Fabrizio Simonetti, segretario generale della Cgil di Lucca, Paola Freschi, segretaria generale FP Cgil di Lucca, Rossana Tongiani, coordinatrice medici e dirigenti FP Cgil Asl Nord Ovest e Valerio Musetti, coordinatore del comparto FP Cgil Asl Nord Ovest intervengono nuovamente su quello che, a loro avviso, è uno stato di crisi diffusa del sistema sanitario locale.
"La crisi del sistema sanitario locale non è limitata al reparto di ginecologia del Versilia - esordiscono gli esponenti del mondo sindacale -. Dallo stesso ospedale, come in tutti quelli della provincia, i medici stanno fuggendo. C'è inoltre bisogno che vengano al più presto indetti i concorsi per la nomina dei primari delle strutture organizzative, da troppo tempo sostituiti dai facenti funzione".
"In Versilia - sottolineano i sindacalisti - più di 50 medici hanno lasciato il SSN per passare a strutture private o alla medicina generale. Solo pochi giorni fa due medici si sono licenziati, altri due sono andati in pensione e un altro ha richiesto il trasferimento. Come se non bastasse, all'ospedale NOA, a pochi chilometri dal Versilia, gli anestesisti vengono tagliati, invece di assumerne di nuovi".
I sindacati puntano quindi i riflettori più vicino: "Una fuga simile - aggiungono - sta avvenendo al pronto soccorso di Lucca, mentre nella Valle del Serchio la situazione si fa sempre più critica per la mancanza di personale strutturato, obbligando così chi lavora in altre zone a farsi carico dei turni senza un'adeguata valorizzazione. Anche i reparti di ginecologia e ostetricia restano in grave crisi. E senza ginecologi che garanzia diamo alle donne e alle famiglie?"
Proseguono i quattro: "Ci sono numerosi modelli organizzativi che non funzionano, gestioni autocratiche prive di un reale confronto con i lavoratori e le loro rappresentanze. Servirebbero invece direzioni aperte, capaci di dialogare e utilizzare la competenza diffusa di chi conosce l'organizzazione e di chi lavora in sanità. Senza questa vocazione al confronto e all'umiltà il rischio di fare danni è altissimo. La "fuga", tra pensionamenti e licenziamenti, di dirigenti e medici, ha portato in tutta la provincia ad una carenza di dottori, che impone ai pochi rimasti condizioni di lavoro spesso estenuanti. Proprio queste condizioni, oltre che i salari bassi ed inadeguati al carico di lavoro e responsabilità che ha un medico oggi, sono da considerare le cause di questa fuga".
"In questo Paese senza memoria - affondano i sindacati - siamo passati dalla retorica degli eroi all'incuria in un attimo. La legge di bilancio poi è un bluff in particolare per loro, con aumenti fermi al 6 per cento contro un'inflazione da recuperare al 17 per cento. I fondi destinati alle prestazioni aggiuntive per abbattere le liste d'attesa aumenteranno ancora di più le ore di lavoro, ma di assunzioni non se ne parla! Sono però anni che chiediamo lo sblocco del tetto di spesa per il personale, che è la via maestra per provare a salvare il servizio sanitario nazionale. Infatti, l'unico modo per non lasciare campo alla sanità privata è assumere personale!"
"Che il SSN sia sotto attacco - specificano - lo possiamo vedere dai continui tagli alla spesa. Ma, per provare a salvare il SS regionale, la politica deve fare fronte comune con lavoratori e associazioni sindacali nella richiesta di nuovi finanziamenti e nel trovare soluzioni organizzative che migliorino i servizi pubblici, cioè la spina dorsale del welfare da cui dipende la salute della nostra comunità".
"Dal confronto regionale per il personale del comparto della sanità toscana - concludono i sindacalisti -, abbiamo ottenuto (per tutta la Toscana) oltre 7 milioni di euro di risorse aggiuntive regionali per i fondi di contrattazione aziendale per l'anno 2024, con un incremento stabile di oltre 13 milioni di euro a partire dal 1° gennaio 2025 per garantire l'applicazione del Decreto Calabria. Nonostante questo, le condizioni di tecnici sanitari, infermieri, oss, amministrativi e ostetriche, tornato ormai numericamente al periodo pre-Covid, non migliorano. Per contrastare un nuovo Sistema Sanitario Privato, dove la salute è alla mercè del profitto, occorre che il governo investa in salute anziché scaricare sui bilanci regionali il peso della cura".