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Scritto da andrea cosimini
Castelnuovo
28 Gennaio 2025

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Un'importante mattinata di riflessione. Sui temi della violenza, dell'odio. Del rispetto. Un prezioso momento di raccoglimento, nel ricordo di quei 16 alunni ebrei, coattamente internati - dal '43 al '45 - a Castelnuovo di Garfagnana ed accolti dalla comunità locale, che furono strappati al loro destino e deportati ad Auschwitz dove trovarono la morte ad attenderli.

Un'occasione per ricordare il passato, quindi, affinché non si ripresenti, ma anche per interrogarsi sull'oggi, sui crimini di guerra in atto, e sulla natura stessa dell'uomo: sulla possibilità che, quest'ultimo, ha di scegliere tra il bene e il male, nella vita di tutti i giorni.

Il 27 gennaio, giorno della memoria, viene vissuto dalla comunità castelnuovese non come un rituale, ma come uno stimolo. Uno stimolo a guardare dentro di sé, a scrutarsi. A mettersi in discussione. Uno stimolo al confronto, soprattutto nelle scuole, dove i ragazzi - gli uomini del futuro - hanno la possibilità di domandarsi cosa vogliano veramente dal loro domani. 

Ieri all'istituto comprensivo di Castelnuovo di Garfagnana, in via Roma, si è ripetuta, alla presenza dell'amministrazione comunale, la commemorazione delle vittime della Shoah. Una tragedia immane. 6 milioni di ebrei uccisi. E, con loro, dissidenti politici, omosessuali, zingari, disabili. Una tragedia che ha riguardato, indiscriminatamente: bimbi, adulti, donne, anziani, casalinghe, lavoratori, lavoratrici, studenti, ricchi, poveri. Tutti. Esseri considerati - badate bene, da esseri umani, loro simili - "inferiori" secondo una presunta, diabolica, inesistente superiorità di razza.  

Mosè Auerahn, Anna Feintuch, Jacob Feintuch, Manfred Feintuch, Rosa Feintuch, Efraim Frisch, Lena Frisch, Max Frisch, Anna Karpeles, Artur Karpeles, Abraham Mendelsohn, Benzion Mendelsohn, Jechiel Mendelsohn, Miriam Mendelsohn, Gerda Schnapp, Helmut Toronski. Questi i nomi e i cognomi dei 16 ragazzi che si leggono sulla targa commemorativa apposta all'istituto comprensivo del capoluogo. 16, come 16 sono le rose del mazzo che è stato deposto in loro ricordo.

Gli studenti dell'Isi Garfagnana, presenti anch'essi all'evento con i propri docenti, li hanno declamati uno ad uno. E, declamandoli, ne hanno rievocato il fantasma. Quindi hanno letto alcuni brani. Mentre gli alunni della scuola secondaria di primo grado, anche loro accompagnati dai loro insegnanti, hanno eseguito musiche e recitato poesie sulla memoria. 

La dirigente scolastica dell'istituto comprensivo, la dottoressa Giovanna Angela Puccetti, ha esordito parlando del valore di questa ricorrenza: "La giornata della memoria - ha dichiarato - ha il senso di celebrare le vittime, ma in funzione del futuro dei giovani di oggi. Un evento che deve rimanere impresso nella memoria, affinché non si ripeta più, che ci ricorda come ogni essere umano abbia dei diritti a prescindere dal colore della pelle, dal sesso, dalla religione, dalla lingua e dalla diversità che, ciascuno di noi, porta con sé. Diritti - di crescere, di vivere, di studiare, di realizzarsi - che nessuno deve impedire in nome di una superiorità presunta. Questa presunzione, purtroppo, esiste ancora oggi. Non è sparita. Abita altri luoghi, si declina in altri modi, assume altri volti. Ma c'è. Giornate come questa devono spingerci al rispetto verso l'altro. A ragionare con la propria testa, scegliendo in autonomia cosa sia giusto e cosa no".

Belle anche le parole pronunciate dalla dirigente dell'Isi Garfagnana, dottoressa Mila Berchiolli: "Il 27 gennaio ci ricorda che ognuno di noi, nel suo quotidiano, può fare la differenza. Oggi siamo circondati, purtroppo, dalle stesse immagini di dolore, di sofferenza, di violenza. Assistiamo a guerre che sono vicine a noi, che ci coinvolgono e ci fanno spronfondare nello sconforto. Questa giornata, allora, deve servire come stimolo a migliorare se stessi. A farci aprire gli occhi su valori come l'inclusione, la solidarietà, la fratellanza, la democrazia che la nostra costituzione, nata proprio in quei momenti drammatici, ci ha regalato. Attraverso ognuno di noi, questi valori possono diventare una goccia in un lago. Migliorare anche uno solo di noi, vuol dire creare una rete che può spezzare, un giorno, la catena di questo dolore".    

Alla cerimonia erano presenti, come ogni anno, gli amministratori del comune di Castelnuovo. In particolare il sindaco Andrea Tagliasacchi, accompagnati dalla vice-sindaco Chiara Bechelli e dalla capogruppo di maggioranza Rebecca Moscardini. "Un'occasione per riflettere su questa tragica pagina di storia - ha concluso il primo cittadino - affinché, a partire dal ricordo di quanto è accaduto, si possa agire sul presente ed impedire che certi avvenimenti del passato possano ripetersi; ma anche un monito ad interrogarsi su noi stessi e sul mondo che ci circonda, perché si coltivi al proprio interno una visione dell'uomo fatta di fratellanza, amore e condivisione".

Ogni giorno, davanti allo specchio, dovremmo guardarci in faccia e ricordare a noi stessi chi siamo: esseri umani. 

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