Le scelte insediative vincenti degli Etruschi
Nella selezione dei territori da occupare, gli Etruschi sono stati in assoluto i più efficaci: vicinanza ai corsi d'acqua, pianure fertili, alture inespugnabili, roccia tenera ma resistente di origine vulcanica da sfruttare per l'edilizia abitativa e funeraria. La vicinanza ai fiumi o nelle zone costiere ha determinato il successo della loro civiltà che si estendeva dall'Emilia Romagna alla Campania ed è stata la più fiorente della penisola che solo più tardi si sarebbe potuta chiamare Italia, fino al conflitto con i Romani.
La Valle del Serchio da scoprire in primavera
Un fiume che pochi sanno essere più corposo dell'Arno, più lungo e famoso ma con una portata minore, che molte volte nel corso della storia ha visto degli sviluppi legati all'attività umana che hanno influito sul suo percorso originale già in antichità. Un luogo denso di storia, immerso nella natura, ideale per fare trekking ammirando le bellezze naturali e archeologiche che si affacciano sulle sue sponde. Meta ideale in queste prime giornate soleggiate di vacanza da godersi in sicurezza con la giusta protezione da insetti, abrasioni e raggi UV.
Gli Etruschi e la frequentazione della Valle del Serchio
Secondo il classico schema della dodecapoli, l'alleanza di 12 città etrusche, la zona non fa eccezione; è quindi possibile trovare, compresa l'odierna Pisa, ben 12 siti archeologici etruschi lungo il corso del Serchio, vestigia di città legate tra loro da vincoli economici e politici. Sono emersi insediamenti a capanna già di VIII secolo a.C. di cultura Villanoviana, soluzione abitativa che troviamo ancora in località Chiarone fino al V secolo a.C., testimoniata dalla presenza di buche di palo. Come in altri centri eminenti etruschi, anche lungo il Serchio sono stati trovati oggetti di provenienza greca (ceramica attica) derivata dagli scambi a lungo raggio degli abili navigatori etruschi. Lucca e Pisa sono le maggiori città che hanno avuto contatti in diverse epoche storiche e con finalità diverse grazie all'eccellente mezzo di comunicazione e traffico che è stato il Serchio.
Ad ovest degli abitati, Etruschi e Romani, pongono sempre le loro necropoli poiché simbolicamente è il luogo nel quale anche il sole va a morire. La piana del Serchio ovviamente non fa eccezione ed oltre alle tombe variamente danneggiate da scavi clandestini, sono stati rinvenuti anche importanti luoghi di culto. Questi hanno restituito bronzi votivi in località Ponte a Moriano attualmente conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, scrigno dei maggiori tesori etruschi della Toscana.
I Romani a lavoro lungo il fiume
Tra i maggiori ingegneri dell'antichità della penisola italica, i Romani hanno apportato continue modifiche al corso del fiume modellandolo sui bisogni di approvvigionamento di risorse a supporto all'attività belligerante. La loro attività di miglioramento conobbe un arresto solo in età tardoantica, cioè con le incursioni barbariche che disgregarono l'Impero nella sua parte occidentale. Con questo blocco avvenne quello che poi sarebbe stato un enorme problema nel Medioevo e nei secoli successivi: senza la corretta manutenzione degli argini e le bonifiche, il fiume Serchio finì per esondare a più riprese nel corso del tempo.