Il primo cittadino di Borgo a Mozzano, Patrizio Andreuccetti, propone al premier Giuseppe Conte e ad Anci sei punti su cui lavorare.
"Bene che Conte abbia riconosciuto il ruolo dei comuni in prima linea per la lotta al Covid - esordisce il primo cittadino -. Bene anche lo stanziamento della somma di 400 milioni per far fronte ai generi di prima necessità. Utile anche l'anticipo di in un mese di parte del fondo di solidarietà, ma è giusto dire che tale somma era già prevista nei bilanci dei comuni al momento dell'approvazione (da noi a fine 2019), e che quindi l'anticipo servirà a dare respiro alle casse comunali ma non a investire nuovi soldi per far fronte all'emergenza".
"In totale spirito costruttivo - spiega Andreuccetti -, con la preziosa collaborazione dei miei uffici, propongo a Conte, ad Anci, sei punti su cui lavorare per dare la possibilità ai comuni di investire nuove, ulteriori risorse, per far fronte ad una situazione senza precedenti. Come ha detto Draghi: tutto quello che serve. Sei leve per aiutare la popolazione con interventi di spesa corrente magari, passando per il tramite di sussidi sociali e per evitare che i comuni vadano in difficoltà di cassa e di competenza potrebbero essere le seguenti: 1) Bloccare rimborso quota ammortamento sia dei mutui contratti con cassa ddpp, sia dei mutui contratti con istituti di credito privati, anche solo limitatamente alla quota capitale (da tenere presente che le banche private stanno già facendo questa operazione con le imprese e con mutui prima casa, pertanto dovrebbe essere fattibile estendere per loro questa operazione anche con gli enti locali). 2) Bloccare il rimborso della quota annuale di disavanzo, allungando la restituzione di un anno, passando cioè dal ripiano trentennale al ripiano di 30+1. 3) Consentire di non procedere ad accantonamento a FCDE (Fondo crediti di dubbia esigibilità) nel rendiconto 2019, di prossima approvazione. 4) Procedere ad una previsione normativa, che stabilisca un limite massimi da corrispondere alle imprese che hanno interrotto il servizio, che serva a coprire i costi fissi delle imprese, nella misura massima del 30%, allo scopo di salvaguardare la sicurezza di imprese che rischiano seriamente la chiusura dell'attività. Mi riferisco a mensa e trasporti e a tutte le cooperative e non solo che operano nel terzo settore. 5) Raddoppiare il limite dell'anticipazione di cassa. 6) Modificare il principio contabile delle entrate che si accertano per cassa (tipo IMU): sarebbe necessaria una modifica che consentisse di poter procedere ad accertamenti per competenza, in modo da evitare il rischio che, il mancato pagamento di queste entrate, comporti oltre a problemi di liquidità, anche problemi di squilibri per mancato accertamento di entrate di competenza, già iscritte nei bilancio di previsione".
"Solo con punti 2) e 3) - conclude - si otterebbe la liberazione di grandi somme, oggi vincolate nei bilanci degli enti, il tutto senza gravare sulla finanza pubblica in modo diretto, ma semplicemente spostando di una anno (su 30 anni!) il rimborso del disavanzo e della definizione. Uniti, nella collaborazione costruttiva, supereremo questo periodo".