Ce n'è anche per Cecco a cena
Intuizione della Gazzetta o solo fortuna? Dal bagno Biondetti all'Europarlamento dei grandi eletti
Il volo puntuale parte alle 10:40 per il viaggio che ci porterà dal nostro generale. Tu chiamale se vuoi emozioni come cantava il grande Lucio in tempi non sospetti. Ma le emozioni, in tutti questi anni non sono mancate a cominciare da quel non troppo lontano 2023 quando l'irresponsabile scribacchino di provincia, come si definisce lui, ma non è cosi, direttore di tante Gazzette tra cui quella di Viareggio, Lucca e Garfagnana decide di presentare il libro del generale Vannacci. Un atteggiamento a dir poco contro corrente, quella corrente del mainstream votato al pensiero unico dominante nella quale tutti nuotavano, non sapendo che di li a poco avrebbero annaspato. Insomma una scommessa quella della presentazione al bagno Biondetti che di lì a poco avrebbe portato il generale Vannacci al parlamento dei grandi eletti, tanto per fare un po' di rima baciata. Quel parlamento europeo nel quale avrebbe dovuto misurarsi con avanzi di galera come al Salis che non solo avrebbero occupato posti appunto nel parlamento stesso, ma da quegli scranni avrebbe suggerito di occupare appartamenti sfitti o quanto si presentasse libero da inquilini. Dal Biondetti al parlamento dei grandi eletti con oltre 560 mila voti e non 500 mila come si tende a descrivere. Una scommessa vinta quella di Aldo Grandi e del nostro giornale che ci ha portato dalla provincia a Bruxelles proprio per seguire di persona con qualche inviato poco speciale la vita del nostro europarlamentare. Eh si, di europarlamentari non ne abbiamo avuti molti alle nostre latitudini e al di là del fatto che si possa pensare come lui dovrebbe essere un atteggiamento più riverente e riconoscente verso questo personaggio ma si sa profeta nemo in patria...
Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione…
La Gazzetta del Serchio: cambia il dominio in .net e così anche la posta elettronica, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prima o poi sarebbe potuto e, magari, anche dovuto accadere. La Gazzetta del Serchio così come la Gazzetta di Viareggio e anche la Gazzetta di Massa Carrara hanno cambiato il proprio dominio passando da .it a .net Di conseguenza anche la posta elettronica ha visto modificarsi in
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
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Siamo sempre stati, fondamentalmente, un Paese segna dignità, ma, in un modo o nell'altro, conservavamo ancora un briciolo di indipendenza. Oggi, ormai, non c'è più nemmeno quella mentre, per la dignità, quest'ultima è scomparsa da un pezzo e non tornerà mai più. Non bastava il Covid per angosciare le esistenze già deturpate da due anni di ansia costante, adesso ci si mette anche la minaccia di un conflitto mondiale scatenato sulle problematiche dell'Ucraina. Peccato che se dovesse scoppiare un conflitto tra la Russia e la Nato, noi ci saremmo immersi fino alla cintura e ben oltre. Tutto ciò perché facciamo parte della Nato, l'organizzazione creata di sana pianta per fronteggiare l'espansionismo sovietico a ovest. Secondo voi perché dovremmo combattere e, magari, anche morire per l'Ucraina? Non ne vediamo il motivo anche perché gli unici a volerlo intravedere ad ogni costo sono gli americani ai quali un conflitto in Ucraina e alle porte della Russia pare poter essere una manna dal cielo. viste le continue provocazioni verbali del suo presidente. Ora, a parte il fatto che non riusciamo a comprendere l'utilità della Nato dopo che il Blocco di Varsavia è crollato e scomparso e dopo che la Russia è diventata l'ombra di ciò che era, nemmeno comprendiamo per quale motivo l'Italia dovrebbe essere pronta a combattere una guerra del genere.
Da che cosa siamo sostanzialmente minacciati? Forse che la Russia sta dimostrando nei nostri confronti atti ostili? no, nemmeno per sogno. Non solo. I russi amano l'Italia e lo hanno dimostrato più volte. E allora perché noi dovremmo essere pronti a ucciderli? Solo perché facciamo parte di un carrozzone militare senza senso a guida americana che deve mantenere decine di migliaia di parassiti in divisa che altro non aspettano se non di mettersi qualche medaglia sul petto avvizzito?
Ci raccontano che la Russia sta mirando a espandersi a Ovest. Cos'è uno scherzo? Ci dicono che Putin non accetta che la Nato arrivi ai suoi confini. E che cosa ci sarebbe di male in questo? La Nato, checché ne dica mummia Biden, è sempre stata in funzione antisovietica prima e antirussa dopo. Cosa farebbe l'America al posto della Russia quando per molto, ma molto meno ha scatenato conflitti, provocato stragi e rovesciato governi in mezzo mondo? Putin dal suo punto di vista ha ragione: la Nato non può stargli alle costole appiccicata come un'ostrica allo scoglio. Putin non sta simpatico al Pensiero Unico Dominante perché è considerato un sovranista, un dittatore, un pericolo per la pace nel mondo. In realtà Putin non piace perché è molto, ma molto diverso dai politicanti da strapazzo dell'Occidente, senza spina dorsale e sostanzialmente invertebrati. Che poi sia un dittatore, probabile, ma, a nostro avviso e di questi tempi, cencio dice a straccio.
L'Italia è, come al solito, un servo sciocco che non sa prendere una posizione autonoma e dipende, in tutto e per tutto, dagli Stati Uniti. Roba da vergognarsi se i nostri governanti avessero ancora un briciolo di dignità, ma quale dignità può avere chi è capace di misurare il mondo e gli esseri umani solo in base al denaro?
Ma non c'è solo l'Ucraina a dimostrare che, ormai, siamo peggio di quello che sostenne il cancelliere Metternich al congresso di Vienna: un'espressione geografica. Entro breve tempo il nostro principale orgoglio, il turismo, perderà la sua indipendenza a beneficio di capitali stranieri pronti ad azzannare le nostre concessioni balneari da decenni, spesso, di proprietà di famiglie che hanno fatto di una passione una vera e propria bandiera nazionale. Con la Bolkestein l'Unione Europea, questo cancro devastante e dalle sembianze agrodolci, ha decretato la fine di un'epoca e la distruzione di un intero comparto che per l'Italia è vitale e congenito. Il nostro Paese, ormai senza più alcuna autonomia, cede di fronte alle direttive di un organismo sovranazionale che presto arriverà a scegliere per noi giungendo, infine, alla cancellazione - come è già avvenuto - di ogni traccia di identità nazionale a beneficio di una Europa unita, a parole, in realtà una sorta di massa informe e meticcia da cima a fondo. Ben presto distruggeranno gli inni nazionali così come hanno fatto con le monete, poi passeranno, piano piano, a tutto il resto, fino a cercare di ottenere una specie di menu valido per tutte le stagioni e a tutte le latitudini con le masse ignoranti e povere mantenute nella loro fossa e le élites che, al contrario, avranno i privilegi.
Non ci sono politicanti anche qui in Versilia che si dicono pronti a fare le barricate pur di respingere la direttiva Bolkestein e ancora una volta i gestori degli stabilimenti balneari si troveranno da soli a dover fronteggiare uno tsunami che segnerà l'ennesimo passo indietro e l'ennesima rinuncia alle proprie origini e alla propria identità. Ormai siamo un Paese in svendita, non contiamo più niente e tutto questo per il semplice motivo che non abbiamo una classe dirigente ma solamente digerente, che mangia, mangia, mangia e dopo aver ingoiato e digerito quel che ha mangiato, è sempre pronta a rimangiare ancora.
Così, oggi dovremmo fare la guerra per difendere l'Ucraina che è cosa ben diversa da Danzica come, invece, sostengono gli storico di accatto foraggiati dai loro padroni. Così come Putin è ben diverso da Hitler nonostante ci vogliano far credere il contrario e spendano milioni di dollari per finanziare centri di studi (sic) o riviste di accatto e pseudo specializzate affinché diffondano la favola dell'orso russo pronto a sbranare i bambini del nostro occidente innocente.
Peccato che mentre tutti si dicono pronti a scendere in campo per l'Ucraina, nessuno muove un dito per fronteggiare la Cina, ma questo è abbastanza chiaro. Il gigante dagli occhi a mandorla non è la Russia di Putin, ma molto, molto di più.
Noi, comunque, di combattere per l'Ucraina non ci pensiamo nemmeno, così come non pensiamo neanche a combattere contro la Russia per qualsiasi altra ragione. Fuori la nato dall'Italia, fuori l'Italia dalla Nato. Questa frase la sentivamo spesso durante gli anni Settanta e anche Ottanta, ma mai come oggi ci rendiamo conto della sua necessità. A patto, però, che l'Italia esca anche dall'Unione Europea: la libertà non ha prezzo mentre noi, ormai, non abbiamo più nemmeno quello.
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Ormai non passa settimana senza che questo ridicolo e pagliaccio Sistema di Governo Mondiale non celebri, anche alle nostre latitudini, qualche ricorrenza, dalle più serie alle più inutili e patetiche. Purtroppo viviamo in un mondo e in un'epoca senza identità che, per dare un senso alla propria esistenza, ha bisogno di fissare almeno sulla carta una ragione per vivere. Noi non abbiamo mai avuto bisogno di prenotare una data sul calendario per ricordarci di ciò che conta rammentare. Quello che serve a costruire una memoria che è, ormai, la sola difesa contro l'annullamento di ogni forma di reminiscenza nel nome della tabula rasa politicamente corretta del Pensiero Unico Dominante, noi lo abbiamo già messo da parte sin da quando frequentavamo i banchi dell'università e da allora la piramide è cresciuta mettendo su solide basi. Ciònonostante non possiamo non seguire la moda e ne approfittiamo per segnalare che la giornata odierna, 15 febbraio dell'anno di ripetuta (dis)grazia 2022, cosiddetta Era della Falsa Pandemia, è e potrà essere assunta quale Giornata dell'Infamia o anche degli Infami per coloro che l'hanno propugnata senza rispetto e senza vergogna. Gente, è bene dirlo subito a scanso di equivoci, alla quale se dovessero giungere tutti gli auguri delle persone vessate e massacrate, probabilmente non arriverebbero molto avanti con l'età.
Come si può impedire alle persone di lavorare se non accettano e subiscono il ricatto di doversi a tutti i costi vaccinare? Come si può, soprattutto, impedire di provvedere al proprio sostentamento e a quello dei propri familiari, la cosa più naturale e antica del mondo? Nessuno era mai arrivato a osare tanto se non, forse, i nazisti e i servi di Stalin. E, invece, ecco che la stessa cosa e anche peggio accade nelle democrazie occidentali che si vantano di essere un esempio di liberalismo e liberismo.
Questi esperti del Comitato Tecnico Scientifico ci fanno schifo e se ci dovesse capitare, un giorno, di averli a portata di... sputo, ebbene non esiteremmo a sputar loro in faccia tutto il nostro disprezzo. Così come ai politicanti che a Montecitorio e a Palazzo Madama spendono meno di dieci euro per un pranzo luculliano oltre a guadagnare 10 mila euro al mese o giù di lì, mentre il popolo non solo vive nelle ristrettezze, ma, addirittura, è costretto, spesso, a non poter lavorare.
Oggi, annunciano i giornali e le Tv allineate con i colleghi iscritti ad un ordine professionale che, come molti altri ordini professionali dovrebbe vergognarsi di esistere, inizieranno i controlli dei cani da guardia per verificare il rispetto delle disposizioni omicide del Governo. Così, vedremo gente in divisa orgogliosa di massacrare e vessare chi chiede solo di lavorare e di farlo in una Italia dove il virus fa ridere i polli per non dire peggio. Sono stati bravi a seminare paura a piene mani e a far guadagnare miliardi di euro alle aziende farmaceutiche. Sono stati anche più bravi nel distruggere la psiche delle persone, spingendole e spedendole verso il suicidio - ma è vietato scriverne e non si deve sapere - o riducendoli alla depressione, all'umiliazione, alla assoluta perdita di autostima. Professionisti esemplari fino al giorno prima, reietti dal giorno successivo.
Se noi scrivessimo, realmente, quel che pensiamo, dovremmo sorbirci altri procedimenti disciplinari, altre denunce e, chissà?, coi tempi che corrono, anche l'arresto visto che i giudici, i magistrati, gli intellettuali, i docenti, gli esperti a un tanto al chilo non hanno pietà per chi disobbedisce, ma molta di più per chi impone e distrugge. Noi, come al solito, rispettiamo la libertà di scelta, ma non possiamo rispettare questa dittatura igienico-sanitaria che non merita il rispetto o anche solo la considerazione, né tantomeno questo Stato e i suoi rappresentanti.
Quando abbiamo strappato il nostro passaporto lo abbiamo fatto consapevolmente perché non ci riconoscevamo in questa Italia né ci sentivamo protetti e tutelati come cittadini italiani da uno Stato e da una classe digerente politica che è svenduta ai grandi organismi sovranazionali. Ebbene, oggi, è ancora peggio e se i nostri colleghi giornalisti sono contenti di essere irregimentati in un Nuovo Mondo o Brave New World che dir si voglia, noi, al contrario, ci sentiamo sempre più estranei, lontani e per niente interessati a farne parte.
Oggi non è solo la Giornata dell'Infamia e degli Infami, oggi è un D-day in cui è avvenuto lo sbarco sulle spiagge dell'umanità di un corpo di spedizione ispirato solo e soltanto dall'odio verso l'altro e dalla voglia di dividere, allontanare, reprimere, sopprimere emozioni e slanci affettivi e non soltanto.