo alla folla. Qualcuno, ora, dirà che è colpa di Israele e della sua reazione al massacro del 7 ottobre ad opera di Hamas. Già, perché gli ebrei, comprendetelo bene, piacciono solo se sono morti o, soprattutto, se non reagiscono e si fanno massacrare senza rispondere. Se, al contrario e contrariamente alla loro storia millenaria, si ribellano, allora diventano i carnefici. Questo è quello che sta accadendo all'Onu, nell'Unione Europea e in tutti gli organismi sovranazionali da sempre favorevoli all'Islam e ai paesi arabi al punto che hanno causato, con le loro politiche dell'accoglienza indiscriminata, una vera e propria invasione che sta piano piano, ma progressivamente, colonizzando il continente imprimendo una sorta di paralisi delle istituzioni e delle coscienze...
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Viareggio in zona rossa e non è la prima né sarà l'ultima. Altre città della Toscana sono già in lockdown e non tanto per il numero dei decessi per Covid-19 quanto per i contagi che, è bene ripeterlo fino alla noia, colpiscono, soprattutto, i più giovani senza, ovviamente, per loro, alcuna conseguenza di particolare gravità. Già, ma gli ospedali si riempiono e le terapie intensive pure, quindi, chiudete di nuovo tutto e chissenefrega se la gente va fuori di testa perché non sa più come andare avanti economicamente, affettivamente, socialmente, fisicamente. Così come chissenefrega se più di mezza Italia vive e mette da parte i soldi da spendere più avanti perché ha lo stipendio fisso e l'altra lo prende sotto la coda e da parte ha messo, soprattutto, la voglia di vivere e di andare avanti. Che schifo. Che vomito. Che paese di eunuchi e di invertebrati che perdono tempo a criticare una donna solo perché sceglie di farsi chiamare come vuole e, soprattutto, dopo che, nella vita, ha fatto di tutto e da sola per guadagnarsi questo diritto. Ipocriti. Si dimette un segretario di un partito di governo che dice di essere stanco di vedere i suoi accoliti dannarsi l'anima e anche qualcosa di più per poltrone e poltroncine. E nessuno che scende in piazza perché, ormai, la voglia di vivere è cresciuta inversamente rispetto alla paura di morire. Il Covid-19 ci ha steso definitivamente. In giro la gente sembra terrorizzata, impazzita, privata di ogni reazione che non sia quella dei cani di Pavlov e dei loro - dei n ostri adesso - riflessi condizionati.
Noi non riusciamo a capacitarci di come sia possibile essere arrivati a questo punto a rinunciare a vivere per la paura di morire. Una paura che è diventato terrore, che è divenuta fobia di tutto ciò che facevamo fino ad un anno fa compresi amare, respirare, ridere, correre, saltare, tuffarsi. Sembra di essere precipitati in un pozzo senza fondo e del quale non si immagina, nemmeno, la fine. Ci stanno trattando come automi, come esseri privi di intelligenza, di autonomia di pensiero, di indipendenza di giudizio. Ci somministrano le loro verità senza alcuna dimostrazione né prova. Ci dipingono dei colori che vogliono in base a parametri studiati a tavolino da matematici ed esperti senza cuore e senza anima. Ci hanno imposto di coprire il volto e questa è, inutile fare finta di nulla, una violenza inaudita per chi, come noi alle nostre latitudini, il volto ha sempre mostrato con orgoglio, fierezza, coraggio. Ci stanno chiudendo dentro noi stessi e all'interno delle nostre quattro pareti di casa da dove, verrà un giorno e sta già venendo, non usciremo più convinti che vivere, lavorare, guardare, sperimentare, provare emozioni, sia meglio farlo in poche decine di metri quadrati piuttosto che all'aria aperta come se l'aria stessa fosse inquinata da chissà quale virus. Altro che Covid-19, nemmeno fosse l'Ebola o la peste bubbonica, questi sì virus con i controcazzi e perdonateci l'ardire, altro che il Corona, che ha il nome di una birra e colpisce e uccide, ma solamente a mezzo servizio e soltanto a una certa età e se si hanno già patologie in corso d'opera.
Certo, infermieri, medici, personale sanitario hanno paura perché loro vivono a stretto contatto con la malattia. Ma anche in guerra i soldati - che in trincea, di andarci, farebbero volentieri a meno - vanno malvolentieri salvo i soliti idioti fanatici di sempre. Invece, di questi tempi progressisti e politicamente corretti, è vietato anche solo pensare che esiste la guerra, che l'odio è, spesso, superiore all'amore, che si può anche morire perché la vita eterna è un lusso nemmeno per pochi, che chi indossa una divisa, qualunque essa sia, non può, quando serve, togliersela perché ha paura. No, non funziona così.
Noi non siamo più disposti a pagare il prezzo che ci viene richiesto per salvare non si sa bene chi e da non si sa bene cosa. E questo non per egoismo, ma per istinto di conservazione e spirito di sopravvivenza. Ci accorgiamo, infatti, che ci stanno, più o meno inconsapevolmente - non siamo dei complottisti né dei negazionisti - succhiando le residue energie che abbiamo, energie fisiche, nervose, emotive. E mentre stanno facendo questo, altri, al contrario, si arricchiscono, mettono da parte patrimoni più o meno consistenti. A pagare, è bene ricordarlo alla sinistra imbelle di quel partito di cui sopra che vive e pensa solo alle poltrone - ve ne siete accorti solamente ora? Perché, con Renzi com'era? Altro che poltrone, con il Puffo-putto fiorentino c'erano, soprattutto, i divani tanto era la fame di tutto - sono sempre gli stessi, la gente comune, quella che la mattina si alza con fatica e con altrettanta fatica si fa un mazzo così per portare a casa pane e, possibilmente, companatico.
E ora voi, farisei, venite a dirci che la colpa di tutto ciò, ad un anno di distanza da quando ci avete blindata la vita, è nostra che non abbiamo, nell'ordine, indossato le mascherine, mantenuto la distanza, che abbiamo stretto le mani e frequentato le discoteche, che questa estate ci siamo spogliati sulla spiaggia. E, infine, che non vogliamo farci i vaccini. Ma ci state prendendo per il c..o?
Ma davvero credete che siano tutti beoti tanto da guardare in 12 milioni quella sottospecie di spettacolo delirante che è stato il Festival di Sanremo?
Davvero siete convinti che bastino i vostri dipendenti televisivi, giornalisti mezzibusto, ma, in realtà, nemmeno mezzi e soltanto busti, che ci vomitano addosso h24 dati agghiaccianti sulla pandemia quando i morti quotidiani, in questo Paese sfasciato, superano, a malapena i 250? Ma quanta gente muore, al giorno e in un anno, di altre malattie ben più gravi e letali? Invece no, adesso si può morire, se si muore, solo per Covid.
Se andiamo a cena al ristorante ci becchiamo il contagio, se frequentiamo la palestra a distanza di decine di metri quadrati gli uni dagli altri diventiamo degli untori, ma se ci aggiriamo come tante formiche o pecore senza senso dentro i supermercati allora non c'è alcun pericolo.
Lo ribadiamo: questo virus è la giustificazione per giungere ad una totale ridistribuzione della povertà - perché la ricchezza resta dove è sempre stata - e alla disintegrazione di ogni certezza. Niente sarà più come prima per la semplice ragione che passato un Covid, ce ne sarà un altro in agguato e nessuno saprà incolpare qualcuno.
Noi, a questo massacro, non ci stiamo. Se dobbiamo ammalarci o morire, bene, meglio farlo da esseri umani degni di questo nome. Se la morte è la fine di tutto, quello che ci stanno facendo ne è il presupposto indispensabile.
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Che popolo di imbelli, sciocchi, stupidi, idioti che siamo. Tutti credevamo che con l'avvento di Mario Draghi, come per incanto, tutto sarebbe cambiato e, magari, tornato come prima. E questo solo perché Draghi, oltre ad essere un economista, sarebbe anche nelle grazie dei mandarini a capo degli organismi sovranazionali i quali, dopo aver massacrato le identità dei singoli paesi, adesso vogliono radere al suolo anche i popoli che li compongono. Peccato che monsieur Draghi altri non è se non un prodotto di quella finanza internazionale e di quei mercati che, loro sì, ormai, sovrani, gestiscono le nostre vite e l'intero pianeta in base a parametri studiati a tavolino o nei containers della Scienza senza nemmeno scendere in strada per vedere come sta la gente comune. E quest'ultima sta, è bene dirlo forte, di merda. I dati Istat sulla povertà nel nostro (dis)graziato stivale sono impietosi e, sicuramente, in difetto. E' passato un anno dal primo lockdown totale e che cosa è cambiato? Nulla, assolutamente zero e questo, a menti lucide e logiche dovrebbe già significare qualcosa. Invece no. Tutte pecore di un gregge di invertebrati che sta andando consciamente e allegramente verso il precipizio. Un anno nel corso del quale sono state distrutte decine di migliaia di aziende, sconvolti decine di migliaia di studenti, annientate decine di migliaia di persone che hanno perso tutto: dagli affetti alla libertà, dalla fiducia alla speranza, dal lavoro alla voglia di vivere. Sì, perché l'unico risultato di questa classe digerente che non sa essere dirigente, è quello di aver prodotto miseria, miseria e soltanto miseria.
L'altro giorno eravamo ai funerali di Vincenzo Placido dove, a dirla tutta e, probabilmente, con la scusa del virus, mancavano decine tra coloro che avrebbero dovuto, a nostro avviso, essere presenti. La famosa ipocrisia lucchese. Parlavamo col professor Marcello Pera e lui stesso ci faceva notare l'assurdità e la illogicità delle misure 'idiottate' con i vari Dpcm. Ci siamo stretti la mano, come sempre, perché una stretta di mano, di questi tempi, così come un abbraccio, valgono diecimila volte di più sia come effetto sia come scelta.
Vi avranno detto, gli imbecilli a un tanto al chilo che dall'alto della loro presupponenza e dal basso della loro ignoranza, che la colpa di questo anno senza risultati sul fronte Covid, è di noi tutti negazionisti e di chi - ma chi?, ma dove?, ma quando? - non ha indossato la mascherina, di chi ha scelto di andare a ballare questa estate, di chi ha deciso di non mantenere la distanza. Ovvio che sia così e sarà sempre peggio. L'anno prossimo diranno che la colpa è di chi non si è vaccinato. C'è sempre qualcuno - gli ebrei ne sono testimonianza - contro cui scagliarsi e da additare per le colpe di ciò che non va. La storia, purtroppo, non insegna niente e la paura di morire supera anche la necessità di dover capire.
Lo diciamo dall'inizio della pandemia: arriverà un momento in cui si dovrà decidere se il prezzo che paghiamo vale la pena continuare a pagarlo. Ebbene, ormai questo momento è arrivato e scaduto da un pezzo, ma chi ci governa ha deciso che non esiste un prezzo oltre il quale non si può andare. Anzi. Ha scelto consciamente che non esiste un prezzo che valga quello che sta succedendo con le restrizioni e le devastazioni prodotte dalle ridicole misure anticovid.
Del resto, se 11 milioni di persone quasi 12 ascoltano e guardano Sanremo, c'è da chiedersi come si possa pretendere che non guardino anche le trasmissioni h24 sul terrore sparso a piene mani per questo virus che contagia, ora, soprattutto, i più giovani, ma ammazza o fa star male solamente gli over.
365 giorni per essere di nuovo da capo senza nemmeno essersi resi conto di aver girato intorno. Parlano di ristori questi grandissimi e non aggiungiamo altro per non ricevere esposti dei soliti delatori all'ordine dei giornalisti. Noi abbiamo preso, in 12 mesi, 600+600+1000 e siamo partite Iva oltreché liberi professionisti. Quindi, per questi geni della stirpe noi avremmo dovuto campare un anno con 2 mila 200 euro, 20 euro e anche meno al mese. E il discorso vale per i ristoratori, per i gestori di locali pubblici, per i lavoratori dipendenti del settore privato a meno che non siano fortunati.
Non vale invece per gli statali o i parastatali, questa categoria protetta, soprattutto, a Roma dove decine di migliaia di parassiti sono in molti, ma molti di più degli organismi ai quali si attaccano per poter vivere. Nessuno che dica la verità: se tutti dobbiamo sacrificarci, bene, che si sacrifichino anche gli statali, che rinuncino per solidarietà ad un 20 per cento del proprio stipendio per aiutare gli altri, quelli che il 27 del mese sono, di questi tempi, soliti prenderlo sotto la coda.
Macché. Non lo fanno i politici perché dovrebbero farlo i dipendenti del settore pubblico. Così, è il paradosso che l'Italia che produce viene straziata mentre l'Italia che galleggia e consuma continua come se niente fosse.
Non abbiamo ancora sentito di suicidi da parte di gente che ha lo stipendio garantito a fine mese, mentre abbiamo letto di suicidi di persone che lo stipendio non lo hanno mai avuto per il semplice motivo che se lo sono sempre dovute andare a cercare senza sapere se lo avrebbero percepito o meno. Questo è il nostro paese, un paese che viaggia a due velocità con i privilegiati da una parte e i disperati dall'altra.
Quello che sta accadendo è di una devastazione epocale. Per un virus che uccide o che costringe in ospedale una minima parte della popolazione si impedisce a tutti di vivere e di poter lavorare per farlo. E' una vergogna. Non si può, con la scusa di salvaguardare la salute di pochi, mettere a repentaglio quella di tutti, bambini, adolescenti, adulti e anziani compresi.
Draghi? Non commentiamo perché di querele ne abbiamo già prese troppe, ma quando un uomo si assume la responsabilità di guidare un paese, o è disposto a metterci la faccia e a rovesciare tutto quello che ha visti fino a quel momento, oppure è meglio che resti dov'è, ossia alla corte dei mercati.
L'Italia è alla fame. E continuano a dire che il problema principale prima di pensare alla fame è il Covid. C'è gente che non sa come mangiare, che si indebita, che vende tutto anche quello che non ha, che non sa come pagare l'affitto, che non riceve la cassa (dis)integrazione da ottobre, che è disoccupata, che si vede portare via la casa e anche la vita e questi stronzi ci vengono a dire che debellare il virus è la condizione primaria per ripartire? Ipocriti. Adesso aspetteranno il rialzo delle temperature come l'anno scorso e diranno che il merito di essere tornati a respirare è stato delle loro misure restrittive. Dementi. Anche i neonati sanno che con il caldo i virus se ne vanno a dormire.
Noi non ci vacciniamo. L'altro giorno abbiamo ricevuto la telefonata di un medico il quale ci ha chiesto se la cara vecchia Dory Chimenti, 96 anni all'anagrafe, voleva essere vaccinata vista l'età e ne avrebbe avuto il diritto prima di tutti gli altri. Glielo abbiamo chiesto: la sua risposta è stata no grazie, tanto prima o poi devo morire. E lo ha detto lucida, consapevole che la vita non è eterna, che arriva il momento in cui bisogna avere il coraggio, se necessario, di vivere e anche di morire con dignità.
Perché devono essere i bambini, i giovani, a pagare un prezzo altissimo e rinunciare alla propria vita quando sono assolutamente immuni da ogni rischio nonostante il contagio? Non è giusto e lo diciamo per primi. Noi non abbiamo paura di morire anche perché, quando muore un figlio, la morte se non diventa una liberazione, poco ci manca. E noi questa esperienza l'abbiamo maturata sulla nostra pelle. Ma non è solo questo.
Non si possono chiudere le scuole, tenere i ragazzi chiusi in casa, impedire loro di fare sport e attività fisica, di socializzare, di frequentarsi, di innamorarsi. Ma voi, quando vi guardate allo specchio, la mattina, cosa pensate?