Ce n'è anche per Cecco a cena
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
Anpi e avannotti del Nuovo Millennio contro il 'fascista' Roberto Vannacci, ma nemmeno una parola a favore di Israele per la strage del 7 ottobre
Toh, ci mancavano solo loro, gli irriducibili antifascisti dell'Anpi e dei collettivi non si sa bene di cosa di Nuova Resistenza e dell'Isi Barga. E' proprio vero che anco alle puci ni vien la tosse. Gli studenti, poi, quando c'è da fare casino invece di studiare, studiare e studiare come diceva Benedetto Croce, sono sempre in prima linea. Loro che si dichiarano antifascisti, antinazisti, difensori deglki ebrei sì, ma solamente il 27 gennaio Giornata della memoria, nemmeno hanno speso una sola parola dopo i 1400 ebrei massacrati da Hamas, i tagliagole foraggiati dall'Iran, il Paese dove i nostri cari studentelli con i nuovi... partigiani dell'età contemporanea finirebbero tutti appesi al muro e fucilati senza tanti complimenti. Bene, apprendiamo che sabato pomeriggio a Valdottavo ci sarà un presidio contro la presenza di una persona seria, di un uomo che ci ha messo sempre la faccia, che non si è mai tirato indietro, che ha giurato fedeltà alla Costituzione, che non si è mai detto fascista, tutt'altro. Se gli imbecilli volassero, effettivamente sabato potrebbero esserci problemi di visibilità nei pressi del teatro Cristofoco Colombo affittato a proprie spese da Yamila Bertieri consigliere comunale di minoranza la quale ha dovuto tirare fuori i soldi di tasca propria visto che l'attuale amministrazione comunale guidata dallo storico Patrizio Andreuccetti, tessera del Pd e segretario provinciale del partito di Elly Schlein - come fa uno storico ad essere iscritto ad un partito? - mai e poi mai le avrebbe concesso una sala per allestire l'evento...
Ecco perché la Gazzetta sta con gli ebrei e con Israele
Non ci sorprende questa campagna planetaria o quasi a favore dei palestinesi nei confronti di Israele, senza alcuna distinzione, da un lato, tra i tagliagole liberticidi di Hamas, Iran e Hezbollah da un lato e la democratica, occidentale, libertaria Israele. Conosciamo, ormai, da tempo le ipocrisie e le deformazioni dell'Ideologia verniciata di rosso e sappiamo bene che, già cinquant'anni fa, Lotta Continua, Potere Operaio, le Brigate Rosse, tutti i gruppuscoli della sinistra extraparlamentare, stavano con i palestinesi nonostante la strage di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Gli ebrei fanno comodo da sempre, sia quando si tratta di organizzare dei pogrom con cui decimarli, sia quando serve lustrarli un po' e strumentalizzarli in funzione antifascista e antinazista. Chissà, ora, come faranno politicanti ed amministratori da strapazzo a celebrare il 27 gennaio la giornata della memoria dedicata alla Shoah, quando non hanno nemmeno aperto bocca o scritto un rigo su quanto avvenuto il 7 ottobre 2023, un mese fa, in occasione del pogrom organizzato da Hamas e che ha prodotto la strage di oltre 1400 ebrei comprese donne e bambini, fatti a pezzi, bruciati, violentati, decapitati e rapiti. Perché, vedete, il problema sta proprio qui: troppo facile ricordarsi degli ebrei solamente quando si tratta di parlare di Auschwitz e Mauthausen, di Hitler e Mussolini, quando c'è da attaccare il neofascismo pressoché inesistente e inoperante, ma che fa tanto comodo alle Elly Schlein e alle Laura Boldrini. Nessuno, tra questi soloni verniciati di rosso fucsia ha il coraggio di ammettere che, oggi, l'unico pericolo esistente per il popolo ebraico sono gli arabi ossia i musulmani dei quali stiamo riempiendo l'Europa nemmeno fosse un paniere per la spesa. Nessuno che dice che i migliaia di atti antisemiti di queste ultime settimane sono opera non delle SS, della Gestapo o delle Brigate Nere resuscitate a nuova forza, bensì di tutti coloro che, arabi e fiancheggiatori, vorrebbero lo sterminio degli ebrei per il semplice fatto che esistono ed esiste lo stato di Israele. Chi divide gli ebrei da Israele, altro non fa che il gioco sporco di chi vorrebbe cancellare entrambi...
Due morti a Bruxelles uccisi da un terrorista islamico: li hanno fatti entrare e ora sono (ancora una volta) cazzi nostri
"Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno". Con queste parole l'attentatore tunisino di 45 anni ha commentato l'omicidio di due - il terzo è solo ferito - tifosi svedesi che, sfortunatamente, si sono trovati nel posto giusto - andavano a vedere la partita di calcio - nel momento sbagliato. Adesso chi andrà a spiegare ai figli, ai genitori, ai parenti delle due vittime che bisogna accogliere, sostenere, proteggere i milioni di musulmani immigrati che premono o hanno già premuto alle frontiere dell'Europa? Andateci voi ipocriti e farisei. Sappiamo bene per esperienza che i morti negli attentati dell'Islam non sono politici o ministri o parlamentari. Né a Roma, né a Parigi tantomeno a Bruxelles. Loro viaggiano con la scorta, vivono in case iperprotette e non stanno certamente in mezzo alla folla. Qualcuno, ora, dirà che è colpa di Israele e della sua reazione al massacro del 7 ottobre ad opera di Hamas. Già, perché gli ebrei, comprendetelo bene, piacciono solo se sono morti o, soprattutto, se non reagiscono e si fanno massacrare senza rispondere. Se, al contrario e contrariamente alla loro storia millenaria, si ribellano, allora diventano i carnefici. Questo è quello che sta accadendo all'Onu, nell'Unione Europea e in tutti gli organismi sovranazionali da sempre favorevoli all'Islam e ai paesi arabi al punto che hanno causato, con le loro politiche dell'accoglienza indiscriminata, una vera e propria invasione che sta piano piano, ma progressivamente, colonizzando il continente imprimendo una sorta di paralisi delle istituzioni e delle coscienze...
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Vogliono darci ad intendere che arrestare qualcuno per furto o per spaccio sia, sostanzialmente, la stessa cosa o quasi che multare o denunciare chi contravviene alle misure coercitive imposte da questa classe digerente per fronteggiare questa emergenza sanitaria. In un nostro vecchio libro, Insurrezione armata, che raccoglieva le testimonianze degli ex militanti di Potere Operaio - gente che quando manifestava lo faceva sul serio, non come accade oggi - Guglielmo Billy Bilancioni raccontava questo aneddoto avvenuto durante un corteo di protesta: Un carabiniere mi disse: lottate lottate, che se poi vincete, a noi ci mettono una stella rossa sopra il cappello e vi picchiamo lo stesso. Brutale come discorso, ma assolutamente concreto. Del resto, non a caso la polizia fascista è diventata, all'indomani della Liberazione, la polizia della Repubblica Italiana nata dalla Costituzione e coloro che avevano perseguitato, arrestato, incarcerato gli antifascisti divennero, poi, gli stessi che fecero altrettanto nei confronti degli operai e delle classi popolari nell'immediato dopoguerra e non soltanto. Questo a dimostrare, qualora ce ne fosse bisogno, che quando si indossa una divisa, il libero arbitrio e l'autonomia di pensiero se ne vanno a quel paese e si obbedisce, per lo stipendio il più delle volte, anche a ciò che non si condivide e ne abbiamo dimostrazione, di questi tempi, ogni giorno di più.
Oggi è il 25 aprile anniversario della liberazione del nostro Paese dalla dittatura nazi-fascista. Giusto celebrarlo e altrettanto giusto evitare ogni retorica attenendosi ai fatti che già di per se stessi sarebbero sufficienti a dimostrare da che parte stava la ragione. Invece, purtroppo, si finisce sempre per rendere questa giornata una sorta di celebrazione stantia e priva di confronti con il presente dove il nemico non è, come vogliono farci credere, un risorgente, ma inesistente fascismo-nazismo, bensì e a parere nostro, qualcosa di ben più subdolo, viscido e invisibile - anche se, al momento, meno crudele - di ottanta anni fa.
Si sciacquano la bocca con la Costituzione e non si rendono conto o fanno finta di non accorgersi che ne stanno calpestando i diritti e i principi ogni giorno. Guardano a 80 anni fa e non vedono che il Nuovo Pensiero Unico sta stringendo i cordoni della libertà in vista di un futuro dove le concentrazioni di potere e di ricchezza saranno sempre più in grado di ridurre gli esseri umani a masse amorfe senza alcuna capacità decisionale e intellettiva.
Saremo blasfemi e anche peggio, ma di fronte a una società come quella che ci stanno proponendo, con il mostro tecnologico a controllarci tutti come cavie e senza possibilità di ribellarsi perché vittime di una dittatura protettiva e misericordiosa che agisce per il nostro bene, anche Mussolini, al confronto e in prospettiva, sarebbe una dolce... Euchessina.
Oggi il 25 aprile è ogni giorno, da oltre un anno, da quando è cominciata questa pandemia che uccide a singhiozzo e contagia in minima percentuale, ma che ha messo in mutande milioni di persone stravolgendone la vita e devastandone gli affetti. Peccato che proprio le giovani generazioni non lo comprendano e si ribellino ad un potere che non ha alcuna pietà né, soprattutto, buonsenso.
Quanto, poi e perdonateci la disgressione personale, alla multa che ci hanno appioppato ieri in piazza San Michele, ancora una volta abbiamo avuto la dimostrazione di come sia molto più facile colpire chi sta da solo piuttosto che intervenire di fronte a centinaia di persone. Noi non commentiamo visto che abbiamo già abbastanza querele e denunce, ma è evidente che quanto accaduto non aveva e non ha avuto, a nostro avviso, alcun senso logico. O si multano tutti quelli che violano le prescrizioni - assembramenti, mascherine, distanziamento - oppure si sta zitti, si osserva in silenzio e, con la coda tra le gambe e la consapevolezza di aver evitato figuracce, ci si allontana.
La polizia dovrebbe essere vicina alla gente, spendono al ministero fior di milioni per campagne pubblicitarie dove fanno vedere che gli agenti sono i protettori dei più deboli, ci chiedono inviandoci foto e articoli preconfezionati, di pubblicarli per far fare bella figura a istituzioni e istituzionalizzati e, poi, una volta in strada, dimostrano che la gente, quella vera, quella che vuole vivere, quella che non vuole essere lasciata morire tra quattro mura per un'epidemia che ne contagia pochi e ne uccide ancor meno, non solo non viene aiutata, ma neppure compresa.
Noi, nel ringraziare il questore (o la questora?) per quanto avvenuto ieri, continueremo a rispettare gli uomini e le divise per le quali e a difesa delle quali abbiamo sempre, in trent'anni di (dis)onorata professione, preso le difese. Non sarà certamente una contravvenzione a mutare la nostra convinzione e chi ci conosce da sempre, dai Claudio Arpaia ai Virgilio Russo, dai Leonardo Leone agli Angelo Croci e a tutti gli altri di via Cavour con cui abbiamo avuto a che fare, lo sanno benissimo ed è questo quello che, per noi, conta.
Contano gli Uomini non le divise che indossano.
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Tutti, in questi giorni e nei prossimi a venire, a sciacquarsi la bocca con l'antifascismo, la liberazione, la resistenza e nessuno che provi ad azionare il cervello per cercare di comprendere che è tutto vero, l'Italia migliore seppe reagire alla tragedia della guerra perduta e della repubblica saloina serva dei nazisti e ancora più crudele di loro. Ma... ma sono passati così tanti anni e anche se è giusto ricordare affinché sia ben chiaro da che parte stavano la ragione e il giusto - e qui non c'è possibilità di cambiare la storia - altrettanto doveroso sarebbe mettere da parte le ideologie e attenersi all'unico comune denominatore che tutti dovremmo avere essendo nati su questa terra ed essendo figli degli stessi padri. Invece, soprattutto a sinistra dove la strumentalizzazione del passato è elemento imprescindibile per affrontare il presente e, soprattutto, governare il futuro tutto ciò è impensabile. Peccato, perché al di là delle bandiere, sia da una parte sia dall'altra ci sono stati uomini che sono stati capaci di morire con dignità, in particolare quando la morte è stata somministrata in condizioni manifestamente orribili e non accettabili in una società che si definisce civile. Fatta questa premessa, non c'è stato un cane, oggi, né a destra né, tantomeno, a sinistra, che si sia ricordato che oggi, 14 aprile, ricorre il 17° anniversario della morte di Fabrizio Quattrocchi. Noi, tanto per essere chiari, il video che riprende la sua morte, con la testa bendata, le mani legate dietro la schiena e il coraggio di dire 'vi faccio vedere come muore un italiano', lo faremmo girare sin dall'asilo. Altro che teoria Gender, uno schifo e una vergogna.
Adesso abbiamo appena letto che i consiglieri comunali di sinistra Daniele Bianucci e Gabriele Olivati hanno portato il tema delle violenze fasciste in territorio jugoslavo durante l'ultima guerra mondiale all'attenzione dell'ultimo Consiglio comunale, formulando un'apposita raccomandazione congiunta. Dobbiamo ammettere che i due esponenti di questa amministrazione devastante per Lucca, la peggiore e la più malata di ideologia che questa città abbia mai avuto da quando noi viviamo a queste latitudini, in mezzo a una tragedia economica e sociale come quella che stiamo vivendo, hanno individuato una priorità ossia quella dei crimini fascisti e nazisti nella Jugoslavia di ottanta anni fa. Come tempismo niente da dire, come cultura storica una pena, come buonsenso e rispetto per chi davvero sta pagando a caro prezzo questa emergenza sanitaria zero assoluto.
Noi torniamo a Quattrocchi per raccontare un aneddoto che dimostra come il metodo e la cultura Palamara - leggetevi il libro di Sallusti, è distruttivo e angosciante, qualcosa che con estrema difficoltà si riesce a finire senza farsi montare dentro una rabbia senza confini - sia intrinseco, purtroppo, a tutta la cultura italiana intrisa di massimalismo pseudorivoluzionario sì, ma con il Rolex e la casa ai Parioli o in Prati.
Appena morto Quattrocchi e con le modalità che apparvero subito evidenti, noi che, all'epoca, producevamo un libro dopo l'altro grazie a una capacità produttiva da stakanovisti del mestiere e a una passione elevata all'ennesima potenza, pensammo subito di contattare la sorella per chiederle di aiutarci nella realizzazione della biografia di suo fratello. Andammo a trovarla a Genova dove ci accolse nella sua abitazione. Era, comprensibilmente, distrutta, soprattutto, a causa delle polemiche che i quotidiani di sinistra avevano montato ad arte su Fabrizio accusandolo di tutto e anche di più oltre a non credere minimamente alla versione di una morte da eroe.
Provammo in tutti i modi a convincerla, ma non ci fu verso e, allora, noi dirottammo i nostri interessi editoriali sulla sinistra extraparlamentare, le Brigate Rosse e alcuni personaggi del Ventennio di cui si erano perse le tracce, ma che, proprio per la loro integrità a tutto tondo, avevano scelto di andare volontari in guerra per quella sorta di coerenza tra pensiero e azione che animava le loro esistenze.
Avevamo, nel frattempo, però, parlato con un n ostro caro amico, direttore editoriale di alcune tra le più prestigiose case editrici nazionali con cui avevamo lavorato a lungo producendo numerosi libri. Gli avevamo accennato all'idea Quattrocchi spiegandogli che in un momento storico come quello sarebbe stato un modo, il migliore, per restituire fiducia e senso di appartenenza ad un popolo e a giovani generazioni massacrate dall'ipocrisia imperante di una classe politica digerente che, a destra come a sinistra, non sapeva restituire - ma, forse, non l'aveva mai avuta - unità a questo povero paese.
Gli dicemmo e insistemmo sul fatto che Quattrocchi era morto proprio pronunciando quelle parole e che non c'entrava niente la propaganda fascista - ancora!!!!! - con quel voler sottolineare il gesto in sé. Concludemmo dicendo che avevamo visto il video originale ed era proprio quella la frase detta: 'Ora vi faccio vedere come muore un italiano'. Non ci fu verso. Niente da fare. La risposta fu che fonti bene informate che avevano visto il video fino alla fine sostenevano che Quattrocchi aveva, in realtà, detto 'Ora vi faccio vedere come muore un fascista italiano'.
Provai a demolire questa ricostruzione, palesemente ridicola, ma dovetti desistere. A parte il fatto che non vedevo differenza nelle due versioni, nel senso che si trattava, comunque, di un italiano e di una persona ridotta in totale mancanza di libertà e, quindi, psicologicamente provata e annientata. Fascista o comunista, uno che in procinto di essere ucciso invece di mettersi a implorare o a piangere, pronuncia quella frase, è un Uomo. In tutti i sensi.
Ecco perché noi oggi lo ricordiamo. Ce ne fossero di Fabrizio Quattrocchi in questo paese di eunuchi che, al contrario, ritiene importante approvare una legge sulla omofobia, transfobia, misoginia e chi più ne ha più ne metta, invece di pensare a ricostruire quello che in 13 mesi è stato distrutto con la scusa del Covid-19.