Riceviamo e volentieri pubblichiamo, sia pure colpevolmente in ritardo, questa lettera alla quale il direttore (ir)responsabile Aldo Grandi ha voluto rispondere a tutti i costi anche aspettando un po' di tempo per impegni vari:
Gentile Sig. Grandi,
Le scrivo da semplice cittadina che abitualmente legge La Gazzetta del Serchio, quotidiano online da Lei diretto. Lungi da me addentrarmi nei meandri del mondo politico, pullulante di personaggi più o meno (ahimé) pittoreschi: destra, centro, sinistra. Mi trattengo dallo schierarmi almeno in questo caso.
Vorrei semplicemente esprimere una mia personale opinione inerente l’articolo “Salvini a processo è una vergogna” di oggi venerdì 31 luglio 2020.
Perché scegliere proprio una foto così reale e tremendamente tragica che fissa un momento altrettanto tragico vissuto da molti uomini, purtroppo, molti anni fa?
Perché questa foto usata accostandola ad un fatto politico odierno che, ripeto, non è mia intenzione commentare.
Mio nonno novantasettenne ha vissuto come tanti il periodo della Seconda Guerra Mondiale anche coinvolto direttamente (prigionia in Germania ecc.). Tra i suoi racconti anche quello di una fucilazione di ragazzi come lui, ma che qualcuno in alto aveva deciso che fossero nemici, proprio qua vicino a noi, a Lucca. La sera prima gli ufficiali annunciarono che il mattino seguente avrebbero ricevuto l’ordine di fucilare alcuni di questi nemici catturati.
Lui ovviamente non riuscì a dormire quella notte e per sua fortuna (se si può dire così in una situazione così tragica) il giorno dopo non fu tra i soldati scelti per fucilare dei poveri ragazzi.
Per questo mi sono permessa di scriverle queste righe, mi sono sentita quasi in dovere verso mio nonno (amico e compagno di classe di Leandro Puccetti, eroe di guerra).
Sperando che Lei le legga..
La ringrazio.
Risponde Aldo Grandi: Cara signora Suffredini le chiedo scusa, innanzitutto, per questa risposta decisamente tardiva. Avevo letto la sua lettera appena giunta in redazione e mi ero riproposto di risponderle subito, poi, purtroppo, gli impegni e le disattenzioni si sono accavallati e, così, ecco qua a tre settimane di distanza. La sua è una lettera intelligente e dovrebbe essere di insegnamento a quegli imbecilli che sostengono che le Gazzette non permettono ai lettori di poter scrivere. Noi pubblichiamo tutto, ma ad un patto, che sia firmato con nome e cognome.
Quanto alla sua domanda, legittima, le rispondo subito: la foto, sicuramente cruda, voleva essere una provocazione per mettere in risalto l'assurdo di mandare a processo un ministro che aveva fatto semplicemente rispettare la legge e trasformato una demente che la legge l'aveva violata, in una eroina. Fucilare Salvin i tanto c'è gente che lo farebbe volentieri, idiota com'è.
Quindi una foto provocatoria avrebbe dato il senso della sproporzione tra l'autorizzazione a procedere votata per Salvini e i fatti in sé. A Salvini avrebbero dovuto dare una medaglia visto che è stato il primo ministro dell'Interno a fare gli interessi del suo popolo e dell'Italia in questo paese di eunuchi.
Spero di averla soddisfatta. E continui a leggerci come fa. Un saluto.