Pink Floyd. Ovvero: Pink Anderson e Floyd Council, i due bluesmen preferiti di Syd Barrett. Ecco da dove arriva il nome del gruppo inglese più leggendario di sempre nella storia del rock progressivo.
Per chi ha vissuto i rivoluzionari anni '70, i contraddittori anni '80 e i primi decadenti anni '90, questa band rappresenta sicuramente una colonna sonora importante delle incredibili vicende dell'uomo e del mondo. Syd Barrett (poi David Gilmour), Roger Waters, Nick Mason, Richard Wright: una sorta di rosario da recitare a memoria per gli amanti della musica psichedelica e dello space rock.
"Mont'Alfonso sotto le stelle 2023" non si è fatta mancare l'occasione di rievocarne lo spirito. Nella meravigliosa - ormai, davvero, mancano gli aggettivi per descriverla - Fortezza di Mont'Alfonso, a Castelnuovo di Garfagnana, non potendo avere gli originali (il gruppo si è sciolto nel 1995), il festival si è accontentato - ma è un bell'accontentarsi - della miglior tribute band italiana riconosciuta da pubblico e critica: i Pink Floyd Legend.
In mille - più o meno - si sono fiondati a vederli nel bucolico ed ameno contesto garfagnino. Perché sì, la musica la fa da padrone quassù; ma una percentuale non quantificabile di attrazione la esercita sicuramente anche il paesaggio. Sotto un stellato cielo d'agosto da brividi, con gli Appennini da una parte e le Alpi Apuane dall'altra, circondati dalle mura di una fortificazione estense di una bellezza disarmante, qualsiasi suono lo si apprezza meglio. Anche quello del silenzio.
Lo show è stato suddiviso in tre parti. Nella prima hanno risuonato le note di Shine on you crazy diamond, Leaning to fly, Time, The great Gig in the sky... Poi lo spettacolo è salito di giri con l'ironica e dissacrante Money. Quindi la generazionale - ed amletica - Mother, prima di veder apparire - a lato del palco - l'immancabile maiale gonfiabile (feticcio del gruppo) marchiato di slogan: "La paura costruisce muri", "La religione divide", "Kafka rules". In sottofondo, ovviamente, la distopica Pigs. Brain Damage ed Eclipse hanno archiviato il 'primo tempo'.
L'intervallo - con filmati ed interviste ai membri del gruppo lasciati scorrere sul maxi-schermo - ha dato modo: alla band di riassettarsi sul palco, e al pubblico di fiondarsi al chiosco per una birra ghiacciata (provvidenziale visto il caldo). Secondo tempo, se possibile, ancora più energico con In the flesh?, The happiest days of our lives e l'intramontabile - e adrenalinica - Another brick in the wall. High Hopes, Summer '68 e Atom Heart Mother hanno chiuso il secondo tempo.
La terza - ed ultima - parte è stata riservata ai 'classicissimi': Wish you were here - forse la canzone più iconica (e struggente) della musica mondiale -, Comfortably Numb e Run like hell. Un'ovazione.
Quella dei Pink Floyd è una musica che parte dall'anima e arriva dritta al cuore di chi la ascolta. O sarebbe meglio dire: di chi la sa ascoltare...
La leggenda dei Pink Floyd rivive in Fortezza: in mille a 'Mont’Alfonso sotto le stelle'
Scritto da andrea cosimini
Castelnuovo
12 Agosto 2023
Visite: 4402
- Galleria: