Chi avrebbe mai pensato, tanti anni fa, lustri o decenni non importa, ma, comunque, sempre nel secolo scorso, il ventesimo di questo travagliato pianeta, che questa signora nata e cresciuta in terra di Labronia, nel lontano 1925, peraltro venuta alla luce il 20 aprile ossia lo stesso giorno di un'anima maledetta come quella di un tale Adolf Hitler, sarebbe giunta alla soglia dei 100 anni? Nessuno. Un secolo di vita è qualcosa di impensabile, un traguardo, ammesso che si possa considerare tale, irraggiungibile per la stragrande maggioranza degli esseri umani. Ebbene, Dory Chimenti, madre tra l'altro del direttore (ir)responsabile delle Gazzette, è giunta a compierne 99 di anni, praticamente ad un tiro di schioppo e anche meno dalla fatidica impresa.
Ne ha viste molte in questi 99 anni: dalla conquista dell'Etiopia per la realizzazione dell'impero straccione di Mussolini e rammentiamo ancora la canzone Faccetta Nera che le avevano insegnato a scuola, alla guerra tragica e allo sfollamento in quel di Casale Marittimo con tutta la famiglia; dalla risalita dei tedeschi che facevano terra bruciata o quasi, ai bombardamenti alleati su una Livorno che porta ancora i segni della bruttezza di chi non ha saputo né voluto ricostruire.
Oggi, al ristorante BiDiBa di Maurizio Vichi a Chifenti, una festa - con i tordelli della casa meravigliosa unicità, con gli antipasti top e il roast-beef tenero come se fosse burro - che raccoglie intorno a questa donna che non ha mai saputo né preso parte a manifestazioni femministe o di chissà quale rivendicazione sociale e identitaria, per la quale il buonsenso antico e l'evidenza hanno sempre avuto il sopravvento sulle ideologie delle nuove (sic!) generazioni, che ha sempre avuto una parola buona per tutti, i parenti tutti o quasi che le vogliono bene non solo per quello che è stata, ma anche, sia pure non più al 110 per cento, per quello che è.
Nessuna invidia per questo orizzonte anagrafico raggiunto o quasi, ma molta tenerezza questo si. L'uomo (e la donna) sono molto più fragili di quanto non appaia quando sono nel pieno degli anni e, allo stesso tempo, molto più forti, a volte, della quotidianità.
Mancano, ormai, meno di 12 mesi al superamento del fatidico traguardo al di là del quale non ci sarà un premio né, tantomeno, una classifica generale in cui primeggiare, ma, solamente, la consapevolezza, forse o, almeno, negli altri che la circondano e le vogliono bene, che la vita è una corsa in cui non è la velocità quella che conta, ma la capacità di resistenza.
Tanti auguri mamma Dory e cento di questi giorni anzi, anni.
P. S. La torta, inutile aggiungerlo, è sempre made in Pinelli, straordinaria, due numeri 9 affiancati e una bontà superlativa. Pinelli, del resto, non invecchia mai.
Foto Ciprian Gheorghita