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Scritto da Redazione
Ce n'è anche per Cecco a cena
01 Gennaio 2021

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L'anno vecchio è finito nel peggiore dei modi e quello nuovo è cominciato allo stesso modo. Sono stati capaci di trasformare la normalità in follia e far sì che quest'ultima divenisse normalità a tutti gli effetti, accettata supinamente da milioni di esseri umani le cui esistenze, ormai, assomigliano molto a quelle di un gregge di pecore in disperata attesa. Il Covid o la scusa della sua presenza, ha permesso a esperti di nonsisabenechecosa di distruggere molto più di quel poco che hanno contribuito a salvare. Hanno obbligato al distanziamento sociale, impedito il ricongiungimento degli affetti, stigmatizzato qualsiasi manifestazione di entusiasmo o esposizione emotiva, vietato di fare l'unica cosa senza la quale l'uomo è peggio di una bestia ossia lavorare per vivere, annientato l'istruzione e la scuola in nome di una didattica a distanza che andrebbe bene solo per gli automi e per chi ha scelto di votare il cervello all'ammasso. Fortuna vuole che, almeno, non abbiano più la faccia di venirci a dire che andrà tutto bene perché, in realtà, è andato e sta andando e per chissà quanto tempo ancora andrà, tutto male. Ma dove sono finite l'influenza stagionale, la tosse, il raffreddore? Non si vede più nessuno tossire, soffiarsi il naso, ammettere candidamente di avere qualche linea di febbre. Vanno in cerca degli untori e, quando li trovano, li espongono al pubblico ludibrio.

Esiste solo il Covid, nemmeno più il Coronavirus, ormai, passato di moda anche se è la medesima cosa. No, bisogna che i mass media trovino nuove formule, altrettanti vocaboli, accattivanti, capaci di fare presa su menti malate disposte ad accettare tutto, a farsi iniettare tutto pur di poter tornare (sic!) a sopravvivere perché, signori, questa non solo non è più vita, ma nemmeno quella che, a detta dei soloni che ci (s)governano, ci attende una volta, finalmente, vaccinati. Non cambierà alcunché perché nulla vogliono venga cambiato. E quando, ammesso che accada, qualcosa cambierà, sarà una tabula rasa per la quale saranno stati sacrificati migliaia di agnelli dotati della parola, ma privati di ogni autonomia di pensiero e indipendenza di giudizio.

Hanno instaurato misure senza senso contro le quali stanno schierandosi anche coloro che avevano accettato tutto. Anche i più fedeli osservanti, anche i più strenui assertori della buonafede di chi decide delle nostre esistenze, iniziano a vacillare, a perdere le sicurezze che, con tanta prosopopea somministravano agli indecisi. Gialli, rossi, arancioni, un giorno l'uno e un giorno l'altro: sembra il gioco delle tre carte e non si riesce mai a indovinare il colore ci aspetta il giorno dopo. Non è più il virus che comanda, ma sono gli uomini, i componenti del Comitato Tecnico Scientifico che decidono come, quando e dove colpirà: se a un metro e mezzo di altezza quando siamo in piedi o soltanto a un metro se siamo seduti a tavola perché se siamo seduti altrove e non stiamo mangiando, il virus è contagioso lo stesso. Per non parlare degli acquisti: in alcuni negozi sono permessi perché, dicono, il Covid non entra chissà mai perché mentre tutti gli altri sono chiusi. Roba da  suicidio. 

Non ci accorgiamo che stanno annientando a piacimento il nostro modo di essere umani? Non ci rendiamo conto che stanno mandando a quel paese secoli di abitudini, consuetudini, socializzazioni, convinzioni, relazioni senza nemmeno averci chiesto lo straccio di un permesso? Abbiamo ceduto, per paura di un virus a mezzo servizio, ma, in realtà, per una vigliaccheria tipica dell'Uomo Occidentale, ogni nostra sovranità al punto che non siamo più padroni di niente, nemmeno di poter organizzare una cena in casa propria e per farci ingoiare la pillola, la indorano aggiungendo che lo fanno per noi, per il nostro bene, per la salute degli anziani, quando, fino a qualche tempo fa, degli anziani fregava qualcosa a nessuno.

Ora è chiaro a tutti. Chiunque riuscirà a detenere il potere, soprattutto economico, e, con esso, i mezzi di informazione, potrà, una volta eliminata o ridotta all'osso la libertà di espressione e di stampa, diffondere qualsiasi notizia in grado di seminare paura e terrore nella gente riuscendo a disporne come meglio crede. La paura di ammalarsi e di morire sono in grado di ammansire  anche i più recalcitranti. Una dittatura sanitaria sarebbe l'unica in grado di essere accettata passivamente da tutti. Così è stato, così è e così sarà.

Quanto al vaccino, lo ripetiamo. Libertà di scelta e noi scegliamo di non vaccinarci. Non è egoismo né possono obbligarci cercando di instaurarci e instillarci sensi di colpa verso i più deboli e gli anziani. Non sono, allo stato attuale, questi ultimi i più deboli della catena. I deboli o disgraziati che dir si voglia sono tutti coloro che non hanno di che vivere e di che sperare, che sono stati messi in ginocchio da un governo che non ha pensato se non a se stesso dimostrando di essere una classe digerente piuttosto che dirigente.

Noi stiamo vicini ai commercianti, agli imprenditori, ai liberi professionisti, ai ristoratori, ai gestori di bar e a tutte le partite Iva che, se non lavorano, non mangiano. Per loro, per il loro futuro e la loro possibilità di sopravvivenza, il vaccino si sono ben guardati dall'inventarlo.

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