Sono quelle notizie che ti lasciano di sasso. L'ultimo ricordo è il tuo sorriso nel vedermi in Rocca, in prima fila, alla giornata in memoria del professor Vladimiro Zucchi. Due settimane fa, o poco più.
Me lo avevi ricordato qualche giorno prima, in un bar di Castelnuovo quando, per caso, ci eravamo incrociati al bancone. Tu per i fatti tuoi, io per i fatti miei. Prima ancora ci eravamo ripromessi di incontrarci, da te, in negozio. Nel tuo, fumoso, negozio in via Roma. Eri un uomo di poche parole, ma socievole. O, almeno, con me lo sei sempre stato.
Quel giorno, quando si celebrava il dottor Zucchi a dieci anni dalla scomparsa, eri seduto due sedie di fianco a me. Ti chiesi chi aveva realizzato quel bellissimo ritratto del professore dietro al tavolo dei relatori, e mi rispondesti - con mia sorpresa - tu. Caspita. Avevi un talento artistico che, fino a quel momento, non conoscevo.
Il figlio del professor Zucchi, Riccardo, oggi rettore dell'università di Pisa, ricordò, nel suo intervento, che tu e il dottor Franco Chierici, oggi consigliere comunale di maggioranza, eravate compagni di scuola (il ché mi fa dedurre che tu fossi un classe '57) e che, già in prima elementare, dimostrasti i tuoi notevoli talenti artistici.
Le nostre strade, però, si erano già incrociate molto spesso prima. C'eri, ad esempio, il giorno della presentazione del nuovo corso del Corriere della Garfagnana, sempre in Rocca Ariostesca, perché partecipavi attivamente alla vita di comunità. E, tutte le volte, non mi negavi un saluto. Un saluto, e un sorriso.
Mi ricordo anche quel giorno sul palco del Teatro Alfieri, non molto tempo fa, quando, nelle vesti di moderatore, fui chiamato ad intervistarti - assieme ad altre personalità - sul rapporto economico della Garfagnana, per il 2024, redatto dalla Camera di Commercio. Tu, in quell'occasione, intervenisti in qualità di presidente dell'Associazione Produttori Filiera Garfagnina.
Amavi la Garfagnana, si vedeva. Si percepiva. Bastava entrare nel tuo negozio per accorgersene. Una volta, come cronista della Gazzetta, lo varcai quell'ingresso. Chissà se ti ricordi. Parlammo di fatti locali. Eri un attento osservatore. Con la tua Daniela, figurante della Compagnia dell'Ariosto, lavorammo anche ad un articolo sul volo della befana giù dal duomo. Che bei ricordi.
Ultimamente, sui social, avevo visto che non stavi molto bene. Che dire. È sempre triste quando una persona del tuo paese se ne va. Ancor più triste è il sapere che, almeno quaggiù, non la si potrà più vedere sorridere come mi sorridesti tu, bonariamente, l'ultima volta che ci vedemmo in Rocca.
Ti voglio ricordare così, con una frase di una bellissima canzone di Paolo Conte, il mio (il nostro?) amato Paolo Conte, che proprio tu postasti sul tuo profilo Facebook: "...sono un vecchio sparring partner e non l'ho visto mai... una calma più tigrata, più segreta di così... prendi il primo pullman, via tutto il resto è già poesia".
Che la terra ti sia lieve, Gianluigi. E un abbraccio forte a Daniela.
Ciao, Gianluigi
Scritto da andrea cosimini
Castelnuovo
04 Marzo 2025
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