Ce n'è anche per Cecco a cena
Intuizione della Gazzetta o solo fortuna? Dal bagno Biondetti all'Europarlamento dei grandi eletti
Il volo puntuale parte alle 10:40 per il viaggio che ci porterà dal nostro generale. Tu chiamale se vuoi emozioni come cantava il grande Lucio in tempi non sospetti. Ma le emozioni, in tutti questi anni non sono mancate a cominciare da quel non troppo lontano 2023 quando l'irresponsabile scribacchino di provincia, come si definisce lui, ma non è cosi, direttore di tante Gazzette tra cui quella di Viareggio, Lucca e Garfagnana decide di presentare il libro del generale Vannacci. Un atteggiamento a dir poco contro corrente, quella corrente del mainstream votato al pensiero unico dominante nella quale tutti nuotavano, non sapendo che di li a poco avrebbero annaspato. Insomma una scommessa quella della presentazione al bagno Biondetti che di lì a poco avrebbe portato il generale Vannacci al parlamento dei grandi eletti, tanto per fare un po' di rima baciata. Quel parlamento europeo nel quale avrebbe dovuto misurarsi con avanzi di galera come al Salis che non solo avrebbero occupato posti appunto nel parlamento stesso, ma da quegli scranni avrebbe suggerito di occupare appartamenti sfitti o quanto si presentasse libero da inquilini. Dal Biondetti al parlamento dei grandi eletti con oltre 560 mila voti e non 500 mila come si tende a descrivere. Una scommessa vinta quella di Aldo Grandi e del nostro giornale che ci ha portato dalla provincia a Bruxelles proprio per seguire di persona con qualche inviato poco speciale la vita del nostro europarlamentare. Eh si, di europarlamentari non ne abbiamo avuti molti alle nostre latitudini e al di là del fatto che si possa pensare come lui dovrebbe essere un atteggiamento più riverente e riconoscente verso questo personaggio ma si sa profeta nemo in patria...
Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione…
La Gazzetta del Serchio: cambia il dominio in .net e così anche la posta elettronica, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prima o poi sarebbe potuto e, magari, anche dovuto accadere. La Gazzetta del Serchio così come la Gazzetta di Viareggio e anche la Gazzetta di Massa Carrara hanno cambiato il proprio dominio passando da .it a .net Di conseguenza anche la posta elettronica ha visto modificarsi in
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
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A Lucca e nella Piana oltre, probabilmente, nella Media Valle e nella Garfagnana, ci sono politici ed amministratori i quali si vantano di essere schierati o di esserlo stati a lungo, a fianco dell'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, attuale leader di Italia Viva. Alcuni di loro, senza vergogna, inviano alle testate giornalistiche persino i suoi messaggi di Natale o anche comunicati di elogio sperticato di quello che, lo abbiamo già scritto e per questo siamo stati presi di mira da tutti i quotidiani nazionali del mainstream e dai vertici del Pd nazionale e regionale nel 2016, a noi è sempre sembrato un politicante senza arte né parte, senza contenuti, senza spessore, più adatto ad un talk-show o ad un reality-show dove l'ignoranza, la superficialità, l'ignavia, la spregiudicatezza prevalgono sulla profondità e sull'intelligenza. Matteo Renzi alcuni mesi fa si è recato a far visita a quello che egli definisce un grande amico e autore di un vero e proprio Rinascimento in terra saudita, il principe ereditario Mohammad bin Salman, vero e proprio tiranno del suo paese e a tutti gli effetti riconosciuto come il mandante di uno dei più efferati delitti degli ultimi anni, quello commesso dai suoi leccapiedi all'interno del consolato di Istanbul dove il giornalista dissidente del Washington Post Jamal Kashoggi venne ucciso e smembrato dopodiché bruciato in un forno nell'abitazione del console saudita. Come può un senatore italiano pagato profumatamente e inutilmente con 14 mila euro netti al mese, elogiare nel corso di una ridicola intervista televisiva, un assassino? Con che coraggio si fa pagare 80 mila euro all'anno per essere inserito all'interno di un organismo economico-finanziario gestito direttamente dalla famiglia reale saudita? Qualcuno potrebbe domandarsi perché, oggi, ce la prendiamo con Renzi tirando in ballo l'ennesima figura barbina di questo saltimbanco della politica nostrana.
Ebbene, per tutta una serie di ragioni, non ultima quella, appunto, di vedere come alcuni ex personaggi politici lucchesi pendono dalle labbra di un personaggio con il quale, noi, bramiamo da tempo di essere messi vis à vis, ovviamente senza riuscirci. Nel corso di una festa dell'Unità dell'estate 2016 a Bologna, questo signore se la prese con l'Anpi rea a suo avviso di criticarlo e di non dire nemmeno una parola contro il sottoscritto, di cognome Grandi e quindi facilmente comprensibile da che parte stesse, il quale, biografo di Giorgio Almirante, lo aveva etichettato come un traditore del popolo italiano. Sin dall'inizio della sua carriera politica come sindaco di Firenze, avevamo compreso che sarebbe stato l'ennesimo acchiappacitrulli in un Paese, il nostro, dove tutti sono acchiappa qualcosa.
Il tempo ci ha dato ragione anche quando dicemmo che mai e poi mai ci si dovrebbe fidare di uno come Matteo Renzi, capace di annunciare il ritiro dalla politica in caso di sconfitta al referendum e, poi, di far finta di nulla. Come si può credere in gente come questa? Ma il servizio, magistrale, delle Iene sul suo viaggio in Arabia Saudita e sui suoi elogi sperticati ad un criminale che guida uno stato ricco sfondato, ma dove si fanno a pezzi i giornalisti e si torturano i dissidenti, ci ha fatto venire in mente che con Renzi avevamo un conto aperto. E non solo con lui. Ce lo abbiamo anche con un'altra persona, ma siamo seduti da tempo sulla riva del fiume e aspettiamo pazienti.
Tornando al giornalista ammazzato mentre la propria donna lo stava aspettando fuori dal consolato turco, abbiamo voluto guardare il film-documentario girato da Bryan Fogel, il quale, nella pellicola, ha avuto parole di fuoco per Matteo Renzi cosa che ci ha fatto enormemente piacere visto che all'estero siamo rappresentati da questo soggetto che si dice grande amico di un assassino e dal quale viene lautamente anche se legittimamente, pagato.
Un altro motivo per cui ci siamo fermati su questa storia è il fatto che nessuno, qui a Lucca, abbia mai citato una sola volta che la Gazzetta di Lucca è stata il primo e unico giornale a schierarsi, da subito, dopo la conferenza stampa in fondazione di Manfredi Catella e Marcello Bertocchini, contro il progetto per la ristrutturazione della ex manifattura tabacchi. E questo, in primis e, soprattutto, perché per noi pecunia (non) olet vale eccome e i soldi dell'emirato del Qatar, di fatto una monarchia ereditaria assoluta come quella dell'Arabia Saudita dove i diritti umani vengono quotidianamente calpestati compresi quelli di decine di migliaia di lavoratori trattati come schiavi e pagati ancora meno, a Lucca non li avremmo mai voluti.
Tutti, invece, pronti a fare affari e a chiudere gli occhi salvo, poi, sciacquarsi la bocca e genuflettersi quando in gioco ci sono i clandestini che attraversano il mare. Facile fare i samaritani come fa l'omino vestito di bianco quando non c'è niente da scoprire o da svelare. Facile fare le Carole, altro personaggio squallido e vergognoso, andando a speronare le motovedette della Guardia di Finanza di un Paese che è una repubblica delle banane ma senza le banane. Perché non vanno a protestare al largo delle coste saudite contro la schiavitù che impera nei cosiddetti emirati arabi uniti, una delle massime espressioni di servilismo dell'Occidente?
Certo Jamal Kashoggi era un giornalista e, forse, anche per questo ci siamo sentiti sdegnati dal comportamento di Matteo Renzi il cui inglese ascoltato nell'ultima intervista all'emiro è, semplicemente, agghiacciante. Così, e concludiamo, abbiamo voluto cercare sul web il film diretto da Fogel e lo abbiamo trovato, facile da guardare, grazie a La7 che lo ha messo a disposizione di tutti e che noi alleghiamo (basta cliccare in fondo all'articolo) come video così da permettere a chiunque di guardare con i propri occhi e sentire con le proprie orecchie quello che, evidentemente, Matteo Renzi non ha voluto né vedere né ascoltare o, se lo ha fatto, era sordo, cieco e muto.
Auguriamo anche ai politici lucchesi innamorati di Renzi e di Italia Viva - che a noi sembra già morta - una buona e istruttiva visione.
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A Lucca e nella Piana oltre, probabilmente, nella Media Valle e nella Garfagnana, ci sono politici ed amministratori i quali si vantano di essere schierati o di esserlo stati a lungo, a fianco dell'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, attuale leader di Italia Viva. Alcuni di loro, senza vergogna, inviano alle testate giornalistiche persino i suoi messaggi di Natale o anche comunicati di elogio sperticato di quello che, lo abbiamo già scritto e per questo siamo stati presi di mira da tutti i quotidiani nazionali del mainstream e dai vertici del Pd nazionale e regionale nel 2016, a noi è sempre sembrato un politicante senza arte né parte, senza contenuti, senza spessore, più adatto ad un talk-show o ad un reality-show dove l'ignoranza, la superficialità, l'ignavia, la spregiudicatezza prevalgono sulla profondità e sull'intelligenza. Matteo Renzi alcuni mesi fa si è recato a far visita a quello che egli definisce un grande amico e autore di un vero e proprio Rinascimento in terra saudita, il principe ereditario Mohammad bin Salman, vero e proprio tiranno del suo paese e a tutti gli effetti riconosciuto come il mandante di uno dei più efferati delitti degli ultimi anni, quello commesso dai suoi leccapiedi all'interno del consolato di Istanbul dove il giornalista dissidente del Washington Post Jamal Kashoggi venne ucciso e smembrato dopodiché bruciato in un forno nell'abitazione del console saudita. Come può un senatore italiano pagato profumatamente e inutilmente con 14 mila euro netti al mese, elogiare nel corso di una ridicola intervista televisiva, un assassino? Con che coraggio si fa pagare 80 mila euro all'anno per essere inserito all'interno di un organismo economico-finanziario gestito direttamente dalla famiglia reale saudita? Qualcuno potrebbe domandarsi perché, oggi, ce la prendiamo con Renzi tirando in ballo l'ennesima figura barbina di questo saltimbanco della politica nostrana.
Ebbene, per tutta una serie di ragioni, non ultima quella, appunto, di vedere come alcuni ex personaggi politici lucchesi pendono dalle labbra di un personaggio con il quale, noi, bramiamo da tempo di essere messi vis à vis, ovviamente senza riuscirci. Nel corso di una festa dell'Unità dell'estate 2016 a Bologna, questo signore se la prese con l'Anpi rea a suo avviso di criticarlo e di non dire nemmeno una parola contro il sottoscritto, di cognome Grandi e quindi facilmente comprensibile da che parte stesse, il quale, biografo di Giorgio Almirante, lo aveva etichettato come un traditore del popolo italiano. Sin dall'inizio della sua carriera politica come sindaco di Firenze, avevamo compreso che sarebbe stato l'ennesimo acchiappacitrulli in un Paese, il nostro, dove tutti sono acchiappa qualcosa.
Il tempo ci ha dato ragione anche quando dicemmo che mai e poi mai ci si dovrebbe fidare di uno come Matteo Renzi, capace di annunciare il ritiro dalla politica in caso di sconfitta al referendum e, poi, di far finta di nulla. Come si può credere in gente come questa? Ma il servizio, magistrale, delle Iene sul suo viaggio in Arabia Saudita e sui suoi elogi sperticati ad un criminale che guida uno stato ricco sfondato, ma dove si fanno a pezzi i giornalisti e si torturano i dissidenti, ci ha fatto venire in mente che con Renzi avevamo un conto aperto. E non solo con lui. Ce lo abbiamo anche con un'altra persona, ma siamo seduti da tempo sulla riva del fiume e aspettiamo pazienti.
eADV
Tornando al giornalista ammazzato mentre la propria donna lo stava aspettando fuori dal consolato turco, abbiamo voluto guardare il film-documentario girato da Bryan Fogel, il quale, nella pellicola, ha avuto parole di fuoco per Matteo Renzi cosa che ci ha fatto enormemente piacere visto che all'estero siamo rappresentati da questo soggetto che si dice grande amico di un assassino e dal quale viene lautamente anche se legittimamente, pagato.
Un altro motivo per cui ci siamo fermati su questa storia è il fatto che nessuno, qui a Lucca, abbia mai citato una sola volta che la Gazzetta di Lucca è stata il primo e unico giornale a schierarsi, da subito, dopo la conferenza stampa in fondazione di Manfredi Catella e Marcello Bertocchini, contro il progetto per la ristrutturazione della ex manifattura tabacchi. E questo, in primis e, soprattutto, perché per noi pecunia (non) olet vale eccome e i soldi dell'emirato del Qatar, di fatto una monarchia ereditaria assoluta come quella dell'Arabia Saudita dove i diritti umani vengono quotidianamente calpestati compresi quelli di decine di migliaia di lavoratori trattati come schiavi e pagati ancora meno, a Lucca non li avremmo mai voluti.
Tutti, invece, pronti a fare affari e a chiudere gli occhi salvo, poi, sciacquarsi la bocca e genuflettersi quando in gioco ci sono i clandestini che attraversano il mare. Facile fare i samaritani come fa l'omino vestito di bianco quando non c'è niente da scoprire o da svelare. Facile fare le Carole, altro personaggio squallido e vergognoso, andando a speronare le motovedette della Guardia di Finanza di un Paese che è una repubblica delle banane ma senza le banane. Perché non vanno a protestare al largo delle coste saudite contro la schiavitù che impera nei cosiddetti emirati arabi uniti, una delle massime espressioni di servilismo dell'Occidente?
Certo Jamal Kashoggi era un giornalista e, forse, anche per questo ci siamo sentiti sdegnati dal comportamento di Matteo Renzi il cui inglese ascoltato nell'ultima intervista all'emiro è, semplicemente, agghiacciante. Così, e concludiamo, abbiamo voluto cercare sul web il film diretto da Fogel e lo abbiamo trovato, facile da guardare, grazie a La7 che lo ha messo a disposizione di tutti e che noi alleghiamo (basta cliccare in fondo all'articolo) come video così da permettere a chiunque di guardare con i propri occhi e sentire con le proprie orecchie quello che, evidentemente, Matteo Renzi non ha voluto né vedere né ascoltare o, se lo ha fatto, era sordo, cieco e muto.
Auguriamo anche ai politici lucchesi innamorati di Renzi e di Italia Viva - che a noi sembra già morta - una buona e istruttiva visione.
Video Matteo Renzi è stato ospite dell'amico Mohammad bin Salman mandante dell'omicidio del giornalista Jamal Kashoggi ucciso e fatto a pezzi mentre era ancora vivo: guardate questo film