I brani più iconici di uno dei gruppi che hanno fatto la storia della musica italiana hanno risuonato, ieri sera, al Teatro Alfieri di Castelnuovo di Garfagnana con il concerto "Unplugged" di Yuri Cilloni e Massimo Vecchi, in pratica i "Nomadi".
Lo spettacolo è stato organizzato dal Lions Club Garfagnana e presentato dal suo presidente Claudio Civinini, che ha ricordato il 60° anno di attività del Lions e gli scopi benefici del club. Il ricavato stesso del concerto verrà, in parte, devoluto alle associazioni "Il Sogno" onlus e "Voa Voa Amici di Sofia" onlus.
Alla serata era presente una folta rappresentanza dell'associazione Anffas di Lucca, i cui soci hanno partecipato attivamente al concerto con balli, canti e cartelloni per richieste di brani che hanno presentato ai due membri dei Nomadi. Il gruppo li hanno ricambiati invitandoli sul palco per cantare insieme a loro l'ultimo brano del concerto, l'immortale "Io Vagabondo".
Il Teatro Alfieri era pieno e tutto il pubblico ha partecipato con entusiasmo, cantando e battendo le mani, sotto la regia dei due 'Nomadi' che hanno mantenuto alta l'attenzione, coinvolgendo gli spettatori ulteriormente nei cori. Insieme a Yuri e Massimo, sul palco c'erano Massimigliano Frignan (chitarre), Maurizio 'vitellozzo' Biondini (batteria) e Luca Zaccaria (fisarmonica e tastiere).
Chi sono i Nomadi? Sono un gruppo rock nato nei primi anni '60 tra Modena e Reggio Emilia, formato inizialmente da Beppe Carletti e Augusto Daolio, due ragazzi emiliani che hanno deciso di formare una loro band. L'esordio è avvenuto nel 1963 e il nome scelto - Nomadi - è un po' per caso ma, forse, anche per destino come raccontano nel loro sito ufficiale. Infatti, sono passati più 60 anni, ma calcano ancora le scene italiane esibendosi per quello che si può definire il loro "popolo nomade".
I membri della band sono cambiati in questi 60 anni. E l'ultimo erede di Daolio è proprio Yuri Cilloni (voce) che, insieme a Massimo Vecchi (basso, voce), costituisce lo scheletro dell'attuale formazione. Il gruppo ha cantato, fin dagli esordi, brani impegnati e di protesta: primo tra tutti "Dio è morto", che racconta gli orrori dell'olocausto, condividendo palco e canzoni con Francesco Guccini, autore di questo brano.
Il concerto all'Alfieri è stato generoso in termini di scaletta. Il pubblico, pur di esserci, ha sfidato il maltempo e le numerose frane che ostacolano la nostra viabilità. Tra i brani eseguiti: 'Uomo di Monaco', con dedica speciale ad Augusto Daolio, lo storico fondatore dei Nomadi scomparso nel 1992; non potevano poi mancare alcuni storici brani di Guccini, come 'Noi non ci saremo', 'Il vecchio e il bambino', 'Canzone per un amica' e 'Dio è morto'.
Il brano 'Il paese delle favole' ha dato occasione ai nostri Nomadi di citare il brano di Iannacci 'Vengo anch'io', per poi chiudere coralmente con 'Bella ciao'. Con 'Crescerai', sia Yuri che Massimo si sono dilungati, creando dei siparietti con la platea. E lo stesso con 'Ho difeso il mio amore'.
Il mio brano preferito è stato "Canzone per un'amica": un pezzo bellissimo e toccante, eseguito con un accompagnamento vivace e divertente,quasi in contrasto con le parole drammatiche del testo del 1968, scritto e cantato da Guccini e poi ricantato dai Nomadi; un brano che avevo nella memoria, ma che avevo dimenticato ed è stata, per me, proprio una riscoperta.
La scaletta completa è stata: "Il paese" (2007), "Gli aironi neri" (1991), "Noi non ci saremo" (brano di Francesco Guccini e Nomadi, 1973), "La mia terra" (2007), "L'uomo di Monaco" (2003), "Riverisco" (1977), "Il fiore nero" (1997), "Un pugno di sabbia" (1976), "Il vecchio e il bambino" (Guccini, 1972), "Come potete giudicare" (1992), "Tutto a posto" (1974), "Il paese delle favole" (2005), "Crescerai" (1976), "Io voglio vivere" (2003), "Ho difeso il mio amore" (1968), "Un giorno insieme" (1992), "Canzone per un'amica" (Guccini, 1968), "Dio è morto" (Guccini, 1965), "Io vagabondo" (1976).
Questo è tutto per oggi. Seguitemi nella mia rubrica "Il teatro è servito", ovviamente insieme a tutto quanto fa spettacolo.