L'evento
Parlamento Europeo di Bruxelles: viaggio col generale Roberto Vannacci nel cuore della politica del vecchio continente
Bruxelles, capitale del Belgio e sede istituzionale dell'Unione Europea, accogliendo ogni anno, oltre a parlamentari e funzionari a vari livelli, migliaia di visitatori desiderosi come noi di esplorare il Parlamento Europeo per scoprire dinamiche spesso sconosciute e avere una migliore visione del lavoro che viene svolto al suo interno
Yamila Bertieri e Loreno Bertolacci a Bruxelles con Roberto Vannacci e non solo... Ecco (alcuni) dei tanti amici del generale
Dopo il volo Pisa-Bruxelles e una sosta in hotel e, poi, in centro, una fermata ad uno dei più famosi locali della città, l'ex birrificio The Beer Factory in piazza Lussemburgo. Oggi la visita al Parlamento Europeo
Elezioni ordinistiche per il quadriennio 2025-2028
Sabato 23, domenica 24 e lunedì 25 novembre (sempre dalle 9 alle 19) si terranno le…
Lo champagne della famiglia Signorini dalla Francia ai Caraibi nella splendida isola di Barth
Ci sono isole da sogno che per essere raggiunte necessitano non solo di molte ore di viaggio in aereo, ma anche di un cospicuo bagaglio in euro se…
Il teatro per grandi e piccoli con "Matilde di Canossa, la donna che sfidò il suo tempo" a Barga e "Amerigo, il topolino che scoprì il mondo" a Borgo a Mozzano
Il teatro per grandi e piccoli in due appuntamenti a Barga e Borgo a Mozzano, sabato 16 novembre per il del terzo festival "I Musei del Sorriso", organizzato dal…
Una donna straordinaria, uno spettacolo per tutti. Sono aperte le prenotazioni per lo spettacolo "Matilde di Canossa, la donna che sfidò il suo tempo"
Ancora posti disponibili per assistere gratuitamente all'anteprima dello spettacolo "Matilde di Canossa, la donna che sfidò il suo tempo" nel calendario di questa settimana del terzo festival "I Musei del…
Consegnati il Premio Enzo Pedreschi e il Premio speciale alla memoria di Andrea Bertucci
Nell’ambito della cerimonia di apertura di “Garfagnana Terra Unica” alla tensostruttura di Castelnuovo, sono stati consegnati due importanti premi, il Premio Enzo Pedreschi e il Premio speciale alla memoria di Andrea Bertucci, assegnati a tre persone del territorio
Lions Club Antiche Valli Lucchesi - Lions Club Valle del Serchio, convegno su lavoro, diritto e produttività
I due Lions Club organizzano per martedì 12 novembre alle ore 16,30 presso la sala assemblea di Confindustria Toscana in piazza Bernardini 41 a Lucca un importante convegno…
A Milano la consegna dei premi di ricerca promossi dalla fondazione Carlo Erba e Kedrion Biopharma
Oggi a Milano, presso la Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano (Via Francesco Sforza, 35), si è svolta la cerimonia di consegna dei Premi di ricerca 2023 promossi dalla Fondazione Carlo Erba e Kedrion Biopharma in collaborazione con INGM
Trump 2...la vendetta
Kamala Harris le aveva tutte per vincere. Multietnica che non si capisce se sia pellerossa, afro-americana o…californiana, sposata a un ebreo, povera alla nascita, colta e salita grazie allo…
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Il professor Marcello Pera, ex presidente del Senato, in questa interSvista esclusiva affronta la crisi dell'Occidente, la decapitazione di Samuel Paty a Parigi, l'incedere dell'Islam, l'"apostasia" di papa Bergoglio, gli italiani e il Covid, l'ipocrisia delle classi dirigenti progressiste e la dissoluzione della famiglia naturale:
Professore, a Parigi un 18enne islamista ceceno ha, letteralmente, tagliato la testa ad un insegnante colpevole, solo, di aver mostrato le vignette su Allah per spiegare la libertà di espressione. Non ci pare che l'episodio, a nostro avviso molto più che gravissimo e punto di non ritorno, abbia suscitato reazioni in Italia tutta impegnata a fronteggiare il Covid-19.
È assai peggio. Quel crimine non ha suscitato alcuna reazione fra gli islamici in Francia o altrove. E finché non vediamo una manifestazione di massa di islamici contro l’uso violento della loro religione, possiamo dire che l’islam non si integra in Europa o che l’islam è contrario alla civiltà europea. Una notizia pubblicata qualche giorno fa su ItaliaOggi dice che oltre il 50% degli insegnanti francesi si astengono dal trattare in classe temi che possano suscitare reazioni nelle famiglie islamiche. È un segno che stiamo alzando le mani per paura. E siccome ne abbiamo un po’ vergogna e conserviamo un po’ di pudore, ribattezziamo questa resa con belle parole: “dialogo”, “tolleranza”, “fraternità”. Questo veleno lo stiamo ingurgitando tutti i giorni, anche nelle università, che dovrebbero essere il luogo di esercizio del pensiero critico. Qualche anno fa, l’ultima volta che stavo negli Stati Uniti, i miei colleghi della Johns Hopkins a Washington mi dicevano che, all’inizio dell’anno accademico, avevano l’obbligo di avvertire gli studenti che, in certi classici, avrebbero potuto trovare concetti non graditi o, come si dice “non corretti politicamente”. Il risultato era che i passi venivano soppressi. Censurati Tucidite, Dante, Machiavelli, ecc. Bel dialogo, vero?
Samuel Paty aveva 47 anni ed era padre di un figlio. Loro tagliano le teste, noi facciamo le marce e indossiamo le magliette con su scritto Je suis... Non le pare un sintomo di decadenza dell'Occidente?
Sì, è un sintomo di resa. Meglio di chiunque lo disse Benedetto XVI qualche anno fa: “l’Occidente non ama più se stesso: della sua storia oramai vede soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro”.
Tutti bravi a sfilare dopo l'omicidio, ma nessuno che, prima, abbia manifestato in difesa del docente francese che, sui social, era stato pesantemente preso di mira. Inoltre, per tagliare radicalmente la testa con un coltello ci vuole un po' di tempo. Possibile che nessuno si sia sentito in dovere di fare qualcosa?
È possibile, perché è accaduto, ahimé. Ma la paura è tanta e prevale. Si preferisce non vedere il problema oppure blandire l’avversario, con la speranza che non tocchi anche a noi o che noi saremo risparmiati. Oppure ci si rinchiude in recinti. Le classi colte e abbienti francesi si avvalgono delle loro scuole di élite e lasciano esposti al fenomeno islamista i cittadini più poveri delle periferie. Dai loro recinti protetti i borghesi francesi predicano solidarietà e tolleranza e sopportazione a carico degli altri. Nobili sentimenti sulla pelle altrui.
E il silenzio in proposito del papa non la sorprende?
Non mi sorprende affatto. Gli ultimi due papi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, avevano ben chiaro il pericolo dell’islam e non mancarono di segnalarlo nelle dovute maniere. Bergoglio pensa diversamente. Pensa che ci sia un Dio solo uguale per tutti e, se esistono vari nomi per questo Dio indistinto e vari messaggeri, uno vale l’altro. Jahvè come Allah, Cristo come Maometto. Che Cristo abbia detto “io sono la verità e la vita” per Bergoglio è una frase imbarazzante. Così Bergoglio contribuisce a decristianizzare l’Occidente e a depotenziarlo. La sua posizione è figlia del relativismo. Legga l’ultima Enciclica “Fratelli tutti” al paragrafo 50: “possiamo cercare insieme la verità nel dialogo, nella conversazione pacata o nella discussione appassionata. È un cammino perseverante, fatto anche di silenzi e di sofferenze, capace di raccogliere con pazienza la vasta esperienza delle persone e dei popoli”. Che cosa vuol dire? Vuol dire che la verità si scopre col dialogo, che il dialogo è conversazione, che anche la conversazione può portare sofferenze, cioè violenze e martirio. In questa prospettiva che ne è più della Rivelazione, della missione di Cristo, della Verità che si è fatta carne?
Domenica all'Angelus papa Bergoglio ha invitato i fedeli a pagare le tasse. Professore, ma non dovrebbe, ogni tanto, occuparsi anche di trascendenza e salvezza dell'anima? A noi pare un ministro di questo Governo.
D’accordo sulle tasse: è un precetto dei vangeli sinottici: “a Cesare quel che è di Cesare”. Ma, stabilito il principio, quanto e come Cesare si prende da noi è còmpito della politica, non della Chiesa. Il guaio è che questo Papa parla da politico di cose politiche. Di ecologia, di ambiente, di economia, di giustizia sociale, di accoglienza, ecc. ecc. Pensa di applicare alla lettera princìpi evangelici (“beati i poveri”, “amatevi l’un l’altro”, “assistite il samaritano”, ecc.), ma di fatto assume posizioni politiche e entra prepotentemente nel dibattito politico. E questo non è còmpito della religione cristiana. Per anni ho pensato, detto e scritto che il cristianesimo è una religione della salvezza, non della liberazione dalla povertà o dalle miserie umane. Di questa liberazione si occupa la politica. E il cristiano sa che, anche al meglio di sé, la politica non risolve mai definitivamente e con piena soddisfazione i problemi politici, né, soprattutto, ci avvicina di un passo alla salvezza. Per sua natura, la politica è secolare, e il secolo è lo spazio e il tempo storico dell’uomo caduto e punito perché si è ribellato a Dio. Nel secolo, sempre ci saranno miserie e ingiustizie e sofferenze di ogni tipo, e da queste miserie e ingiustizie e sofferenze del secolo non saremo mai guariti finché si vive nel secolo. “I cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo”. Qualche giorno fa ho letto uno scritto di monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste, che mi ha ripagato delle mie insistenze. Crepaldi dice che oggi “la salvezza è stata spesso ridotta alla salute”. È una critica pesante, come dire che il cristianesimo è stato ridotto ad un prontuario sociale.
E' evidente che l'Occidente sta perdendo la sua identità: religiosa, politica, sociale e, financo, sessuale. Cosa ne pensa, lei, della teoria Lgbtq?
Assieme ad alcune decine di persone abbiamo pubblicato qualche giorno fa un appello contro la legge sull’omofobia attualmente in discussione alla Camera. Con la scusa di punire l’odio per motivi di genere, questa legge intende introdurre la teoria del genere. Che vuol dire questo: non Dio (o la Natura) li creò uomini e donne, piuttosto la cultura, storicamente, decide chi è uomo o donna. Non si riflette abbastanza che, abbattuta la distinzione naturale di genere e ridotta la famiglia a mero contratto, la società decade. Sta già accadendo. Noi facciamo violenza subdola ai bambini delle elementari (non gli si racconta neppure la storia di Gesù). Consideriamo bravi ragazzi i giovani ubbidienti alla dittatura del pensiero comune, unico, acritico, conformista. Come ho detto altre volte, la teoria del genere non è un capitolo della storia dei diritti dell’uomo ma della storia della lotta al cristianesimo. Abbattuto questo, dopo, non c’è maggiore libertà o maggiore tolleranza o fratellanza. C’è il deserto che provoca perdita di senso e riferimento. Abitare in una società siffatta è come entrare in Piazza San Michele senza più la chiesa: ci resta solo il buccellato.
Lei sa che pseudo scienziati stanno cercando di ottenere una gravidanza senza bisogno dell'utero, ossia la donna non sarebbe più indispensabile alla nascita di un figlio, bensì sarebbe sufficiente ricostruire un ambiente ideale dove riprodurre la specie. Qual è il suo pensiero in proposito e quali, a suo avviso, sarebbero le conseguenze?
La tecnologia biologica e genetica, alimentata dalle rispettive scienze di base, ci porrà in futuro sfide sempre maggiori. Alcune, come quelle da Lei citate, saranno inaudite. Magari arriveremo persino a creare la vita in laboratorio. Quel giorno l’uomo sarà indotto a pensare di essere “sicut Deus” o “faber sui”. In realtà, soffriremo come prima e senza la consolazione di prima. E così saremo avvolti in un paradosso tragico: l’uomo che si costruisce da sé è un Superuomo, ma se il Superuomo continua a soffrire sarà un’infima creatura.
Perché la Chiesa non si inalbera e si altera di fronte a queste bestemmie contronatura?
Che siano contro natura lo dice Lei. La Chiesa oggi non sembra pensarla così e perciò non può alterarsi. Tutt’al più, pensa che quelle che Lei chiama “bestemmie” siano opinioni da tollerare e tutelare.
Noi crediamo che l'attuale pontefice stia distruggendo la sacralità della Chiesa riducendola ad una sorta di istituzione laica di beneficenza e, comunque, a senso unico, ossia verso i clandestini che da ogni parte del mondo sbarcano e invadono le nostre coste. Qual è la sua opinione?
Ho anche io il timore che il cristianesimo stia subendo una torsione fatale. Centrato più sulle miserie terrene che sulla salvezza dell’anima. Si sta perdendo un insegnamento fondamentale di Paolo ai romani “Nolite conformari huic saeculo”. Se il secolo diventa il nostro unico orizzonte, Dio non serve più, e la Chiesa può ben essere trasformata in una Pia Casa.
Nella sua ultima enciclica 'Siamo tutti fratelli' Bergoglio azzera ogni differenza in nome di una fratellanza universale che, ci perdoni, solo i cattolici e i cristiani portano avanti visto che, sul fronte musulmano, essi non solo non rinunciano alle proprie tradizioni, ma nemmeno rispettano le nostre. Questo papa sta annullando l'identità di millenni di storia cristiana.
Perché vuole mettermi in cattiva luce? Già ho i miei problemi: mi avvicino alla Chiesa e i sagrestani mi guardano con diffidenza, dico di essere un laico cristiano e i laicisti mi massacrano. Gli uni e gli altri mi cacciano dai loro templi. E però penso che il Papa stia ponendo le basi per uno scisma.
In giro per il mondo migliaia di cristiani che hanno aderito alla fede cattolica vengono trucidati ogni anno senza che il Vaticano apra bocca e condanni apertamente questa strage degli innocenti. Cosa deve succedere per sentire Bergoglio inalberarsi?
Beh, questa è semplice: deve succedere che Salvini vinca le elezioni!
Professore il papa ha 'aperto' non solo alle unioni gay, ma ha parlato, addirittura di famiglia dicendo che gli omosessuali hanno diritto ad avere una famiglia il che vuol dire anche figli che, però, potranno essere solo o adottati o, come accade e accadrà, con l'utero in affitto. E dopo i gay perché non anche i transessuali? Lei ha scritto su Il Foglio: "Se la sopravvivenza dell’occidente è legata alla salute della chiesa cristiana, allora Papa Bergoglio ci manda tutti a fondo". Sarò provocatorio: allora meglio l'Islam...
No, meglio il cristianesimo. Per mille ragioni. Una dovrebbe essere cara a tutti: la nostra Scrittura dice “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura”, non dice “Andate e sottomettete ogni creatura” o “Punite gli infedeli”.
Quando Lei dice che Bergoglio è un papa gesuita e, in più, nato e cresciuto in America Latina, che cosa intende?
Intendo che papa Bergoglio è di cultura sudamericana, e che il contributo dei gesuiti alla civiltà politica sudamericana è stato inferiore a quello dei protestanti al liberalismo e alla democrazia nordamericana. Più che dittature e colpi di stato militari, io non ricordo molto altro nell’America del Sud. Questa differenza fra protestantesimo e cattolicesimo dovrebbe essere studiata e meditata. C’è un dato storico: quando il primo professava la democrazia, l’altro era ancora fermo alla teocrazia.
Lei è stato in stretto contatto con monsignor Ratzinger l'ultimo papa che ha abdicato lasciando via libera a Bergoglio. Gli ha mai chiesto perché ha abbandonato e, soprattutto, gli ha mai spiegato che il successore sta distruggendo la Chiesa?
No, lo rispetto enormemente. Gli ho solo detto più volte che ci manca. Manca anche ai suoi avversari, i quali ai suoi tempi si attrezzavano per rispondere alle sue domande e crescevano intellettualmente, ora invece, privi di stimoli intelligenti, si riducono ad essere banali. Ratzinger è stato un faro e noi gli siamo grati perché manda ancora luce.
Lei è uno strenuo difensore della Chiesa, del cristianesimo e dell'Occidente. Tutti elementi in manifesta decadenza. Cosa si può fare per salvarli?
Non lo so. Se esistesse ancora la vecchia famiglia, direi che dovremmo cominciare da lì. E se la nostra scuola non fosse diventata il dopolavoro di Cgil, Cisl, Uil, Cobas, Gilde, eccetera, da lì si potrebbe proseguire. Ma i tempi sono cambiati in peggio e io penso che il fondo dobbiamo ancora toccarlo.
Ida Magli, antropologa, era contraria agli organismi sovranazionali che cancellano le identità nazionali. Lei ci pare abbastanza europeista nonostante rivendichi una identità per la Chiesa. E per l'Europa e l'Italia cosa dice?
L’Europa ha avuto bravi architetti che l’avevano progettata in un modo, ma il lavoro è stato proseguito da mediocri geometri e muratori che l’hanno trasformata in un altro. Nessuno si dice soddisfatto dell’attuale Unione Europea, e tutti ne lamentano il “deficit democratico”. E però la storia non è reversibile. L’Unione Europea può solo essere corretta. L’euroscetticismo è come il pessimismo morale: un dovere che ci consente di migliorare.
L'Islam è una minaccia concreta non solo per l'Occidente, ma per le nostre abitudini di vita. Come saremo, professore, fra 50 anni?
Ovviamente, non ne ho idea. Mi piacerebbe pensare che avremo vinto la guerra di civiltà. Ma forse, fra i due litiganti, sarà il terzo a godere. Suggerisca ai Suoi nipotini di studiare il cinese.
Coronavirus: lei cosa ne pensa e come vive questa emergenza?
Mi pesa sull’umore, che tende al nero. Per il resto, cambia poco. Sto in casa e cerco di fare qualche lavoro. Alcuni mesi fa ho fatto uscire un mio libro sul cristianesimo di Kant che mi è costato dieci anni di fatiche. Leggo poco i giornali e rifuggo dai dibattiti televisivi più che posso. Troppo faziosi e qualcuno anche becero.
Da giurista, secondo lei, è giusto sospendere le libertà costituzionali a colpi di provvedimenti governativi e in nome di una presunta pandemia che i dati, a quanto pare, sembrano smentire?
Non è giusto. Ma stia attento ai sentimenti del popolo italiano: fra la presunta sicurezza nelle mani protettive dello Stato e i rischi della libertà individuale, molti preferiscono la prima. Il biberon ci piace ancora tanto. Temo avesse ragione, anche se avrebbe fatto bene a non dirlo, Boris Johnson quando ai Comuni ha dichiarato che gli Inglesi a differenza degli Italiani amano la libertà più della sicurezza. Oltre a ciò, a noi italiani piace anche protestare. Se ciascuno diventasse più libero e più responsabile del proprio destino, con chi potrebbe prendersela?
Lei è sempre stato un conservatore. Non crede che se si vuole andare avanti bisogna avere il coraggio di tornare indietro?
Questa è precisamente la definizione del conservatore! In dottrina, il conservatore è colui che si affida alla tradizione cui appartiene, la quale gli fornisce una identità e un’agenda, e risolve i problemi che di volta in volta gli si presentano nei termini di quella tradizione. Il conservatore può anche essere un riformista radicale, ma non un rivoluzionario, perché questo vorrebbe dire disfarsi di ogni tradizione. Il conservatore è realista, il rivoluzionario è utopista. Per il conservatore, si può andare avanti solo se non si dimentica o distrugge ciò che sta dietro. Ha ragione Lei.
Ultima domanda: la Sinistra, in Italia, si aggrappa all'antifascismo nonostante il fascismo non esista più. Eppure pagherebbe chissà cosa per vederne qualche traccia così da poter giustificare la propria inettitudine e strumentalizzazione politica. Concorda?
Lasci perdere il fascismo. Non c’è più e abbiamo la prova che non è rinato: se davvero lo fosse, i nostri intellettuali già sarebbero fascisti. Come l’altra volta, esattamente un secolo fa. È per questo che avevo organizzato un bel programma di studio e memoria nel centenario del quadriennio 1919-1922. Ma con questo Governo non era aria e ho preferito dimettermi dalla presidenza del Comitato degli anniversari.
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Squilli di rivolta. Ricordate il film Tutti a casa di Luigi Comencini con Alberto Sordi nei panni dell'ufficiale che, alla fine e dopo essere fuggito all'indomani dell'8 settembre 1943, giunto a Napoli, si ribella all'inedia e durante la sollevazione della città contro i nazisti si mette a una mitragliatrice e combatte accanto agli scugnizzi? E l'altra pellicola, girata da Nanni Loy, Le quattro giornate di Napoli sulla rivolta popolare che, dal 27 al 30 settembre 1943, cacciò i tedeschi dalla città prima dell'arrivo degli Alleati?
Ancora una volta è da Napoli che parte il grido di ribellione a quello che, a tutti gli effetti, viene percepito come un sopruso da una popolazione che, già piegata da mesi di lockdown e da una sorta di miseria atavica, non ci sta a farsi mettere dietro le sbarre. Quello che è successo ieri sera nel capoluogo partenopeo dovrebbe rappresentare, per Giuseppe Conte e il suo Governo di pretoriani, un campanello d'allarme destinato, si spera, a far ragionare le teste pensanti (?) che dirigono, si fa per dire, questo devastato Paese.
Noi non sappiamo ancora se i mass media del Sistema Unico Dominante divulgheranno la notizia con tanto di immagini, visto che appare evidente la 'pericolosità' del contenuto che potrebbe rappresentare - e rappresenta - un esempio per tutta l'Italia e non solo visto comunque che, all'estero, a Berlino, a Londra e altrove, la gente in piazza è scesa, ma i telegiornali si sono ben guardati dal raccontarlo. Nel frattempo, però, la pubblichiamo noi dopo averla catturata sui social, questo straordinario e, a volte, devastante mezzo di comunicazione che ha reso pressoché impossibile il controllo generalizzato sulle fonti della verità oggettiva.
In Campania le misure restrittive imposte dal governatore del partito democratico De Luca hanno messo in ginocchio le classi lavoratrici a cominciare dalle partite Iva che non hanno altra alternativa, di fronte ad un nuovo lockdown, che protestare o perire. Ha ragione Diego Fusaro e noi lo dicevamo e scrivevamo già due anni fa: vogliono la guerra civile per poter, poi, intervenire e reprimere ogni conato di protesta. Costringere le persone che vivono lavorando e non hanno lo stipendio garantito come gli statali e non solo, a restare in casa o a chiudere le proprie attività anzitempo, senza dare loro il necessario per sopravvivere, equivale a ucciderli. E pazienza se l'ordine dei giornalisti ci metterà ancora sotto processo, ma è la pura e semplice verità.
C'è una sola libertà insopprimibile anche di fronte alla peggiore delle pestilenze - e questa, ripetiamo, non lo è, anzi - ed è quella di procurarsi il necessario per provvedere a sé e alla propria famiglia. Chi impedisce questo, non può che aspettarsi una rivolta armata.
Ma attenzione, la vera novità di ieri sera è un'altra: gli agenti antisommossa schierati per reprimere i protestanti, alla fine si sono sciolti e si sono, a quanto pare, rifiutati di caricare padri e madri di famiglia, commercianti e ristoratori, gestori di bar e locali pubblici. Questo è un segnale importante. C'è un malessere evidente che serpeggia non solo tra la polizia, ma anche tra i carabinieri e ne siamo personalmente testimoni noi che riceviamo telefonate di sottufficiali e ufficiali che non vogliono fare i guardiani del Potere, ma che stanno con e per la gente comune, a cui bisogna dare ascolto perché la popolazione sta con chi difende la sua sicurezza ed è assurdo e vergognoso da parte di chi lo pensa e lo fa, cercare di mettere i tutori dell'ordine contro chi chiede solo di lavorare e procacciarsi di che vivere e ha, lo sosteniamo da sempre, ragione.
Arriva un momento, nella vita di ognuno di noi, in cui stare a guardare non è più possibile. Bisogna fare delle scelte e essere disposti a dire ciò in cui si crede. Ciò che si pensa. Ciò che si desidera, pur rispettando la legge, far conoscere agli altri. Questa è la libertà di espressione. E troppi giornalisti non lo possono fare perché dipendenti di editori e direttori responsabili che preferiscono evitare grane.
Non si può impedire alla gente di lavorare se non si garantisce il denaro necessario per condurre una vita dignitosa. Se lo si fa, si va incontro alla catastrofe. Ed è quello che sta accadendo. Facile dire agli altri di chiudersi in casa quando, a fine mese, si ha lo stipendio regolarmente accreditato sul proprio conto corrente.