Artista e figlio d'arte. Nel caso di Paolo Jannacci le due cose coincidono.
Quel cognome, Jannacci, la storia della musica italiana lo conosce bene. Lo abbina, innanzitutto, ad Enzo, che di Paolo è stato il padre. Un gigante, un genio. Un eclettico. Ma, da qualche anno a questa parte, lo collega anche ad un altro nome che si è fatto strada - una sua, personale, strada - nel mondo delle sette note.
Quindi sì, artista e figlio d'arte. Paolo Jannacci è, orgogliosamente, l'uno e l'altro. Nel 2020 ha partecipato, per la prima volta, al festival della canzone italiana, a Sanremo, piazzandosi 16° assoluto con il brano "Voglio parlarti adesso". Il physique du rôle, quello del padre; la poesia, pure. Il volto scolpito, le labbra fini, femminee. Ma c'è di più, o meglio, c'è dell'altro.
Paolo Jannacci ha una poetica tutta sua. Una sua delicatezza. E non è un caso che il festival della canzone d'autore, il Premio Tenco, abbia voluto riconoscere il suo disco "Canterò" come miglior opera prima nello stesso anno della sua partecipazione all'Ariston. Jannacci (Paolo) si è conquistato, meritatamente, il suo posto in prima fila.
Dal padre ha ereditato, oltre alla fisionomia, anche l'eclettismo. Jazzista nell'animo, suona pianoforte, fisarmonica e basso. Canta. O, meglio, interpreta le canzoni che scrive. Mischia abilmente il sacro (Ornella Vanoni) con il profano (J-Ax) e nessuno può dirgli niente perché il risultato, sia nell'uno come nell'altro caso, è sempre eccellente.
Un solo grado di separazione divide il sottoscritto da Paolo Jannacci. Quel grado è il regista Giorgio Verdelli, che all'80^ mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, nel 2023, presentò il bellissimo - e fortunatissimo - docufilm sul padre "Enzo Jannacci - Vengo anch'io" portato, poi, anche nelle sale. Lo stesso Giorgio Verdelli che, nel 2020, realizzò il film/documentario su Paolo Conte ("Paolo Conte - Via con me") il quale - il maestro Conte - era molto legato ad Enzo, il padre di Paolo, e ne ha riconosciuto pubblicamente la grandezza umana e artistica.
Sabato 18 gennaio, alle 21.15, Paolo Jannacci si esibirà, voce e piano, con la sua band (composta da Marco Ricci, al basso, Stefano Bagnoli, alla batteria, e Daniele Moretto, alla tromba) al Teatro Alfieri di Castelnuovo di Garfagnana. Una produzione "Bubba Music". "In concerto con Enzo" è il titolo dello spettacolo, il che fa presumere anche un omaggio al padre.
Alla pro loco del capoluogo, dal lunedì al sabato (dalle 9.30 alle 12.30), è possibile acquistare i biglietti in prevendita o, altrimenti, prendere accordi per prenotare il biglietto fuori dall'orario stabilito telefonando al numero 0583/641007.
Insomma, un'occasione da non farsi scappare.
Vengo anch'io? Sì, tu sì.
Quel cognome, Jannacci, la storia della musica italiana lo conosce bene. Lo abbina, innanzitutto, ad Enzo, che di Paolo è stato il padre. Un gigante, un genio. Un eclettico. Ma, da qualche anno a questa parte, lo collega anche ad un altro nome che si è fatto strada - una sua, personale, strada - nel mondo delle sette note.
Quindi sì, artista e figlio d'arte. Paolo Jannacci è, orgogliosamente, l'uno e l'altro. Nel 2020 ha partecipato, per la prima volta, al festival della canzone italiana, a Sanremo, piazzandosi 16° assoluto con il brano "Voglio parlarti adesso". Il physique du rôle, quello del padre; la poesia, pure. Il volto scolpito, le labbra fini, femminee. Ma c'è di più, o meglio, c'è dell'altro.
Paolo Jannacci ha una poetica tutta sua. Una sua delicatezza. E non è un caso che il festival della canzone d'autore, il Premio Tenco, abbia voluto riconoscere il suo disco "Canterò" come miglior opera prima nello stesso anno della sua partecipazione all'Ariston. Jannacci (Paolo) si è conquistato, meritatamente, il suo posto in prima fila.
Dal padre ha ereditato, oltre alla fisionomia, anche l'eclettismo. Jazzista nell'animo, suona pianoforte, fisarmonica e basso. Canta. O, meglio, interpreta le canzoni che scrive. Mischia abilmente il sacro (Ornella Vanoni) con il profano (J-Ax) e nessuno può dirgli niente perché il risultato, sia nell'uno come nell'altro caso, è sempre eccellente.
Un solo grado di separazione divide il sottoscritto da Paolo Jannacci. Quel grado è il regista Giorgio Verdelli, che all'80^ mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, nel 2023, presentò il bellissimo - e fortunatissimo - docufilm sul padre "Enzo Jannacci - Vengo anch'io" portato, poi, anche nelle sale. Lo stesso Giorgio Verdelli che, nel 2020, realizzò il film/documentario su Paolo Conte ("Paolo Conte - Via con me") il quale - il maestro Conte - era molto legato ad Enzo, il padre di Paolo, e ne ha riconosciuto pubblicamente la grandezza umana e artistica.
Sabato 18 gennaio, alle 21.15, Paolo Jannacci si esibirà, voce e piano, con la sua band (composta da Marco Ricci, al basso, Stefano Bagnoli, alla batteria, e Daniele Moretto, alla tromba) al Teatro Alfieri di Castelnuovo di Garfagnana. Una produzione "Bubba Music". "In concerto con Enzo" è il titolo dello spettacolo, il che fa presumere anche un omaggio al padre.
Alla pro loco del capoluogo, dal lunedì al sabato (dalle 9.30 alle 12.30), è possibile acquistare i biglietti in prevendita o, altrimenti, prendere accordi per prenotare il biglietto fuori dall'orario stabilito telefonando al numero 0583/641007.
Insomma, un'occasione da non farsi scappare.
Vengo anch'io? Sì, tu sì.