Si potrebbero dire molte cose su “L’ultimo viaggio degli Streghi”, ma ciò che preme far risaltare fin da subito è l’incredibile sforzo creativo e organizzativo di un gruppo che ha scelto di dare nuova vita alle tradizioni popolari e ai miti della Garfagnana e della Mediavalle del Serchio attraverso uno delle forme di fruizione artistica più in voga del momento: il fumetto.
Questa è, in pochissime (forse troppe poche) parole, l’opera nata dal connubio tra lo scrittore viareggino Alessio Del Debbio e dell’artista Silvia Talassi, uniti per amore dell’arte e della tradizione grazie alla fondamentale “mediazione” del progetto sviluppato dal Museo dell’immaginario folklorico di Piazza al Serchio e dall’associazione culturale “Nati per scrivere”.
L’opera, disponibile per l’acquisto online e in libreria ormai dal 15 novembre, attraverso tutte le sue 96 pagine, cerca di raggiungere una sintesi tra i moderni stili espressivi e poetici con un retroterra dal gusto “antico”, incentrato sulla rielaborazione del folklore della Valle del Serchio all’interno di una storia che strizza l’occhio al fantasy e al thriller, senza disdegnare nemmeno alcune scene marcatamente horror e splatter.
I disegni della Talassi sono cupi, stilizzati, privi di orpelli. Persino il tratto è incerto in alcune tavole. Tutto ciò trasmette inquietudine e alle stesso tempo invoglia a continuare, riuscendo a far concentrare il lettore su alcuni elementi chiave anche nelle rappresentazioni in “grandangolo” degli spazi in cui la storia è ambientata.
Anche i testi di Del Debbio sono essenziali, asciutti, pieni di spazi vuoti e sottintesi che si spera trovino soluzione nella parte conclusiva.
Non mancano alcuni momenti più distesi, ma nel suo complesso “L’ultimo viaggio degli Streghi” è un crescendo di tensione, e sangue, in un mondo in cui tradizioni ancestrali e modernità, così come fredda razionalità e pura irrazionalità, si ritrovano nuovamente per uno scontro definitivo.
Ma di cosa parla, nel concreto, il testo dei due autori? È sempre un peccato dover anticipare troppo ai futuri lettori, e quel che segue è sicuramente quel che basta: l’ambientazione, come già accennato, si divide tra i luoghi reali del territorio garfagnino e l’immaginario borgo di Colle Tempo, l’ultimo paese in cui gli Streghi e le creature del mito riescono a sopravvivere lontani dalla modernità e dalla violenza dei “Cacciatori”.
Sembra un equilibrio perfetto, ma a stravolgere la quiete è l’arrivo di Tommaso, giovane artista che decide di tornare a trovare sua nonna Ada, residente proprio nel villaggio degli streghi.
Il suo arrivo coinciderà con la ricomparsa degli “Spauracchi”, arcaiche paure da sempre sopite nel cuore degli uomini, e dalla conseguente, e traumatica, scelta degli Streghi di fronteggiarsi nuovamente col mondo esterno.
Quel che resta, ora, è inoltrarsi in un viaggio affascinante nella tradizione riletta in chiave moderna, in attesa che esca anche il secondo volume di questa avvincente epopea folklorica.