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Scritto da andrea cosimini
Castelnuovo
15 Febbraio 2025

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No, professore, non è stato dimenticato. Chissà se potrà mai leggere queste righe, ovunque egli sia. Potrebbe prenderle come una confortante smentita a quell'amara sentenza che, lei stesso, preventivò: "Io amo la Garfagnana. Lì ho le mie radici, i miei rami, il mio fusto. La gente della Garfagnana mi ha amato e io ho amato loro. Tra non molto sarò dimenticato".

No, professor Vladimiro Zucchi, non è stato dimenticato. A 10 anni della scomparsa, il suo ricordo rimane vivido nella comunità garfagnina nella quale operò come medico, prima di tutto, quindi come amministratore pubblico, e infine come scrittore e letterato. Prima di tutto, però, ne conserva ancora la memoria di uomo. 

In una sala gremita, all'interno della Rocca Ariostesca, è andato in scena un momento di riflessione sulla sua figura che ha visto momenti di estrema emozione. Per chi, come il sottoscritto, non ha avuto la fortuna di conoscerlo, riesce male tratteggiarne i contorni così come definirne il lascito; in compenso - e questo è il senso profondo di occasioni come queste - può ricostruirne il percorso di vita partendo dall'ascolto di chi ha condiviso con lui una parte del suo cammino professionale ed umano. 

Il sindaco del comune di Castelnuovo di Garfagnana, Andrea Tagliasacchi, ha voluto sottolinearne, prima di tutto, il valore per la comunità: "La sua testimonianza di vita ha lasciato un segno profondo - ha esordito -. Il suo lascito è un patrimonio di vissuto inestimabile per tutti i cittadini". Il primo cittadino castelnuovese ha, in particolare, rievocato l'incontro che ebbe, una volta eletto dieci anni orsono, con il professor Zucchi pochi mesi prima della sua dipartita. "Fu una giornata molto bella e partecipata, con grande soddisfazione sia per noi che, credo, per lo stesso professor Zucchi".

Quindi la parola è passata al sindaco del comune di Fosciandora Moreno Lunardi che, con la voce rotta dall'emozione, ne ha tracciato un ricordo vivido, intimo e personale. "Una persona stimatissima da tutta la comunità fosciandorina - ha sottolineato - alla quale era molto affezionato. Sempre interessato alle attività del comune, mi raccontava della sua esperienza come medico nei difficilissimi anni della guerra. Non è mai mancato a tutte le nostre manifestazioni culturali". Lunardi ha, quindi, ricordato il taglio del nastro dei lavori alla rocca di Ceserana al quale partecipò anche il professore.

Ricco di aneddoti l'intervento del dottor Alessandro Bianchini, medico ed ex sindaco del comune di Castelnuovo: "La mia vita professionale è nata con quella del professor Zucchi - ha dichiarato -. Il suo primo incarico gli venne conferito nel '62, ma in realtà erano anni che lavorava per l'ospedale. Primo medico primario del nosocomio locale, ne divenne anche direttore sanitario. Una personalità stimata, competente, persuasiva. Molto conosciuto anche fuori dai nostri confini". Il dottor Bianchini ne ha sottolineato, in particolare, il ruolo decisivo nell'evoluzione dello stabilimento ospedaliero.

Il dottor Franco Chierici, oggi consigliere comunale, ha fatto un appassionato ritratto del professor Zucchi: "Con lui si respirava il fascino della medicina - ha detto al pubblico -. Vedeva la figura del medico condotto quasi come un eroe romantico. Il dottor Zucchi è stato, a mio avviso, un pioniere della medicina moderna in Valle del Serchio. Quasi come se avesse vissuto un "medioevo sanitario" e un "rinascimento sanitario". Lo spartiacque fu, probabilmente, l'inaugurazione del nuovo ospedale, l'arrivo di alcuni farmaci importanti e le nuove tecnologie".

Il ricordo più commuovente è stato, però, quello del figlio, il professor Riccardo Zucchi, oggi rettore dell'università di Pisa con grande orgoglio di tutta la comunità garfagnina: "Ricordare la persona di mio padre non è per niente facile - ha ammesso -. Mi vengono in mente immagini, momenti. Ricordava i suoi anni infantili e giovanili come un'epoca, sostanzialmente, di felicità e serenità. Parole, queste, che usava molto raramente. Aveva una passione per l'arte e la poesia. Un interesse vivo per la ricerca. Era goliardico. L'esperienza tragica della guerra, però, lo segnò profondamente". 

Da sottolineare, infine, il bel ritratto del professor Vladimiro Zucchi che Gianluigi Guidi, con abile destrezza artistica, ha saputo realizzare e che, per l'occasione, è stato esposto in sala e visibile, quindi, a tutti.

Insomma, un pezzo di storia del nostro territorio che merita riconoscenza anche da parte delle nuove generazioni perché ne riconoscano nel presente una traccia.    

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