A Lucca e nella Piana oltre, probabilmente, nella Media Valle e nella Garfagnana, ci sono politici ed amministratori i quali si vantano di essere schierati o di esserlo stati a lungo, a fianco dell'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, attuale leader di Italia Viva. Alcuni di loro, senza vergogna, inviano alle testate giornalistiche persino i suoi messaggi di Natale o anche comunicati di elogio sperticato di quello che, lo abbiamo già scritto e per questo siamo stati presi di mira da tutti i quotidiani nazionali del mainstream e dai vertici del Pd nazionale e regionale nel 2016, a noi è sempre sembrato un politicante senza arte né parte, senza contenuti, senza spessore, più adatto ad un talk-show o ad un reality-show dove l'ignoranza, la superficialità, l'ignavia, la spregiudicatezza prevalgono sulla profondità e sull'intelligenza. Matteo Renzi alcuni mesi fa si è recato a far visita a quello che egli definisce un grande amico e autore di un vero e proprio Rinascimento in terra saudita, il principe ereditario Mohammad bin Salman, vero e proprio tiranno del suo paese e a tutti gli effetti riconosciuto come il mandante di uno dei più efferati delitti degli ultimi anni, quello commesso dai suoi leccapiedi all'interno del consolato di Istanbul dove il giornalista dissidente del Washington Post Jamal Kashoggi venne ucciso e smembrato dopodiché bruciato in un forno nell'abitazione del console saudita. Come può un senatore italiano pagato profumatamente e inutilmente con 14 mila euro netti al mese, elogiare nel corso di una ridicola intervista televisiva, un assassino? Con che coraggio si fa pagare 80 mila euro all'anno per essere inserito all'interno di un organismo economico-finanziario gestito direttamente dalla famiglia reale saudita? Qualcuno potrebbe domandarsi perché, oggi, ce la prendiamo con Renzi tirando in ballo l'ennesima figura barbina di questo saltimbanco della politica nostrana.
Ebbene, per tutta una serie di ragioni, non ultima quella, appunto, di vedere come alcuni ex personaggi politici lucchesi pendono dalle labbra di un personaggio con il quale, noi, bramiamo da tempo di essere messi vis à vis, ovviamente senza riuscirci. Nel corso di una festa dell'Unità dell'estate 2016 a Bologna, questo signore se la prese con l'Anpi rea a suo avviso di criticarlo e di non dire nemmeno una parola contro il sottoscritto, di cognome Grandi e quindi facilmente comprensibile da che parte stesse, il quale, biografo di Giorgio Almirante, lo aveva etichettato come un traditore del popolo italiano. Sin dall'inizio della sua carriera politica come sindaco di Firenze, avevamo compreso che sarebbe stato l'ennesimo acchiappacitrulli in un Paese, il nostro, dove tutti sono acchiappa qualcosa.
Il tempo ci ha dato ragione anche quando dicemmo che mai e poi mai ci si dovrebbe fidare di uno come Matteo Renzi, capace di annunciare il ritiro dalla politica in caso di sconfitta al referendum e, poi, di far finta di nulla. Come si può credere in gente come questa? Ma il servizio, magistrale, delle Iene sul suo viaggio in Arabia Saudita e sui suoi elogi sperticati ad un criminale che guida uno stato ricco sfondato, ma dove si fanno a pezzi i giornalisti e si torturano i dissidenti, ci ha fatto venire in mente che con Renzi avevamo un conto aperto. E non solo con lui. Ce lo abbiamo anche con un'altra persona, ma siamo seduti da tempo sulla riva del fiume e aspettiamo pazienti.
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Tornando al giornalista ammazzato mentre la propria donna lo stava aspettando fuori dal consolato turco, abbiamo voluto guardare il film-documentario girato da Bryan Fogel, il quale, nella pellicola, ha avuto parole di fuoco per Matteo Renzi cosa che ci ha fatto enormemente piacere visto che all'estero siamo rappresentati da questo soggetto che si dice grande amico di un assassino e dal quale viene lautamente anche se legittimamente, pagato.
Un altro motivo per cui ci siamo fermati su questa storia è il fatto che nessuno, qui a Lucca, abbia mai citato una sola volta che la Gazzetta di Lucca è stata il primo e unico giornale a schierarsi, da subito, dopo la conferenza stampa in fondazione di Manfredi Catella e Marcello Bertocchini, contro il progetto per la ristrutturazione della ex manifattura tabacchi. E questo, in primis e, soprattutto, perché per noi pecunia (non) olet vale eccome e i soldi dell'emirato del Qatar, di fatto una monarchia ereditaria assoluta come quella dell'Arabia Saudita dove i diritti umani vengono quotidianamente calpestati compresi quelli di decine di migliaia di lavoratori trattati come schiavi e pagati ancora meno, a Lucca non li avremmo mai voluti.
Tutti, invece, pronti a fare affari e a chiudere gli occhi salvo, poi, sciacquarsi la bocca e genuflettersi quando in gioco ci sono i clandestini che attraversano il mare. Facile fare i samaritani come fa l'omino vestito di bianco quando non c'è niente da scoprire o da svelare. Facile fare le Carole, altro personaggio squallido e vergognoso, andando a speronare le motovedette della Guardia di Finanza di un Paese che è una repubblica delle banane ma senza le banane. Perché non vanno a protestare al largo delle coste saudite contro la schiavitù che impera nei cosiddetti emirati arabi uniti, una delle massime espressioni di servilismo dell'Occidente?
Certo Jamal Kashoggi era un giornalista e, forse, anche per questo ci siamo sentiti sdegnati dal comportamento di Matteo Renzi il cui inglese ascoltato nell'ultima intervista all'emiro è, semplicemente, agghiacciante. Così, e concludiamo, abbiamo voluto cercare sul web il film diretto da Fogel e lo abbiamo trovato, facile da guardare, grazie a La7 che lo ha messo a disposizione di tutti e che noi alleghiamo (basta cliccare in fondo all'articolo) come video così da permettere a chiunque di guardare con i propri occhi e sentire con le proprie orecchie quello che, evidentemente, Matteo Renzi non ha voluto né vedere né ascoltare o, se lo ha fatto, era sordo, cieco e muto.
Auguriamo anche ai politici lucchesi innamorati di Renzi e di Italia Viva - che a noi sembra già morta - una buona e istruttiva visione.
Video Matteo Renzi è stato ospite dell'amico Mohammad bin Salman mandante dell'omicidio del giornalista Jamal Kashoggi ucciso e fatto a pezzi mentre era ancora vivo: guardate questo film