“[…]E suona ancora l’ora, e mi manda
prima un suo grido di meraviglia
tinnulo, e quindi con la sua blanda
voce di prima parla e consiglia,
e grave grave grave m’incuora:
mi dice, È tardi; mi dice, È l’ora. […]”
Queste le parole, il disegno di Barga ritratto da Giovanni Pascoli ormai più di 100 anni fa: un ritratto che ancora noi oggi conosciamo bene, quello de “L'ora di Barga", le nostre campane, quel suono che ormai ci è così caro.
Non sappiamo chi, a quel tempo, fosse lassù sul campanile del Duomo: Pascoli ci concede solo un breve spaccato di quella tradizione che tutt'oggi è tramandata in questo borgo, ovvero la maestria e la passione dei campanari. A differenza dei personaggi del 1907, ignoti e con un alone di mistero intorno che il nostro poeta in questione rende quasi “mistico", noi oggi sappiamo chi c’è dietro alle piccole finestre di quel campanile: oltre ai campanari due volontari, Christian Tognarelli e Franco Motroni, sono i custodi di questa “Ora di Barga".
Ogni due giorni, infatti, salgono sulla torre per ricaricare l'orologio, ma non solo: essendo stato costruito negli anni ’30 del secolo scorso, questo prezioso congegno meccanico ha anche spesso bisogno di riparazione, a cui provvedono sempre Franco e Christian. Hanno anche deciso di raccogliee vari cimeli campanari, foto e informazioni da inserire tutte in un piccolo museo all'interno della torre Campanaria. Un museo in onore di quel rintocco così speciale, che scandisce il tempo di Barga ormai da secoli.