Massimiliano Simoni, 53 primavere sulle spalle e, il 20 e 21 settembre, l'opportunità di diventare consigliere regionale di Fratelli d'Italia. Quando ha maturato questa decisione?
Due anni fa quando fui contattato da Giorgia Meloni che mi propose di assumere la responsabilità nazionale del dipartimento teatro e spettacolo e mi disse che mi sarei dovuto mettere in discussione alle Regionali che ci sarebbero state nel 2020.
Lei è vissuto a lungo a Marina di Pietrasanta, ma è nato a Livorno e originario di Bagni di Lucca.
Sì, mio nonno paterno era di Bagni di Lucca e, per seguire il cognato, il trasvolatore atlantico Ranieri Cupini, e la sorella, si trasferì a Livorno dove si sarebbe svolto il primo corso Aquila 1923 dell'Aeronautica Italiana presso l'Accademia Navale. Italo Balbo scelse tra i piloti destinati ai voli transatlantici proprio i partecipanti ai primi tre corsi svoltisi all'Accademia navale di Livorno.
A Marina di Pietrasanta e anche a Viareggio lei è cresciuto. E a Pietrasanta ha iniziato la sua esperienza politica.
La prima volta mi sono candidato alle amministrative del 1997 risultando eletto in consiglio comunale per Alleanza Nazionale. Dopo tre anni di opposizione, nel 2000 vincemmo le elezioni, fui di nuovo eletto in consiglio comunale e andai a ricoprire il ruolo di assessore alla cultura fino al 2005. Ricordo che all'epoca, in piazza Duomo, si parcheggiavano le macchine perché, allestendo la mostra di Botero, prendemmo la decisione, con Massimo Mallegni di renderla pedonale e basta. Da lì è partita, a mio avviso, la fortuna di Pietrasanta la piccola Atene.
A proposito di Mallegni. Una volta eravate pappa e ciccia.
Più che pappa e ciccia avevamo una collaborazione stretta di reciproca soddisfazione nel rispetto dei ruoli.
Cos'è che, poi, non ha funzionato?
Non voglio aprire una polemica che non avrebbe senso. Diciamo che non abbiamo più condiviso gli obiettivi.
E ora siete su due sponde diverse: lei in Fratelli d'Italia che è in crescita esponenziale e lui in Forza Italia che è in decrescita costante.
Pur essendo all'interno del centrodestra siamo sempre stati su fronti paralleli perché io sono stato per tanti anni il presidente provinciale di An e non ho mai condiviso con lui il partito.
Veniamo al presente. Perché un elettore sia di centrodestra, ma anche, magari, di quelli che sono ancora indecisi, dovrebbe votarla?
Perché ho l'esperienza e la maturità giuste che mi derivano sia dal mio impegno e dai ruoli che ho ricoperto in politica - dieci anni come consigliere provinciale - quindi ho una buona conoscenza amministrativa dell'ente pubblico. E, poi, da sempre vivo delle mie attività, un piccolo imprenditore che si divide tra l'arte, lo spettacolo e l'impresa immobiliare che gestisco in prima persona. Ho il doppio livello, pubblico e privato, e quello che secondo me, oggi, è fondamentale per un amministratore pubblico. Una cosa che mi sono sempre chiesto è perché, per esempio, per fare il giornalista bisogna fare une same e essere iscritti a un ordine, per fare il chirurgo ci vuole la laurea in medicina e, invece, per la politica, basta che uno si alzi la mattina, improvvisandosi e dichiarare di essere un politico o un civico senza avere nemmeno idea di quello che, poi, dovrà affrontare.
Osservazione intelligente. Lei ha lasciato un ottimo ricordo nella conduzione della Versiliana l'anno in cui, 'fuggito' Mallegni a Palazzo Madama, il comune venne commissariato e destinò zero risorse alla manifestazione. Con nulla, riuscì a lanciare nuovi volti e a portare ugualmente in porto una rassegna di successo.
Questo mi fu permesso dalle mie precedenti 13 edizioni della Versiliana che avevo alle spalle e dai rapporti forti che ho intrattenuto in tutti questi anni con tanti operatori di settore che dimostrarono, con me, che si può fare anche teatro e spettacolo in forma etica e sostenibile.
Come mai il nuovo sindaco Giovannetti non ha pensato a lei per dirigere questa edizione che, ci consenta, ci sembra sempre orientata a Roma o a Milano piuttosto che in Versilia?
Con Giovannetti c'è un ottimo rapporto, ma sicuramente la presenza ingombrante dell'assessore alla cultura Massimo Mallegni oggi dimesso, non ha reso possibile forme di collaborazione che io sarei stato ben onorato di poter dare anche a titolo gratuito per il bene della Versilia.
Lei sta dicendo, in sostanza, che Giovannetti non muove foglia senza che Mallegni non voglia. O almeno così è stato fino a poco tempo fa.
No, non ho detto questo. Dico che, certamente, gli indirizzi della Versiliana li ha dati l'assessore alla cultura che, nel 2018, fece una scelta, Alfredo Benedetti presidente, che io non condivisi e fu quello il motivo della fine del mio rapporto come direttore artistico della Versiliana.
Quest'anno la Versiliana non è il massimo.
In un momento di grande difficoltà è emerso chiaramente il problema vero: non ci sono idee e non c'è una linea di indirizzo artistico e culturale.
Sia sincero: quanto conta alla Versiliana essere amici degli amici per poterci entrare o essere invitati?
Oggi il 90 per cento.
Tanta roba.
Sì. Si è perso quello che doveva essere l'imprinting di una buona amministrazione di centrodestra che permetteva a tutti, con pluralità, di intervenire al di là dell'appartenenza e dell'amicizia dove l'unico discrimine era la qualità della proposta.
Lo scorso anno la gestione del Caffè della Versiliana fu appannaggio del Fatto Quotidiano di Marco Travaglio così come il cartellone del festival. Fu un affare vero?
Per il Fatto Quotidiano un bagno di sangue perché si trovò a fare quello che non aveva mai fatto. E per la Versiliana un delirio a firma 5 Stelle che in un anno ha distrutto l'immagine di un festival e di un Caffè che avevano fatto la storia della Versilia e non solo.
Fu sua l'idea di affidarsi al Fatto Quotidiano?
Sta scherzando? Assolutamente no. Per rincarare la dose mi dovrebbe fare un'altra domanda.
Subito, ci dica.
Chi gestisce gli spettacoli dello spazio bambini che quest'anno è in programmazione al festival e al secondo anno?
Bene, ci prendiamo la domanda e gliela rigiriamo tale e quale.
Il Pd attraverso la fondazione Toscana Spettacolo. Nella logica che bisogna educare le menti dei più piccoli sin dalla più tenera età. Le sembra questa, Grandi, la linea di un'amministrazione comunale di centrodestra?
Conoscendo Mallegni, non ci meravigliamo. Non era lui che andava a cena con Puffo Renzi e che, a quanto dicono le malelingue, si sarebbe volentieri candidato con lui?
A Pietrasanta si dice così.
Anche a Lucca. Ma, tornando al Fatto Quotidiano, chi fu a affidargli tutto il cartellone invece che, com'era avvenuto in precedenza, soltanto alcuni giorni?
Il sindaco Mallegni durante il suo terzo mandato.
Lo sa che siamo sconvolti.
Perché?
Conoscendo le menti contorte del Pd in fatto di educazione minorile, ci domandiamo come può un sindaco di cetrodestra come Giovannetti essere stato così lingua in bocca da aprire, addirittura, il portone degli spettacoli per bambini ad un partito che affronta questa questione ideologicamente.
Voglio auspicare che Giovannetti sappia cogliere i nuovi sviluppi della politica con intelligenza e lungimiranza.
Se verrà eletto cosa sente di poter promettere - ed eventualmente mantenere - ai suoi simpatizzanti?
La prima cosa che farò e ne ho già parlato con il deputato Riccardo Zucconi, aprirò una sede a Lucca che diventi interlocuzione sia per l'imprenditoria locale che oggi, a parte il senatore Marcucci a sinistra, non ha riferimenti, sia per il cittadino necessitante di risposte concrete per la risoluzione dei problemi quotidiani, amministrativi e sociali.
A Lucca, effettivamente, Fratelli d'Italia lascia un po' a desiderare se paragonato all'attivismo della sede di Viareggio e della Versilia.
Guardi, su questo non sono d'accordo. Il problema vero è che siamo un partito cresciuto in poco tempo dal 3 al 18 per cento come dicono i sondaggi. Quindi la nostra esigenza primaria, oggi, è di qualificarlo coinvolgendo le risorse umane presenti sul territorio e per far questo è necessario mettere a disposizione uno strumento che sia ponte tra Regione e Governo quindi Roma. Su questo sono convinto, se sarò eletto, di poter svolgere un lavoro di interlocuzione importante, prendendomi sin da ora l'impegno per tutta la provincia di essere ponte tra Firenze e Roma. Il territorio ha bisogno di risposte che oggi latitano.
A Lucca si voterà nel 2022. Sono due mandati che vince la Sinistra, l'ultima volta per appena 361 voti in più. Come vede la situazione?
A Lucca sono sicuro che il centrodestra, la prossima volta, vincerà. Per far questo, però, bisogna individuare il candidato migliore con un processo di confronto tra le forze politiche che deve partire già all'indomani delle Regionali. Noi di Fratelli d'Italia ci stiamo organizzando e su input del responsabile nazionale dell'organizzazione deputato Giovanni Donzelli, stiamo coinvolgendo e valorizzando figure professionali da poter spendere in questo importante appuntamento.
Lei è originario, per parte paterna, di Bagni di Lucca. In Media Valle e in Garfagnana, nonostante la presenza ingombrante di Andrea Marcucci, state crescendo.
In questi primi giri elettorali che ho fatto, ho trovato grande entusiasmo e voglia di cambiamento. Sento un vento molto favorevole al centrodestra e, soprattutto, a Giorgia Meloni e credo che quello che è già successo nel 2018 dove Marcucci arrivò, nel suo collegio, addirittura terzo, possa ripetersi con numeri ancora più rilevanti. Per me, girare per la Media Valle e la Garfagnana, è un po' come tornare alle origini e questo mi ha dato ancora più consapevolezza dell'unicità di tutto il nostro territorio che, in un fazzoletto, racchiude un'offerta turistica e culturale unica al mondo.
Ultima domanda per la Versilia. Lei ci vive e ci lavora e, in più, la conosce a menadito avendo amministrato uno dei comuni più rappresentativi. Quale la sua ricetta per un rilancio dopo l'emergenza sanitaria?
Creare un sistema turistico e culturale unico e integrato attraverso la realizzazione della fondazione Versilia che comprenda tutti e sette i comuni e che possa dare quell'indirizzo unico che, da tanti anni, si auspica, ma che non si è mai trovato.