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Scritto da giorgio franco daniele
lettere alla gazzetta
27 Gennaio 2025

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera, a firma del vice-sindaco del comune di Coreglia Antelminelli Giorgio Franco Daniele, in ricordo dell'avvocato Giovanni Gelati, ex podestà coreglino, riconosciuto dall'ente nazionale per la memoria della shoah di Gerusalemme come giusto tra le nazioni:

"Pur nato agli inizi del secolo passato, l'Avvocato Gelati era tuttavia moderno nella disamina delle questioni o nella preparazione dei processi, moderno nella formazione, nella condotta processuale o nello stile oratorio, attivo in ambito letterario con numerosi testi scritti sugli argomenti più disparati ed in ambito civile.

La personalità dell'Avvocato Gelati può dunque essere considerata come il filo rosso che lega e accomuna gli avvocati del secolo passato all'avvocato moderno, quel comune denominatore, inalterato negli anni, di cui dobbiamo essere orgogliosi e che non possiamo disperdere.

Gelati ha dimostrato, con il suo coraggio e la sua determinazione, che la centralità dell'avvocato nella società si conquista con la condotta, con l'autorevolezza, con la capacità di comprendere le persone e le situazioni, e di orientare la propria vita verso il bene comune: centralità e protagonismo che dobbiamo sentire in noi con forza e considerarle indipendenti da espresse previsioni normative, anche se fossero scritte nella più importante delle leggi come l'Avvocatura da anni richiede.

L'Avvocato Gelati, infatti, sarà per sempre ricordato per la statura professionale, che lo portò a difendere, da ottimo penalista, in processi passati alla storia dell'Italia, come il processo Lavorini, e per il senso di responsabilità che lo portò, sebbene antifascista, ad assumere la carica di podestà del piccolo Comune di Coreglia Antelminelli durante l'occupazione nazista: non solo preservò in tale carica, con abilità e diplomazia, la cittadinanza da rappresaglie o gestì nei difficili mesi del passaggio del fronte gli approvvigionamenti che non mancarono, ma salvò dalla probabile deportazione anche due bambini di origine ebraica, Piera e Arnoldo Rossi, figli del suo amico Cesarino (ricercato come esponente sionista), accogliendoli in casa come figli suoi e nascondendoli ai tedeschi e ai fascisti.

Per questo Gelati sarà per sempre ricordato nel piccolo Comune di Coreglia e nel mondo intero: il 25 Gennaio 2012 Yad Vashem, cioè l'Ente Nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme, ha riconosciuto Giovanni Gelati e la moglie Lydia come Giusti tra le Nazioni".

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