Ce n'è anche per Cecco a cena
Intuizione della Gazzetta o solo fortuna? Dal bagno Biondetti all'Europarlamento dei grandi eletti
Il volo puntuale parte alle 10:40 per il viaggio che ci porterà dal nostro generale. Tu chiamale se vuoi emozioni come cantava il grande Lucio in tempi non sospetti. Ma le emozioni, in tutti questi anni non sono mancate a cominciare da quel non troppo lontano 2023 quando l'irresponsabile scribacchino di provincia, come si definisce lui, ma non è cosi, direttore di tante Gazzette tra cui quella di Viareggio, Lucca e Garfagnana decide di presentare il libro del generale Vannacci. Un atteggiamento a dir poco contro corrente, quella corrente del mainstream votato al pensiero unico dominante nella quale tutti nuotavano, non sapendo che di li a poco avrebbero annaspato. Insomma una scommessa quella della presentazione al bagno Biondetti che di lì a poco avrebbe portato il generale Vannacci al parlamento dei grandi eletti, tanto per fare un po' di rima baciata. Quel parlamento europeo nel quale avrebbe dovuto misurarsi con avanzi di galera come al Salis che non solo avrebbero occupato posti appunto nel parlamento stesso, ma da quegli scranni avrebbe suggerito di occupare appartamenti sfitti o quanto si presentasse libero da inquilini. Dal Biondetti al parlamento dei grandi eletti con oltre 560 mila voti e non 500 mila come si tende a descrivere. Una scommessa vinta quella di Aldo Grandi e del nostro giornale che ci ha portato dalla provincia a Bruxelles proprio per seguire di persona con qualche inviato poco speciale la vita del nostro europarlamentare. Eh si, di europarlamentari non ne abbiamo avuti molti alle nostre latitudini e al di là del fatto che si possa pensare come lui dovrebbe essere un atteggiamento più riverente e riconoscente verso questo personaggio ma si sa profeta nemo in patria...
Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione…
La Gazzetta del Serchio: cambia il dominio in .net e così anche la posta elettronica, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prima o poi sarebbe potuto e, magari, anche dovuto accadere. La Gazzetta del Serchio così come la Gazzetta di Viareggio e anche la Gazzetta di Massa Carrara hanno cambiato il proprio dominio passando da .it a .net Di conseguenza anche la posta elettronica ha visto modificarsi in
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
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Avrebbero dovuto seminare fiducia e speranza, invece sono stati solo capaci di diffondere, a piene mani, paura se non, addirittura, terrore. Avrebbero potuto infondere coraggio e voglia di reagire, al contrario hanno soltanto speso parole di divisione, intolleranza, odio. E qualcuno, il cosiddetto papa Francesco, aveva anche parlato di occasione per sviluppare la solidarietà. Ma quale?, ma quando?, ma, soprattutto, ma quanta? Siamo arrivati ad un punto in cui la gente non si sopporta più, le persone sono in guardia le une rispetto alle altre, la rabbia ha preso il posto della comprensione, la malvagità quello del rispetto. Non c'è più un dio, né una chiesa, tutti presi dietro alle loro disquisizioni tecnico-scientifiche neoglobaliste. Siamo rimasti soli, ognuno alle prese con la necessità di ricorrere ad una consapevolezza superiore ed interiore che aiuti a superare questo momento. Grazie al Covid i poteri più o meno occulti, in realtà ben palesi, hanno potuto mettere mano ad una ricomposizione sociale - o di classe come direbbero gli operaisti di un tempo - che ha come obiettivo la distruzione di tutto ciò che non può tenere il passo con i nuovi diktat imposti dai colossi multinazionali. Piccolo e anche medio vuol dire, oggi, maggiori possibilità di morte. Altro che pandemia, la vera morte si gioca sul tavolo della capacità di resistenza alle decisioni assassine con cui stanno piano piano distruggendo un intero sistema produttivo e una intera categoria produttiva. Da due anni tutto quello che doveva andare bene è, al contrario, andato male e anche i padroni del vapore non sanno più cosa fare e marciano in direzione ostinata e contraria ad ogni direttiva di buonsenso e di intelligenza emotiva.
Complimenti agli intellettuali e ai giornalisti di regime, quelli che si sono vaccinati due e anche tre volte - a proposito, in Israele c'è l'invito a vaccinarsi anche una quarta volta - e che hanno diramato messaggi di soccorso che non sono serviti ad altro che a produrre il caos e a stroncare ogni tentativo di resistenza naturale da parte della gente. Hanno mandato al macero e al macello decine di migliaia di persone colpevoli soltanto di non volersi inoculare - giusto o sbagliato non sta a noi decidere - una sostanza più o meno conosciuta devastando professionalità, famiglie, affetti, diritti e tutto per correre dietro ai nuovi Sciamani della scienza che continuano a gridarci di scappare piuttosto che fermarsi, ragionare, riprendere la vita nelle proprie mani e andarle incontro senza averne paura.
Questo nuovo anno appena cominciato e che, per molti - circa sei milioni di persone - dal 10 gennaio diventerà una sorta di anticamera dell'inferno e si tratta di persone né migliori né peggiori delle restanti, ha confermato quel che già scrivevamo senza timore di essere smentiti in piena estate: a ottobre ripartirà tutto daccapo e così è stato. Non serve essere complottisti per arrivare a comprendere che qualcosa, evidentemente, è andato storto. Pipistrello o non pipistrello, errore militare o civile che dir si voglia, fatto sta che da due anni a questa parte il mondo non è più lo stesso e tutti a dirci che si tratta di una opportunità. Certo, per la Pfizer, per Big Pharma, per le multinazionali digitali e per i grandi gruppi speculativi economico-finanziari sparsi per il globo, ma concentrati solamente in alcune zone, non solo è una opportunità, ma l'opportunità. Mai come in questi mesi coloro che hanno un minimo di autonomia di pensiero e indipendenza di giudizio, si sono resi conto della solitudine dei numeri ultimi.
Che fare, quindi, di fronte all'impotenza cui siamo stati relegati nostro malgrado?
Diventare acrobati della vita ha detto la nostra insuperabile e inseparabile Manuela Giuliani, psicologa e psicoterapeuta, da due anni impegnata sul fronte della malattia ad affrontare ansie, angosce e chi più ne ha più ne metta. In fondo, a pensarci bene, ha ragione. Covid o non Covid, la vita, senza voler fare per questo della filosofia spicciola, non è mai una linea retta e piatta. Tutt'altro. E', a volte e, prima o poi, per tutti, un percorso dove gli ostacoli si presentano all'improvviso e a ben poco serve spiegare e spiegarsi di non essere allenati e pronti a superarli o, peggio ancora, a saltarli. Essere acrobati della vita, quindi, nel senso di essere in grado di sapersi adeguare e adattare a ogni cambiamento, non per subirlo, ma per essere capaci, poi, di fuoriuscirne più forti e migliori di prima. O, alla peggio, di uscirne e basta.
Quando intorno a noi tutto o molto di quel tutto che fino a ieri ha rappresentato per noi un'ancora di salvezza viene a mancare o ad essere minacciato, è inutile piangere o rassegnarsi. Occorre togliersi i panni del comprimario o della comparsa e indossare gli abiti necessari a diventare, ancora una volta o anche la prima volta, gli unici protagonisti del palcoscenico senza pubblico che è quello rappresentato dalla nostra stessa esistenza. Ognuno per sé, dio per nessuno.
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Di fronte a una variante Omacron pardon Omicron, che in Francia sta producendo oltre 200 mila contagi al giorno e in Italia 127 mila, i Governi senza sovranità dipendenti dagli organismi sovranazionali - Ue, Onu, Oms, Fmi etc. - hanno scelto, come unico rimedio, quello di prendersela con i cosiddetti, ma erroneamente, No vax. Perfino qualche aspirante politico come, ad esempio, il sindaco di Viareggio e probabile candidato a Lucca Giorgio Del Ghingaro si è augurato un lockdown spinto verso chi non vuole vaccinarsi. Un po' come durante il fascismo, se la guerra andava male la colpa era dei sabotatori e del fronte interno ispirato e composto dalla maledetta razza giudaica. Tempi molto duri, quindi, sotto tutti i punti di vista per chi non è allineato: non solo niente più cene al ristorante se non a cinque gradi sopra zero, né cinema, né teatri, né stadi. Adesso, dal 10 gennaio, sarà impedito ad una parte consistente della popolazione, almeno sei milioni di persone o poco meno, di potersi perfino introdurre in un bar per prendere un caffè al bancone o anche sedersi con i ghiaccioli in qualsiasi locale pubblico anche all'aperto. Potranno solamente entrare nei negozi e in quelli di generi primari visto che, per il momento, non li si vuole ancora affamare. E' evidente che questo noi lo chiamiamo tentato omicidio e nessuno ci toglie dalla testa che le conseguenze di questa sciagurata politica sanitaria devasteranno per chissà quanto tempo corpi, menti, cuori ed anime. Omicron, a quanto pare, e ne sbatte dei vaccini e colpisce senza guardare in faccia nessuno e, almeno in ciò, rappresenta (sic!) un indice di eguaglianza ritrovato.
Invece di aumentare i posti letto e le terapie intensive che, sostengono, sono al 13 per cento di occupazione - scusate, ma allora dov'è l'emergenza? - hanno speso miliardi di euro per i vaccini che sono andati a ingrassare i colossi dell'industria farmaceutica. Addirittura Pfizer che se la canta e se la sona - se prendi il virus ti cura con i suoi medicinali, se non lo prendi ti somministrano il suo vaccino - ha ammesso che Omicron buca le difese dei vaccini classici e che, quindi, sta già predisponendo un apposito vaccino per Lei che sarà pronto a primavera. Nei laboratori della società leader del mercato mondiale con sede a New York, i medici e i tecnici devono sostenere ritmi da criceto per riuscire a stare dietro a tutte le varianti del Covid. Arriveremo a doverci iniettare un vaccino per ogni mutazione del virus? Probabile, soprattutto se, prima o poi, dovesse scomparire lo scudo e la scusante dei No vax colpevoli di ogni cosa.
Fatta questa lunga, ma doverosa premessa, alle soglie del Nuovo Anno, il 2022, ci sembra chiaro che in questi due anni di presunta pandemia siamo stati tutti, sistematicamente, presi per il culo. Doveva andate tutto bene e tutto bene non è andato. Dovevano bastare isolamento, mascherine, distanziamenti, smart-working e altre diavolerie e, invece, non sono serviti a niente o poco più. I vaccini avrebbero dovuto restituire la vita e la speranza mentre, al contrario, non proteggono assolutamente dal contagio anche se, indubbiamente, ne frenano e ne limitano, forse, le conseguenze. Già, ma fino a quando se la malattia dovesse continuare nella sua folle corsa al mutamento costante e progressivo?
In tutto questo bailamme in cui una gran parte dell'umanità, almeno alle nostre latitudini, quelle occidentali, ormai carente di tutto, persino di capacità reattiva alla malattia, pare aver perso la bussola e anche molto, ma molto di più, l'unica luce nel tunnel dell'incubo nel quale ci hanno spinto e continuano a spingere e a spegnere, è rappresentata dalla speranza, paradossale lo sappiamo, ma reale, di contagiarsi e di uscirne fuori con le proprie gambe e, possibilmente, in verticale.
Con una idiozia e una malafede paragonabili solo alla malvagità di cui sono intrise, le autorità sanitarie hanno costretto migliaia di professionisti che, per un anno, avevano combattuto al fronte contro il Covid, a interrompere la propria attività sospendendoli. E questo solamente perché non volevano vaccinarsi. Con il risultato che, adesso, in alcune situazioni si richiamano i medici in pensione per poterli utilizzare almeno per sei mesi. Poi si vedrà.
Si sono distrutte professionalità, intelligenze, creatività, conoscenze e disponibilità umane uccidendo lo spirito di uomini e donne che non meritavano di essere umiliati e accantonati come ferri vecchi solo perché non sdraiati sanitariamente e politicamente sulla linea del mainstream sovranazionale.
Non riuscendo a cavare un ragno dal buco, cercano la endlösung o soluzione finale lanciando i dadi per aria e sperando nel doppio 6: impossibile o quasi. Così menano fendenti a destra e a manca sperando in un miracolo al quale, ormai, non credono più neanche loro.
Confidare nel contagio, quindi, e curarsi senza timori di apparire ligi al sistema o parvenu della neoscienza. Non ci resta altro per augurarci di poter tornare a essere considerati degli esseri umani degni di poter vivere, come tutti gli altri, i vaccinati, la propria vita.
Auguriamo a tutti di buon anno con la convinzione che questa storia, purtroppo e non certo per colpa nostra, non avrà mai fine.