È un po' difficile, per me, raccontare "Nocturnalia", visto che sono stata parte integrante dello spettacolo: interpretavo una delle "megère" che contribuiscono a far condannare le due malcapitate "streghe", prima alla tortura e poi alla morte.
La dammaturgia è di Marisa Boriolo che è sempre stata sensibile alla sorte delle streghe e si è perfettamente immedimata in un ruolo che ha sentito suo, vuoi pure per il suo lavoro da farmacista: era rimasta affascinata dal lavoro di Oscar Guidi (autore del testo storico) fin da quando lui glielo fece conoscere e leggere. Le accuse a queste donne, principalmente guaritrici o levatrici, partivano dal popolino o dai rettori delle chiese nei paesi e si aggravavano man mano che i processi andavano avanti.
Questo, più o meno, il ritmo dello spettacolo, che accelera proprio mentre le malcapitate vengono torturate per farle confessare, e poi condannare. Il coro delle anime, sempre presente, rappresenta i buoni. I neri, invece, i cattivi, gli accusatori che incalzano con "confessa strega!".
Le anime si contorgevano su se stesse, ignare e increduli di ciò che dovevano confessare, inventando fatti o il diavolo in persona che le coinvolgeva in festini satanici. Questa idea dei buoni e dei cattivi, i bianchi e i neri del secondo atto, è ben riuscita dalla nostra regista Michela Innocenti che ha gestito e organizzato la scena con l'aiuto delle luci di Niccolò Carli: ha evidenziato bene la differenza tra bene e male, con il male che - giustamente - perde, anche se, purtroppo, a quei tempi era proprio il male a vincere e le streghe venivano condannate e finivano al rogo.
Io ero tra i neri e mi sono goduta tutto il secondo atto affascinata da Pulisena (Marisa Boriolo) e Margherita (Valeria Gucciardo) che erano reali e palpabili nelle loro sofferenze e nel loro dichiararsi innocenti. Tra le anime, impeccabili, anche loro. Nei movimenti e nei canti spiccano le tre streghe inquisite e torturate, che raccontano mirabilmente la loro storia: Lucrezia Mariani da Capannori (Chiari Landi), Ursolina la Rossa da Sasso Rosso nel Frignano (Giula Tonelli) e Mariulla da Brica di Soraggio (Ameri Chari), tutte e tre supportate dalle movenze e dai balli di Aurora Santini.
Menzione speciale per Celeste Canali che ha suonato l'arpa ed ha organizzato i cori e musiche. Nel coro delle anime (e ai canti) troviamo anche Antonella Luccii, Aurora Martinelli, Paola Natalia Mori, Manuel Pellegrini, Claudia Rossi, Aurora Santini, Daria Santini - e Martina Zago che, purtroppo, si è ammalata prima dello spettacolo.
Nei neri ci sono io (Iacopa), Maria Vittoria Mariani (Pollonia), Sara Benvenuti (Bastiana), Alessandro Tortelli (marito di Pulisena) e Giuliana Valdrighi (la carceriera, oltre che truccatrice della compagnia). Che dire, infine, dei nostri personaggi illustri della repubblica di Lucca, bravissini e cattivissimi, Francesco Bargi (il podestà) e Mariano Giannini (il suo aiutante).
Prima dell'inizio eravano tutte un po' agitate perché le aspettative erano alte visto il successo al botteghino. Infatti, l'inizio è stato letteralmete "con un fil di voce". Poi è cresciuto e si è consolidato e lo spettacolo è riuscito in tutti i suoi intenti.
È stato un gran lavoro che ci ha consolidato come gruppo, ci ha unito e ci ha fatto crescere tanto da supportarci a vicenda, sia durante lo stettacolo che dietro le quinte. Ovviamente, il gran lavoro lo ha fatto la nostra regista, che ci ha aiutato e gestito nel migliore dei modi, facendoci crescere nella nostra consapevolezza e nel lavoro di attore. Poi sono un po' di parte, per forza...
Segutemi nella mia rubrica "Il teatro è servito", ovviamente insieme a tutto quanto fa spettacolo!