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Scritto da Redazione
L'evento
24 Novembre 2021

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Mai come in queste ore ci siamo sentiti così ebrei. Orgogliosi, tuttavia, di esserlo. Non essendo vaccinati ed avendo, nonostante una gravissima e invalidante malattia, ricevuto dalla commissione ad hoc nominata dalla azienda sanitaria il rifiuto all'esenzione, saremo costretti ad andare avanti a suon di tamponi o, in alternativa, a restarcene a casa. Vero, potremmo somministrarci la dose di vaccino e tornare, si fa per dire, a vivere, ma a questo punto è una questione di principio, una scelta che vuole essere un rifiuto e una sfida nei confronti di un mondo che non ci piace, non ci appartiene e che, soprattutto, non vorremmo lasciare in eredità ai nostri figli qualora li avessimo. Soltanto l'idea che per poter usufruire di una vacanza, di una sciata, di una nuotata, di un'ora di sport, di una cena, di un cinema, di un teatro, di una mostra, debba servire un passaporto digitale, qualunque ne sia la causa, rimanda a pensieri inquietanti su quello che sarà il futuro per la razza (dis)umana. Sbaglieremo? Può darsi, ma rivendichiamo il diritto a scegliere, nel caso, di che morte morire.

Dicevamo degli ebrei. Possiamo immaginare come si sentissero gli ebrei negli anni della massima persecuzione razziale anche se, a onor del vero, va ammesso che, a differenza del fascismo e del nazismo, nel nostro caso una via d'uscita c'è ed è quella di farsi somministrare una dose di chissà che cosa. All'epoca, per gli ebrei, questa chance non era contemplata.

Fatta questa necessaria premessa e anche comprendendo il problema delle terapie intensive e dei reparti intasati e della impossibilità, per lo Stato e gli altri enti locali, di far fronte a una emergenza sanitaria che tanto emergenza effettiva, a nostro avviso e sotto il profilo della salute, non è, è il caso di far notare che sono due anni, ormai, che ci dicono - anzi, ora non lo dicono quasi più - che andrà tutto bene. Anche gli stolti e i minorati psichici, crediamo, hanno compreso, in particolare le partite Iva che stolte e minorate non sono, che tutto bene non solo non è andato fino ad oggi, ma anche in un futuro più o meno prossimo e anche remoto sarà probabilmente così.

Il vaccino doveva rappresentare la panacea di tutti i mali, mentre, in realtà, si è rivelato un buon rallentatore, ma se il 60 per cento dei nuovi contagiati sono persone prive di vaccino, vuol dire che il restante 40 per cento è già stato vaccinato. Per noi questo significa il totale o quasi fallimento di una campagna  che non ha avuto senso per la violenza e la illiberalità con cui è stata portata avanti. Per avere questi numeri, sarebbe bastato lasciare libera scelta agli italiani.

Invece ogni potere che non riesca a fronteggiare un nemico, deve trovare sempre un colpevole che serva a giustificare l'incapacità. Adesso tocca a noi non vaccinati, a quel misero - in realtà consistente - 20 per cento che non ci sta a farsi inculare, scusate il refuso, inoculare una sostanza di cui non conosce provenienza né composizione. Quindi, gente, prepariamoci: ora sarà il Super Green Pass, poi sarà la volta dei campi di contenimento-concentramento come già qualcuno si augura o anche il prelievo forzoso dalle proprie abitazioni per essere sottoposti a questa sorta di imprimatur. Per non parlare della fascia di età al di sotto dei 12 anni. Mettetevi in testa che è solo questione di settimane, poi toccherà anche a loro, ai bambini che, dal Covid, non hanno alcunché da temere. 

Attenzione, noi non siamo tra coloro che sostengono l'inutilità dei vaccini, né tra quelli che vedono, in tutto ciò, chissà quale complotto, all'insegna della solita, stucchevole, inconcepibile dietrologia. Anzi. Riteniamo che si tratti di un virus che è fuoriuscito da qualche parte e che è scappato al controllo di chi avrebbe dovuto pensarci. Ai pipistrelli, così come agli asini che volano, non ci abbiamo mai creduto, ma ciò non esclude che si faccia il possibile per farlo credere e che ci siano milioni di persone che alzano la testa per vederli (gli asini e anche i pipistrelli).

Semplicemente riteniamo di poter, dover e voler affrontare questa presunta pandemia - che, fortunatamente, non è la peste ché, altrimenti, di vaccini, ne avremmo già fatti, magari senza risultato, anche dieci - a modo nostro. Da due anni stiamo, facciamo gli scongiuri, bene - angioedema a parte - ci sciroppiamo bagni in acqua gelata durante l'inverno, cerchiamo di evitare eccessi, ma non abbiamo mai rinunciato agli abbracci, alle strette di mano, ai baci, alle emozioni. E non ci rinunceremo. 

Osserviamo gente che sembra impazzita, che si sanifica le mani venti volte al giorno e anche di più, che indossa la mascherina al chiuso e all'aperto, perfino in auto, nonostante in pieno lockdown il comitato tecnico scientifico avesse detto, inavvertitamente e incautamente, che servivano solo a chi sta a stretto contatto con la malattia. E, così facendo, non si rendono conto che l'unica cosa che dovrebbero sanificarsi, è la paura di affrontare la vita.

Ripetiamo, il Covid non è uno scherzo e di Covid, soprattutto se si viaggia intorno agli 80 anni e si è cagionevoli di salute, si può anche morire. Ma non è un motivo sufficiente per costringere la gente a non vivere, a dover avere un Green Pass - che cosa abbia di verde e di sostenibile non lo comprendiamo - per lavorare e dare di che vivere ai propria cari. Perché questa, credetemi, è la peggiore delle vergogne di cui questa classe dirigente-digerente dovrebbe rispondere a una corte suprema che Norimberga, al confronto, appare un circolo ricreativo. Impedire alle persone di lavorare per vivere non esiste da nessuna parte e per alcun motivo. E invece così è. Così come il tampone che da 48 ore adesso viene ridotto a 24. Il che significa che l'efficacia non c'entra nulla, ma è solo una bastardata fatta apposta per costringere la gente a fare quel che non vuole fare.

Leggete le statistiche ufficiali del ministero della Sanità e non fatevi intorpidire le menti dai portavoce a senso unico che parlano e scrivono sotto dettatura. 300 contagi ogni centomila abitanti sono una inezia soltanto a pensarci. Avete idea cosa quanti sono 100 mila abitanti? Una città e quante sono 300 persone? Un nulla. Già, ma se ne devi ficcare trenta in ospedali che non ci sono e in reparti che non esistono, come fai? 

Allora gradiremmo un po' più di onestà, di verità, si intelligenza, di buonsenso da parte di chi dovrebbe governare le nostre vite e di cui non ci fidiamo assolutamente per motivi di carattere storico, sociale, politico e, innanzitutto, di pelle: la nostra classe politica ha fatto, da sempre, schifo e dietro anche le altre, di classi professionali. Ammettete che il problema non sta nella gravità della malattia e del contagio, ma nella impossibilità di affrontare, strutturalmente, il numero, grande o piccolo che sia, dei malati. Sarebbe più onesto e aiuterebbe anche qualcuno a cambiare idea. Per solidarietà. 

E allora, al di là di tutti i nobili motivi per cui dovremmo vaccinarci, noi non ci vaccineremo. Né ora, né mai. Rispettiamo chiunque voglia farlo e ne ha il pieno diritto, ma non accettiamo obblighi o imposizioni che, in realtà - basterebbe ascoltare i politicanti da strapazzo e il Cts - sono misure omicide della libertà. Oggi di non vaccinarsi, domani, chissà. 

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