Non è facile per lui viverlo, da dentro, questo disturbo. E non lo è per il sottoscritto raccontarlo, da fuori. Certo, è più semplice parlare di politica, di libri, di scuola, di parrocchia. Qui, è un'altra la battaglia che si sta combattendo.
Per chi scrive, Claudio Gemignani è l'agguerrito consigliere comunale che, dai banchi della minoranza, porta avanti con determinazione le istanze della sua comunità. È l'amministratore pubblico, protagonista di tante campagne elettorali. È l'insegnante di religione, molto legato ai suoi alunni, l'infaticabile promotore di iniziative - culturali e non solo - per il suo paese, Gombereto, e la sua piccola, ma graziosa, chiesa.
L'uomo, Claudio, è fatto, però, della stessa pasta di tutti. Non è facile esporsi così, pubblicamente. Non lo è, anche se viviamo nell'era dei social dove tutti sembrano esporsi, ma, molto spesso, è una facciata. La vera natura delle persone, dietro il pc, viene sempre mascherata dal pudore e dalla vanità.
Claudio ha un disturbo alimentare. Questo lo si può dire e scrivere proprio grazie al suo coraggio di esporsi. Un disturbo tremendo, bastardo, che solo chi ha provato può capire. Esponendosi, ha fatto della sua battaglia, la battaglia di tutti coloro che, come lui, soffrono di questo maledetto disturbo. Ma ne ha fatto anche la nostra, di battaglia. Perché tutti noi siamo chiamati a fare qualcosa. E quel 'qualcosa' è un gesto di supporto.
Commovente - sia per lui, che per noi che lo si guarda - l'ultimo video postato sulla pagina Facebook. "Chi ha un disturbo alimentare - dice Claudio, a cuore aperto - ne è condizionato anche nelle piccole azioni quotidiane. Chi non ne soffre, non riesce a capire fino in fondo quanto sia difficile anche solo mangiare un biscotto o bere un bicchiere d'acqua. Non sa il timore che abbiamo quando dobbiamo pesarci e ci spogliamo di tutto. Il disturbo condiziona. Dal disturbo non si guarisce. Possiamo, però, sederci al tavolo da gioco con lui e dare noi le carte".
Spesso, a una persona che soffre di un disturbo alimentare (che sia bulimia, anoressia od altro), ci si rivolge - il più delle volte in buona fede - con frasi fatte del tipo "Dai, mangia" o "Perché non mangi?". Claudio mette in guarda da queste affermazioni. "Anche se sono pronunciate per fare del bene, rischiano di fare del male a chi soffre di un disturbo come il mio - spiega -. A volte basta solo una carezza. Un abbraccio, un sorriso. Una semplice pacca sulla spalla. Un messaggio d'affetto".
Il suo video trasuda di sincerità. Ha scelto - volutamente - il luogo più intimo della sua casa per girarlo: la camera da letto, il nido. "Il 31 gennaio rientro nella struttura che mi ha accolto lo scorso anno" l'annuncio di Claudio. "Quella struttura che dà, a chi ha disturbi alimentari, una possibilità di riscatto. Si tratta di riprendere il percorso. Un'altra fase. Non sarà semplice. Ci vogliono forza, coraggio. Ma non intendo tirarmi indietro. Lo faccio per me, perché mi voglio bene. Lo faccio per gli affetti più cari. Lo faccio per i miei alunni. Per i miei amici. Lo faccio per chi non mi ha mai abbandonato un secondo, non ha mi ha mai tradito e mi ha sempre fatto sentire il proprio affetto, la propria vicinanza. Mi sento fortunato, per questo. Percepisco tanto bene intorno a me".
Claudio, con la sua testimonianza, fa forza a tutti noi. Le sfide, per quanto difficili, si possono superare.
Alleghiamo la sua, toccante, lettera:
"Guarire da un disturbo alimentare sto capendo cosa, per me, significa fare. Potrei stare ore lì, a contemplare quel piatto, potrebbero passare ere geologiche prima che quella mia voce scompaia dalla mia testa se me ne sto lì a passare in rassegna ogni mio singolo pensiero. Rimango ibernato in un blocco di ghiaccio. Se l'ho concordato in terapia, io quel passo lo faccio. Ma è un fare, nonostante: nonostante la paura, nonostante l'impulso, nonostante il terrore, nonostante il disturbo mi dica di no, nonostante il vuoto, nonostante le voci, nonostante la fatica, nonostante la vergogna, nonostante il desiderio di controllare, nonostante l'ansia, nonostante il pensiero della bilancia, nonostante siano trascorsi secoli, nonostante il giudizio, nonostante la scomodità. Io lo faccio.
Lo faccio, nonostante. E facendolo, io posso scoprire. Scopro come sono stato quei minuti senza il disturbo. Capisco che sono sopravvissuto e che non mi sono successe quelle cose che temevo. Inizio a capire che ho coraggio anche io. Che posso uscire. Che posso parlare. Che posso sentire. Che posso vivere. Un giorno spero che quel "nonostante" sparisca perché è faticoso. Ma intanto va bene così. Mi tuffo a occhi chiusi saltando dallo scoglio nel vuoto, ma ad accogliermi trovo il mare. E nuoto. Nuoto liberamente. Nuoto, finalmente. Ed è bello".
Claudio Gemignani rientra in struttura: "Inizia una nuova battaglia contro il disturbo alimentare"
Scritto da andrea cosimini
Bagni di Lucca
18 Gennaio 2025
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