Ci sono incontri che non finiscono nei titoli a grandi lettere, ma che segnano comunque un passo importante. Al consolato generale della Repubblica Popolare Cinese a Firenze, la console Yin Qi ha ricevuto il sindaco Michele Giannini di Fabbriche di Vergemoli, comune della Garfagnana che da anni porta avanti una politica turistica sovranazionale per riportare vita, dignità e futuro in uno dei territori più belli e suggestivi della cosiddetta "Toscana diffusa".
Al centro del colloquio, una visione condivisa: quella di un turismo che non si accontenta di fotografare monumenti e paesaggi naturali, ma cerca storie, silenzi, radici. Un turismo che sa fermarsi. Il TG1, pochi giorni fa, ha raccontato come sempre più turisti cinesi scelgano i piccoli borghi italiani, attratti dalla loro autenticità.
Ma forse la notizia vera è che anche in Cina sta accadendo qualcosa di simile. Il governo, da tempo, investe sulla valorizzazione delle aree rurali, per ridare vita a territori lontani dalle metropoli, ricchi di tradizioni e memorie. È lì che si sta giocando una partita decisiva per il futuro delle comunità, tanto a Oriente quanto a Occidente.
L’incontro tra la console e il sindaco ha aperto le porte a una possibile collaborazione tra le due realtà: pacchetti turistici pensati per le comunità cinese, giornate nei parchi della Garfagnana, scambi culturali, investimenti ed iniziative comuni già da giugno 2025.
“Ringrazio innanzitutto la Console Yin Qi per il tempo concessoci e per le parole dette. È un’opportunità per il nostro territorio – ha detto il Sindaco Giannini– anche per costruire un modello replicabile che unisca borghi italiani e comunità cinesi. La Cina sembra così lontana ma in realtà la globalizzazione ha ridotto le distanze che saranno sempre più inferiori, e noi amministriamo pensando proprio al futuro cercando di rendere internazionale anche la cosi detta Toscana Minore.
Basti pensare che già ora stiamo realizzando progetti, insieme ad alcune Università italiane, le quali toccaheranno anche i territori Cinesi, Giapponesi e Cileni; le “nostre” guide canyoning insegnano già in Cina e in Tahilandia, la Grotta del Vento si può visitare in oltre 10 lingue straniere tra cui l’israeliano ed il cinese e sul nostro territorio abbiamo già una florida comunità brasiliana. Come sempre non aspettiamo che le cose avvengano ma cerchiamo di comprenderle per realizzarle a favore della nostra terra, e gli investienti milionari che abbiamo attratto anche da fuori oceano ci dicono che siamo sulla strada giusta. Anche perchè a volte bastano una stretta di mano, un sorriso e la voglia di guardare un po’ più in là per realizzare grandi cose. In fondo, tra le montagne della Garfagnana e le campagne dello Yunnan, ci sono più somiglianze di quanto si pensi. Basta saperle raccontare.”