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"Garfagnana Terra Unica, quelli del palco... Grazie a tutti"
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Come e perché fare testamento solidale
Esistono donazioni da poter fare nel presente e donazioni che valgono invece per il futuro. É il caso del testamento solidale, conosciuto…
Itinerari subacquei all'Isola d'Elba: dove e quando fare immersioni indimenticabili
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Un nuovo rischio online: le bot farm
Ogni strumento, anche il più innocuo che possa essere stato creato, può rivelarsi dannoso se utilizzato in maniera impropria. E nello sconfinato mondo online questo genere di rischio è sempre all’ordine del giorno
La Juventus di Thiago Motta può tenere testa all’Inter di Simone Inzaghi?
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"Chiusa la scuola di Fabbriche di Vallico, tutta colpa di Giannini"
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera inviataci da un gruppo di residenti sulla chiusura della scuola di Fabbriche di Vallico: Arrivati all' nizio dell' anno scolastico è…
Andrea Campani va in pensione: "Un saluto alla scuola al... rovescio"
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di Andrea Campani che dal 31 agosto è andato in pensione dopo aver trascorso gli ultimi sette anni della sua carriera come assistente amministrativo addetto alla didattica presso il Comprensivo di Borgo a Mozzano
I giochi in Toscana, fra tradizione e modernità
La Toscana è una delle regioni italiane più apprezzate a livello internazionale; non è un caso che in ogni periodo dell’anno, anche nei mesi più freddi, venga presa d’assalto da…
Convegno su San Pellegrino in Alpe: digitalizzazione e accessibilità dei documenti storici
La conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico sono temi di grande rilevanza in Italia. Recentemente, si è tenuto un convegno a…
Navigare nel mercato del lavoro nella Valle del Serchio: opportunità e crescita professionale
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Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Stefano Deliperi, per il Gruppo d'Intervento Giuridico onlus, in cui si chiede di proteggere l'ambiente delle Alpi Apuane.
"L'Amministrazione comunale di Vagli di Sotto, recentemente interessata da vicende giudiziarie che destano forte scalpore, negli ultimi mesi ha dato avvio alle procedure di varianti ai Piani Attuativi dei Bacini Estrattivi (P.A.B.E.) di Colubraia, Carcaraia, Monte Macina, Monte Pallerina (deliberazioni Consiglio comunale nn. 13 del 10 febbraio 2020, 7 del 19 febbraio 2020, 19, 20, 21 e 22 del 6 aprile 2020).
Tali procedure riguardano i piani attuativi dei bacini estrattivi (P.A.B.E.) che dovranno pianificare le attività estrattive in attuazione del Piano di indirizzo territoriale (P.I.T.) con valenza di piano paesaggistico e della legge regionale Toscana n. 65/2014 sul governo del territorio.
Ma questi siti di cava sono realmente legittimamente utilizzabili?
Infatti, è bene ricordare che gran parte delle Alpi Apuane rientra – oltre che nel parco naturale regionale delle Alpi Apuane – nella zona di protezione speciale (Z.P.S.) "Prateria primarie e secondarie delle Apuane" (codice IT5120015), dove in linea di massima non possono essere aperte nuove cave o riaperte quelle dismesse.
Per le zone di protezione speciale (Z.P.S.) individuate ai sensi della direttiva n. 09/147/CE sulla tutela dell'avifauna selvatica come parte della Rete Natura 2000 sussiste il divieto di "apertura di nuove cave e ampliamento di quelle esistenti, ad eccezione di quelle previste negli strumenti di pianificazione generali e di settore vigenti alla data di emanazione del presente atto o che verranno approvati entro il periodo di transizione" di 18 mesi (art. 5, comma 1°, lett. n, del D.M. Ambiente 17 ottobre 2007, che detta criteri minimi di salvaguardia delle Z.P.S.).
In proposito si deve ricordare anche che l'Ente Parco naturale regionale delle Alpi Apuane, in seguito a precedenti istanze del Gruppo d'Intervento Giuridico onlus - GrIG (18 ottobre 2018 e 3 aprile 2019), aveva comunicato (nota prot. n. 1193 del 30 aprile 2019) quali siano le cave ricadenti nelle ipotesi di esclusione dell'applicazione del divieto di cui all'art. 5, comma 1°, lett. n, del D.M. Ambiente 17 ottobre 2007, con volumetrie estratte e autorizzate alla data del 31 marzo 2019.
La risposta è stata chiara:
"L'elenco delle cave ricadenti nell'ipotesi di esclusione dell'applicazione del divieto di cui all'art. 5, comma 1, lettera n) del D.M. Ambiente 17 ottobre 2007 è il seguente, a seguito dell'informativa ricevuta dall'ufficio competente:
CAVA PIASTRAMARINA, Comune di Minucciano, PCA n. 2 del 10.04.2017 (valida per 4 anni dalla data di rilascio): volumi complessivi autorizzati 158.140 m3, di cui 53.140 a cielo aperto e 105.000 in sotterraneo (l'estrazione in galleria ricade in buona parte all'interno della ZPS "Praterie primarie e secondarie delle Alpi Apuane").
CAVA BORRA LARGA, Comune di Stazzema, PCA n. 5 del 25.03.2014 (valida per 5 anni dalla data di rilascio, in scadenza a fine marzo 2019): volumi complessivi autorizzati 40.000 m3 in sotterraneo (di cui una minima parte ricadenti all'interno della ZPS "Praterie primarie e secondarie delle Alpi Apuane").
Si fa presente che il valore delle volumetrie effettivamente estratte non è un dato a disposizione dell'Ente Parco".
Sono, quindi, solo due le cave escluse dall'applicazione del divieto di apertura di nuova cava o riapertura di quelle dismesse all'interno della zona di protezione speciale (Z.P.S.) che interessa l'area naturale protetta.
La Cava Piastramarina (gestita dalla Cave Focolaccia s.r.l.) è stata oggetto dell'ordinanza Pres. Parco di sospensione lavori e riduzione in pristino n. 6 del 28 novembre 2018 per mancata ottemperanza alla "prescrizione relativa alla tutela e salvaguardia della cavità carsica intercettata nel piazzale a quota 1591 m s.l.m.", nonché è stata oggetto dell'ordinanza Pres. Parco di sospensione lavori e riduzione in pristino n. 6 del 5 agosto 2016 per aver effettuato "lavorazioni non consentite" e una "non corretta gestione delle acque di lavorazione con produzione di polveri" e marmettola.
La Cava Borra Larga (gestita dalla Escavazione Arabescato Bianco s.r.l.) è stata oggetto dell'ordinanza Pres. Parco n. 8 del 20 giugno 2017 di sospensione lavori e riduzione in pristino per la "realizzazione di gallerie difformi da quanto autorizzato dal Parco, per complessivi 12.930 mc, dislocate in diverse porzioni del cantiere estrattivo in sotterraneo".
I P.A.B.E. (e le relativa varianti) concernenti Colubraia, Carcaraia, Monte Macina, Monte Pallerina in corso di approvazione da parte del Comune di Vagli di Sotto interessano eventualmente anche la Z.P.S. delle Alpi Apuane?
Così come già effettuato nel dicembre 2019 riguardo le previste attività estrattive in Comune di Massa, l'associazione ecologista Gruppo d'intervento Giuridico onlus ha in proposito inoltrato (3 giugno 2020) una specifica istanza di accesso civico, informazione ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti alle amministrazioni pubbliche competenti.
L'istanza ha coinvolto i Ministeri dell'ambiente e per i beni e attività culturali, la Regione Toscana, la Soprintendenza per archeologia, belle arti e paesaggio di Lucca, il Comune di Vagli di Sotto, il parco naturale regionale delle Alpi Apuane, i Carabinieri Forestale, informando, per opportuna conoscenza, la Commissione europea e la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca.
Nel caso specifico del Comune di Vagli di Sotto, quali attività estrattive si vorrebbero attuare, vista l'ampia presenza della Z.P.S. sulle Alpi Apuane?
Lo stesso Ente Parco, con specifiche pronunce in sede di valutazione di incidenza ambientale (nn. 7-11 del 26 marzo 2019), e la stessa Autorità procedente in sede di valutazione ambientale strategica avrebbero indicato quali ricadenti nella Z.P.S. le cave Carcaraia B, Carcaraia Arabescato (Bacino Carcaraia), Colubraia Formignacola, Fiaccolata (Bacino Colubraia), Collettino Vagli Ovest, Collettino Vagli Est (Bacino Monte Macina), Borella, Fossa dei Tomei A (Bacino Monte Pellerina).
La prospettiva estrattiva generale rivela pesantissimi impatto ambientali: il censimento delle attività estrattive sulle Alpi Apuane condotto dall'Università degli Studi di Siena – Centro di Geotecnologie avrebbe portato a individuare ben 165 cave attive e 510 cave inattive potenzialmente riattivabili, mentre l'art. 113 della legge regionale Toscana n. 65/2014 subordina "l'apertura di nuove attività estrattive e la riattivazione delle cave dismesse" all'interno dei bacini estrattivi delle Alpi Apuane –quali individuati dal P.I.T. con valenza di piano paesistico –alla approvazione di un Piano attuativo "riferito all'intera estensione di ciascun bacino estrattivo".
In proposito, non si è proprio compresa la posizione dell'Ente Parco naturale regionale delle Alpi Apuane che ha chiesto – con la deliberazione Consiglio direttivo n. 2 del dell'1 marzo 2019 – di ottenere dalla Regione Toscana un'interpretazione di manica larga per l'attività estrattiva nella Z.P.S.
Il ruolo del Parco naturale è quello di proteggere l'ambiente delle Alpi Apuane, già fin troppo massacrato dalle cave di marmo, o quello di favorire l'attività estrattiva?
Né è possibile dimenticare la sostanziale operazione di sanatoria per le attività estrattive abusive promossa in tempi recenti dalla Regione Toscana con l'approvazione dell'art. 58 bis della legge regionale Toscana n. 35/2015 e s.m.i.[1], operazione avversata dal Gruppo d'Intervento Giuridico onlus perché troppo permissiva e scandalosamente oggetto di ricorsi al T.A.R. da parte di Confindustria e 27 Imprese estrattive che avrebbero voluto ancora maglie più larghe per la loro attività, ma non han trovato conforto nei Giudici amministrativi.
L'associazione ecologista Gruppo d'Intervento Giuridico onlus auspica un risolutivo intervento delle amministrazioni pubbliche competenti per l'inibizione definitiva delle attività estrattive non consentite nella Z.P.S.
Soprattutto l'Ente Parco naturale regionale delle Alpi Apuane è chiamato a dare finalmente concretezza ed efficacia alle dichiarazioni inerenti la volontà di riduzione delle aree estrattive del 30% più volte effettuate.
Le Alpi Apuane possono e devono essere salvaguardate, per la difesa dell'ambiente e della stessa identità delle collettività locali".
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Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Filippo Antonini, dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Comitato Provinciale di Lucca, in occasione del 2 Giugno (Festa della Repubblica).
"A causa dell'emergenza sanitaria mondiale che ha coinvolto tutto il Mondo, l'Anpi, immediatamente e con grande senso di responsabilità che l'ha sempre contraddistinta dal 1944 ad oggi, anche nei momenti più difficili e bui della Nostra Repubblica, ha cancellato le numerose iniziative organizzate sul territorio per festeggiare l'importante anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo. Tuttavia, nel rispetto delle forti restrizioni prescritte dalle autorità, l'Anpi ha ritenuto doveroso ricordare la Festa del 25 Aprile con una presenza fisica in ogni monumento o luogo significativo per tale data, portando un pensiero, una riflessione o semplicemente un fiore. Tale presenza fisica stava a significare, non solo il ricordo della Resistenza, ma soprattutto, in questi giorni difficili, tragici e complessi, la volontà di riscoprire una qualche forma di riscatto e di resistenza civile, riaffermando un primo passo, seppur simbolico ma tangibile, verso un ritorno alla “normalità”, negli affetti e da un punto di vista economico e sociale.
Oggi, di fronte a questa terribile emergenza sanitaria, è doveroso riscoprire e riaffermare con forza gli ideali della Resistenza, i valori della Costituzione e l'esempio di quei partigiani e partigiane che scelsero la via dei monti, non solo per coraggio ma anche per dignità e riscatto, un riscatto non solo militare ma soprattutto civile e morale, dopo vent'anni di dittatura fascista ed una terribile e disastrosa Guerra Mondiale. Tali affermazioni, non vogliono cadere in una facile retorica o in una semplificazione della realtà, ma smuovere le coscienze individuali e collettive verso una riflessione ed un'analisi ben più profonda della società in cui viviamo e soprattutto come “ci vogliamo stare” in questo Nostro Pianeta. Partendo proprio dal sostantivo di pianeta e da una visione inevitabilmente internazionale della realtà, come il Covid-19 ci ha sbattuto “brutalmente” in faccia. Di fronte ad emergenze sanitarie, come quella che stiamo vivendo, ma anche di fronte ad emergenze sociali, economiche ed ambientali, sono totalmente inadeguate ricette settoriali o regionali, se non dannose, come innalzare muri, creare blocchi navali o ridurre il tutto ad una visione repressiva od emergenziale, senza una prospettiva progettuale di medio e lungo periodo. Come d'altro canto si è rivelata inadeguata o addirittura altrettanto dannosa, la “globalizzazione” come l'abbiamo conosciuta in questi decenni, volta ad omologare e soffocare le differenze e che - purtroppo- in alcune aree geografiche del Pianeta si è mostrata con il volto dell'imperialismo.
Questa emergenza sanitaria lascerà -sicuramente- molti “strascichi” nella Nostra vita individuale e collettiva ma sicuramente non si pensi di poter tornare con “facilità” a pochi mesi indietro, sicuramente sarebbe inopportuno, come inopportuno è limitarsi ad accusare la natura come matrigna, bensì -probabilmente- siamo di fronte a cecità culturale e politica che perdura da decenni. Anche il Nostro Paese dovrà sicuramente fare una riflessione e passi avanti in tal senso, ponendo con più forza al centro del dibattito politico e culturale, i grandi temi della Costituzione e ponendosi in un'ottica di solidarietà nazionale ed internazionale, uscendo tutti insieme dall'emergenza sanitaria, economica e sociale, senza lasciare indietro nessuno, sia come individuo che come Paese. In questi mesi, sicuramente ci siamo trovati di fronte ad un'emergenza sanitaria di estrema gravità ma allo stesso tempo sono emerse con forza gravi criticità ospedaliere. In particolare quell'art. 32 della Costituzione, troppo spesso, è risultato disatteso ed inapplicato da privatizzazioni, da tagli alla sanità e riforme del sistema sanitario in senso regionalistico (Titolo V°), da riduzione dei posti letto in rianimazione, numero chiuso nelle facoltà scientifiche o da case di cura private totalmente inaffidabili e gestite da irresponsabili. Oltre a politiche liberiste e di austerità favorite dallo stesso art. 81 della Costituzione, in cui si impone agli Stati europei il pareggio di bilancio a discapito di settori strategici come la sicurezza, il sociale e l'istruzione; delegando al volontariato o rimediando grazie alla solidarietà e alla responsabilità e abnegazione di medici ed infermieri, a cui va il Nostro grande e più sentito grazie per il lavoro svolto in questi difficili mesi. Anche la scuola, fondamento in una democrazia moderna, deve necessariamente fare uno scatto in avanti e con coraggio, piuttosto che atrofizzarsi in una didattica a distanza che può avere una valenza parziale o limitata nel tempo, ma alla lunga va a penalizzare le fasce più deboli della società. Forse abbiamo un'occasione davanti a Noi di svecchiare sicuramente l'istruzione ma ben consapevoli che la scuola è presenza, formazione e socialità, strumenti fondamentali ed imprescindibili per creare cittadini consapevoli di domani.
Le restrizioni delle libertà individuali e collettive, necessarie in questi mesi, devono da subito lasciare spazio alla Costituzione; soppesare sempre in futuro e con responsabilità la legittimità del fine e la legalità dei mezzi, ponendosi con forza il tema della rappresentanza, soprattutto in previsione del prossimo referendum costituzionale; un'occasione sicuramente da non perdere ma bensì da rilanciare! Rimettere -pertanto- al centro dell'agire politico e non solo, i primi tredici articoli della Costituzione ed i grandi ideali di libertà, uguaglianza e giustizia; riappropriandoci, appena finita l'emergenza, come la Storia ci ha sempre insegnato, delle strade e delle piazze, ponendo con forza il grande tema della democrazia e della partecipazione attiva e consapevole nel Nostro Paese".