Ce n'è anche per Cecco a cena
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
Anpi e avannotti del Nuovo Millennio contro il 'fascista' Roberto Vannacci, ma nemmeno una parola a favore di Israele per la strage del 7 ottobre
Toh, ci mancavano solo loro, gli irriducibili antifascisti dell'Anpi e dei collettivi non si sa bene di cosa di Nuova Resistenza e dell'Isi Barga. E' proprio vero che anco alle puci ni vien la tosse. Gli studenti, poi, quando c'è da fare casino invece di studiare, studiare e studiare come diceva Benedetto Croce, sono sempre in prima linea. Loro che si dichiarano antifascisti, antinazisti, difensori deglki ebrei sì, ma solamente il 27 gennaio Giornata della memoria, nemmeno hanno speso una sola parola dopo i 1400 ebrei massacrati da Hamas, i tagliagole foraggiati dall'Iran, il Paese dove i nostri cari studentelli con i nuovi... partigiani dell'età contemporanea finirebbero tutti appesi al muro e fucilati senza tanti complimenti. Bene, apprendiamo che sabato pomeriggio a Valdottavo ci sarà un presidio contro la presenza di una persona seria, di un uomo che ci ha messo sempre la faccia, che non si è mai tirato indietro, che ha giurato fedeltà alla Costituzione, che non si è mai detto fascista, tutt'altro. Se gli imbecilli volassero, effettivamente sabato potrebbero esserci problemi di visibilità nei pressi del teatro Cristofoco Colombo affittato a proprie spese da Yamila Bertieri consigliere comunale di minoranza la quale ha dovuto tirare fuori i soldi di tasca propria visto che l'attuale amministrazione comunale guidata dallo storico Patrizio Andreuccetti, tessera del Pd e segretario provinciale del partito di Elly Schlein - come fa uno storico ad essere iscritto ad un partito? - mai e poi mai le avrebbe concesso una sala per allestire l'evento...
Ecco perché la Gazzetta sta con gli ebrei e con Israele
Non ci sorprende questa campagna planetaria o quasi a favore dei palestinesi nei confronti di Israele, senza alcuna distinzione, da un lato, tra i tagliagole liberticidi di Hamas, Iran e Hezbollah da un lato e la democratica, occidentale, libertaria Israele. Conosciamo, ormai, da tempo le ipocrisie e le deformazioni dell'Ideologia verniciata di rosso e sappiamo bene che, già cinquant'anni fa, Lotta Continua, Potere Operaio, le Brigate Rosse, tutti i gruppuscoli della sinistra extraparlamentare, stavano con i palestinesi nonostante la strage di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Gli ebrei fanno comodo da sempre, sia quando si tratta di organizzare dei pogrom con cui decimarli, sia quando serve lustrarli un po' e strumentalizzarli in funzione antifascista e antinazista. Chissà, ora, come faranno politicanti ed amministratori da strapazzo a celebrare il 27 gennaio la giornata della memoria dedicata alla Shoah, quando non hanno nemmeno aperto bocca o scritto un rigo su quanto avvenuto il 7 ottobre 2023, un mese fa, in occasione del pogrom organizzato da Hamas e che ha prodotto la strage di oltre 1400 ebrei comprese donne e bambini, fatti a pezzi, bruciati, violentati, decapitati e rapiti. Perché, vedete, il problema sta proprio qui: troppo facile ricordarsi degli ebrei solamente quando si tratta di parlare di Auschwitz e Mauthausen, di Hitler e Mussolini, quando c'è da attaccare il neofascismo pressoché inesistente e inoperante, ma che fa tanto comodo alle Elly Schlein e alle Laura Boldrini. Nessuno, tra questi soloni verniciati di rosso fucsia ha il coraggio di ammettere che, oggi, l'unico pericolo esistente per il popolo ebraico sono gli arabi ossia i musulmani dei quali stiamo riempiendo l'Europa nemmeno fosse un paniere per la spesa. Nessuno che dice che i migliaia di atti antisemiti di queste ultime settimane sono opera non delle SS, della Gestapo o delle Brigate Nere resuscitate a nuova forza, bensì di tutti coloro che, arabi e fiancheggiatori, vorrebbero lo sterminio degli ebrei per il semplice fatto che esistono ed esiste lo stato di Israele. Chi divide gli ebrei da Israele, altro non fa che il gioco sporco di chi vorrebbe cancellare entrambi...
Due morti a Bruxelles uccisi da un terrorista islamico: li hanno fatti entrare e ora sono (ancora una volta) cazzi nostri
"Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno". Con queste parole l'attentatore tunisino di 45 anni ha commentato l'omicidio di due - il terzo è solo ferito - tifosi svedesi che, sfortunatamente, si sono trovati nel posto giusto - andavano a vedere la partita di calcio - nel momento sbagliato. Adesso chi andrà a spiegare ai figli, ai genitori, ai parenti delle due vittime che bisogna accogliere, sostenere, proteggere i milioni di musulmani immigrati che premono o hanno già premuto alle frontiere dell'Europa? Andateci voi ipocriti e farisei. Sappiamo bene per esperienza che i morti negli attentati dell'Islam non sono politici o ministri o parlamentari. Né a Roma, né a Parigi tantomeno a Bruxelles. Loro viaggiano con la scorta, vivono in case iperprotette e non stanno certamente in mezzo alla folla. Qualcuno, ora, dirà che è colpa di Israele e della sua reazione al massacro del 7 ottobre ad opera di Hamas. Già, perché gli ebrei, comprendetelo bene, piacciono solo se sono morti o, soprattutto, se non reagiscono e si fanno massacrare senza rispondere. Se, al contrario e contrariamente alla loro storia millenaria, si ribellano, allora diventano i carnefici. Questo è quello che sta accadendo all'Onu, nell'Unione Europea e in tutti gli organismi sovranazionali da sempre favorevoli all'Islam e ai paesi arabi al punto che hanno causato, con le loro politiche dell'accoglienza indiscriminata, una vera e propria invasione che sta piano piano, ma progressivamente, colonizzando il continente imprimendo una sorta di paralisi delle istituzioni e delle coscienze...
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Forse a qualcuno sta sfuggendo che la guerra appena divampata in Ukraina è solo un assaggio di ciò che potrebbe aspettarci nei prossimi mesi di post-Covid. Se, come pare, Putin non riuscirà a conquistare il Paese nella sua interezza e, come è certo, gli occidentali foraggeranno alla grande con armi e mezzi le truppe più o meno regolari per combattere gli invasori, c'è il rischio, concreto, che il conflitto si allarghi. Il destino dei dittatori, soleva dire un insegnante di un istituto superiore della capitale al tempo di Mussolini che, peraltro, veniva regolarmente sorvegliato ogniqualvolta il duce usciva in visita pubblica, è solo uno: morire di morte violenta e crediamo che anche Putin non farà eccezione, ma proprio per questo, trovandosi in un angolo come un topo, reagirà da tale e si scaglierà contro l'avversario con tutta la forza della disperazione. Gli errori di quanto sta accadendo sono assolutamente evidenti nella politica estera portata avanti dagli Stati Uniti e, in particolare, dalla coalizione democratica di Biden. Sembra assurdo, ma contro i russi sono più accaniti i democratici dei repubblicani, della serie quando il mondo va alla rovescia. L'Italia non ha ancora compreso che c'è solo un modo per salvarsi dalla distruzione e questo modo lo ha, da sempre, insegnato la Svizzera. Essere neutrali e ragionare col cervello e in piena autonomia nel rispetto degli interessi del nostro Paese che non sono quelli dell'industria o delle forze militari, bensì quelle del popolo che, da primo e anche da ultimo, patisce le scelte scellerate dei propri governanti.
Le scene che non si vedono e non ci fanno vedere volutamente i giornalisti invertebrati in nome di una sorta di politicamente corretto esasperato, sono molto, ma molto più truci e tremende di quanto non si possa pensare. Abbiamo provato a caricarle sul canale Youtube, ma ci sono state, regolarmente, respinte. In esse si vedono, come in un videogioco, morte e distruzione, cadaveri bruciati dalle esplosioni e giovani militari uccisi e depredati. E' questa la guerra e niente è cambiato rispetto agli anni Quaranta del secolo scorso: aveva ragione il professor Silvio Ceccato, l'autore dell'Ingegneria della felicità, libro uscito negli anni Ottanta: l'uomo è la bestia stupida di sempre e non basta la tecnologia a cambiarne le sembianze e la mentalità.
Mussolini, non l'ultimo degli imbecilli anche se il primo dei disgraziati, sosteneva che la guerra sta all'uomo come la maternità alla donna. Fascista? Sicuro. Maschilista? Anche. Visionario? Nemmeno tanto. In fondo la guerra è una condizione permanente dell'essere umano che solo le convenzioni e il famoso contratto sociale di quel Jean Jacques Rousseau dai natali francesi, ma pessimo padre, riuscirono ad allontanare almeno in parte. Il conflitto fa parte della vita, ma oggi la capacità distruttiva delle armi rende assurdo anche solo ipotizzarlo. Invece e l'Ukraina, ma non solo, ne è l'esempio, l'umanità continua ad aver bisogno di uccidere.
Ma dove è finito l'omino vestito di bianco? Ah, è andato in visita all'ambasciata russa. E perché, invece, non è salito su un'auto qualsiasi e si è recato, scortato dai suoi cardinali, in Ukraina, paese dove ci sarebbe davvero bisogno della sua presenza e dove si stanno scannando fratelli cristiani? Povera Chiesa come si è ridotta e pensate un po' se dovessero arrivare i turchi...
Purtroppo quando una guerra come quella tra Ukraina e Russia ha inizio, è pressoché impossibile pensare che possa finire in pochi giorni. L'Occidente ha, finalmente, trovato il suo vecchio e tanto odiato nemico e poco importa che non sia più comunista, è sempre il Grande Nemico Russo. Sono passati 200 anni da Napoleone, ma sia la sua disfatta sia quella, ancora più tragica del suo pessimo imitatore Adolfo, non hanno insegnato alcunché. La Russia è una grande nazione ancor prima di essere un grande stato. E pensare di accerchiarla e di schiacciarla in un angolo è stato è e sarà sempre un pessimo errore. C'è stato un momento in cui la Russia era ad un passo dall'ingresso nella Nato, già, ma che senso avrebbe avuto? Così come non ha senso la Nato in sé.
Lo diciamo ancora una volta: l'Italia deve uscire dagli organismi sovranazionali come Unione Europea, Onu, Banche varie e roba del genere. Deve tornare sovrana e padrona del proprio destino. Altrimenti, ma lo è già, sarà solamente una espressione geografica di ottocentesca memoria.
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Siamo sempre stati, fondamentalmente, un Paese segna dignità, ma, in un modo o nell'altro, conservavamo ancora un briciolo di indipendenza. Oggi, ormai, non c'è più nemmeno quella mentre, per la dignità, quest'ultima è scomparsa da un pezzo e non tornerà mai più. Non bastava il Covid per angosciare le esistenze già deturpate da due anni di ansia costante, adesso ci si mette anche la minaccia di un conflitto mondiale scatenato sulle problematiche dell'Ucraina. Peccato che se dovesse scoppiare un conflitto tra la Russia e la Nato, noi ci saremmo immersi fino alla cintura e ben oltre. Tutto ciò perché facciamo parte della Nato, l'organizzazione creata di sana pianta per fronteggiare l'espansionismo sovietico a ovest. Secondo voi perché dovremmo combattere e, magari, anche morire per l'Ucraina? Non ne vediamo il motivo anche perché gli unici a volerlo intravedere ad ogni costo sono gli americani ai quali un conflitto in Ucraina e alle porte della Russia pare poter essere una manna dal cielo. viste le continue provocazioni verbali del suo presidente. Ora, a parte il fatto che non riusciamo a comprendere l'utilità della Nato dopo che il Blocco di Varsavia è crollato e scomparso e dopo che la Russia è diventata l'ombra di ciò che era, nemmeno comprendiamo per quale motivo l'Italia dovrebbe essere pronta a combattere una guerra del genere.
Da che cosa siamo sostanzialmente minacciati? Forse che la Russia sta dimostrando nei nostri confronti atti ostili? no, nemmeno per sogno. Non solo. I russi amano l'Italia e lo hanno dimostrato più volte. E allora perché noi dovremmo essere pronti a ucciderli? Solo perché facciamo parte di un carrozzone militare senza senso a guida americana che deve mantenere decine di migliaia di parassiti in divisa che altro non aspettano se non di mettersi qualche medaglia sul petto avvizzito?
Ci raccontano che la Russia sta mirando a espandersi a Ovest. Cos'è uno scherzo? Ci dicono che Putin non accetta che la Nato arrivi ai suoi confini. E che cosa ci sarebbe di male in questo? La Nato, checché ne dica mummia Biden, è sempre stata in funzione antisovietica prima e antirussa dopo. Cosa farebbe l'America al posto della Russia quando per molto, ma molto meno ha scatenato conflitti, provocato stragi e rovesciato governi in mezzo mondo? Putin dal suo punto di vista ha ragione: la Nato non può stargli alle costole appiccicata come un'ostrica allo scoglio. Putin non sta simpatico al Pensiero Unico Dominante perché è considerato un sovranista, un dittatore, un pericolo per la pace nel mondo. In realtà Putin non piace perché è molto, ma molto diverso dai politicanti da strapazzo dell'Occidente, senza spina dorsale e sostanzialmente invertebrati. Che poi sia un dittatore, probabile, ma, a nostro avviso e di questi tempi, cencio dice a straccio.
L'Italia è, come al solito, un servo sciocco che non sa prendere una posizione autonoma e dipende, in tutto e per tutto, dagli Stati Uniti. Roba da vergognarsi se i nostri governanti avessero ancora un briciolo di dignità, ma quale dignità può avere chi è capace di misurare il mondo e gli esseri umani solo in base al denaro?
Ma non c'è solo l'Ucraina a dimostrare che, ormai, siamo peggio di quello che sostenne il cancelliere Metternich al congresso di Vienna: un'espressione geografica. Entro breve tempo il nostro principale orgoglio, il turismo, perderà la sua indipendenza a beneficio di capitali stranieri pronti ad azzannare le nostre concessioni balneari da decenni, spesso, di proprietà di famiglie che hanno fatto di una passione una vera e propria bandiera nazionale. Con la Bolkestein l'Unione Europea, questo cancro devastante e dalle sembianze agrodolci, ha decretato la fine di un'epoca e la distruzione di un intero comparto che per l'Italia è vitale e congenito. Il nostro Paese, ormai senza più alcuna autonomia, cede di fronte alle direttive di un organismo sovranazionale che presto arriverà a scegliere per noi giungendo, infine, alla cancellazione - come è già avvenuto - di ogni traccia di identità nazionale a beneficio di una Europa unita, a parole, in realtà una sorta di massa informe e meticcia da cima a fondo. Ben presto distruggeranno gli inni nazionali così come hanno fatto con le monete, poi passeranno, piano piano, a tutto il resto, fino a cercare di ottenere una specie di menu valido per tutte le stagioni e a tutte le latitudini con le masse ignoranti e povere mantenute nella loro fossa e le élites che, al contrario, avranno i privilegi.
Non ci sono politicanti anche qui in Versilia che si dicono pronti a fare le barricate pur di respingere la direttiva Bolkestein e ancora una volta i gestori degli stabilimenti balneari si troveranno da soli a dover fronteggiare uno tsunami che segnerà l'ennesimo passo indietro e l'ennesima rinuncia alle proprie origini e alla propria identità. Ormai siamo un Paese in svendita, non contiamo più niente e tutto questo per il semplice motivo che non abbiamo una classe dirigente ma solamente digerente, che mangia, mangia, mangia e dopo aver ingoiato e digerito quel che ha mangiato, è sempre pronta a rimangiare ancora.
Così, oggi dovremmo fare la guerra per difendere l'Ucraina che è cosa ben diversa da Danzica come, invece, sostengono gli storico di accatto foraggiati dai loro padroni. Così come Putin è ben diverso da Hitler nonostante ci vogliano far credere il contrario e spendano milioni di dollari per finanziare centri di studi (sic) o riviste di accatto e pseudo specializzate affinché diffondano la favola dell'orso russo pronto a sbranare i bambini del nostro occidente innocente.
Peccato che mentre tutti si dicono pronti a scendere in campo per l'Ucraina, nessuno muove un dito per fronteggiare la Cina, ma questo è abbastanza chiaro. Il gigante dagli occhi a mandorla non è la Russia di Putin, ma molto, molto di più.
Noi, comunque, di combattere per l'Ucraina non ci pensiamo nemmeno, così come non pensiamo neanche a combattere contro la Russia per qualsiasi altra ragione. Fuori la nato dall'Italia, fuori l'Italia dalla Nato. Questa frase la sentivamo spesso durante gli anni Settanta e anche Ottanta, ma mai come oggi ci rendiamo conto della sua necessità. A patto, però, che l'Italia esca anche dall'Unione Europea: la libertà non ha prezzo mentre noi, ormai, non abbiamo più nemmeno quello.