Ce n'è anche per Cecco a cena
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
Anpi e avannotti del Nuovo Millennio contro il 'fascista' Roberto Vannacci, ma nemmeno una parola a favore di Israele per la strage del 7 ottobre
Toh, ci mancavano solo loro, gli irriducibili antifascisti dell'Anpi e dei collettivi non si sa bene di cosa di Nuova Resistenza e dell'Isi Barga. E' proprio vero che anco alle puci ni vien la tosse. Gli studenti, poi, quando c'è da fare casino invece di studiare, studiare e studiare come diceva Benedetto Croce, sono sempre in prima linea. Loro che si dichiarano antifascisti, antinazisti, difensori deglki ebrei sì, ma solamente il 27 gennaio Giornata della memoria, nemmeno hanno speso una sola parola dopo i 1400 ebrei massacrati da Hamas, i tagliagole foraggiati dall'Iran, il Paese dove i nostri cari studentelli con i nuovi... partigiani dell'età contemporanea finirebbero tutti appesi al muro e fucilati senza tanti complimenti. Bene, apprendiamo che sabato pomeriggio a Valdottavo ci sarà un presidio contro la presenza di una persona seria, di un uomo che ci ha messo sempre la faccia, che non si è mai tirato indietro, che ha giurato fedeltà alla Costituzione, che non si è mai detto fascista, tutt'altro. Se gli imbecilli volassero, effettivamente sabato potrebbero esserci problemi di visibilità nei pressi del teatro Cristofoco Colombo affittato a proprie spese da Yamila Bertieri consigliere comunale di minoranza la quale ha dovuto tirare fuori i soldi di tasca propria visto che l'attuale amministrazione comunale guidata dallo storico Patrizio Andreuccetti, tessera del Pd e segretario provinciale del partito di Elly Schlein - come fa uno storico ad essere iscritto ad un partito? - mai e poi mai le avrebbe concesso una sala per allestire l'evento...
Ecco perché la Gazzetta sta con gli ebrei e con Israele
Non ci sorprende questa campagna planetaria o quasi a favore dei palestinesi nei confronti di Israele, senza alcuna distinzione, da un lato, tra i tagliagole liberticidi di Hamas, Iran e Hezbollah da un lato e la democratica, occidentale, libertaria Israele. Conosciamo, ormai, da tempo le ipocrisie e le deformazioni dell'Ideologia verniciata di rosso e sappiamo bene che, già cinquant'anni fa, Lotta Continua, Potere Operaio, le Brigate Rosse, tutti i gruppuscoli della sinistra extraparlamentare, stavano con i palestinesi nonostante la strage di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Gli ebrei fanno comodo da sempre, sia quando si tratta di organizzare dei pogrom con cui decimarli, sia quando serve lustrarli un po' e strumentalizzarli in funzione antifascista e antinazista. Chissà, ora, come faranno politicanti ed amministratori da strapazzo a celebrare il 27 gennaio la giornata della memoria dedicata alla Shoah, quando non hanno nemmeno aperto bocca o scritto un rigo su quanto avvenuto il 7 ottobre 2023, un mese fa, in occasione del pogrom organizzato da Hamas e che ha prodotto la strage di oltre 1400 ebrei comprese donne e bambini, fatti a pezzi, bruciati, violentati, decapitati e rapiti. Perché, vedete, il problema sta proprio qui: troppo facile ricordarsi degli ebrei solamente quando si tratta di parlare di Auschwitz e Mauthausen, di Hitler e Mussolini, quando c'è da attaccare il neofascismo pressoché inesistente e inoperante, ma che fa tanto comodo alle Elly Schlein e alle Laura Boldrini. Nessuno, tra questi soloni verniciati di rosso fucsia ha il coraggio di ammettere che, oggi, l'unico pericolo esistente per il popolo ebraico sono gli arabi ossia i musulmani dei quali stiamo riempiendo l'Europa nemmeno fosse un paniere per la spesa. Nessuno che dice che i migliaia di atti antisemiti di queste ultime settimane sono opera non delle SS, della Gestapo o delle Brigate Nere resuscitate a nuova forza, bensì di tutti coloro che, arabi e fiancheggiatori, vorrebbero lo sterminio degli ebrei per il semplice fatto che esistono ed esiste lo stato di Israele. Chi divide gli ebrei da Israele, altro non fa che il gioco sporco di chi vorrebbe cancellare entrambi...
Due morti a Bruxelles uccisi da un terrorista islamico: li hanno fatti entrare e ora sono (ancora una volta) cazzi nostri
"Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno". Con queste parole l'attentatore tunisino di 45 anni ha commentato l'omicidio di due - il terzo è solo ferito - tifosi svedesi che, sfortunatamente, si sono trovati nel posto giusto - andavano a vedere la partita di calcio - nel momento sbagliato. Adesso chi andrà a spiegare ai figli, ai genitori, ai parenti delle due vittime che bisogna accogliere, sostenere, proteggere i milioni di musulmani immigrati che premono o hanno già premuto alle frontiere dell'Europa? Andateci voi ipocriti e farisei. Sappiamo bene per esperienza che i morti negli attentati dell'Islam non sono politici o ministri o parlamentari. Né a Roma, né a Parigi tantomeno a Bruxelles. Loro viaggiano con la scorta, vivono in case iperprotette e non stanno certamente in mezzo alla folla. Qualcuno, ora, dirà che è colpa di Israele e della sua reazione al massacro del 7 ottobre ad opera di Hamas. Già, perché gli ebrei, comprendetelo bene, piacciono solo se sono morti o, soprattutto, se non reagiscono e si fanno massacrare senza rispondere. Se, al contrario e contrariamente alla loro storia millenaria, si ribellano, allora diventano i carnefici. Questo è quello che sta accadendo all'Onu, nell'Unione Europea e in tutti gli organismi sovranazionali da sempre favorevoli all'Islam e ai paesi arabi al punto che hanno causato, con le loro politiche dell'accoglienza indiscriminata, una vera e propria invasione che sta piano piano, ma progressivamente, colonizzando il continente imprimendo una sorta di paralisi delle istituzioni e delle coscienze...
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Occhi di cernia, al secolo Mario Draghi, il Dragopardo, insieme alla sua truppa di aggrappa-poltrone ha deciso: dal 6 dicembre al 15 gennaio non basterà più essere il Green Pass per poter vivere, ma servirà, addirittura, il Super Green Pass o, come lo chiamano i tedeschi, popolo di nefasta e infausta memoria, lo zwei ghe plus, il 2G. Da non dubitare che, entro qualche settimana, in Germania scomparirà lo stato di diritto e sarà instaurata una nuova dittatura all'insegna dell'emergenza sanitaria. In Italia faremo altrettanto, prima o poi, visto che i vaccini non basteranno, inevitabilmente e ragionando col buon senso, a frenare la nuova ondata di contagi che, ripetiamo, non è una ondata, ma, al massimo, una leggera increspatura. Bene anzi, male: a questo punto il gioco si è fatto straordinariamente duro e, come dicevano gli amici di Animal House, è adesso che i duri iniziano a giocare. Vedremo, così, quanti saranno in grado di resistere e di recitare il ruolo di ebrei loro malgrado. Dal 6 dicembre non potremo più fare nulla se non lavorare e previo tampone: tanto vale che ci chiudano in campi di concentramento e ci diano da mangiare e da dormire. La differenza, in fondo e a livello psicologico, non è poi così diversa. Quindi, niente svaghi e saranno, come sempre, non i politicanti da strapazzo - crepassero tutti uno dopo l'altro - ma il loro braccio più o meno armato, cosa farebbero se non ce l'avessero?, ossia le forze di polizia che dovranno, dopo essere state a loro volta vaccinate, controllare impietosamente eventuali ribelli e rivoltosi.
Noi non abbiamo mai pensato di arruolarci in polizia, nei carabinieri o nella guardia di finanza, ma nemmeno nell'esercito, nell'aviazione o in marina e neanche tra i vigili urbani o in qualsiasi altro corpo che prevedesse una gerarchi nella quale non contano tanto il merito e l'autonomia di pensiero, bensì il credere, l'obbedire e il combattere altrimenti detto usi, obbedir, tacendo. Ci vedete noi a stare zitti e a dire sempre di sì? No, non ci vediamo. Ciononostante, se anche fossimo stati illuminati sulla via di Damasco e avessimo scelto di indossare la divisa, qualunque divisa, avremmo avuto in testa la voglia di combattere sì, ma il crimine, l'ingiustizia, la violenza, il sopruso. E, quindi, eliminare dalla circolazione, più o meno metaforicamente, tutti coloro che rappresentano una minaccia per gli uomini e le donne di buona volontà e a qualsiasi età.
Se ci avessero detto che saremmo finiti a controllare nei ristoranti la gente che siede a mangiare per vedere se ha il Green Pass oppure no, in un cinema, in un teatro, in un albergo, mentre sta sciando o facendo sport, bene, gli avremmo risposto che il distintivo, per noi, se lo sarebbero potuti anche schioccare là dove non batte il sole. Invece, a quanto pare e nel corso dei secoli, il mondo è pieno di gente che ama obbedire agli ordini qualunque essi siano e le dimostrazioni le abbiamo avute a pioggia: dai campi di sterminio nazisti ai gulag sovietici, dalle prigioni di Pol Pot ai generali sudamericani, tutti quei luoghi dove sono avvenuti episodi a cui si stenta a credere. Eppure, coloro i quali hanno adempiuto anche agli ordini più assurdi, lo hanno fatto non perché criminali congeniti, bensì perché la facoltà di critica comporta sacrificio e rischio. E obbedire, in fondo, è molto più facile e serve a scaricarsi la coscienza.
Certo, controllare il possesso del passaporto sanitario anche quando si sta al cesso di un ristorante non è come arrestare degli ebrei e portarli ad Auschwitz, ma si comincia sempre in un modo e non si sa mai dove si va a finire.
La domanda è: come possono i rappresentanti delle forze di polizia accettare senza aprire bocca l'ordine di girare per ristoranti dando la caccia a chi vuole, semplicemente, mangiare? O a chi vuole, ancor più semplicemente, lavorare? Come si fa e vorremmo che qualcuno in divisa ce lo spiegasse, a tornare a casa la sera e, di fronte a un figlio che, magari, un tempo, pensava che il papà fosse tra i buoni che danno la caccia ai cattivi, adesso, quello che fa è dare la caccia sì, ma a chi mangia in un ristorante sprovvisto di permesso. Ve lo sareste mai immaginato che, un giorno, anche per mangiare sarebbe stata necessaria una autorizzazione?
Direte che lo si fa per il bene comune. Stronzate. Lo si fa e basta e così come lo si fa una volta, lo si farà in futuro anche una seconda, una terza e così via basta che qualcuno lanci l'allarme di una nuova pandemia. Ecco la fine dell'umanità: con la paura e il monopolio della salute e della sanità, sarà possibile determinare la vita delle persone che, piuttosto che rischiare, obbediranno a qualunque disposizione.
Sapete cosa ci hanno detto gli agenti della polizia quando ci hanno contravvenzionato per il Covid? "Se fosse per noi, ma abbiamod egli ordini".
Già, se fosse per loro. Ma la colpa, credetemi, non è soltanto loro. E' anche di chi, in un ristorante ci va ugualmente, senza mostrare solidarietà, questa sì, vera, nei confronti di chi non ci può andare. Avete presente il film L'attimo fuggente? Oggi contano solo le minoranze gay, trans, lesbo, terzo, quarto e quinto sesso inclusi, clandestini, zingari, spacciatori, detenuti e via di questo passo. Per una minoranza come quella dei no vax, galassia che comprende un po' di tutto, nessuna pietà: sono loro il vero nemico, i nuovi ebrei da deportare. E allora, come dice Bassetti, leader della banda Bassotti, veniteci a prendere, ma abbiate il coraggio di farlo uno alla volta, perché in branco è troppo facile.
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Avendo la grande fortuna di essere padroni del nostro tempo dopo tanti anni passati a essere dipendenti da quello degli altri, poco fa, a notte abbondantemente avviata, in attesa di andare a dormire ché, tanto, domattina possiamo svegliarci quando vogliamo, nel percorrere i sei indirizzi di posta elettronica corrispondenti alle Gazzette di Lucca, di Viareggio, di Massa e Carrara e del Serchio, ci siamo imbattuti in un messaggio di ringraziamento che Francesco Marchetti ci ha scritto: Sinceri ringraziamenti per lo spazio che avete rivolto a mia nonna per i suoi 107 anni. Apprezzo la vostra testata giornalistica! Gli occhi ci si sono strabuzzati: 107 anni? Allora siamo andati subito a vedere dove era stata piazzata la notizia visto che noi, esenti dal lavoro per cause di forza minore - impegnati a cazzeggiare in lungo e in largo per il centro storico di Lucca - non avevamo letto. Così, ci siamo accorti che il clamoroso record della signora Livia Maria Frati era finito in terza fascia, roba da farci, questo sì, espellere dal (dis)ordine dei giornalisti, ma non certo per violazione del consueto codice deontologico, bensì perché non abbiamo compreso appieno il valore e l'importanza umana, sociale, affettiva dell'evento. Aggiungiamoci poi che, la nostra mamma, viaggia alle soglie dei 97 anni, si sciroppa, costretta, una ventina di minuti di passeggiata tre volte e anche di più alla settimana, ma di vederla arrivare a 107 anni, in tutta onestà, non ci scommetteremmo neanche un... milione di euro.
Caro Francesco Marchetti siamo noi a dover ringraziare lei per averci comunicato questa notizia anche se, immaginiamo, essa ci è giunta, vista la foto scattata con mister Tambellin Man, dall'impareggiabile ufficio stampa che ha saputo, almeno in parte, dare il giusto e meritato rilievo ad un compleanno che potremmo definire... inumano. Ma vi rendete conto cosa significa vivere 107 anni? Donna Livia Maria è nata nel 1914, aveva otto anni all'avvento del fascismo, 26 allo scoppio della guerra, 31 alla sua fine, 35 anni quando, l'11 settembre 1949 (mezzo secolo più tardi la Tv diffuse le immagini di un ben altro 11 settembre), Corrado (Mantoni ndr), straordinario presentatore Tv e nostro testimone di nozze una vita fa, diede avvio, da Milano, all'era della televisione con una trasmissione sperimentale in attesa che, cinque anni più tardi, la Tv diventasse di tutti o quasi.
Il compleanno di sua nonna è un inno alla vita che ha fatto bene il sindaco a voler celebrare venendovi a trovare, ma un traguardo del genere, ci si perdoni l'audacia, avrebbe meritato una giornata di festa per tutta la città, soprattutto, quando, in clima di Covid, la paura fa 90 (e non, invece, 107) e la gente ha persino il timore di scambiarsi una stretta di mano o abbracciarsi o regalarsi un'emozione.
Grazie, invece, caro Francesco, per le sue ultime parole di apprezzamento del nostro lavoro. Lei ci ha regalato, a quest'ora, una lieve carezza che ci accompagnerà, soddisfatti nel nostro piccolo, in questa notte di novembre alla vigilia di un mondo ultratecnologico che non ci piace, che non ci è mai piaciuto e al quale, forse, abbiamo scioccamente e inconsciamente aderito senza nemmeno rendercene conto.
Come lei avrà visto - e letto - la Gazzetta e le Gazzette sono una voce fuori dal coro, sono il tentativo di andare oltre un giornalismo ipocrita, superficiale, stantìo e assolutamente inutile perché fermo a una posizione di attesa, che non provoca, che non stimola, che non cerca l'originalità dei contenuti, ma che si ferma alla sostanziale inerzia della superficialità. Tutti i giornali sono uguali, cartacei e non, televisivi e radiofonici, salvo poche, lodevoli eccezioni, ma non è il caso a queste latitudini, dove i servi sciocchi viaggiano a velocità ridicole nell'attesa dell'obolo di fine mese.
Un merito ha, se possiamo dirlo e lo diciamo, la Gazzetta anzi, hanno tutte le Gazzette: quello di non essere omologate, omogeneizzate, standardizzate e, in particolare e dati i tempi, vaccinate. Contro l'ipocrisia e l'imbecillità, l'ignoranza e la presunzione, il leccaculismo e il carrierismo.
Quindi, per concludere, buon compleanno donna Livia Maria Frati e se fosse possibile, accetti una nostra interSvista. Saremmo orgogliosi di poterla incontrare.