Ce n'è anche per Cecco a cena
Intuizione della Gazzetta o solo fortuna? Dal bagno Biondetti all'Europarlamento dei grandi eletti
Il volo puntuale parte alle 10:40 per il viaggio che ci porterà dal nostro generale. Tu chiamale se vuoi emozioni come cantava il grande Lucio in tempi non sospetti. Ma le emozioni, in tutti questi anni non sono mancate a cominciare da quel non troppo lontano 2023 quando l'irresponsabile scribacchino di provincia, come si definisce lui, ma non è cosi, direttore di tante Gazzette tra cui quella di Viareggio, Lucca e Garfagnana decide di presentare il libro del generale Vannacci. Un atteggiamento a dir poco contro corrente, quella corrente del mainstream votato al pensiero unico dominante nella quale tutti nuotavano, non sapendo che di li a poco avrebbero annaspato. Insomma una scommessa quella della presentazione al bagno Biondetti che di lì a poco avrebbe portato il generale Vannacci al parlamento dei grandi eletti, tanto per fare un po' di rima baciata. Quel parlamento europeo nel quale avrebbe dovuto misurarsi con avanzi di galera come al Salis che non solo avrebbero occupato posti appunto nel parlamento stesso, ma da quegli scranni avrebbe suggerito di occupare appartamenti sfitti o quanto si presentasse libero da inquilini. Dal Biondetti al parlamento dei grandi eletti con oltre 560 mila voti e non 500 mila come si tende a descrivere. Una scommessa vinta quella di Aldo Grandi e del nostro giornale che ci ha portato dalla provincia a Bruxelles proprio per seguire di persona con qualche inviato poco speciale la vita del nostro europarlamentare. Eh si, di europarlamentari non ne abbiamo avuti molti alle nostre latitudini e al di là del fatto che si possa pensare come lui dovrebbe essere un atteggiamento più riverente e riconoscente verso questo personaggio ma si sa profeta nemo in patria...
Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione…
La Gazzetta del Serchio: cambia il dominio in .net e così anche la posta elettronica, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prima o poi sarebbe potuto e, magari, anche dovuto accadere. La Gazzetta del Serchio così come la Gazzetta di Viareggio e anche la Gazzetta di Massa Carrara hanno cambiato il proprio dominio passando da .it a .net Di conseguenza anche la posta elettronica ha visto modificarsi in
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
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Prima di redigere un altro Cecco a cena, visto lo stato d'animo da cui siamo pervasi e la pioggia di querele ed esposti disciplinari che ci vengono mossi contro soltanto perché abbiamo il coraggio di dire ciò che pensiamo, ma, soprattutto, di scriverlo, ci siamo presi una pausa. Nella speranza che la realtà, sia pure spaventosamente ridicola e allucinante, ci tendesse una mano dimostrandoci che la follia non ha ancora preso per mano la normalità. Invece... Invece eccoci qua a commentare quello che è accaduto ieri sera a Porta dei Borghi con decine di giovani scesi in strada per bere qualcosa, ascoltare musica e ballare. Il peggio e il massimo lo abbiamo letto in un comunicato con cui un'associazione ha annunciato, addirittura, un esposto alla procura della Repubblica per epidemia colposa e per verificare se le forze dell'ordine hanno compiuto il loro dovere o se, al contrario, erano intente in chissà quali altre faccende affaccendati. Ma sì, arrestiamoli pure questi ragazzi, anzi, già che ci siamo chiudiamoli in carcere e gettiamo via la chiave. Non ci meraviglieremmo, adesso, se i soloni della Costituzione a un tanto al chilo, se ne uscissero fuori come i dolori argomentando che si tratta di fascisti, sovranisti, manifestanti pro-Trump, razzisti, negazionisti e via di questo passo. Oggi chiunque va controcorrente indossa, per il mainstream e il Pensiero Unico Dominante, una camicia nera. Ma non è tanto questo il punto o, almeno, non è solamente questo.
Ci tocca persino leggere interventi dell'opposizione lucchese in consiglio comunale, il cosiddetto centrodestra - ma dov'è?, esiste ancora? - con cui si accusa l'amministrazione comunale di chissà quali responsabilità e poi dicono che non vogliono strumentalizzare ogni cosa. Nonostante noi non si vada d'accordo con questa giunta che da cinque anni si rifiuta - e noi certamente non ne sentiamo la mancanza - di avere rapporti con l'unico giornale o mezzo di informazione che va orgoglioso di essere orfano del potere; nonostante il sindaco Alessandro Tambellini abbia redatto, in questa occasione, un post che non condividiamo così come non ne condividiamo, spesso, le esternazioni, possediamo il dono di una intelligenza sufficiente a comprendere che con i cosiddetti assembramenti - questa parola ci ricorda tanto il Ventennio e le sue nefaste conseguenze anche in termini di deportazione - di Porta dei Borghi il primo cittadino e i suoi pretoriani c'entrano come il cavolo a merenda ossia niente. Ma, si sa, la politica è fatta anche di polemiche strumentali e i politici, a volte, venderebbero anche l'anima pur di poter riscuotere consenso.
Un video amatoriale girato stanotte mostra come uno dei promotori o animatori della 'sagra del ballo' di ieri sera se la sia presa, anche, con un portone in via Roma, prendendolo a calci e dimostrando un quoziente di maturità più adatto ad un invertebrato che a un essere umano. Ma tant'è, di imbecilli è pieno il mondo così come il cielo di questo disgraziato paese, se gli imbecilli volassero, sarebbe pieno di uccelli.
Cercheremo, quindi, di far prevalere la ragione sull'emotività e, soprattutto, sull'omogenizzazione dominante a tutti i livelli. E non in senso positivo purtroppo. Prendiamo la categoria dei ristoratori, probabilmente la più sfigata, massacrata, sbeffeggiata, bandita e umiliata da questa presunta pandemia a mezzo servizio oltreché da dpcm il cui buonsenso è direttamente proporzionale a quello dei loro firmatari. Dopo essere stati costretti a spendere decine di migliaia di euro per adeguare i locali, dopo avere dovuto ridimensionare la capienza, acquistare a migliaia dosi di igienizzante e di mascherine per i più sbadati, dopo che gli è stato imposto di non licenziare, di stare aperti a singhiozzo, presi, letteralmente in giro con misure la cui comprensione sarebbe azzardata e difficile anche per un premio Nobel della fisica, ecco, dopo tutto questo e molto altro dopo, in particolare, essere stati costretti privarsi dell'unica libertà che non tanto la Costituzione garantisce, ma l'essenza stessa della vita umana, quella di lavorare, supponiamo che si ribellino, scendano in mezzo alla strada a migliaia, occupino piazze e strade, contestino e dessero origine a un mega-assembramento che più mega non si può.
Bene, secondo voi, bestie che non siete altro, pecore e piccioni e nemmeno capre per dirla con Sgarbi il quale, probabilmente, non sa che le capre sono un animale molto, ma molto capace e che non è solito viaggiare in gregge o volare in gruppo, la colpa di questi presunti untori sarebbe di chi li ha costretti a ribellarsi o di loro stessi che non ce la fanno più a sopravvivere?
Possiamo paragonare i giovani ai ristoratori o ai titolari di bar o ai proprietari delle agenzie di viaggio, delle palestre, delle piscine, degli impianti e delle società sportivi?
Secondo noi assolutamente sì. Prendete i giovani. Sono, esattamente, come i 'vecchi' dell'attuale emergenza sanitaria. E sapete perché? Perché fanno notizia soltanto a corrente alternata. Degli anziani, fino a qualche mese fa, fregava niente a nessuno nel senso che, al massimo, se ne parlava quando emergeva qualche violenza all'interno di un ricovero o Rsa come si definisce nel politicamente corretto. Essi morivano ugualmente e, sovente, nella più totale apatia, dimenticati, talvolta, anche da chi, i familiari, avrebbe dovuto prendersene cura in maniera diversa. Ora, improvvisamente, ci si accorge che muoiono più degli altri a causa del Coronavirus anzi, prendiamo atto, almeno, per chi ha gli occhi per vedere e il cervello per capire, che sono, principalmente se non esclusivamente loro le vittime di questo virus importato dalla Cina a costo zero.
Dei giovani, ai quali i giornalisti del Nuovo Corso dedicano, da sempre, servizi di qualche secondo per far vedere che anche loro esistono, nessuno parlerebbe se non quando, di questi tempi, fanno i cosiddetti assembramenti, ossia socializzano che, per i Potenti al Potere è la medesima cosa. Vietato socializzare direbbe qualcuno sostituendolo al vietato vietare di sessantottina memoria. Ma, si sa, i giovani non sono come gli anziani e a chiudersi o a chiuderli nelle Rsa sarebbe un po' difficile.
Eppure, guardate cosa sono stati capaci di far loro per evitare che, brutti, sporchi e cattivi, finiscano per contagiare il resto del mondo: niente scuola, niente sport, niente feste, niente incontri, niente effusioni e nemmeno strette di mano, mascherine h24 o giù di lì, niente speranza, niente fiducia, niente di niente, ma, soltanto, la Dad, per chi studia o la dolce Euchessina per tutti gli altri cosicché anche coloro che lavorano e guadagnano, non possono spendersi nulla.
Dicono che anche durante la guerra era così, una vita fatta di privazioni. Vero, ma a parte il fatto che paragonare la guerra a questo virus ci sembra una bestemmia poiché durante il conflitto potevano morire tutti senza distinzione a pari possibilità mentre oggi, perdonateci l'osare, ma muoiono soltanto alcuni mentre per la stragrande maggioranza degli esseri umani il Coronavirus provoca i medesimi sintomi dell'influenza o qualcosa appena di peggio.
Inoltre, basta con questa opposizione falsa e ipocrita che mette i vecchi di fronte ai giovani incolpando questi ultimi di essere egoisti. E' una vergogna. I giovani fanno i giovani e sono perfettamente consapevoli di non essere la causa né l'origine di questo male. Perché, allora, dovrebbero rinunciare a vivere? Solo perché i virologi, i nuovi profeti del gol, annunciano sventure e proclamano la fine del mondo se non obbediranno, ossequiosi, ai loro diktat? Quanto tempo è che andiamo avanti tornando indietro? Quanti mesi sono che dovremmo aver debellato un male che, al contrario, è sempre in agguato? Dovevano salvarci il distanziamento sociale, le mascherine, l'igienizzazione forzata, la clausura tra quattro mura, il lockdown generalizzato. Invece siamo allo stesso punto di sempre? Non sorge anche a voi qualche dubbio?
Attenzione. Il De Luca campano ha annunciato il patentino per i vaccinati cosicché potranno fare una vita normale e tutto quello che gli altri, i cattivi, gli untori, i fascisti e razzisti e negazionisti che rifiuteranno di vaccinarsi, non possono né potranno svolgere. Il vaccino, come l'app Immuni, è destinato al fallimento in un Paese, fortunatamente, come il nostro. Troveranno, quindi, il modo per ricattarci: o il vaccino o perirete.
Ma chi ci dice che il nostro vaccino andrà bene ovunque al mondo se si pensa che, ad esempio, altri Paesi hanno già stretto rapporti con la Cina per un vaccino che non ha niente a che vedere con quelli che usiamo in Occidente? E chi ci garantisce che l'uno valga più o meglio dell'altro?, soprattutto, che valga effettivamente? E cosa accadrà visto che ogni vaccino dovrebbe avere una efficacia per massimo alcuni mesi? Andremo avanti tutta la vita a vaccinarci? E il patentino non sarà l'ennesima forma di violazione della nostra esistenza?
Ma fermiamoci e non facciamo i complottisti. Tuttavia e tornando ai giovani, crediamo che sia il momento di decidere se vogliamo aprire gli occhi e affrontare il lupo che sembra attenderci al varco o se, al contrario, preferiamo rimanere comodi comodi, si fa per dire, nella nostra poltroncina in attesa che sian o gli altri, i nostri governanti, a decidere che cosa sia giusto o non giusto fare per noi. Mai avremmo immaginato di apprendere personalmente di come gli uomini - e le donne - altrimenti dicono poi che siamo maschilisti e sessisti, rinuncino volentieri alla propria libertà in cambio di una presunta patente di invulnerabilità.
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L'anno vecchio è finito nel peggiore dei modi e quello nuovo è cominciato allo stesso modo. Sono stati capaci di trasformare la normalità in follia e far sì che quest'ultima divenisse normalità a tutti gli effetti, accettata supinamente da milioni di esseri umani le cui esistenze, ormai, assomigliano molto a quelle di un gregge di pecore in disperata attesa. Il Covid o la scusa della sua presenza, ha permesso a esperti di nonsisabenechecosa di distruggere molto più di quel poco che hanno contribuito a salvare. Hanno obbligato al distanziamento sociale, impedito il ricongiungimento degli affetti, stigmatizzato qualsiasi manifestazione di entusiasmo o esposizione emotiva, vietato di fare l'unica cosa senza la quale l'uomo è peggio di una bestia ossia lavorare per vivere, annientato l'istruzione e la scuola in nome di una didattica a distanza che andrebbe bene solo per gli automi e per chi ha scelto di votare il cervello all'ammasso. Fortuna vuole che, almeno, non abbiano più la faccia di venirci a dire che andrà tutto bene perché, in realtà, è andato e sta andando e per chissà quanto tempo ancora andrà, tutto male. Ma dove sono finite l'influenza stagionale, la tosse, il raffreddore? Non si vede più nessuno tossire, soffiarsi il naso, ammettere candidamente di avere qualche linea di febbre. Vanno in cerca degli untori e, quando li trovano, li espongono al pubblico ludibrio.
Esiste solo il Covid, nemmeno più il Coronavirus, ormai, passato di moda anche se è la medesima cosa. No, bisogna che i mass media trovino nuove formule, altrettanti vocaboli, accattivanti, capaci di fare presa su menti malate disposte ad accettare tutto, a farsi iniettare tutto pur di poter tornare (sic!) a sopravvivere perché, signori, questa non solo non è più vita, ma nemmeno quella che, a detta dei soloni che ci (s)governano, ci attende una volta, finalmente, vaccinati. Non cambierà alcunché perché nulla vogliono venga cambiato. E quando, ammesso che accada, qualcosa cambierà, sarà una tabula rasa per la quale saranno stati sacrificati migliaia di agnelli dotati della parola, ma privati di ogni autonomia di pensiero e indipendenza di giudizio.
Hanno instaurato misure senza senso contro le quali stanno schierandosi anche coloro che avevano accettato tutto. Anche i più fedeli osservanti, anche i più strenui assertori della buonafede di chi decide delle nostre esistenze, iniziano a vacillare, a perdere le sicurezze che, con tanta prosopopea somministravano agli indecisi. Gialli, rossi, arancioni, un giorno l'uno e un giorno l'altro: sembra il gioco delle tre carte e non si riesce mai a indovinare il colore ci aspetta il giorno dopo. Non è più il virus che comanda, ma sono gli uomini, i componenti del Comitato Tecnico Scientifico che decidono come, quando e dove colpirà: se a un metro e mezzo di altezza quando siamo in piedi o soltanto a un metro se siamo seduti a tavola perché se siamo seduti altrove e non stiamo mangiando, il virus è contagioso lo stesso. Per non parlare degli acquisti: in alcuni negozi sono permessi perché, dicono, il Covid non entra chissà mai perché mentre tutti gli altri sono chiusi. Roba da suicidio.
Non ci accorgiamo che stanno annientando a piacimento il nostro modo di essere umani? Non ci rendiamo conto che stanno mandando a quel paese secoli di abitudini, consuetudini, socializzazioni, convinzioni, relazioni senza nemmeno averci chiesto lo straccio di un permesso? Abbiamo ceduto, per paura di un virus a mezzo servizio, ma, in realtà, per una vigliaccheria tipica dell'Uomo Occidentale, ogni nostra sovranità al punto che non siamo più padroni di niente, nemmeno di poter organizzare una cena in casa propria e per farci ingoiare la pillola, la indorano aggiungendo che lo fanno per noi, per il nostro bene, per la salute degli anziani, quando, fino a qualche tempo fa, degli anziani fregava qualcosa a nessuno.
Ora è chiaro a tutti. Chiunque riuscirà a detenere il potere, soprattutto economico, e, con esso, i mezzi di informazione, potrà, una volta eliminata o ridotta all'osso la libertà di espressione e di stampa, diffondere qualsiasi notizia in grado di seminare paura e terrore nella gente riuscendo a disporne come meglio crede. La paura di ammalarsi e di morire sono in grado di ammansire anche i più recalcitranti. Una dittatura sanitaria sarebbe l'unica in grado di essere accettata passivamente da tutti. Così è stato, così è e così sarà.
Quanto al vaccino, lo ripetiamo. Libertà di scelta e noi scegliamo di non vaccinarci. Non è egoismo né possono obbligarci cercando di instaurarci e instillarci sensi di colpa verso i più deboli e gli anziani. Non sono, allo stato attuale, questi ultimi i più deboli della catena. I deboli o disgraziati che dir si voglia sono tutti coloro che non hanno di che vivere e di che sperare, che sono stati messi in ginocchio da un governo che non ha pensato se non a se stesso dimostrando di essere una classe digerente piuttosto che dirigente.
Noi stiamo vicini ai commercianti, agli imprenditori, ai liberi professionisti, ai ristoratori, ai gestori di bar e a tutte le partite Iva che, se non lavorano, non mangiano. Per loro, per il loro futuro e la loro possibilità di sopravvivenza, il vaccino si sono ben guardati dall'inventarlo.