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Scritto da maria tina biagioni
il teatro è servito
11 Febbraio 2025

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Ieri sera sono andata finalmente al cinema "Eden" di Castelnuovo di Garfagnana a vedere il film "A Complete Unknown". Non vedevo l'ora.

Il film è basato sulla vita e sulla storia musicale di Bob Dylan, dai suoi esordi fino al 1965, e ripercorre, seppur in sottofondo, le storie e i fatti sconvolgenti che attraversarono il mondo, ma sopratutto gli Usa, in quegli anni.

Si inizia con il cosidetto "maccartismo", con i processi per tutte quelle persone a cui erano accreditate idee di sinistra e anti-americane; poi la grande tensione che sentirono tutti gli americani durante la guerra fredda con la cosidetta crisi della "baia dei Porci" che comporto paura e terrore per un possibile scoppio di testate nucleari piazzate dai russi nell'isola di Cuba.

Quindi la morte del presidente Kennedy e l'uccisione di quattro bambine nere in Alabama, ad opera del Ku Klux Klan, a cui seguiro le grandi marce sui diritti civili per il popolo afro-americano - compresa l'uccisione di Martin Luther King - che portarono, finalmente, alle nuove leggi di "Civil Rights Act", le quali sancirono, almeno dal punto di vista legale, la fine della segregazione razziale.

Tutti questi fatti arrivano a Bob dalla televisione ma, più concretamente, da quello che succedeva intorno a lui perché si ripercutevano nel panorama musicale, fatto di una serie di cantautori folk che mettevano queste vicende nella loro musica. Non fu da meno Bob. Infatti, anche se non aveva magari voglia di suonarla tutte le volte, "Blowin' In The Wind" (1962) era una delle colonne sonore delle proteste per i diritti civili e umani. E se non la cantava lui, c'era Joan Beaz che lo faceva al suo posto.

Il film inizia con Pete Seeger che canta il suo brano "We shall over came" sulle scale del tribunale, dopo il suo precesso per comunismo che mi ha fatto ricordare quando proprio lui, Pete Seeger, ormai 90enne, cantò per l'insediamento di Obama nel 2008 con Springsteen, sulle scale del Campidoglio, il classico dell'amico Woody Guthrie (ampiamente presente nel film) "This land is your Land". Un brano fondamentale, anch'esso, per le proteste degli anni '60.

Bob, durante tutto il film, è schivo, ma sicuramente non con le donne. E non sembra sopportare la fama. Il ché è sicuramente vero. Tutti, oggi, si lamentano di lui perché, nei suoi concerti, tutto fa meno che cantare questi bellissimi brani che sono patrimonio dell'umanità e che tutti vogliono ascoltare.

Infine gli attori. Timothée Chalamet, acclamato dalla generazione z, si merita grandemente la sua fama. È fantastico. Anche i brani che ha reinterpretato sono lodevoli. Pure l'attrice che interpreta Joan Beaz, Monica Barbaro, non subito, ma poco a poco mi ha convinto. La storia del suo passaggio al rock - quasi abbandonando il folk - che sancisce la fine del film è centrale, ma non così significativa per me. Decreta un cambiamento che, in fondo, era inevitabile.

Tutti i fatti citati sopra sono importanti per la storia degli Usa. Ed è bene ricordarli, sopratutto in tempi come questi.

Maria Tina Biagioni


"Mi chiamo Maria Tina Biagioni, sono un'insegnante in pensione, da sempre appassionata di teatro e di spettacolo. Mi piace molto anche la musica. Lo scorso anno ho partecipato alla Accademia teatrale organizzata dal Circo e La Luna di Michela Innocenti, dalla Regione Toscana e dal Teatro Alfieri. L'anno precedente ho partecipato al corso teatrale per adulti, sempre del Teatro Alfieri, ancora con Michela Innocenti. A questi corsi sono seguiti dei saggi, dove ho avuto piccole parti come attrice. La passione per il teatro mi è scattata vedendo varie commedie in televisione negli anni '70. Poi a Pisa, durante i miei studi universitari, sono andata spesso al Teatro Verdi e anche al Teatro del Giglio a Lucca, dove ho visto attori e spettacoli che mi sono rimasti impressi nella mente. Attori come Edoardo de Filippo, Carmelo Bene, Vittorio Gassman o Gabriele Lavia e spettacoli come "Flower" di Lindsay Kemp. Già da ragazza avevo partecipato, come attrice amatoriale, in una compagnia garfagnina. Ho tenuto alcune trasmissioni radiofoniche sulla musica rock e su Bruce Springsteen, nella scomparsa "Radio Music Lab di Piazza al Serchio, dove raccontavo e analizzavo brani, musicisti e storie pensate e assemblate da me, pescando, naturalmente, da libri e da Internet".

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