"Androgynus" è il nome d'arte che si è scelto Gabriele Bernabò, cantautore e artista toscano, ed è anche il nome della sua band (@androgynus_ per seguirla su instagram).
Racconta in una intervista rilasciata al @teatroalfieri (sempre su instagram, nella persona di Manuel Pellegrini che frequenta l'accademia di recitazione "Vittorio Alfieri") che il gruppo è nato quando i membri della band frequentavano insieme il liceo musicale a Grosseto: "Androgynus - racconta Gabriele - è l'androgino alchemico di Platone ed è l'unione simbolica di maschile e femminile che vivono in ognuno di noi; crediamo che, attraverso l'unione di queste due parti, l'essere umano possa trovare una sorta di armonia interiore. La felicità è vivere in armonia con gli altri, oltre che con se stessi".
Il primo lp è uscito nel 2022 - "Medioevo digitale" - ed ha ottenuto ottimi riscontri dalla critica, distinguendosi per una commistione di influenze che spaziano dal cantautorato al glam rock, dalla psichedelia alla new wave. Nel 2023 Androgynus ha accompagnato Lucio Corsi in tour, esibendosi all'Alcatraz di Milano e all'Arena di Verona. Nel frattempo, Gabriele (Androgynus) ha ottenuto la laurea magistrale in violino al conservatorio Santa Cecilia di Roma. È dello scorso anno il suo secondo lp - "L'eterno è solo un attimo", che Rockit ha inserito tra i 50 dischi più belli dell'anno.
Lo spettacolo di ieri sera, al Teatro Alfieri di Castelnuovo di Garfagnana, è stato principalmente incentrato sui brani pubblicati nei due lp. Nella prima parte il gruppo ha suonato tutto il primo album, spiegando da dove vengono i brani e quali sono le idee che li hanno ispirati. Ad esempio per "Rincorretevi", Gabriele ha raccontato: "Il brano parla del fatto che non si deve scappare dalla confusione, perché, guardandola come in un sogno o come nella confusione di un sogno, si può fare chiarezza, ricordandoci chi siamo, veramente; ricordandoci di esistere, come svegliarsi da un sogno, che non è soltanto nella notte ma anche durante la vita". Sì, le idee ci sono. La spiegazione è, magari, un po' più confusa di quanto non lo sia il testo stesso. Le liriche, infatti, sono tutte - rigorosamente - in italiano. E a me sembra un fatto positivo. Le canzoni, poi, seguono un filo logico, come nei dettami classici del "progressive cantautoriale".
Finito il primo disco, Androgynus ha proposto alcune cover da solo con la chitarra (anche acustica) di brani notevoli e che, penso, siano stati fonte di ispirazione come: "Vorrei incontrarti" (brano del 1972 di Alan Sorrenti, contenuto nel suo disco di esordio), "Mio fratello è figlio unico" di Rino Gaetano o "Il nosto caro angelo" di Lucio Battisti.
Nella seconda parte, con la band al completo (Andrea Voira, tastiere e chitarra, Francesco Terribile, batteria, Stefano Giuggioli, basso e, ovviamente, Gabriele, voce, chitarra, tastiere e violino) si è passati, appunto, al secondo disco "L'eterno è solo un attimo". Anche qui Androgynus ha introdotto i brani. Sulla canzone che dà il titolo all'album, Gabriele ha raccontato: "Parla del fatto che tu, o io, o tutti gli altri, siamo le prime persone a non conoscersi. Siamo degli universi sconosciuti di noi stessi. Tutti i pregi e i difetti che abbiamo, possono essere sfruttati per creare qualcosa" E ha aggiunto Androgynus: "In realtà, in questo momento, hai tutto quello di cui hai bisogno. La canzone parla semplicemente del fatto che tu, per essere felice, devi solo accorgentene".
La band ha suonato tutto il secondo album che ha dei brani notevoli, di stile molto vario. La parte più caratteristica del disco, tuttavia, è l'inserimento del violino che impreziosisce i brani. Anche se, suonare il violino e cantare contemporaneamente, non è facile neanche per Gabriele. Tuttavia crea ottimi mix con gli altri strumenti, dando ai suoi pezzi un tocco personale e innovativo.
Infine, la band al completo ha proposto gli ultimi due brani. Ancora due cover: "L'era del cinghiale bianco" del maestro Franco Battiato e "Non partir" di Fred Buscaglione. "L'era del cinghiale bianco" mi ha sbloccato un ricordo: quando Battiato venne a cantare a Bagni di Lucca, il 12 luglio 1985. Era il suo momento d'oro, i suoi brani erano in testa a tutte le classifiche, ma al concerto eravamo abbastanza in pochi. Eravamo sugli spalti dello stadio a sentirlo e a cantare con lui tutti i brani, cosa che, forse, al maestro non era completamente gradita. Oggi si può dire che fu un concerto quasi surreale...
Anche per gli Androgynus il pubblico era raccolto, ma il loro impegno è stato totale. Non si sono risparmiati ed hanno dato, davvero, il massimo. Tutti li abbiamo apprezzati e ci siamo profusi in complimenti finali.
Venerdì 18 ci sarà ancora musica al Teatro Alfieri con gli "Staindubatta" che ripropongono un loro spettacolo molto riuscito, "Sempre vinti, sempre ribelli" con la partecipazione di Silvano Scaruffi come voce narrante.
"Vi invito a vivere con intensità questo preciso istante, il passato è già finito ed il futuro non esiste ancora; se riuscirete a viverlo con intensità, potrete sentire una tale forza, una tale bellezza, un tale significato, che non sarà più necessario tentare di spiegare cos'è "L'Eterno" racconta in un'intervista Androgynus. Parole che condivido in pieno.
Seguitemi nella mia rubrica "Il teatro è servito", ovviamente insieme a tutto quanto fa spettacolo!
Foto di Roberto Rocchiccioli