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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa richiesta di rettifica inviataci dall'avvocato Giuseppe Stracuzza, ai sensi dell’art.8 legge 8 febbraio 1948 n. 4, in risposta alla lettera apparsa sul nostro quotidiano ieri, firmata da due esponenti del movimento Valle del Serchio Alternativa, dal titolo: “Ennesimo caso di ossessione vaccinale in una farmacia della Valle del Serchio":
"Egregio direttore,
scrivo in nome, per conto e nell’interesse del dott. Michele Antonio Mollica, legale rappresentante della Farmacia Mollica, per specificare quanto segue.
In data 4 gennaio 2021, veniva pubblicato nel giornale da Lei diretto un articolo dal titolo: “Ennesimo caso di ossessione vaccinale in una farmacia della Valle del Serchio".
Nell’articolo in questione, che raccoglie quanto contenuto in una lettera trasmessa al giornale dai sig.ri Leonardo Mazzei e Francesco Bertoncini, si evidenziano a carico dei collaboratori della farmacia comportamenti poco professionali ed addirittura discriminatori che sarebbero stati perpetrati nei confronti di una cliente, la sig.ra Graziana Lanzini.
Il contenuto dell’articolo, dove è possibile rinvenire personali ricostruzioni storiche e argomenti di politica e di morale, appare chiaramente diffamatorio e strumentale rispetto ad una vicenda che nei termini narrati non si è mai verificata.
Si apprende dal testo dell’articolo che:”l'ennesimo episodio di discriminazione e moralismo un tanto al chilo avvenuto la mattina del 4 gennaio a una cittadina di Fornaci di Barga, Graziana Lanini,recatasi alla farmacia Mollica di Ponte all'Ania per effettuare il tampone, divenuto ormai necessario per avere quel diritto al lavoro su cuisi fonderebbe in teoria questa repubblica delle banane”.
Più in particolare, nel narrare l’occorso viene affermato che:”Alla richiesta della lavoratrice di poter calendarizzare i tamponi per la settimana a venire, si è sentita rispondere dalla farmacista, in maniera stizzita e scocciata, che avrebbe dovuto vaccinarsi e si augurava che presto venisse introdotto l'obbligo vaccinale per tutti, seguita a ruota dalla calorosa approvazione di altre notevoli teste pensanti presenti all'interno della farmacia”.
Orbene, si evidenzia come la ricostruzione dei fatti appare del tutto fuorviante e fantasiosa giacché non è costume dei collaboratori della farmacia esprimere giudizi sulle scelte di natura personale operate dai clienti in ordine a qualsivoglia convinzione, specie quelle di carattere sanitario, assumendo, altresì, comportamenti “stizziti e scocciati” rispetto alle esigenze degli utenti denotando, in siffatto modo, la scadente professionalità e deontologia di cui vengono tacciati nell’articolo pubblicato.
Tale notizia, è assolutamente priva di fondamento, poiché nessuna collaboratrice ebbe mai a rivolgersi nei termini narrati alla signora Lanzini ponendosi in maniera poco professionale o assumendo gli atteggiamenti controindicati riportati e manifestando, altresì, i comportamenti di “ossessione vaccinale” denunciati che, ove realmente presenti, configurerebbero una vera patologia di natura psichiatrica nel soggetto colpito.
E’ evidente come già nell’inciso iniziale, l’articolo è altamente e gravemente diffamatorio posto che, con una narrazione dei fatti non rispondenti alla realtà, si ipotizzano disturbi della personalità a carico dei dipendenti della farmacia con evidente discredito per la reputazione della Farmacia Mollica stessa e delle persone che quotidianamente vi operano.
Invero, la signora Lanzini, cliente della farmacia, chiedeva di effettuare i tamponi con cadenza prefissata in quanto vi erano file notevoli e la farmacista che la stava assistendo spiegava alla stessa che tale situazione si era creata in ragione dell’elevato aumento dei casi con conseguente aumento del carico di lavoro dovuto anche alla circostanza che, in ragione delle nuove regole, il tampone rapido negativo (come quelli richiesti dalla signora) sono considerati idonei per l’entrata e l’uscita dal regime della quarantena. Nessun commento sull’obbligo vaccinale di cui si sta discutendo nel governo centrale venne mai affrontato dalla collaboratrice con la sig.ra Lanzini né, di conseguenza, alcun invito a vaccinarsi venne rivolto alla stessa assumendo atteggiamenti di “stizza” e “fastidio” in quanto persona non vaccinata.
Se ciò si è ingenerato nella mente della sig.ra Lanzini, è certamente il frutto di un colossale equivoco o fraintendimento ma che non legittima chicchessia a screditare in maniera strumentale una professionista e la farmacia in cui ella opera con passione, abnegazione e profondo rispetto per gli utenti.
Invero, contrariamente a quanto si afferma nel succitato articolo, la farmacia, da tempo presente nel territorio, si è sempre caratterizza per la qualità del servizio offerto all’utenza sia sotto il profilo professionale e soprattutto umano mettendo in primo piano le esigenze dei clienti rispetto a quelle dell’azienda cercando in ogni modo di risolvere le necessità, lavorando durante le tutte festività natalizi
e con enormi sacrifici personali proprio per venire incontro alle richieste dell’utenza.
Tale reputazione, frutto di un’attività portata avanti in tutti questi anni da tutti i collaboratori della farmacia nel pieno rispetto della deontologia e dei valori umani, con estrema professionalità, dedizione e sacrificio personale non può essere di certo screditata attraverso la pubblicazione di notizie non veritiere, non verificate e “ospitate”, senza alcun controllo preventivo secondo i parametri di legge, nelle rubriche del giornale.
Pertanto, si chiede che ai sensi dell’art. 8 l. 8 febbraio 1948 n. 47, e successive mod. la pubblicazione della presente rettifica nel giornale da Lei diretto, con espressa riserva di agire dinanzi le competenti sedi giudiziarie a tutela di ogni diritto, ragione e azione".
Cordiali saluti
Avv. Giuseppe Stracuzza
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Riceviamo e pubblichiamo questo intervento del movimento Valle del Serchio Alternativa, a firma di Leonardo Mazzei e Francesco Bertoncini, in merito a quanto avvenuto in una farmacia di Ponte all'Ania nel comune di Barga:
"La farsa dei “vaccini” anti covid 19 appare ormai evidente a chiunque non abbia gli occhi foderati di prosciutto: in tutti i paesi europei si sono raggiunti i record assoluti di contagio da inizio pandemia; a titolo di esempio, in Italia i casi ormai superano il tetto dei 2.000 per milione di abitanti, quando il picco massimo precedente raggiunto in novembre 2020 era di circa 600 per milione di abitanti; non migliore la situazione negli altri paesi limitrofi, dalla Francia alla Spagna al Portogallo, indipendentemente dall'adozione dei vari green pass o meno.
Non ci sarebbe certo nulla di cui spaventarsi: ogni inverno l'influenza mette a letto dai 6 agli 8 milioni di italiani e la variante che attualmente va per la maggiore, la Omicron, viene definita dallo stesso Matteo Bassetti “un raffreddore rinforzato, anche per i non vaccinati”; del resto, chi di noi non conosce in questi giorni persone, in gran parte vaccinate anche con terza dose, positive e anche sintomatiche? D'altro canto, le terapie intensive secondo i dati Agenas sono al 15% in un mese di picco stagionale e non si capisce veramente dove stia l'emergenza.
Di fronte a delle evidenze così chiare, il governo, invece di ritirare immediatamente i vari super/mega/turbo green pass e ciarpame vario, si appresta a nuove ridicole quanto inutili strette sugli odiati no vax, rei evidentemente di pensare col loro cervello e di non voler sottostare alle tonnellate di balle che ci vengono propinate incessantemente da 2 anni a questa parte dai media generalisti, divenuti ormai solo il megafono di Draghi e Speranza.
Due anni di propaganda H24 hanno però fatto le loro vittime, trasformando via via dei pacifici cittadini in improvvisati moralisti dell'ultima ora, quando non veri e propri sceriffi dell'ordine ipocondriaco dominante; del resto, come ricordato da uno dei sopravvisuti ad Auschwitz, “non sono stati Hitler o Himmler a deportarmi, picchiarmi, ad uccidere i miei familiari, furono il lattaio, il vicino di casa, il calzolaio, il dottore, a cui fu data un'uniforme e credettero di essere la razza superiore”. La storia dovrebbe insegnare, ma purtroppo il condizionale è d'obbligo.
Tutto questo preambolo per segnalare l'ennesimo episodio di discriminazione e moralismo un tanto al chilo avvenuto la mattina del 4 gennaio a una cittadina di Fornaci di Barga, Graziana Lanini, recatasi alla farmacia Mollica di Ponte all'Ania per effettuare il tampone, divenuto ormai necessario per avere quel diritto al lavoro su cui si fonderebbe in teoria questa repubblica delle banane.
Alla richiesta della lavoratrice di poter calendarizzare i tamponi per la settimana a venire, si è sentita rispondere dalla farmacista, in maniera stizzita e scocciata, che avrebbe dovuto vaccinarsi e si augurava che presto venisse introdotto l'obbligo vaccinale per tutti, seguita a ruota dalla calorosa approvazione di altre notevoli teste pensanti presenti all'interno della farmacia; naturalmente di fronte a tale risposta la lavoratrice si è rifiutata di andare oltre e di qui in avanti si recherà altrove.
Viene però da domandarsi da cosa derivi questo stress e questa mancanza di professionalità; capiamo che fronteggiare orde di persone alla disperata ricerca di tamponi, in gran parte vaccinate e terrorizzate dalla propaganda sulla letalità del “raffreddore rinforzato”, sia faticoso; nondimeno la deontologia professionale, il rispetto della clientela e delle posizioni di ognuno dovrebbe prevalere; non sarebbe il caso semmai di prendersela con un governo che da due anni non sa che pesci prendere e che invece di ammettere gli errori fatti persevera sulla sua strada creando un clima da guerra civile?"