Se qualcosa, questo triste momento storico, ha insegnato è che non esiste alcuna Unione Europea e che, mai come oggi, appare evidente che essa è stata, non soprattutto, ma solo e soltanto uno strumento economico che con le anime dei popoli che avrebbe dovuto unire non ha niente a che fare. A noi, in fondo, di un'Europa unita non ci è mai interessato alcunché, visto che siamo stati sempre coscienti che nemmeno il nostro sfasciato Stivale è mai stato unito se non in occasione delle vittorie ai mondiali di calcio e in qualche altra circostanza molto, ma molto rara. Il Coronavirus ha messo a nudo non solo la fragilità umana, ma anche le sue paure, dimostrando che la tecnologia di cui siamo imbevuti e in cui siamo immersi non ha prodotto, in fondo, grandi cambiamenti nella natura dell'essere umano se, a pensarci bene, scene viste in queste ultime settimane non sono differenti da quelle raccontate dai cronisti e dal Manzoni ai tempi delle epidemie di peste bubbonica. Noi italiani abbiamo sperimentato sulla nostra pelle come, l'essere diventati, nostro malgrado, degli... untori, ci ha fatto isolare e rifiutare dal resto del mondo. I turisti milanesi e veneti rispediti al mittente dalle Mauritius, Africa gente, o gli italiani costretti a scendere dall'aereo negli Stati Uniti perché l'equipaggio non ne voleva sapere di sbarcare a Milano, la dicono lunga su come la solidarietà non conosca confini quando tutto va bene, ma alla prima difficoltà ognun per sé e dio per tutti.
Già, ma per i teorici dell'europeismo, quegli imbecilli che dopo la fine del secondo conflitto mondiale pensavano che l'umanità dovesse cambiare pelle, l'obiettivo di costruire l'Uomo Nuovo è sempre stato il proprio sogno. Così come per le ideologie totalitarie, ma l'Uomo Nuovo non esiste, esiste l'uomo, con la u minuscola e con tutte le sue miserie e nobiltà. Di fronte a questa epidemia portata dalla Cina, è chiaro che ogni Stato guarda dentro i propri confini cercando di evitare contagi e, per far questo, se necessario, rifiuta ogni contatto con chi può essere fonte di infezione. Eccoci, quindi, considerati degli appestati, non solo al di fuori delle nostre frontiere, ma, persino, all'interno, tra di noi.
E' comprensibile, i santi stanno solo in paradiso e, se anche si trovano sulla terra, è perché qualcuno, Oltretevere, ha provveduto a nominarli tali dopo morti perché, fino a quando erano in vita, non li calcolava pressoché nessuno figuriamoci le autorità papaline. Così, cari signori, se non siete proprio dei beoti, avrete capito e compreso che a noi italiani o ci pensano gli italiani oppure sarà dura.
Il nostro Governo di castrati sta dimostrando di essere, come tutti quelli che lo hanno preceduto salvo, in parte, il penultimo, impotente. Incapace, cioè, di fronteggiare quello che sta succedendo. Implora, ancora, l'aiuto e la comprensione dell'Europa, la possibilità di avere altro credito, la speranza che altri stati accolgano i milioni di disperati che si approssimano ai nostri confini. Ridicoli. Qui, o qualcuno si mette in testa che dobbiamo uscire da una Unione Europea che fa ridere e da un a moneta che fa piangere oppure resteremo sempre dei bambini viziati non in grado di maturare e assumersi le proprie responsabilità.