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Scritto da Redazione
Borgo a Mozzano
26 Aprile 2025

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“Il mio nonno materno ha rischiato di morire in un lager nazista e solo la sua testimonianza mi è bastata per capire quella che qualcuno più saggio di me ha definito come la banalità del male. Trovo assurdo, però, che tanti comuni, quasi improvvisamente, dopo 80 anni, si sveglino come dal torpore e vogliano revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini” esordisce Riccardo Cavirani, segretario provinciale della Lega Lucca.

“Prima di tutto viene da chiedersi perché non lo si sia fatto prima e perché solo oggi, in un tempo in cui l’abuso del politicamente corretto nasconde fin troppo spesso solo la voglia di qualche esponente politico di mettersi in mostra, facendo un uso strumentale della storia. Essere schiavi della cancel culture significa aver paura del passato, ed è un errore voler riscrivere la storia di ottanta o novanta anni fa con la consapevolezza che abbiamo oggi. Chi imbracciò i fucili e si unì alla resistenza partigiana lo fece anche e soprattutto mettendo a rischio la propria vita: di certo non prese carta e penna per lamentarsi e combattere le atrocità di una dittatura”.

“È troppo facile e troppo comodo emendare gli errori di un passato politico tragico del nostro paese con una semplice delibera di un consiglio comunale. Me lo chiedo anche alla luce della decisione del sindaco di Borgo a Mozzano e segretario provinciale del Pd Patrizio Andreuccetti, di prendere solo oggi questa decisione: è stato sindaco per oltre dieci anni, perché allora non ci ha pensato prima? La memoria dovrebbe essere un patrimonio comune. Un patrimonio che ci fa ereditare gesti nobili, gesti vili, buone e cattive azioni. È solo ricordando contemporaneamente chi lottò dalla parte sbagliata e chi invece lottò dalla parte giusta della storia che le istituzioni in primis potranno essere parte attiva di un processo di costruzione di un patrimonio comune di quella che fu non solo una guerra di liberazione dall’aguzzino nazifascista ma anche una fratricida guerra civile. Gli errori non si cancellano: si studiano, si analizzano e solo riflettendo su di essi si può arrivare, forse, a comprenderli. Solo così si può insegnare e trasmettere la voglia di libertà e di democrazia di cui oggi tutti godiamo serenamente”.

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