Ce n'è anche per Cecco a cena
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
Anpi e avannotti del Nuovo Millennio contro il 'fascista' Roberto Vannacci, ma nemmeno una parola a favore di Israele per la strage del 7 ottobre
Toh, ci mancavano solo loro, gli irriducibili antifascisti dell'Anpi e dei collettivi non si sa bene di cosa di Nuova Resistenza e dell'Isi Barga. E' proprio vero che anco alle puci ni vien la tosse. Gli studenti, poi, quando c'è da fare casino invece di studiare, studiare e studiare come diceva Benedetto Croce, sono sempre in prima linea. Loro che si dichiarano antifascisti, antinazisti, difensori deglki ebrei sì, ma solamente il 27 gennaio Giornata della memoria, nemmeno hanno speso una sola parola dopo i 1400 ebrei massacrati da Hamas, i tagliagole foraggiati dall'Iran, il Paese dove i nostri cari studentelli con i nuovi... partigiani dell'età contemporanea finirebbero tutti appesi al muro e fucilati senza tanti complimenti. Bene, apprendiamo che sabato pomeriggio a Valdottavo ci sarà un presidio contro la presenza di una persona seria, di un uomo che ci ha messo sempre la faccia, che non si è mai tirato indietro, che ha giurato fedeltà alla Costituzione, che non si è mai detto fascista, tutt'altro. Se gli imbecilli volassero, effettivamente sabato potrebbero esserci problemi di visibilità nei pressi del teatro Cristofoco Colombo affittato a proprie spese da Yamila Bertieri consigliere comunale di minoranza la quale ha dovuto tirare fuori i soldi di tasca propria visto che l'attuale amministrazione comunale guidata dallo storico Patrizio Andreuccetti, tessera del Pd e segretario provinciale del partito di Elly Schlein - come fa uno storico ad essere iscritto ad un partito? - mai e poi mai le avrebbe concesso una sala per allestire l'evento...
Ecco perché la Gazzetta sta con gli ebrei e con Israele
Non ci sorprende questa campagna planetaria o quasi a favore dei palestinesi nei confronti di Israele, senza alcuna distinzione, da un lato, tra i tagliagole liberticidi di Hamas, Iran e Hezbollah da un lato e la democratica, occidentale, libertaria Israele. Conosciamo, ormai, da tempo le ipocrisie e le deformazioni dell'Ideologia verniciata di rosso e sappiamo bene che, già cinquant'anni fa, Lotta Continua, Potere Operaio, le Brigate Rosse, tutti i gruppuscoli della sinistra extraparlamentare, stavano con i palestinesi nonostante la strage di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Gli ebrei fanno comodo da sempre, sia quando si tratta di organizzare dei pogrom con cui decimarli, sia quando serve lustrarli un po' e strumentalizzarli in funzione antifascista e antinazista. Chissà, ora, come faranno politicanti ed amministratori da strapazzo a celebrare il 27 gennaio la giornata della memoria dedicata alla Shoah, quando non hanno nemmeno aperto bocca o scritto un rigo su quanto avvenuto il 7 ottobre 2023, un mese fa, in occasione del pogrom organizzato da Hamas e che ha prodotto la strage di oltre 1400 ebrei comprese donne e bambini, fatti a pezzi, bruciati, violentati, decapitati e rapiti. Perché, vedete, il problema sta proprio qui: troppo facile ricordarsi degli ebrei solamente quando si tratta di parlare di Auschwitz e Mauthausen, di Hitler e Mussolini, quando c'è da attaccare il neofascismo pressoché inesistente e inoperante, ma che fa tanto comodo alle Elly Schlein e alle Laura Boldrini. Nessuno, tra questi soloni verniciati di rosso fucsia ha il coraggio di ammettere che, oggi, l'unico pericolo esistente per il popolo ebraico sono gli arabi ossia i musulmani dei quali stiamo riempiendo l'Europa nemmeno fosse un paniere per la spesa. Nessuno che dice che i migliaia di atti antisemiti di queste ultime settimane sono opera non delle SS, della Gestapo o delle Brigate Nere resuscitate a nuova forza, bensì di tutti coloro che, arabi e fiancheggiatori, vorrebbero lo sterminio degli ebrei per il semplice fatto che esistono ed esiste lo stato di Israele. Chi divide gli ebrei da Israele, altro non fa che il gioco sporco di chi vorrebbe cancellare entrambi...
Due morti a Bruxelles uccisi da un terrorista islamico: li hanno fatti entrare e ora sono (ancora una volta) cazzi nostri
"Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno". Con queste parole l'attentatore tunisino di 45 anni ha commentato l'omicidio di due - il terzo è solo ferito - tifosi svedesi che, sfortunatamente, si sono trovati nel posto giusto - andavano a vedere la partita di calcio - nel momento sbagliato. Adesso chi andrà a spiegare ai figli, ai genitori, ai parenti delle due vittime che bisogna accogliere, sostenere, proteggere i milioni di musulmani immigrati che premono o hanno già premuto alle frontiere dell'Europa? Andateci voi ipocriti e farisei. Sappiamo bene per esperienza che i morti negli attentati dell'Islam non sono politici o ministri o parlamentari. Né a Roma, né a Parigi tantomeno a Bruxelles. Loro viaggiano con la scorta, vivono in case iperprotette e non stanno certamente in mezzo alla folla. Qualcuno, ora, dirà che è colpa di Israele e della sua reazione al massacro del 7 ottobre ad opera di Hamas. Già, perché gli ebrei, comprendetelo bene, piacciono solo se sono morti o, soprattutto, se non reagiscono e si fanno massacrare senza rispondere. Se, al contrario e contrariamente alla loro storia millenaria, si ribellano, allora diventano i carnefici. Questo è quello che sta accadendo all'Onu, nell'Unione Europea e in tutti gli organismi sovranazionali da sempre favorevoli all'Islam e ai paesi arabi al punto che hanno causato, con le loro politiche dell'accoglienza indiscriminata, una vera e propria invasione che sta piano piano, ma progressivamente, colonizzando il continente imprimendo una sorta di paralisi delle istituzioni e delle coscienze...
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Abbiamo appena finito di leggere il resoconto dettagliato, a firma Francesca Vatteroni, della conferenza tenutasi alla manifestazione Con-vivere da parte del professor Vittorio Lingiardi e non ci saremmo dedicati a rispondergli se non fosse che il suo sermone anti-no vax e le sue oscure e nefaste previsioni sul futuro dell'umanità post Covid, ci hanno fatto capire ancora una volta di più che se non si scende in campo contro chi vorrebbe farci cambiare vita, allora è davvero finita. Noi rispettiamo la psicoanalisi e la psichiatria così come la psicologia sociale. Anzi, sin dalla post adolescenza ne siamo stati imbevuti e l'abbiamo sempre ritenuta una scienza tutt'altro che borghese come hanno sempre pensato i marxisti. Ma abbiamo anche sempre ritenuto lo psicologo e lo psicoanalista come persone dedite al tentativo di liberare i pazienti dalle proprie paure restituendo loro il coraggio di autodeterminarsi e di poter affrontare la vita con rinnovati e ritrovati vigore e fiducia. Ecco, dalle parole del professore, possiamo sbagliarci, ma, nel caso, lo sfidiamo ad un contraddittorio in pubblica presenza, ci è sembrato che il compito dello psicologo in questa allucinante ed esasperata farsa denominata pandemia sia più quello di adeguare le persone ad un nuovo sistema che far loro riscoprire quel che erano o che, magari, non sono mai state. Il professor Lingiardi scomoda i nostri trascorsi infantili per cercare di motivare il rifiuto al vaccino anti Covid, chiama in causa il nostro non fidarci dell'autorità più o meno costituita a partire da quella genitoriale.
Caro professore, chi scrive conosce e frequenta regolarmente una sua collega di alto spessore che, a Lucca, fa il suo stesso mestiere e non consideri questo ultimo termine in maniera negativa. Ha tenuto, sui nostri giornali, una rubrica dalla quale sono emersi gli spaventosi drammi che questa chiusura ermetica alla vita provocata dal Covid ha inferto e inflitto a molte persone, dalle mamme incapaci di sostenere il peso della famiglia con relativo stress ai giovani isolati e senza più sport e socialità. Ebbene, le posso garantire che nessuna forma di epidemia, salvo una simile alla peste bubbonica capace, cioè, di stroncare vite a pioggia, merita quel che abbiamo subito noi a causa di questo virus che ha colpito e ucciso soltanto a certe condizioni e soltanto dopo una certa età.
Ma non è questo il punto. Il sottoscritto non ha fiducia nella classe politica. Non l'ha mai avuta, non l'avrà mai. E' un individualista, ma non uno sciocco e ignorante come potrebbe pensare lei che sostiene di fidarsi ciecamente dell'autorità qualunque essa sia, medica o amministrativa o politica. Lei, professore, faccia il suo lavoro e si limiti a comprendere le ragioni del disagio sociale. Non venga a farci lezioni di storia perché se così fosse, con le sue previsioni pessimistiche sul futuro, dovrebbe per prima cosa domandarci perché non abbiamo fiducia nell'autorità costituita.
Lei conosce Ida Magli? Bene, era un'antropologa e una delle menti più lucide che questo paese sfasciato di conformisti e senza attributi abbia mai avuto. Se la vada a leggere e poi ne riparliamo. Tornando a noi, le faccio una data: 8 settembre 1943. Quel giorno, paradossalmente, è morto ogni tipo di legame tra il popolo italiano e la sua classe digerente, pardon dirigente. Il Governo, il re, la famiglia reale, lo stato maggiore e i vertici militari, dopo la firma dell'armistizio che fu una vergogna per come venne annunciato, fuggirono sulla via Tiburtina per raggiungere l'Adriatico e imbarcarsi tutti, nessuno escluso, alla volta dell'Italia del sud liberata dagli Alleati. E la mattina del 9 settembre gli italiani si risvegliarono soli e abbandonati, orfani proprio di coloro che avrebbero dovuto proteggerli. Per colpa di questa viltà morirono a decine di migliaia su tutti i fronti europei, vittime della vendetta e della rabbia tedesca.
E lei viene a parlarci di mancanza di rispetto verso le autorità? Ma di cosa vaneggia?
Ecco, a parte il fatto, quindi, che le nostre esitazioni sono più che storicamente giustificate, ci sembra che anche nel passato più o meno recente le cose non siano cambiate granché.
Arrivato il Covid, adesso vogliono farci credere che le nostre vite non saranno più le medesime, che il mondo non sarà più come prima, che il mezzo burqa o mascherina che dir si voglia entrerà di diritto nelle nostre esistenze fino a quando i musulmani che già stanno invadendo l'Occidente non lo faranno diventare un burqua vero e proprio.
E tutto perché su 66 milioni di persone che vivono in questo sfasciato stivale poco più di 3 milioni sono state contagiate. Ma lei professore le statistiche le sa leggere? Ma lei i dati che fornisce il ministero della salute sui propri siti web li legge?
Certo, è vero che, negli ultimi tempi, almeno l'80 per cento dei nuovi contagi riguarda non vaccinati, ma questo cosa vuol dire? Che i contagiati sono degli appestati e voi dei monatti incaricati di barricarli in casa?
Chi le scrive non ha paura dei medici e se ha bisogno chiede aiuto. Ma in questo caso ci troviamo di fronte a una malattia sicuramente aggressiva che ha provocato molti morti, soprattutto, in chi aveva già delle complicazioni e lei, questo, lo sa benissimo. In sostanza e come sempre è avvenuto, chi è più debole e magari nemmeno lo sa, è più facilmente vittima del virus e da questo può essere anche ucciso.
Questa, però, è la vita e non troviamo giusto che per debellare un virus che colpisce a mezzo servizio si debba provocare la morte economica, sociale, psicologica di milioni di persone che, al contrario, il virus o non lo hanno preso oppure lo hanno sconfitto.
Vi siete vaccinati voi? Bene, avete esercitato un vostro diritto. Possiamo noi rifiutarci di farlo? In fondo è un problema nostro, se ci ammaliamo, voi, vaccinati, dovreste stare al sicuro. Oppure il vaccino non garantisce? E allora se non garantisce cosa lo fate a fare?
Il problema, caro professore, non è la letalità della malattia, ma la carenza di strutture sanitarie oltre ai metodi errati di cura. Oltre alla sproporzione tra il virus con la sua pericolosità e le misure draconiane adottate per distruggere le quotidiane esistenze della gente normale.
Diciamo che, per resistere alla distruzione del Pensiero Unico Dominante, bisogna essere molto, ma molto robusti dentro. Noi, caro professore, per fronteggiare il Covid abbiamo una ricetta tutta speciale che ha trovato concordi anche suoi colleghi attenti ai danni che questo assurdo lockdown emotivo ha provocato. Gliela spieghiamo in due parole:
da oltre un anno e mezzo conduciamo, sostanzialmente, la stessa vita di sempre, senza provocazioni inutili, ma senza nemmeno sottrarci agli abbracci - ne abbiamo bisogno - ai baci - ancora di più - alle strette di mano, a meno che lei non preferisca un più igienico saluto romano a braccio teso.
Stiamo fuori casa il più possibile, ci esponiamo in maniera esponenziale agli agenti atmosferici a cominciare dal sole. Facciamo attività sportiva, 30 minuti al giorno essendo stati colpiti in tarda età da una rara malattia del sistema immunitario, ma ci basta per sentirci vivi. Mangiamo di gusto e beviamo, a volte, pure. Non ci priviamo di niente. In più, dal 15 novembre al 30 giugno, una o due volte a settimana mare agitato permettendo, nuotiamo senza muta 30 minuti nelle acque azzurre e fredde (12°-13°-14°-15°) dei mesi invernali e primaverili.
Fino ad oggi siamo stati, probabilmente, fortunati a non contrarre il virus, ma che vuole farci?
Inoltre, abbiamo anche una mamma che ha raggiunto la veneranda età di 96,5 anni e che, anche lei, non si è vaccinata. Conosciamo casi di persone della sua età o anche meno che, dopo il vaccino, a distanza di un mese sono morte. Colpa del vaccino? Certo che no, ma perché rischiare?
"Aldo, io prima o poi devo morire, che importa come? Il vaccino non lo faccio, preferisco morire quando capiterà. Ho conosciuto i tedeschi durante la guerra, il Covid non può essere peggio di loro". Queste le parole sue quando le ho domandato se volesse fare il vaccino.
Quindi, caro Lingiardi, la prossima volta dica ai suoi organizzatori di Con-vivere che quando ci si sciacqua la bocca con parole come democrazia e libertà e antifascismo, si dovrebbe invitare alle conferenze anche chi la pensa diversamente senza per questo essere, come noi non siamo, fenomeni da baraccone come vorreste dipingerci. No vax è un termine idiota che viene usato da idioti giornalisti che hanno bisogno di abbreviazioni per i titoli che, altrimenti, occuperebbero troppo spazio.
Ma i giornalisti sono una categoria a cui sempre più spesso ci vergogniamo di appartenere.
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Dal 16 al 22 agosto i numeri ufficiali segnalano in media, in Italia, 71 casi di contagio ogni 100 mila abitanti. Quindi, se ogni 100 mila abitanti la media è di 72 contagi, in un ristorante con, mettiamo, 60 posti a sedere, quante probabilità ci sono di restare contagiati? Per carità, siamo sempre stati molto, ma molto ignoranti sia in matematica sia in statistica, ma abbiamo sempre avuto il maledetto vizio di porci delle domande e di non accettare, supinamente, delle risposte. Cambiamo argomento e lasciamo perdere quelli come Eugenio Giani che se dicessimo ciò che pensiamo, scatterebbe, immediata, un'altra querela, l'ennesima. Veniamo, invece, ad un argomento a nostro avviso molto, ma molto più scottante e impegnativo del Covid, ossia l'avvento dei talebani in Afghanistan dopo l'ignominiosa fuga degli occidentali. A nostro modesto avviso il problema non è mai stato né dovrebbe essere quello di volere a tutti i costi esportare la democrazia, il femminismo, l'uguaglianza di genere e non solo nei paesi del Terzo, Quarto, ma anche primo e secondo mondo se si pensa ai ricchi emirati arabi. L'unico vero imperativo categorico dal quale dovremmo essere mossi deve essere, infatti, il fare di tutto per difendere i nostri valori a casa nostra contro tutte le contaminazioni, minacce, resistenze poste in essere da chi, sbarcato più o meno volontariamente, vorrebbe cambiarle radicalmente per far posto ad un altro stile, si fa per dire, di vita.
Così, mentre ci spremiamo le meningi su cosa fare per far diventare tutti uguali a noi, non ci rendiamo conto che stiamo, al contrario, facendo di tutto per diventare noi eguali a loro, ovviamente in prospettiva. Imbarchiamo a migliaia persone che provengono da culture, lingue, tradizioni, storie, religioni diverse che dovrebbero, secondo i teorici del très bien vivre ensemble, cambiare e diventare occidentali così, d'emblée, e se ciò non accade ecco che non riusciamo farcene e a darcene una ragione, tutta colpa nostra e della nostra secolare incapacità di accoglienza.
Invece di difendere ciò che siamo, pensiamo a combattere ciò che sono gli altri, senza domandarci che, se sono come sono, forse ci sono millenni di ragioni alle spalle. Vorremmo fare come i Crociati, ma senza dichiarare alcuna guerra e, soprattutto, farlo da casa nostra, magari seduti comodamente davanti alla Tv mentre sgranocchiamo qualcun o di quei maledetti simboli che ci attanagliano anche l'esistenza... gastronomica.
Le donne di sinistra, sempre pronte ad aprire la bocca anche quando non ce ne sarebbe la necessità e nessuno glielo chiede, si sono ben guardate dallo scendere in piazza per manifestare contro i talebani o l'Islam radicale e a difesa delle donne afghane. La sensazione è che di fronte ad una invasione musulmana sarebbero le prime a indossare il burqa anche se nessuno glielo chiedesse. Coraggio sì, ma con la penna e a patto che, nel caso, ci sia sempre qualcuno pronto a difenderle.
Noi non sappiamo cosa accadrebbe se dovessero, un giorno, arrivare i talebani. Di sicuro loro non avrebbero paura del Covid o di eventuali contagi, avendo con l'acqua, la pulizia e le cosiddette good manners, un rapporto quantomeno conflittuale. Non ci è bastato quello che hanno fatto contro l'arte distruggendo città e monumenti millenari. Andiamo cercando, disperatamente, qualche barlume di cambiamento, di modernità, di apertura così da poter giustificare la nostra ipocrisia e la nostra vigliaccheria. Tutti finocchi sì, ma con il culo degli altri... e ora denunciateci anche per questo.
Questo mondo occidentale non solo è marcio fino al midollo, ma è ipocrita e privo di buonsenso, attento alla forma e distante dalla sostanza. In fondo, a pensarci bene, l'Islam radicale altro non fa se non difendere la propria ideologia contro le contaminazioni delle degenerazioni occidentali. Normale che in Inghilterra, di fronte al tentativo di diffondere e imporre la teoria Gender nelle scuole, le comunità islamiche si siano ribellate minacciando di ritirare i propri figli dalle lezioni. E hanno fatto bene.
Chi dice che se arrivassero i talebani tutti si metterebbero a combatterli? L'Occidente mina costantemente i valori tradizionali, sia pure arcaici e allucinanti, di popoli che hanno vissuto profondamente in maniera differente dalla nostra ed è impensabile che possano esserci mutazioni a colpi di bacchetta magica. E così come loro pensano a mantenere e a promuovere le proprie tradizioni, noi che facciamo? Sputiamo sulle nostre, le disprezziamo, le attacchiamo, le modifichiamo in nome di una presunta modernità e di una presunta tolleranza che altro non sono se non l'inizio della fine e il disfacimento di una civiltà.
Non abbiamo insegnato alle giovani generazioni a non aver paura di difendere la propria terra e ciò da cui veniamo. Gli insegniamo a mettersi la mascherina e ad avere paura di affrontare la vita. Ecco perché non abbiamo speranza e anche se la tecnologia può rallentare la sconfitta, senza l'anima non può che attenderla inequivocabilmente.
Se, quindi, arrivassero i talebani, noi non sappiamo che cosa faremmo. Di sicuro non ci stresserebbero con il Covid e il vaccino, ma ci costringerebbero a fare ben altre cose. Comunque sia a questi giovani, invece di rompere le scatole e farli vaccinare, non si potrebbe far fare un po' di sana attività psico-fisica volta al miglioramento del proprio senso di autostima, di autonomia e di indipendenza di giudizio?
Concludiamo annotando che sta montando una campagna dei soliti leccaculo idioti verniciati di rosso e non solo contro chi non si è ancora vaccinato. Facile prendersela con chi non ha armi per difendersi, molto più difficile combattere i talebani i quali, però, di fronte a minacce e strepiti, taglierebbero parecchie teste e indosserebbero molte meno mascherine.