Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Federico Gilardetti, consigliere provinciale con delega alle politiche della memoria, in merito alla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini:
"In questi giorni si è assistito alla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini in varie città italiane. Questo è avvenuto anche nel nostro territorio, in vari comuni, tra cui Massarosa, Altopascio, Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano e Castelnuovo Garfagnana.
Non possiamo, a mio parere, in questi casi parlare di 'cancel culture' poiché viene revocata una cittadinanza onoraria che fu imposta dall'alto al solo scopo propagandistico. La storia ci riporta che l'atto della cittadinanza onoraria venne imposto - su proposta di Carlo Scorza - nel 1924, al solo scopo di rafforzare l'immagine di Benito Mussolini, all'indomani del delitto Matteotti.
Oggi, a distanza di 80 anni dalla Liberazione abbiamo il dovere di guardarci indietro e fare i conti con il nostro passato. A coloro che chiedessero 'perché oggi?', rispondo 'perché non oggi?'.
Quello che intendo dire con questa domanda è semplice: oggi abbiamo sufficiente distanza temporale per poter valutare storicamente i fatti che avvennero durante il ventennio fascista. Abbiamo avuto la possibilità di effettuare studi oggettivi che ci danno gli strumenti per decidere se un tributo quale la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini sia accettabile o meno.
Sono stato eletto consigliere provinciale e mi è stata affidata la delega alle politiche della Memoria. Una delega per me importantissima, perché il lavoro che facciamo come amministratori per promuovere, soprattutto nelle generazioni più giovani, la memoria di quei fatti è importante perché nessuno debba mai più vivere un orrore del genere.
Per questa ragione, voglio ringraziare sia personalmente, sia a nome dell'amministrazione provinciale, tutti quei Comuni del territorio che hanno già deliberato di annullare la cittadinanza onoraria a Mussolini e mi piacerebbe che il numero aumentasse, anche per il fatto che si trattò di un atto formale e obbligatorio. Imposto dall'alto alla sola funzione di affrancare quello che sarebbe stato a tutti gli effetti un regime dittatoriale. Senza polemiche strumentali. Senza andare a scomodare una 'cancel culture' che non esiste in questo caso specifico, ma che è solo un voler riprendersi quella libertà di decisione che nel '24 i Comuni non ebbero".