Ce n'è anche per Cecco a cena
Vannacci 2 Resto del mondo (al contrario) 0: anche la procura militare archivia le accuse contro di lui
Quante volte abbiamo scritto che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli? Tante, tantissime, ma, evidentemente, mai abbastanza. Dopo l'archiviazione del Gup per le accuse…
'Odio' l'Unione Europea così come tutti gli organismi sovranazionali, ma andrò a votare Roberto Vannacci
Chi legge abitualmente le Gazzette sa che a queste latitudini non sono graditi gli organismi sovranazionali senza alcuna eccezione. Si tratta solo e soltanto di carrozzoni che mantengono lautamente parassiti che portano a casa stipendi d'oro mentre i popoli degli stati che dovrebbero rappresentare si svenano da mane a sera per tirare avanti la carretta, partite Iva in primis. L'Unione Europea è un pericolo, ormai lo hanno compreso tutti. Solo il presidente Mattarella - non è mai stato il mio presidente - unitamente ai politicanti che lo circondano può uscirsene fuori come i dolori parlando di sovranità dell'Unione Europea quando anche il più ignorante degli studenti di una qualsiasi facoltà di Giurisprudenza o Scienze Politiche sa che per esserci sovranità devono esistere e sussistere tre elementi fondamentali: un popolo, un territorio, una sovranità tutte cose che, nel caso dell'UE non solo non reggono, ma nemmeno esistono. Se un giorno l'Unione Europea dovesse annientare, come già sta facendo, l'autonomia dei singoli stati, sarebbe la devastazione totale. L'Italia non ha più sovranità perché nel momento in cui non stampi più moneta sei costretto ad accettare le condizioni che ti impongono gli altri. Non importa se avere l'euro al posto della lira sia meglio o peggio, quello che conta è che non esistiamo più come entità autonoma e sovrana. E questo vale per tante, tantissime altre cose, costretti a subire e ad accettare, a sottostare ai diktat di una élite di tecnocrati-burocrati capaci di solo di annientare ogni identità-individualità in nome di una massificazione-omogeneizzazione che renda l'uomo una cavia sperimentale. Per questo non siamo mai andati a votare alle elezioni europee, perché l'Unione Europea ci fa, semplicemente, schifo. Stolti, ipocriti, ciechi, dementi coloro i quali annusano fratellanza e comunità di intenti dove, al contrario, regnano solamente ipocrisia e servilismo...
Per la prima volta AstraZeneca ammette: "Il vaccino anti Covid può provocare trombosi rara". Ma allora avevamo ragione noi!
L'azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali, sia pure a suo avviso molto raro, del suo vaccino contro il Covid-19 è la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). "Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute", si legge in un estratto di un documento fornito dall'azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Ma allora avevamo ragione noi che ci siamo sempre rifiutati di vaccinarsi costasse quel che è, effettivamente, poi costato in termini di emarginazione sociale e additamento collettivo al pubblico ludibrio? In sostanza l'azienda farmaceutica dovrà, presumibilmente e al termine dei processi intentati nei suoi confronti da altrettanti cittadini che hanno patito le conseguenze della sostanza che si erano inoculati, risarcire a suon di milioni di dollari o di euro chi ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e sfondare il muro di gomma alzato dalle autorità civili, politiche e amministrative dell'intero emisfero. Ma come? Ma vaccinarsi non era un dovere civico, una scelta non scelta visto che è finito per diventare un obbligo imposto in tutti i modi anche quelli più schifosi e ignobili ai limiti del ricatto e dell'estorsione, l'unica maniera per salvarsi dal Covid e dalle sue infauste conseguenze tra cui, appunto, la morte se non matematicamente certa, assolutamente sicura? Già, ma, obiettano i soliti soloni di questo mondo, qualche episodio anomalo ci può sempre stare, peccato che la maggioranza di coloro che lo hanno avvertito non potranno mai più raccontarlo. Quindi? Che cosa facciamo? E se tra i casi in esame fosse capitato proprio a noi o a qualcuno dei nostri familiari? Come avremmo dovuto e come dovremmo reagire di fronte alla rivelazione-dichiarazione di AstraZeneca?...
Generale, dietro la collina ci sta la Gazzetta (del Serchio) mai così vicina
La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...
La fogna romana ha partorito i topi per lanciarli all'assalto di Roberto Vannacci
La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie. Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande". E' da qui, metaforicamente, dalla capitale che cloaca massima lo è sempre stata in tutti i sensi, che negli ultimi giorni sono partiti i topi incaricati di aggredire-assalire e, se possibile, anche divorare il generale di divisione Roberto Vannacci. Un gioco al massacro che, per chi conosce i meandri della (dis)informazione, sa benissimo come funziona e, soprattutto, da dove arriva. Vannacci, l'autore de Il mondo al contrario, il vero best-seller degli ultimi decenni nel campo dell'editoria italiana, è stato indagato, udite udite, per una serie di episodi riconducibili alla sua permanenza in Russia e a Mosca nella fattispecie, unitamente alla famiglia. Rimborsi spese, utilizzo di un'auto pubblica e altre amenità che sono state sparate ad alzo zero dai giornali di regime nemmeno si trattasse del peggior delinquente e non, invece, di un uomo che ha scritto un testo nel quale si sono ritrovati e si ritrovano milioni di italiani. Chi avrà passato le indiscrezioni alla stampa? Non ci vuole la laurea per immaginarlo visto che esse possono essere fuoriuscite solamente dal luogo presso il quale si trovava il fascicolo. Inoltre, basta seguire la traccia del cui prodest per capire. Vannacci si candiderà nelle liste della Lega alle elezioni europee e non avrà problemi a passare il turno. A qualcuno, all'interno dell'alleanza che governa il Paese, non va giù della serie chi è e che cosa vuole questo parvenu della politica... E allora diamogli addosso con ogni mezzo...
Al Borgo Paolinelli si candida come sindaco unico per il centrodestra, esplode il conflitto tra le due anime di Fratelli d'Italia
In redazione arriva un comunicato stampa con cui si annuncia che Cipriano Paolinelli di Fratelli d'Italia sarà il candidato unico per il centrodestra unito alle prossime elezioni amministrative di Borgo a Mozzano. Il testo è scritto in maniera un po' approssimativa, almeno dal punto di vista grammaticale, ma la notizia c'è tutta. Lo scrivente spiega che è stata raggiunta la quadra, terminologia piuttosto anomala, ma che rende l'idea. Gli annunciatari, secondo la nota politica, sarebbero la presidente del circolo di Fratelli d'Italia Marina Motroni, il responsabile territoriale di Forza Italia Claudio Gemignani e lo stesso segretario della Lega sezione Mediavalle Cipriano Paolinelli. Nemmeno il tempo di pubblicare ed ecco scoppiare il caos. Non risulterebbe, infatti, che Fratelli d'Italia nella figura di Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale, abbia approvato la nomina. Ma, allora, come mai è stata annunciata la candidatura di Paolinelli con l'appoggio di Motroni che presiede il circolo di Borgo a Mozzano? Che ci sia stato qualcuno, magari lo stesso Paolinelli, che ha voluto mangiare l'uovo in culo alla gallina e spiazzare la concorrenza ammesso che ci sia? Le malelingue sostengono che il coordinatore provinciale Giannoni si sarebbe imbufalito perché è stato deciso tutto senza la sua approvazione mentre altri rispondono che lui stesso si era impegnato a rispettare la volontà dei territori e, quindi, delle localis ezioni che, con Marina Motroni, si è espressa a favore di Paolinelli. Fatto sta che la notizia di Paolinelli candidato ha raggiunto appena 280 visualizzazioni, poco, pochissimo se si pensa alle visualizzazioni che una notizia del genere raggiunge, in genere, sulla Gazzetta del Serchio. Vuol dire che nessuno o pochi hanno condiviso il link. Perché?...
Un Natale al... contrario
Durante la folle guerra che Mussolini dichiarò al comunismo e alla Russia di Stalin i soldati italiani inviati al fronte prima nel Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e, successivamente, con l'integrazione di altri due corpi d'armata, nell'ottava armata o Armir (Armata italiana in Russia) vissero il Natale a temperature di parecchi gradi sotto allo zero, gelati nelle trincee e in mezzo alla neve, provati dal fuoco nemico e desiderosi, realmente e soltanto, di poter tornare a casa per festeggiare, questo si, un Natale come era sempre stato, nelle proprie case e con le proprie famiglie. Mai come in quei mesi disgraziati, terribili e, purtroppo, tragici, il Natale assurse un significato umano e anche religioso. Oggi, a distanza di quasi un secolo, il benessere, l'abitudine al dare tutto per scontato, l'assenza di una coscienza nazionale e identitaria, l'ignoranza e il dominio della tecnologia e del virtuale sul reale, hanno fatto sì che la ricorrenza perdesse ogni aspetto morale, religioso, intimo insiti in un senso di appartenenza che, appunto, non appartiene più. E nonostante, a Lucca, la nuova amministrazione abbia fatto il massimo e lo ha fatto bene, per celebrarlo, sia pure in termini laici e... pagani, ma con passione ed entusiasmo, ci sarà sempre un don Franco Cerri ad aprire la bocca dandole il fiato che nessuno gli ha chiesto. Che cosa, in realtà e sotto tutti gli aspetti, ci sia da celebrare e da festeggiare in questi giorni di questo dannato nuovo millennio nell'anno di (dis)grazia 2023, non riusciamo proprio a comprenderlo. Gran parte degli italiani se ne va all'estero durante le festività natalizie, magari in paesi musulmani dove il Natale conta quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, dando ancora l'ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, di come, ormai, non esiste più alcuna coscienza di niente che non sia la convinzione che tutto ciò che abbiamo ci pervenga per diritto, si fa per dire, divino. A Monfalcone migliaia di musulmani, loro sì, pronti a tutto pur di difendere la religione, ultimo e unico vincolo sacro perso il quale perderebbero ogni ragione di vita, marciano contro la decisione del sindaco leghista di chiudere due moschee abusive...
Anpi e avannotti del Nuovo Millennio contro il 'fascista' Roberto Vannacci, ma nemmeno una parola a favore di Israele per la strage del 7 ottobre
Toh, ci mancavano solo loro, gli irriducibili antifascisti dell'Anpi e dei collettivi non si sa bene di cosa di Nuova Resistenza e dell'Isi Barga. E' proprio vero che anco alle puci ni vien la tosse. Gli studenti, poi, quando c'è da fare casino invece di studiare, studiare e studiare come diceva Benedetto Croce, sono sempre in prima linea. Loro che si dichiarano antifascisti, antinazisti, difensori deglki ebrei sì, ma solamente il 27 gennaio Giornata della memoria, nemmeno hanno speso una sola parola dopo i 1400 ebrei massacrati da Hamas, i tagliagole foraggiati dall'Iran, il Paese dove i nostri cari studentelli con i nuovi... partigiani dell'età contemporanea finirebbero tutti appesi al muro e fucilati senza tanti complimenti. Bene, apprendiamo che sabato pomeriggio a Valdottavo ci sarà un presidio contro la presenza di una persona seria, di un uomo che ci ha messo sempre la faccia, che non si è mai tirato indietro, che ha giurato fedeltà alla Costituzione, che non si è mai detto fascista, tutt'altro. Se gli imbecilli volassero, effettivamente sabato potrebbero esserci problemi di visibilità nei pressi del teatro Cristofoco Colombo affittato a proprie spese da Yamila Bertieri consigliere comunale di minoranza la quale ha dovuto tirare fuori i soldi di tasca propria visto che l'attuale amministrazione comunale guidata dallo storico Patrizio Andreuccetti, tessera del Pd e segretario provinciale del partito di Elly Schlein - come fa uno storico ad essere iscritto ad un partito? - mai e poi mai le avrebbe concesso una sala per allestire l'evento...
Ecco perché la Gazzetta sta con gli ebrei e con Israele
Non ci sorprende questa campagna planetaria o quasi a favore dei palestinesi nei confronti di Israele, senza alcuna distinzione, da un lato, tra i tagliagole liberticidi di Hamas, Iran e Hezbollah da un lato e la democratica, occidentale, libertaria Israele. Conosciamo, ormai, da tempo le ipocrisie e le deformazioni dell'Ideologia verniciata di rosso e sappiamo bene che, già cinquant'anni fa, Lotta Continua, Potere Operaio, le Brigate Rosse, tutti i gruppuscoli della sinistra extraparlamentare, stavano con i palestinesi nonostante la strage di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Gli ebrei fanno comodo da sempre, sia quando si tratta di organizzare dei pogrom con cui decimarli, sia quando serve lustrarli un po' e strumentalizzarli in funzione antifascista e antinazista. Chissà, ora, come faranno politicanti ed amministratori da strapazzo a celebrare il 27 gennaio la giornata della memoria dedicata alla Shoah, quando non hanno nemmeno aperto bocca o scritto un rigo su quanto avvenuto il 7 ottobre 2023, un mese fa, in occasione del pogrom organizzato da Hamas e che ha prodotto la strage di oltre 1400 ebrei comprese donne e bambini, fatti a pezzi, bruciati, violentati, decapitati e rapiti. Perché, vedete, il problema sta proprio qui: troppo facile ricordarsi degli ebrei solamente quando si tratta di parlare di Auschwitz e Mauthausen, di Hitler e Mussolini, quando c'è da attaccare il neofascismo pressoché inesistente e inoperante, ma che fa tanto comodo alle Elly Schlein e alle Laura Boldrini. Nessuno, tra questi soloni verniciati di rosso fucsia ha il coraggio di ammettere che, oggi, l'unico pericolo esistente per il popolo ebraico sono gli arabi ossia i musulmani dei quali stiamo riempiendo l'Europa nemmeno fosse un paniere per la spesa. Nessuno che dice che i migliaia di atti antisemiti di queste ultime settimane sono opera non delle SS, della Gestapo o delle Brigate Nere resuscitate a nuova forza, bensì di tutti coloro che, arabi e fiancheggiatori, vorrebbero lo sterminio degli ebrei per il semplice fatto che esistono ed esiste lo stato di Israele. Chi divide gli ebrei da Israele, altro non fa che il gioco sporco di chi vorrebbe cancellare entrambi...
Due morti a Bruxelles uccisi da un terrorista islamico: li hanno fatti entrare e ora sono (ancora una volta) cazzi nostri
"Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno". Con queste parole l'attentatore tunisino di 45 anni ha commentato l'omicidio di due - il terzo è solo ferito - tifosi svedesi che, sfortunatamente, si sono trovati nel posto giusto - andavano a vedere la partita di calcio - nel momento sbagliato. Adesso chi andrà a spiegare ai figli, ai genitori, ai parenti delle due vittime che bisogna accogliere, sostenere, proteggere i milioni di musulmani immigrati che premono o hanno già premuto alle frontiere dell'Europa? Andateci voi ipocriti e farisei. Sappiamo bene per esperienza che i morti negli attentati dell'Islam non sono politici o ministri o parlamentari. Né a Roma, né a Parigi tantomeno a Bruxelles. Loro viaggiano con la scorta, vivono in case iperprotette e non stanno certamente in mezzo alla folla. Qualcuno, ora, dirà che è colpa di Israele e della sua reazione al massacro del 7 ottobre ad opera di Hamas. Già, perché gli ebrei, comprendetelo bene, piacciono solo se sono morti o, soprattutto, se non reagiscono e si fanno massacrare senza rispondere. Se, al contrario e contrariamente alla loro storia millenaria, si ribellano, allora diventano i carnefici. Questo è quello che sta accadendo all'Onu, nell'Unione Europea e in tutti gli organismi sovranazionali da sempre favorevoli all'Islam e ai paesi arabi al punto che hanno causato, con le loro politiche dell'accoglienza indiscriminata, una vera e propria invasione che sta piano piano, ma progressivamente, colonizzando il continente imprimendo una sorta di paralisi delle istituzioni e delle coscienze...
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E adesso sarete tutti contenti. Finalmente anche quelli che se la sono fatta addosso per la paura durante il Covid potranno essere certi che, vita natural durante, ci sarà qualcuno che penserà al loro posto a tutelarne la salute. E' stato, infatti, appena siglato un accordo tra l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) e la Commissione europea che prevede l’adozione del sistema di certificazione digitale Covid19 dell’Ue - il cosiddetto Green Pass - per dare vita ad un nuovo sistema di controllo uniforme della salute dei cittadini degli stati membri così da facilitare la mobilità globale e proteggere (sic!) l'umanità dalle minacce sanitarie attuali e future, pandemie incluse. Il famigerato Green Pass senza il quale non si poteva né lavorare né accedere ai servizi delle persone comuni, diventerà, così, un vero e proprio passaporto sanitario digitale primo passo verso una digitalizzazione estrema dell'esistenza quotidiana. Da qui all'inserimento, nel futuro, di microchip sottopelle, il passo è breve, ma al di là di ogni remora, ci sarà ben poco da fare: o così, o pomì. Nessun complottismo, ma la conferma che gli organismi sovranazionali e le grandi istituzioni finanziarie oltre al World Economic Forum di Davos, mirano a quello che, fino a qualche lustro fa, era inimmaginabile o visibile solo nei film di fantascienza. Saranno contenti, adesso, tutti coloro che non vedono l'ora di cedere autonomia e indipendenza a chiunque garantisca loro una vita da polli di allevamento, dove in cambio di una salute, si fa per dire, di ferro e magari con la promessa dell'immortalità, si sarà disposti a rinunciare al libero pensiero, ma, in particolare, al tanto faticoso esercizio di vivere. 1984 sarà una realtà e chi non si accoderà, finirà, noi per primi, in qualche riserva con tanto di recinzione.
Quando tentavamo di spiegarvi, come provava a fare con i suoi libri Ida Magli, che la società ipertecnologica altro non è se non la fine del libero arbitrio per la maggioranza dell'umanità; che pensare, in fondo, è una grande fatica che vogliono assolutamente evitarci per tutta la vita; che i grandi organismi sovranazionali sono la fine della sovranità non soltanto dei singoli stati per la nascita dei quali milioni di individui hanno pagato con la vita i loro aneliti di libertà e indipendenza; che quando un Paese non ha più una propria moneta e non è più libero di stamparla, è come se fosse schiavo di chi, ovviamente, il denaro gli dà, ma solo se si adegua ai suoi diktat. Ecco, in sostanza, cari lettori, accadrà quello che sta già accadendo in grande e che, prima o poi, succederà anche per l'essere singolo.
Volete un esempio semplice semplice? Bene, prendiamo due persone che chiameremo A e B e due entità che definiremo 1 e 2. B e 2 hanno un impellente necessità di soldi per poter portare avanti la propria attività, qualunque essa sia. Ma non solo non hanno denaro a sufficienza, ma nemmeno possono procurarselo da sé perché l'unica valuta accettata e utilizzabile la produce e la distribuiscono A e 1. A questo punto, consapevoli di questo, sia B sia 2 decidono di rivolgersi, convinti di trovare una accoglienza positiva se non, addirittura, entusiasta, ad A e a 1 chiedendo loro di poter avere del contante.
Ma A e 1, ossia una qualsiasi persona fisica o un organismo statale o anche sovranazionale, spiegano ai loro interlocutori che se anche volessero dare loro dei soldi, essi, in cambio, dovrebbero fare qualcosa. E quando viene domandato cosa, la risposta è molto chiara: ve lo faremo sapere. Così, quando B e 2 sono, ormai, alla frutta, l'appello diventa una preghiera con la disponibilità ad accettare tutto purché in cambio si riceva la possibilità di avere soldi per poter sopravvivere. E ogni volta sarà sempre peggio fino a quando B e 2 diventeranno dei satelliti incapaci di muoversi sulle e con le proprie gambe.
Questo è quello che sta accadendo all'Italia, dove Giorgia Meloni, che proviene da un ambiente dove il nazionalismo inteso come difesa della propria identità, dovrebbe essere il mantra, al contrario si comporta né più né meno come tutti coloro che l'hanno preceduta e che provenivano, vedi i Monti, i Brodi pardon i Prodi e i Draghi, da una pseudocultura che non riconosce confini né geografici né di altro genere.
Avete idea di che cosa accadrà qualora, prima o poi, più prima che poi, dovesse arrivare un'altra pandemia come tutte le Cassandre del WEF di Davos, cercano di annunciare? Ci sarà la corsa a vendersi l'anima ammesso che qualcuno ne abbia ancora la proprietà.
Avete letto di quel povero disgraziato che, in Emilia Romagna, è morto come un topo all'interno della sua abitazione ipertecnologica inondata dall'acqua? Aveva creduto, anche lui, nel potere sovrumano della tecnologia, della digitalizzazione, della vita intesa senza sforzi e votata al dio della scienza. Ma, purtroppo, è accaduto l'impensabile ossia quello che, a chi è dotato di un minimo di buonsenso, sarebbe subito venuto in mente: ma se va via la corrente elettrica, come si fa a far funzionare tutto?
Andatelo a spiegare alle migliaia di dipendenti bancari, loro sì tanto simili a pecorelle più o meno smarrite in cerca di un pastore che sono convinte che il bancomat e le carte di credito digitalizzate possano sostituire in tutto e per tutto e con grande comodità, il denaro contante. L'economia virtuale ha preso il posto dell'economia reale, ma noi preferiamo di gran lunga il baratto.
Tornando al Green Pass Globale che cercheranno di spacciare come l'ennesima chiave di volta per liberare l'umanità dai suoi legami, noi qui giuriamo che mai lo accetteremo né mai ce ne serviremo. Ci sono molti modi di vivere e altrettanti di morire, ma, alla fine, in entrambi i casi essi si riducono ad uno soltanto: vivere e/o morire con dignità. Tutto il resto è aria fritta che tanto piace ai masturbatori mentali di professione.
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Anche questo 25 Aprile è passato. Con le sue solite cerimonie assolutamente inutili e, soprattutto, scarsamente frequentate, in particolare, dai giovani che hanno, sicuramente, qualcosa di meglio da fare che ricordare cosa accadde quasi un secolo fa e grazie al quale possono godere di quella libertà che, altrimenti, difficilmente si sarebbero potuti permettere. A Sinistra sembra ieri, pare, cioè, che la guerra civile e il secondo conflitto mondiale, per l'Italia, siano realmente terminati una settimana fa tanti sono la rabbia, l'odio, il rancore, l'ardore con cui celebrano una ricorrenza che definire politicamente strumentalizzata sarebbe un eufemismo. Poi, a pensarci bene, che a celebrarla siano dei politici o anche dei politicanti, la razza meno pura e coerente che c'è, è davvero buffo. Il problema, del resto, sta tutto o quasi sui banchi di scuola, dove insegnanti ignoranti e incapaci, a malapena riescono a far stare gli studenti in classe o, nel migliore dei casi, a farli appassionare alle materie che dovrebbero conoscere. Allora, siccome non si è in grado di far amare ciò che si dovrebbe insegnare, si ricorre a tutto ciò che con la scuola non c'entra alcunché: convegni, testimonianze non si sa bene di chi visto che, ormai, sono tutti morti, appelli ad associazioni che si autodefiniscono antifasciste in un periodo storico in cui, il fascismo, si fa fatica a trovarlo persino a Predappio. Battute a parte, ci tocca leggere e apprendere, con un po' di ironia, che sono diventati tutti professori e che tutti sono capaci di insegnare che cosa sia stato il fascismo e perché, adesso, a 80 anni di distanza, dovremmo averne ancora paura per evitare che si ripresenti. Addirittura, qualche imbecille tenta di spacciare le giuste rivendicazioni identitarie dei popoli come una sorta di Nuovo Fascismo da cui guardarsi e da combattere. Non solo imbecilli, anche idioti e in malafede. Purtroppo l'ignoranza è una brutta bestia, soprattutto, quando la si trova tra chi, al contrario, pretende di essere sapiente.
Avevamo un padre, una volta, classe 1914, nativo di Jolanda di Savoia che, per chi non conoscesse la storia e nemmeno la geografia, è un piccolo paese del ferrarese. Era cresciuto in campagna, nuotava nel Po e uno dei passatempi preferiti, in estate e durante l'adolescenza-gioventù, era quello di attraversarlo da una sponda all'altra. La mamma, per non parlare del padre fattore, non aveva granché tempo di star dietro a tutti quei figli e la parola sostituzione etnica, così come le Elly Schlein e l'invasione immigrazionista, erano di là da venire.
Era, potremmo dire, fascista naturaliter, ossia non aveva avuto e visto altra realtà che non fosse quella disegnata e voluta dal duce al secolo Benito Mussolini e, ad essere sinceri, in quella Italia post bellica sarebbe stato difficile riuscire a trovare qualcuno, in particolare tra i giovani, che fascista non fosse. Comunque sia a vent'anni era già sposato con prole e a causa di un incidente agricolo, riuscì a non essere inviato in guerra come, purtroppo e al contrario, accadde a numerosi coetanei che, successivamente e per la stragrande maggioranza, non poterono tornare a raccontarlo.
Dopo l'8 settembre 1943, tuttavia e, nella fattispecie dopo la nascita della Repubblica Sociale Italiana, in diverse circostanze, conoscendo le immutate simpatie per il regime e per Mussolini, gli fu chiesto se fosse disposto, lui dirigente alla Ducati di Bologna Borgo Panigale, ad arruolarsi per andare a stanare quei rompicoglioni dei partigiani che ne combinavano di tutti i colori, rosso in particolare. Ebbene, quel padre, che fascista era sempre stato e che fascista continuò a rivendicare di esserlo stato senza vergognarsi per questo, rispose seccamente di no perché, diceva, di andare ad ammazzare altri italiani non se la sentiva e non lo avrebbe mai fatto.
A fine guerra, come accadde un po' dappertutto, ci furono le epurazioni salvo che, a dover essere epurati per primi, avrebbero dovuto essere tutti coloro che, chi prima, chi dopo, avevano fornicato col fascismo ottenendone prebende e cadreghini salvo, poi, rinnegare tutto come se niente fosse accaduto: politici, magistrati, amministratori, intellettuali, giornalisti, un potpourri dove si poteva trovare di tutto senza che, però, ci fosse qualcuno disposto ad andarlo a cercare per sputtanarlo a dovere.
Così accadde che, di punto in bianco, anche quel fascista con prole fu costretto ad andarsene dalla Ducati e a trovare altrove i mezzi di sostentamento. Fortuna volle che a quei tempi i figli non avevano tutta questa voglia di stare attaccati alle chiappe dei genitori e la vita, per quanto ingrata, appariva ancora una scommessa da vincere o, quantomeno, da provarci.
Sarà stato, probabilmente, anche per questo, per questa vaga memoria, che l'autore di queste righe si è sempre sentito, in ogni luogo, in Italia o all'estero, italiano a tutto tondo, consapevole dei difetti di un popolo, ma anche orgoglioso del senso di appartenenza che ne derivava. Così, quando arriva il 25 Aprile, ma anche tutti i giorni del resto dell'anno, ci tocca sorbirci i discorsi privi di senso, ma, in primis, di intelligenza politica e umana che fuoriescono dalle bocche più o meno spalancate di politicanti da strapazzo a tutti i livelli, locali e nazionali, il cui massimo livello di cultura e di conoscenza storica raggiunti potrebbe essere paragonabile, ad essere ottimisti, con quello di un sorcio schiacciato sull'asfalto. Ossia pari a zero.
Se un senso, questa ricorrenza dovrebbe avere per tutti e non soltanto per i verniciati di rosso, dovrebbe essere la volontà di superare gli steccati per riscoprirsi, prima di tutto, proprio quello che non siamo mai stati capaci di essere e che, va detto, solamente durante il fascismo sia pure con tutti i limiti esistenti e al di là delle inconfutabili tragedie e viltà provocate, fu. Italiani, quindi, prima di tutto e sopra di tutto, ma in un mondo dove sentirsi o dirsi italiani viene considerata una sorta di suprematismo bianco o, peggio ancora, nero, c'è ben poco da sperare. La sinistra fa schifo (ma anco la destra però...) e questo lo sappiamo da sempre. Ha rovinato quel poco che dal fascismo si era salvato e ha contribuito ad annacquare anzi, a distruggere ogni giusto senso di appartenenza identitario in nome di un principio di uguaglianza senza capo né coda dove si azzera tutto convinti che, dopo, sia più facile edificare. In realtà, azzerando tutti resta solamente il nulla, ma vallo a spiegare ai dementi verniciati di rosso o, peggio ancora oggigiorno, rosa-fucsia, tutti presi dalla necessità di tutelare chi, della propria identità e in tutti i sensi, non sa cosa farsene.