Un bilancio sulle aree protette dopo anni in cui si sono susseguiti norme e regolamenti sulla loro gestione. A proporlo è Confagricoltura Toscana, che per il 28 febbraio alle 14:30 ha organizzato una tavola rotonda che sarà trasmessa in diretta sul canale Youtube e sul profilo Facebook dell'associazione. A confrontarsi sul tema, dopo i saluti istituzionali del presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri, saranno Katuscia Begliomini, dottore forestale e progettista di Dream Italia, che parlerà della gestione forestale e delle criticità riscontrate sul campo; Francesco Ferretti, professore associato di Ecologia comportamentale e Gestione della fauna dell'Università di Siena, che farà un'analisi scientifica sull'impatto della gestione faunistica nelle aree protette; Enzo Floridi, hydraulic engineer e project manager di Hydea Spa, che illustrerà il ruolo della gestione idraulica nella tutela ambientale; e Gaio Cesare Pacini, professore associato e docente di Agroecologia all'Università di Firenze, che discuterà dell'importanza di integrare pratiche agricole sostenibili nella gestione del territorio.
"La gestione delle aree protette si è trasformata, nel giro di qualche lustro, da un'opportunità a una criticità. Leggi, norme, regolamenti emanati non hanno infatti portato ai risultati sperati, anzi si assiste a marcate insufficienze gestionali, dovute spesso a ritardi amministrativi e scelte inefficaci", spiegano da Confagricoltura Toscana.
"Preservare non significa e non può significare rinunciare alla gestione, sia essa faunistica, idraulica o forestale. La tutela della biodiversità deve andare di pari passo con una gestione sostenibile e proattiva. Ma le aziende agricole che operano da sempre in questi territori - dicono da Confagricoltura Toscana - si trovano oggi a convivere con vincoli e prescrizioni che, in alcuni casi, mettono a rischio la loro libertà d'impresa. Lo stallo però non è previsto né in natura né dalla legge. La burocrazia e le limitazioni territoriali non fermano né la fauna né il corso delle acque".
"Da sempre – concludono da Confagricoltura Toscana - le aree protette sono considerate strumenti fondamentali per migliorare e preservare la biodiversità, oltre che per generare valore aggiunto per le imprese. Ora è davvero necessario un cambio di passo. Auspichiamo che le aziende agricole siano finalmente riconosciute come alleate nella tutela dell'ambiente, anche attraverso percorsi normativi più inclusivi e premianti".