Tania Verona, candidata con Giorgio Daniele nella lista “Rialziamo la testa Insieme” a Coreglia Antelminelli, interviene in vista delle elezioni amministrative.
"Il 20 settembre - esordisce - torneremo a votare per rinnovare l’amministrazione comunale di Coreglia, dove in questi ultimi anni noi cittadini abbiamo assistito ad una gestione della cosa pubblica alquanto discutibile. I cittadini di Coreglia sono stanchi di doversi sentire abitanti di serie B, quasi che il nostro comune fosse l’ultimo della valle".
"Molti cittadini - spiega - mi evidenziano la mancanza di progetti seri per la cultura, di servizi insufficienti, la mancanza di spazi dedicati allo svago, all’aggregazione sociale. Altri evidenziano volontà dei nostri giovani di disegnare un futuro legato a punti di aggregazione nelle varie frazioni, per esempio l’utilizzo del palazzo Nuti a Ghivizzano, per quanto riguarda il centro di aggregazione sociale, o il palazzo del Forte nel capoluogo, beni ad oggi inutilizzati e destinati all’incuria od altri, vedi il Teatro Bambi nel capoluogo, utilizzato per pochi eventi all’anno".
"Personalmente - continua - sono molto sensibile a queste tematiche e, se sarò eletta, mi impegnerò affinchè sia possibile dare una svolta in questo senso. Noi della lista "Rialziamo la testa insieme" con candidato sindaco Giorgio Daniele vogliamo fare nostre queste istanze e portarle avanti, per questo gli abbiamo dedicato molta attenzione nel programma elettorale. Nell’ambito del recupero della tradizione popolare, credo sia doveroso rivitalizzare il mercato del martedì nella zona centrale di Ghivizzano. L’attenzione alla cultura, infine, merita un cenno particolare, essendo, purtroppo, la cenerentola della dialettica sociale e politica del comune di Coreglia".
"Oggi a Coreglia - sottolinea - la cultura, mi spiace doverlo dire, rappresenta la parola che non c’è, il contorno inutile, il superfluo, il dettaglio di cui la gente può farne a meno. Per noi di ‘Rialziamo la testa Insieme’ di Giorgio Daniele non deve essere così. La cultura è una bella parola legata all’idea della terra, alla radice stessa del verbo latino colere: coltivare, curare, abitare i nostri paesi".
"Per noi - conclude - non solo fare cultura vuol dire fare politica, ma anche avere un bagaglio che attraversa i tempi, affonda le radici nella nostra storia e guarda con libertà al futuro".