Ce n'è anche per Cecco a cena
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
Anpi e avannotti del Nuovo Millennio contro il 'fascista' Roberto Vannacci, ma nemmeno una parola a favore di Israele per la strage del 7 ottobre
Toh, ci mancavano solo loro, gli irriducibili antifascisti dell'Anpi e dei collettivi non si sa bene di cosa di Nuova Resistenza e dell'Isi Barga. E' proprio vero che anco alle puci ni vien la tosse. Gli studenti, poi, quando c'è da fare casino invece di studiare, studiare e studiare come diceva Benedetto Croce, sono sempre in prima linea. Loro che si dichiarano antifascisti, antinazisti, difensori deglki ebrei sì, ma solamente il 27 gennaio Giornata della memoria, nemmeno hanno speso una sola parola dopo i 1400 ebrei massacrati da Hamas, i tagliagole foraggiati dall'Iran, il Paese dove i nostri cari studentelli con i nuovi... partigiani dell'età contemporanea finirebbero tutti appesi al muro e fucilati senza tanti complimenti. Bene, apprendiamo che sabato pomeriggio a Valdottavo ci sarà un presidio contro la presenza di una persona seria, di un uomo che ci ha messo sempre la faccia, che non si è mai tirato indietro, che ha giurato fedeltà alla Costituzione, che non si è mai detto fascista, tutt'altro. Se gli imbecilli volassero, effettivamente sabato potrebbero esserci problemi di visibilità nei pressi del teatro Cristofoco Colombo affittato a proprie spese da Yamila Bertieri consigliere comunale di minoranza la quale ha dovuto tirare fuori i soldi di tasca propria visto che l'attuale amministrazione comunale guidata dallo storico Patrizio Andreuccetti, tessera del Pd e segretario provinciale del partito di Elly Schlein - come fa uno storico ad essere iscritto ad un partito? - mai e poi mai le avrebbe concesso una sala per allestire l'evento...
Ecco perché la Gazzetta sta con gli ebrei e con Israele
Non ci sorprende questa campagna planetaria o quasi a favore dei palestinesi nei confronti di Israele, senza alcuna distinzione, da un lato, tra i tagliagole liberticidi di Hamas, Iran e Hezbollah da un lato e la democratica, occidentale, libertaria Israele. Conosciamo, ormai, da tempo le ipocrisie e le deformazioni dell'Ideologia verniciata di rosso e sappiamo bene che, già cinquant'anni fa, Lotta Continua, Potere Operaio, le Brigate Rosse, tutti i gruppuscoli della sinistra extraparlamentare, stavano con i palestinesi nonostante la strage di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Gli ebrei fanno comodo da sempre, sia quando si tratta di organizzare dei pogrom con cui decimarli, sia quando serve lustrarli un po' e strumentalizzarli in funzione antifascista e antinazista. Chissà, ora, come faranno politicanti ed amministratori da strapazzo a celebrare il 27 gennaio la giornata della memoria dedicata alla Shoah, quando non hanno nemmeno aperto bocca o scritto un rigo su quanto avvenuto il 7 ottobre 2023, un mese fa, in occasione del pogrom organizzato da Hamas e che ha prodotto la strage di oltre 1400 ebrei comprese donne e bambini, fatti a pezzi, bruciati, violentati, decapitati e rapiti. Perché, vedete, il problema sta proprio qui: troppo facile ricordarsi degli ebrei solamente quando si tratta di parlare di Auschwitz e Mauthausen, di Hitler e Mussolini, quando c'è da attaccare il neofascismo pressoché inesistente e inoperante, ma che fa tanto comodo alle Elly Schlein e alle Laura Boldrini. Nessuno, tra questi soloni verniciati di rosso fucsia ha il coraggio di ammettere che, oggi, l'unico pericolo esistente per il popolo ebraico sono gli arabi ossia i musulmani dei quali stiamo riempiendo l'Europa nemmeno fosse un paniere per la spesa. Nessuno che dice che i migliaia di atti antisemiti di queste ultime settimane sono opera non delle SS, della Gestapo o delle Brigate Nere resuscitate a nuova forza, bensì di tutti coloro che, arabi e fiancheggiatori, vorrebbero lo sterminio degli ebrei per il semplice fatto che esistono ed esiste lo stato di Israele. Chi divide gli ebrei da Israele, altro non fa che il gioco sporco di chi vorrebbe cancellare entrambi...
Due morti a Bruxelles uccisi da un terrorista islamico: li hanno fatti entrare e ora sono (ancora una volta) cazzi nostri
"Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno". Con queste parole l'attentatore tunisino di 45 anni ha commentato l'omicidio di due - il terzo è solo ferito - tifosi svedesi che, sfortunatamente, si sono trovati nel posto giusto - andavano a vedere la partita di calcio - nel momento sbagliato. Adesso chi andrà a spiegare ai figli, ai genitori, ai parenti delle due vittime che bisogna accogliere, sostenere, proteggere i milioni di musulmani immigrati che premono o hanno già premuto alle frontiere dell'Europa? Andateci voi ipocriti e farisei. Sappiamo bene per esperienza che i morti negli attentati dell'Islam non sono politici o ministri o parlamentari. Né a Roma, né a Parigi tantomeno a Bruxelles. Loro viaggiano con la scorta, vivono in case iperprotette e non stanno certamente in mezzo alla folla. Qualcuno, ora, dirà che è colpa di Israele e della sua reazione al massacro del 7 ottobre ad opera di Hamas. Già, perché gli ebrei, comprendetelo bene, piacciono solo se sono morti o, soprattutto, se non reagiscono e si fanno massacrare senza rispondere. Se, al contrario e contrariamente alla loro storia millenaria, si ribellano, allora diventano i carnefici. Questo è quello che sta accadendo all'Onu, nell'Unione Europea e in tutti gli organismi sovranazionali da sempre favorevoli all'Islam e ai paesi arabi al punto che hanno causato, con le loro politiche dell'accoglienza indiscriminata, una vera e propria invasione che sta piano piano, ma progressivamente, colonizzando il continente imprimendo una sorta di paralisi delle istituzioni e delle coscienze...
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Da più parti ci giunge voce che Matteo Salvini abbia manifestato il desiderio per non dire l'ordine che Lucca torni al centrodestra a tutti i costi. Vista la figura di merda rimediata a questa tornata elettorale e visti anche i recenti movimenti in chiave elettorale nella nostra città, c'è da esserne, quantomeno, dubbiosi. La Lega è, a Lucca, pressoché inesistente e non ci risulta che sappia fare opposizione. Al tavolo del centrodestra, non ha mai avuto particolare simpatia per Mario Pardini nonostante questi abbia cercato di avere una sorta di imprimatur da parte dei vertici nazionali e regionali. Al contrario, Pardini non è piaciuto alla Lega locale così come a sua eminenza senatore Massimo Mallegni, a capo di quell'ectoplasma di partito, (S)forza Italia che ad Altopascio e ci dispiace umanamente per Maurizio Marchetti, ha preso una cenciata memorabile. Ora, addirittura, pare che sia tornato in auge il nome di Luca Leone appoggiato proprio da queste due componenti politiche alle quali potrebbe anche dar man forte, ma non c'è niente di ufficiale e Remo Santini nega, SìAmo Lucca. Che cosa, quindi, attende gli elettori che non si vogliono piegare al Pud, alla Sinistra radical chic-choc e all'ipocrisia dei partiti che il giorno prima si scannavano e che, ora, sono lingua in bocca alla corte di 'Occhi di cernia' alias Mario Draghi?
Di sicuro noi non voteremo e preghiamo di farlo anche ai nostri lettori, la Lega di Matteo Salvini che si è rivelata una forza politica incapace di saper ascoltare la voce di chi non ci stava a subire le angherie di un sistema che ha fatto del Green Pass lo strumento e il grimaldello per forare le poche coscienze libere rimaste in questo sfasciato Stivale. Un partito, la Lega, che sembrava in grado di raccogliere tutta l'Italia ed era ed è la maggioranza, che non ci sta a farsi governare dai Mattarella-Draghi-Letta-Conte e via di questo sfascio. Invece, il buon Matteo si è appattumato con tutti pur di mantenere la poltrona sotto il deretano di Palazzo Chigi, ha smesso di tempestare con i suoi proclami anti-sbarco di clandestini, ha guardato da un'altra parte sul fronte del Green Pass e, ultimo, ha preso schiaffi a non finire alle urne. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Noi ribadiamo che chiunque si candidi per la Lega o per (S)forza Italia non avrà il nostro appoggio alle prossime elezioni per il sindaco di Lucca. Bene ha fatto, quindi, Mario Pardini, ad abbandonare un tavolo del centrodestra che è stato, sin dall'inizio, una sonora presa per il culo. Lo hanno fatto sentire in colpa per non esserci stato all'inizio, poi, quando c'è andato sia pure scortato da personaggi più o meno sconosciuti, lo hanno emarginato ancora di più.
Il centrodestra, di fatto, non esiste più e sbaglierebbe Fratelli d'Italia ad aggregarsi al carro di Lega e reduci Berlusconiani, perché prenderebbe una sberla di dimensioni colossali. Il tavolo del centrodestra è un tavolo da pic-nic ossia non serve a una sega se non a tergiversare e a far passare il tempo con i partecipanti che cercano di convincere un candidato a candidarsi e Mario Pardini a fare una figura barbina.
La Lega a queste elezioni ha fatto capolino? No, ha fatto Caporetto.
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Quello che sta accadendo e che sta per accadere in Italia è qualcosa di raccapricciante e nessuno, tra i giornalisti e gli intellettuali a un tanto al chilo prezzolati dei e dal mainstream sembrano volersene accorgersene. I leccaculo del tengo famiglia imperano e prosperano alle spalle di chi, al contrario, non ci sta ad essere sottoposto a questo regime dittatoriale in nome di una presunta emergenza sanitaria. Costringono le persone in un angolo, gli portano via perfino il lavoro, le speranze e il futuro e, se queste si arrabbiano, scendono in piazza e protestano, ecco che vengono subito definiti squadristi fascisti. Bene, questi cacasotto verniciati di rosso e svezzati al soldo dei mercati finanziari e degli organismi sovranazionali leggano un po' di storia del Ventennio e anche di poco prima. Scopriranno che se al posto dei manifestanti di oggi, innocui praticamente come punture di spillo, ci fossero stati gli ex arditi, i sindacalisti rivoluzionari, gli ex legionari fiumani, i nazionalisti, gli irredentisti di un secolo fa, presumibilmente, oggi, del Green Pass e dei suoi fautori, i Cagoia e i Giolitti del Nuovo Millennio, ben poco resterebbe. Invece, questi ectoplasmi od eunuchi che dir si voglia, amano gridare al lupo ogniqualvolta il popolo la smette di essere gregge e protesta contro il tentativo, palese, di imporre una misura, il Green Pass che definire odiosa, bastarda, schifosa e illiberale, è un eufemismo. Noi disprezziamo e lo diciamo apertamente questa classe politica e questa classe digerente incapaci di un minimo di raziocinio e buonsenso. Come si fa a costringere chi, per paura o anche solo per convinzione, non se la sente di iniettarsi questo vaccino nel corpo, a perdere il lavoro o a farsi tamponi su tamponi a beneficio delle solite multinazionali della salute? Non è violenza questa? O come la chiamano i parlamentari iperdemocratici ma solo se la si pensa come loro?
Oggi, se fosse ancora viva, Ida Magli, una che l'Italia l'amava davvero non come questi politicanti da strapazzo che prediligono l'Unione Europea e tutto ciò che annienta le identità nazionali, starebbe dalla parte di chi si ribella a questa devastazione psicologica. Ma il signor Draghi e il signor Speranza si chiedono mai che cosa stiano provando le persone e sono milioni che non vogliono sottostare al ricatto di dover scegliere tra il vivere o il morire emarginati e allontanati da tutto?
Chi scrive in qualità di direttore (ir)responsabile delle Gazzette ha già dimostrato più di una volta di essere fedele al motto che campeggia sulla nostra testata Recte agere nihil timere, agisci rettamente e non temere nulla. Non ci hanno piegato né Andrea Marcucci, né Matteo Renzi, né Laura Boldrini e, ultimamente, anche qualcuno della Lega che, ormai, non si capisce più nemmeno con chi sta e dove vuole andare.
Ebbene continueremo ad essere un faro, una sorta di sentinella permanente contro tutti coloro che vorrebbero annientare le libertà altrui. In un ipotetico nuovo Attimo fuggente, noi saremmo i primi a salire sui banchi di scuola contro coloro che, magari al riparo di una divisa, vengono a chiedere l'esibizione del Green Pass. Ecco, in un Paese di esseri liberi, tutti, a quel punto, dovrebbero alzarsi e solidarizzare con chi, magari, il Green Pass non lo ha.
In questo mondo di ladri, di vermi, di eunuchi, di invertebrati, di vigliacchi e di ipocriti, non c'è posto per chi non sa resistere e combattere in nome delle proprie convinzioni. Chi crede che non vogliamo vaccinarci peché abbiamo paura del vaccino si sbaglia. Ne abbiamo passate talmente tante e di ben peggiori che una iniezione in più o in meno ci fa un baffo. Ma è il modo in cui vogliono farci passare tutti per gregge allo sbando, per cane da macello, per maiali all'ingrasso, che non ci piace. E allora non ci stiamo.
Siamo esseri umani dotati della facoltà di intendere e di volere. E pensiamo come avrebbe detto Cartesio. Anzi. Siamo, proprio perché capaci di pensare. Non possiamo accettare diktat e imposizioni senza senso da una classe politica che, nel corso dei decenni, ha mostrato di essere tutto e il contrario di tutto. Non ci sono politici che ci tutelano né che ci rappresentano. E non è certamente lo spauracchio del neofascismo, agitato da queste beste ignoranti senza cultura e senza spada, a farci cambiare idea.
Ci sono stati, è bene dirlo subito a scanso di equivoci, uomini che, sebbene fascisti, rispetto a queste larve e a queste mangiatoie sono e saranno sempre degli eletti. Che hanno, spesso, pagato con la vita la loro coerenza e la loro scelta di stare dalla parte sbagliata.
Niente vaccino, quindi, né ora, né mai. Tantomeno sotto la minaccia di una sospensione dal lavoro.
E' vero, non possiamo andare al cinema, a teatro, allo stadio, al ristorante, ma vuoi mettere la mattina, quando ti alzi e, davanti allo specchio, hai per te un accresciuto senso di autostima e la convinzione di non essere disposto, né ora davanti al Green Pass né domani davanti a chissà cos'altro, a rinunciare all'unica cosa per cui vale veramente la pena di vivere in un mondo dove la vita, ormai, non conta più niente e non dipende più da noi: l'autodeterminazione. Per noi e anche per tutti gli altri.
Vogliono cosringerci a sottostare ad una iniezione e al Green Pass? Bene, veniteci a stanare, uno ad uno, casa per casa, ma se, poi, dovessimo rispondere a modo nostro, non chiamateci fascisti o squadristi perché sareste per l'ennesima volta dei bugiardi.
Nel 1936-39, durante la guerra di Spagna, l'eroico popolo spagnolo seppe resistere a lungo contro fascismo e nazismo alleati e mentre le pseudo democrazie occidentali, Francia e Gran Bretagna in testa, assistevano impotenti alla distruzione della libertà nella Repubblica Spagnola. E il motto era 'No pasaran': da Guadalajara alle rive dell'Ebro, dalla Catalogna nonostante la tragedia anarchica fino a Madrid. 'No pasaran' vuol dire non passeranno anche se dovesse restarcene soltanto uno senza Green Pass.